Mario D'Aleo | |
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Nascita | Roma, 16 febbraio 1954 |
Morte | Palermo, 13 giugno 1983 |
Cause della morte | Agguato da parte di Cosa nostra |
Dati militari | |
Paese servito | Italia |
Forza armata | Esercito Italiano |
Arma | Arma dei Carabinieri |
Anni di servizio | 1973 - 1983 |
Grado | Capitano |
Comandante di | Compagnia carabinieri di Monreale |
Decorazioni | Medaglia d'oro al valor civile |
Studi militari | Accademia militare di Modena |
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Mario D'Aleo (Roma, 16 febbraio 1954 – Palermo, 13 giugno 1983) è stato un ufficiale dell'Arma dei Carabinieri.[1][2]
Assassinato da cosa nostra, è stato insignito della Medaglia d'oro al valor civile alla memoria.
Biografia
[modifica | modifica wikitesto]Capitano dei Carabinieri, divenne comandante della Compagnia di Monreale nel 1980 prendendo il posto di Emanuele Basile, ucciso in un agguato di mafia[3]. D'Aleo, ucciso insieme all'appuntato Giuseppe Bommarito e al carabiniere Pietro Morici, che erano in servizio a Monreale già con il capitano Basile, avviò indagini sulla mafia del circondario monrealese, che comprendeva l'agguerrita cosca di San Giuseppe Jato, capeggiata da Bernardo e Giovanni Brusca: portò avanti la sua attività tramite perquisizioni, fermi e arresti, fra i quali quello per favoreggiamento personale nei confronti di Giovanni Brusca, sospettato di aver dato alle fiamme un automezzo, e sorprese il capomafia di Monreale Salvatore Damiani mentre teneva una riunione con altri soggetti ritenuti appartenenti alla mafia e ne scaturì un conflitto a fuoco[3]. Indagò anche sugli affari dei Brusca nella società produttrice di calcestruzzi "Litomix S.p.A.", cui era interessato anche Angelo Siino (soprannominato il "Ministro dei lavori pubblici di Cosa Nostra")[4].
Il capitano D'Aleo venne ucciso insieme ai colleghi Bommarito e Morici[5] in un attentato a Palermo il 13 giugno 1983 in via Cristoforo Scobar, dove viveva la fidanzata del Capitano presso la quale i due militari lo avevano scortato, da un commando composto da tre persone che spararono loro senza dargli il tempo di reagire. [6]
Dopo la sua morte gli è stata conferita la Medaglia d'oro al valor civile.[7]
Si dovettero però attendere le confessioni dei collaboratori di giustizia Calogero Ganci e, soprattutto, di Francesco Paolo Anzelmo per conoscere i nomi degli assassini del capitano d'Aleo e dei colleghi Bommarito e Morici: nel 2008 vennero riconosciuti come mandanti e condannati all'ergastolo Michele Greco, Totò Riina, Bernardo Provenzano, Pippo Calò, Giuseppe Farinella e Nenè Geraci mentre gli esecutori materiali sono invece stati individuati in Michelangelo La Barbera, Salvatore Biondino e Domenico Ganci (che spararono contro i tre carabinieri dopo essere scesi dall'autovettura guidata proprio da Anzelmo); sul luogo del delitto era presente anche una seconda auto soltanto con funzioni di supporto, che aveva a bordo Giuseppe Giacomo Gambino e Raffaele e Calogero Ganci[3].
Onorificenze
[modifica | modifica wikitesto]— 31 agosto 1983
Memoria
[modifica | modifica wikitesto]Mario D'Aleo è ricordato ogni anno il 21 marzo nella Giornata della Memoria delle vittime di mafia e il 13 giugno, giorno in cui ricorre la commemorazione del suo omicidio. Molte le associazioni che lavorano alla prosecuzione della memoria.
La sua storia è raccontata nel romanzo diario "Per sempre fedele - diario di un uomo tra pagine di mafia", pubblicato nel 2013 e riedito nel 2023 con nuove testimonianze e ricordi di chi lo ha conosciuto. Il libro, la storia di un giovane uomo che non ha mai tradito se stesso e il suo Paese, le incontrovertibili verità processuali che hanno poi spiegato il suo assassinio perché Mario D'Aleo stava ostacolando il lavoro delle potenti famiglie mafiose siciliane, Riina e Brusca in testa, è stato scritto da Valentina Rigano (giornalista) e da Marco D'Aleo, ufficiale dell'Arma dei carabinieri e nipote di Mario. La prefazione è a cura del direttore ANSA Luigi Contu, mentre l'introduzione è a firma di Rita dalla Chiesa, figlia del Generale Carlo Alberto dalla Chiesa.
In suo ricordo e del Capitano Emanuele Basile, ucciso prima di lui a Monreale, la giornalista Michela Giordano ha scritto il Libro Quando rimasero soli.
La Stazione Carabinieri di Palazzo Adriano (PA) è stata a lui intitolata nel 2016, così come, nel 1990, la sede della Compagnia Carabinieri di San Bonifacio (VR). Una targa che lo ricorda è stata affissa nel 2021 nel cortile del Liceo scientifico statale "Camillo Cavour" di Roma, dove ha svolto gli studi superiori. Nel 2023, a Cassina de'Pecchi (MI), è stato a lui intitolato il Giardino di Via Carlo Alberto Dalla Chiesa, dove si trova anche un cippo con una targa che lo ricorda.
Note
[modifica | modifica wikitesto]- ^ https://vittimemafia.it/13-giugno-1983-palermo-agguato-via-scobar-uccisi-il-capitano-mario-daleo-e-i-carabinieri-giuseppe-bommarito-e-pietro-morici/
- ^ Chi era Costui - Scheda di Mario D'Aleo, su chieracostui.com. URL consultato il 16 marzo 2022.
- ^ a b c l' eroismo del capitano d'aleo - la Repubblica.it, su Archivio - la Repubblica.it, 13 giugno 2008. URL consultato il 28 marzo 2021.
- ^ MARIO D'ALEO UCCISO SULLA VIA DEGLI APPALTI - la Repubblica.it, su Archivio - la Repubblica.it, 15 giugno 1993. URL consultato il 28 marzo 2021.
- ^ DELITTO D'ALEO 23 INCRIMINATI - la Repubblica.it, su Archivio - la Repubblica.it, 6 dicembre 1984. URL consultato il 16 marzo 2022.
- ^ Il valore e l'eroismo del capitano D'Aleo - la Repubblica.it, su Archivio - la Repubblica.it, 13 giugno 2008. URL consultato il 16 marzo 2022.
- ^ Dal sito Carabinieri.it
- ^ Sito web del Quirinale: dettaglio decorato., su quirinale.it.
Voci correlate
[modifica | modifica wikitesto]Collegamenti esterni
[modifica | modifica wikitesto]- ANSA - La vita di Mario D'Aleo
- sentenza del tribunale di Palermo (PDF), su giuseppebommarito.it. URL consultato il 16 febbraio 2010 (archiviato dall'url originale il 4 marzo 2016).
- Il capitano Mario D'aleo, su giuseppebommarito.it (archiviato dall'url originale il 26 settembre 2013).
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