Luciano Zani | |
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Nascita | Cormons, 13 dicembre 1907 |
Morte | Milano, 13 maggio 1992 |
Luogo di sepoltura | Cimitero di Cormons |
Dati militari | |
Paese servito | Italia |
Forza armata | Regio Esercito |
Corpo | Alpini |
Unità | battaglione alpini "Val Chiese", 6º Reggimento, 2ª Divisione alpina "Tridentina" |
Reparto | 59ª Compagnia |
Anni di servizio | 1930-1945 |
Grado | Tenente di complemento |
Guerre | Seconda guerra mondiale |
Campagne | Campagna italiana di Grecia Campagna italiana di Russia |
Battaglie | Seconda battaglia difensiva del Don |
Decorazioni | vedi qui |
dati tratti da I quaderni dell'Associazione Nazionale Alpini. Il Labaro[1] | |
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Luciano Zani (Cormons, 13 dicembre 1907 – Milano, 13 maggio 1992) è stato un militare italiano insignito della medaglia d'oro al valor militare a vivente nel corso della seconda guerra mondiale.
Biografia
[modifica | modifica wikitesto]Nacque a Cormons, provincia di Udine, il 13 dicembre 1907, figlio di Adelmo e Fidalma Pizzul.[2] Nel 1929 conseguì il diploma di ragioniere presso l'Istituto tecnico di Udine, e nel gennaio 1930, venne chiamato a prestare servizio militare di leva nel Regio Esercito ed ammesso a frequentare la Scuola allievi ufficiali di complemento della specialità alpini del Corpo d'armata di Milano.[2] Nominato sottotenente fu assegnato in servizio al 3º Reggimento alpini, e dopo aver prestato servizio di prima nomina fu posto in congedo nel febbraio 1931.[2] Assunto come dirigente presso la Federazione provinciale degli industriali di Trieste, riprese gli studi presso quella Università e si laureò in economia e commercio nel 1940. Promosso tenente dopo un periodo di richiamo a domanda nell'8º Reggimento alpini nel marzo 1940, ritornò in servizio attivo a domanda nel febbraio 1941 destinato in Albania dove raggiunse il 6º Reggimento alpini impegnato sul fronte greco-albanese con il battaglione alpini "Val Chiese", ritornando In Italia nel mese di luglio con il suo reparto.[2] Ricoprì poi l'incarico di istruttore al corso per sciatori alpini del costituendo battaglione alpini "Monte Cervino" nel gennaio 1942 e nel successivo mese di luglio partiva per la Russia, come comandante della 255ª Compagnia del battaglione alpini "Val Chiese".[2] Si distinse nel settembre successivo quale comandante del reparto esploratori, venendo decorato con una medaglia d'argento al valor militare.[2] Dopo aver strenuamente contrastata l’offensiva sovietica del dicembre 1942 nel settore tenuto dalla 2ª Divisione alpina "Tridentina" sul fiume Don, guidò i suoi alpini nei nuovi durissimi combattimenti nella critica fase del ripiegamento dei reparti dell'ARMIR.[2] Il 20 gennaio 1943, dopo una marcia di circa 50 km nella neve alta, con temperatura di 45 gradi sotto lo zero e tra le continue insidie nemiche, conquistava Nowa Karkowka.[2] Rimasto ferito gravemente, e più volte, il 26 gennaio nella difesa della stazione ferroviaria di Nikolajewka, veniva rimpatriato a bordo di un treno ospedale il 6 febbraio successivo, e ricoverato negli ospedali militari di Bolzano e di Stresa, venendo dimesso nell'agosto 1944.[2] Posto in congedo assoluto nel febbraio 1945, nel luglio 1949 fu promosso capitano con anzianità 15 febbraio 1943.[2] Nel 1951 si trasferì a Milano dove esercitò la professione di Dottore commercialista fino al 13 maggio 1992, anno in cui si spense.[3] Fu per dodici anni, fino alla data della morte, dirigente dell’Istituto Internazionale di Studi sul Futurismo.[3] La salma riposta attualmente nel cimitero di Cormons.[3]
Onorificenze
[modifica | modifica wikitesto]— Decreto del Presidente della Repubblica 15 febbraio 1949.[5]
Note
[modifica | modifica wikitesto]- ^ Bianchi, Cattaneo 2011, p. 488.
- ^ a b c d e f g h i j Bianchi, Cattaneo 2011, p. 489.
- ^ a b c Bianchi, Cattaneo 2011, p. 490.
- ^ Quirinale - scheda - visto 3 marzo 2016
- ^ Registrato alla Corte dei Conti il 4 marzo 1949, Esercito registro 7, foglio 9.
Bibliografia
[modifica | modifica wikitesto]- Andrea Bianchi e Mariolina Cattaneo, I quaderni dell'Associazione Nazionale Alpini. Il Labaro, Associazione Nazionale Alpini, 2011, ISBN 978-88-902153-1-5.
- Giulio Bedeschi, Centomila gavette di ghiaccio, Milano, Ugo Mursia, 1994, ISBN 88-425-1746-1.
- Giovanni Messe, La guerra al fronte russo, Milano, Ugo Mursia Editore, 2005, ISBN 88-425-3348-3.
- Ermenegildo Moro, Selenyl Jar - Il Quadrivio Insanguinato, il Battaglione alpini l'Aquila nella campagna di Russia, Milano, Ed. Cavallottii, 1973.
- Mario Rigoni Stern, Il sergente nella neve, Torino, Einaudi Ragazzi, 2001, ISBN 88-7926-359-5.
Voci correlate
[modifica | modifica wikitesto]- Raoul Achilli
- Giovanni Bortolotto
- Gian Carlo Bitossi
- Sigfrido Burroni
- Giovanni Denaro
- Antonio Di Napoli
- Cesare Giacobbe
- Domenico Jachino
- Adolfo Marini
- Olivo Maronese
- Matteo Palmieri (generale)
- Orazio Petruccelli
- Dario Ponzecchi
- Raffaele Porrani
- Luigi Priveato
- Giuseppe Ragnini
- Alberto Rossi (militare)
- Ercole Rossi
- Luigi Sartini
- Armando Tortini
- Pio Viale
- Antonio Vukasina
- Enrico Zanotti
- Vittorino Zanibon
Collegamenti esterni
[modifica | modifica wikitesto]- Zani, Luciano, su Combattenti Liberazione. URL consultato il 18 marzo 2023.
- Zani, Luciano, su MOVM. URL consultato il 18 marzo 2023.
- Capitano Luciano Zani, su ANA Gorizia. URL consultato il 18 marzo 2023.
- Una foto, per non dimenticare, su Vecio. URL consultato il 18 marzo 2023.