Marco II Pio di Savoia (Carpi) | |
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Monumento funebre di Marco Pio | |
Consignore sovrano di Carpi A.con lo zio Alberto II (1446-1464), poi con i suoi discendenti Lionello (1464-1477) e Alberto III (1477-1494) B.con lo zio Galasso II (1446-1465), poi con i suoi otto figli fino alla loro estromissione (1465-1469) | |
In carica | 1446 – 1493 / 22 marzo 1494 |
Predecessore | Giberto II Pio di Savoia |
Successore | Giberto III Pio di Savoia |
Morte | Carpi o Ferrara[1], 1493[1] o 22 marzo 1494 |
Dinastia | Pio di Savoia |
Padre | Giberto II Pio di Savoia |
Madre | Alda da Polenta |
Consorte | Benedetta del Carretto |
Figli | Giberto, Emilia, Alda, Agnese, Lucrezia, Giovanni Ludovico, Margherita, Ercole, Enea, Galeotto, Violante, Ippolita, Smeralda |
Religione | Cattolica |
Marco II Pio di Savoia (... – Carpi, Ferrara[1], 22 marzo 1494 o 1493[1][2]) è stato un condottiero e nobile italiano, fu consignore di Carpi dal 1446 al 1494.
Biografia
[modifica | modifica wikitesto]Appartenente all'antica famiglia dei Pio di Savoia, era figlio di Giberto II, consignore di Carpi, e di Alda di Aldobrandino da Polenta[1].
Alla morte del padre, avvenuta il 17 luglio 1446, fu associato alla signoria di Carpi dagli zii Alberto II (m. 1464) e Galasso II (m. 1465), alla morte dei quali subentrarono nel condominio del feudo i suoi cugini, ovvero Lionello I, figlio di Alberto, e i numerosi figli di Galasso. Militò nel 1461 al servizio del duca di Milano Francesco Sforza, che lo inviò a combattere i genovesi, mentre, nel 1483, sarebbe passato al servizio di Ludovico il Moro[1].
A Carpi, estromessi i cugini galassini dal potere in seguito alla loro presunta complicità in una congiura ordita contro il duca Borso d'Este nel 1469, condivise il potere con il solo Lionello I, alla morte del quale, nel 1477, poté di fatto regnare come unico sovrano durante la minorità del nipote primogenito Alberto III,[3] da lui affidato, per l'educazione, ad Aldo Manuzio in Carpi, e poi inviato a Ferrara ed a Padova. In questo modo lo allontanò dal territorio della signoria prendendo possesso del suo palazzo e dei suoi beni allodiali. Alberto III tuttavia ottenne l'investitura signorile da parte dell'imperatore Federico III e rientrò a Carpi nel 1490.
Alla morte di Marco II nel 1493 o 1494 si aprì una fase di contrasti tra il figlio Giberto III e il già regnante Alberto III, contrasti che sfociarono nel 1496 in una vera e propria guerra civile che determinò l'intervento "pacificatore" del nuovo duca Ercole I d'Este. Sennonché questi, non riuscendo a venire a capo della contesa, ne approfittò per acquisire per sé la metà del feudo spettante a Giberto, e, in cambio, lo investì a sua volta del feudo estense di Sassuolo.
Discendenza
[modifica | modifica wikitesto]Sposò Benedetta (?-3 agosto 1503[2]), figlia di Galeotto I del Carretto, marchese di Finale Ligure, e di Vannina Adorno, ed ebbe tredici figli[4][5]:
- Giberto (1455-1500), consignore di Carpi dal 1494 al 1499 e signore di Sassuolo dal 1499;[1]
- Emilia (?-1520),[1] sposò nel 1475 Antonio da Montefeltro;
- Alda (?-testò il 18 settembre 1522),[1] sposò Giovan Francesco Gambara (?-1511);
- Agnese (?-7 dicembre 1499[1][6]), sposò nel 1486 Francesco Maria Rangoni, conte di Castelcrescente (?-5 ottobre 1511);
- Lucrezia,[1] sposò il conte Michelangelo Scotti;
- Giovanni Ludovico (?-1510),[1] uomo d'armi al servizio degli Sforza prima e delle truppe pontificie poi[7], sposò Graziosa Maggi,[1] dama di corte a Milano, da cui ebbe due figlie:
- Maddalena, sposò il conte Guglielmo Malaspina
- Beatrice, donna di lettere, sposò il cavalier Gasparo degli Obizzi (?-1541), poeta e letterato;
- Margherita,[1] sposò verso il 1495 Antonio Maria Sanseverino, marchese di Gualsinara (?-1509);
- Enea (?-21 luglio 1533)[1][8][9], fu governatore di Modena;
- Ercole (?-c. 1510), sacerdote, dottore in legge e autore di Rime[10][1];
- Galeotto (c. 1460-9 agosto 1513),[1] arciprete di Carpi dal 1º luglio 1477, Consigliere ducale e Senatore di Milano dal 18 settembre 1494[11];
- Ippolita, sposò ... Valperga, nobile piemontese[1];
- Violante, monaca clarissa in Santa Chiara di Carpi[1];
- Smeralda.
Note
[modifica | modifica wikitesto]- ^ a b c d e f g h i j k l m n o p q r s Pompeo Litta, Famiglie celebri d'Italia. Pio di Carpi, Tav. IV, Torino, 1824.
- ^ a b Carteggio fra L'Ab. Girolamo Tiraboschi e L'Avv. Eustachio Cabassi, G. Rossi, 1895, p.518.
- ^ Nel 1470 Marco e Lionello avevano ottenuto dall'imperatore Federico III l'introduzione della primogenitura nel sistema di successione della signoria carpigiana,
- ^ Atti e memorie delle Rr. Deputazioni di storia patria per le provincie modenesi e parmensi. Volume 2, Vincenzi, 1865, p.368.
- ^ Girolamo Tiraboschi, Memorie storiche Modenesi col codice diplomatico. Volume 4, 1794, pp.156-157.
- ^ Rangoni
- ^ LUDOVICO PIO
- ^ Carlo Godi, Bandello. Narratori e dedicatari della seconda parte delle Novelle, Bulzoni, 2001, p.487.
- ^ Monumenti di storia patria delle provincie modenesi. Volume 5, Fiaccadori, 1867, p.293.
- ^ Luigi Maini, Soliera, castello nel modenese già feudo Campori. Cenni storici, Cappelli, 1850, pp.43-44.
- ^ Luigi Maini, Sopra un antico sigillo della pieve di limidi. Cenni illustrativi di L. M, Cappelli, 1850, pp.16-19.
Bibliografia
[modifica | modifica wikitesto]- Mario Cassoli, Carpi: gli uomini e le opere nel tempo, Carpi, Il Portico, 1973.
- Paolo Guaitoli (rivisto da Policarpo Guaitoli), Della Città e del Comune di Carpi, in Achille Sammarini (a cura di), Memorie storiche e documenti sulla Città e sull'antico Principato di Carpi, Carpi, Pederzoli e Rossi, 1877, pp. 59-100.
- Anna Maria Ori, PIO, in Dizionario biografico degli italiani, vol. 83, Roma, Istituto dell'Enciclopedia Italiana, 2015. URL consultato il 21 dicembre 2022.
- Hans Semper, Ferdinand O. Schulze e Wilhelm Barth, Carpi: una sede principesca del Rinascimento, a cura di Luisa Giordano, traduzione di A. D'Amelio e A. E. Werdehausen, Pisa, ETS, 1999 [1882].
- Elena Svalduz, Da castello a città: Carpi e Alberto Pio, Roma, Officina, 2001.
- Pompeo Litta, Famiglie celebri d'Italia. Pio di CArpi, Tav. IV, Giulio Ferrario, 1824, SBN LO11405418.