Giuseppe Giacomo Gambino (Palermo, 21 maggio 1941 – Milano, 30 novembre 1996) è stato un mafioso italiano, conosciuto anche come u tignusu (il calvo) è stato un membro di Cosa Nostra. Grazie alla sua amicizia con Luciano Liggio prima, e Salvatore Riina poi, è arrivato anche a far parte della commissione (come capo del mandamento di San Lorenzo).[1]
Inizialmente Gambino era capo della famiglia di San Lorenzo, che faceva parte del mandamento guidato da Rosario Riccobono. Negli anni settanta Gambino si legò particolarmente a Totò Riina (dal quale divenne inseparabile) e questo gli garantì una rapida ascesa. All'inizio degli anni '80 compose una "squadra della morte" (al servizio dei Corleonesi), insieme ad altri "uomini d'onore": Mario Prestifilippo, Filippo Marchese, i fratelli Antonino e Giuseppe Marchese, Vincenzo Puccio, Giovanbattista Pullarà, Giuseppe Lucchese, Giuseppe Greco e Nino Madonia. Con loro Gambino uccise, tra gli altri, i giudici Terranova e Chinnici, il generale Dalla Chiesa, il commissario Cassarà e i quattro capimafia Stefano Bontate, Salvatore Inzerillo, Filippo Marchese e Rosario Riccobono; quest'ultima uccisione permetterà a Gambino di diventare il capo del nuovo mandamento di San Lorenzo e di entrare quindi a far parte a tutti gli effetti della Commissione.
Si è tolto la vita nel 1996, all'età di 55 anni, dopo essere stato rinchiuso nel carcere di San Vittore e dopo che gli fu diagnosticato un tumore.[2]
Note
[modifica | modifica wikitesto]- ^ TRIBUNALE DI CALTANISSETTA UFFICIO DEL GIUDICE PER LE INDAGINI PRELIMINARI ORDINANZA DI CUSTODIA CAUTELARE IN CARCERE, su capitanoultimo.it. URL consultato l'8 gennaio 2008 (archiviato dall'url originale il 7 dicembre 2008).
- ^ SUICIDIO D'ONORE NELL'ISOLA DEI DANNATI, 17 dicembre 1996. URL consultato il 26 novembre 2017.