Lydia Welti-Escher, nata Augusta Clementine Lydia Escher (Zurigo, 10 luglio 1858 – Ginevra, 12 dicembre 1891), è stata una mecenate svizzera.
Biografia
[modifica | modifica wikitesto]Nata dal finanziere e politico Alfred Escher e Augusta Escher-Uebel (1838-1864), visse i primi anni difficili con le successive morti della sorellina Edvige (1861-1862), poi della madre, nel 1864, quando ha solo sei anni. Dopo alcuni anni trascorsi con la nonna paterna Lydia Escher-Zollikofer (1797-1868), tornò, dopo la morte di quest'ultima, a vivere con suo padre nel maniero del Belvoirpark, una proprietà di famiglia a Zurigo. Il 4 gennaio 1884 sposò Friedrich Emil Welti, figlio del consigliere federale Emil Welti; questo matrimonio ebbe luogo dopo la morte di suo padre, che si era opposto a questa unione durante la sua vita.
Lydia Welti-Escher è al centro di un'azienda che porta il suo nome dopo il suo rapporto romantico con il pittore Karl Stauffer-Bern. Questa relazione sarebbe durata quasi 11 anni e culminò nel settembre 1889, quando i due amanti si ritrovarono a Roma[1] dopo un soggiorno a Firenze. A loro si unisce il marito, Friedrich Emil Welti che, aiutato dall'ex consigliere federale e ambasciatore svizzero a Roma Simeon Bavier, accusa Stauffer del rapimento di Lidia.[2] Il pittore fu arrestato e processato, quindi imprigionato in un manicomio per qualche tempo. Lydia Welti-Escher stessa è stata rinchiusa per malattia mentale per alcuni mesi prima di essere riconosciuta sana e in grado di tornare in Svizzera per divorziare.
Nel 1890, donò tutto il suo patrimonio alla nuova fondazione la Gottfried Keller-Stiftung, che negli anni seguenti acquisì molte opere e numerosi monumenti storici.[3] Cadde in depressione dopo il suicidio di Karl Stauffer e si suicidò per asfissia da gas il 12 dicembre 1891, dopo diversi tentativi falliti. Il suicidio di Lydia pose fine alla linea di famiglia di Alfred Escher.[4]
Note
[modifica | modifica wikitesto]- ^ (DE) Ehrung der Kunstmäzenin Lydia Welti-Escher (press release) (PDF), su fraumuenstergesellschaft-ch.site-preview.net, Gesellschaft zu Fraumünster, 27 marzo 2008. URL consultato il 21 dicembre 2019 (archiviato dall'url originale il 5 marzo 2016).
- ^ (DE) Paul Schlenther, Stauffer, Karl, su de.wikisource.org, ADB, 1893. URL consultato il 21 dicembre 2019.
- ^ Claude Lapaire, Gottfried Keller, fondation, in Dizionario storico della Svizzera, 5 aprile 2007. URL consultato il 21 dicembre 2019.
- ^ (DE) Jung: Alfred Escher. 2009, pp. 464–492; Jung: Lydia Welti-Escher, 2009.
Bibliografia
[modifica | modifica wikitesto]- Willi Wottreng: Lydia Welti-Escher. Eine Frau in der Belle Epoque. Elster-Verlag, Zürich 2014, ISBN 978-3-906065-22-9.
- Joseph Jung: Lydia Welti-Escher (1858–1891). Mit einer Einführung von Hildegard Elisabeth Keller. NZZ Libro, Zürich 2013, ISBN 978-3-03823-852-2.
- Joseph Jung: Lydia Welti-Escher (1858–1891). Biographie. Quellen, Materialien und Beiträge. NZZ Libro, Zürich 2009, ISBN 978-3-03823-557-6.
- Willi Wottreng: Die Millionärin und der Maler: Die Tragödie Lydia Welti-Escher und Karl Stauffer-Bern. Orell Füssli, Zürich 2008, ISBN 978-3-280-06049-0.
- Hanspeter Landolt: Gottfried Keller-Stiftung. Sammeln für die Schweizer Museen. 1890–1990. 100 Jahre Gottfried Keller-Stiftung. Benteli, Bern 1990, ISBN 978-3716506967.
- Bernhard von Arx: Der Fall Stauffer. Chronik eines Skandals. Hallwag, Bern 1969, ISBN 3-7296-0408-2.
- Lukas Hartmann: Ein Bild von Lydia. Diogenes, Zürich 2018, ISBN 978-3-257-07012-5.[1]
Altri progetti
[modifica | modifica wikitesto]- Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su Lydia Welti-Escher
Collegamenti esterni
[modifica | modifica wikitesto]- (DE) (DE) Katalog der Deutschen Nationalbibliothek (opere di e su Lydia Welti-Escher), su portal.dnb.de, Biblioteca nazionale tedesca.
Controllo di autorità | VIAF (EN) 813462 · ISNI (EN) 0000 0000 3709 0725 · LCCN (EN) n87855333 · GND (DE) 119048663 · J9U (EN, HE) 987007406286105171 |
---|
- ^ (DE) Lukas Hartmann Bücher, su exlibris.ch, Ex Libris (bookshop). URL consultato il 21 dicembre 2019 (archiviato dall'url originale il 13 maggio 2019).