Ljubomir Marić | |
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Ministro della Guerra e della Marina del Regno di Jugoslavia | |
Durata mandato | 8 marzo 1936 – 25 ottobre 1938 |
Capo di Stato | Pietro II di Jugoslavia |
Capo del governo | Milan Stojadinović |
Predecessore | Dragiša Cvetković |
Successore | Milutin Nedić |
Legislatura | Governo Stojadinović II |
Dati generali | |
Partito politico | Indipendente |
Ljubomir Marić | |
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Nascita | Galovići, 18 gennaio 1878 |
Morte | Belgrado, 11 agosto 1960 |
Dati militari | |
Paese servito | Regno di Serbia Regno di Jugoslavia |
Forza armata | Reale esercito serbo Reali forze armate jugoslave |
Anni di servizio | 1897-1939 |
Grado | Generale d'armata |
Guerre | Guerre balcaniche Prima guerra mondiale Seconda guerra mondiale |
Campagne | Campagna di Serbia Campagna dei Balcani (1914-1918) Invasione della Jugoslavia |
Battaglie | Battaglia di Monastir Offensiva del Vardar |
Decorazioni | vedi qui |
Studi militari | Regia Accademia Militare di Belgrado |
dati tratti da Марић М. Љубомир[1] | |
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Ljubomir Marić (in serbo Љубомир Марић?; Galovići, 18 gennaio 1878 – Belgrado, 11 agosto 1960) è stato un generale e politico serbo naturalizzato jugoslavo.
Biografia
[modifica | modifica wikitesto]Nacque a Galovići, un villaggio della municipalità di Kosjerić, il 18 gennaio 1878, figlio[N 1] di Marinko e Anica Cuja.[1] Frequentò le scuole elementari a Kosjerić, il Liceo a Valjevo e nel 1895 si iscrisse al Liceo militare inferiore di Belgrado.[1] Nel 1897 si arruolò nell'esercito serbo, iniziando a frequentare l'Accademia militare di Belgrado da cui uscì nel 1899.[1]
Divenuto podporučik il 30 settembre 1899, fu assegnato all'arma di fanteria, prestando servizio di prima nomina a Čačak.[1] Qui si sposò con Ljubica (1885 - 1956), figlia del generale Pavle Bošković. La coppia ebbe quattro figli, Vera (1907), Vojislav (1908), Aleksandar (1913) e Radmila (1915). Fu promosso tenente il 22 febbraio 1903, kapetan druge klase il 29 aprile 1906, kapetan prve klase il 25 dicembre 1909, e major il 29 giugno 1911.[1] Frequantato il corso per ufficiale di Stato maggiore nel 1909,[2] nel gennaio 1912 fu mandato in Francia al fine di completare il proprio addestramento come ufficiale, assegnato al 103e Régiment d'infanterie di Orléans.[1]
Dopo lo scoppio della prima guerra balcanica rientrò in Serbia con un passaporto falso via Vienna.[1] Con la Divisione "Morava II", appartenente alla 3ª Armata del generale Božidar Janković, combatté contro gli ottomani a Merdar (15-19 ottobre 1912) e poi a Bitola (16-19 novembre 1912).[2] Prese parte anche alla seconda guerra balcanica svolgendo l'incarico di assistente capo di stato maggiore della Divisione "Morava II".[1] Promosso podpolkovnik il 30 ottobre 1913, in quello stesso anno divenne capo di stato maggiore della Divisione territoriale Bregalničke I,[2] ricoprendo tale incarico anche dopo lo scoppio della prima guerra mondiale.[1] Promosso pukovnik il 1 ottobre 1915, lasciò l'incarico precedente nel corso del 1916. Con l'evacuazione dell'armata serba che raggiunse l'Albania, e poi via mare in Italia, egli andò in Grecia, a Salonicco, da dove partì la Francia il 16 marzo 1916.[1]
Dapprima ebbe incarico di Capo del dipartimento delle operazioni dello Stato maggiore presso il Comando supremo a Corfù, e nel 1918 fu nominato Capo di stato maggiore della Divisione "Drina".[1] Prese parte alle operazioni belliche che portarono allo sfondamento del fronte di Salonicco, e alla successiva avanzata dell'esercito serbo alla riconquista della propria patria.[1] Dal 19 maggio al 2 luglio 1919, dopo la costituzione del Regno dei Serbi, Croati e Sloveni, assunse il comando del distaccamento militare della Carinzia, al confine con la Repubblica d'Austria.[1] Il 20 giugno 1920 fu nominato Capo di stato maggiore del distretto della 2ª Armata, a Sarajevo, incarico che mantenne fino al 23 marzo 1923.[1] Divenuto generale di divisione il 21 ottobre 1923, rimase in Bosnia fino all'11 aprile 1929, svolgendo nel contempo anche l'incarico di professore presso l'Accademia militare di Belgrado.[1] Nel settembre 1930 fu mandato a Zagabria, dove assunse il comando del quarto Distretto militare dell'esercito; fu promosso generale d'armata il 17 dicembre dello stesso anno.[1]
Il 12 maggio 1935 sostituì il generale Milan Nedić nell'incarico di capo di Stato maggiore dell'esercito jugoslavo, ricoprendo tale incarico fino all'8 marzo dell'anno successivo, quando fu sostituito dal generale Milutin Nedić.[1] L'8 marzo 1936 sostituì il generale Petar Živković nella carica di Ministro della guerra e della Marina del Regno di Jugoslavia, mantenendola fino al 25 ottobre 1938 quando fu sostituito dal generale Milutin Nedić.[1] Durante il suo mandato venne prestata particolare attenzione al potenziamento dell'aviazione.[2]
Messo a riposo il 31 ottobre 1939, in seguito ricoprì vari incarichi, pubblicando numerosi articoli sulla rivista militare Ratnik e sei libri.[1]
Sopravvisse alla seconda guerra mondiale, rimanendo in Jugoslavia dopo la proclamazione della Repubblica comunista di Tito. Si spense a Belgrado l'11 agosto 1960.[1]
Onorificenze
[modifica | modifica wikitesto]Onorificenze jugoslave e serbe
[modifica | modifica wikitesto]Onorificenze estere
[modifica | modifica wikitesto]Pubblicazioni
[modifica | modifica wikitesto]- Strategija, 1925.
- Osnovi strategije, 1928.
- Ko sam i šta sam bio, 2012.
Note
[modifica | modifica wikitesto]Annotazioni
[modifica | modifica wikitesto]- ^ La coppia ebbe altri due figli, un maschio Rastomir, e una femmina Zorka.
Fonti
[modifica | modifica wikitesto]Bibliografia
[modifica | modifica wikitesto]- Margaret MacMillan, 1914. Come la luce si spense sul mondo di ieri, Milano, BUR Rizzoli, 2020.
Collegamenti esterni
[modifica | modifica wikitesto]- (SR) Марић М. Љубомир, su prvisvetskirat, https://prvisvetskirat.rs. URL consultato il 28 agosto 2020 (archiviato dall'url originale il 10 aprile 2021).
- (SR) Љубомир Марић, su Srpskaenciklopedija, http://srpskaenciklopedija.org. URL consultato il 28 agosto 2020.
Controllo di autorità | VIAF (EN) 6714786 · ISNI (EN) 0000 0000 4791 0977 · GND (DE) 1032929057 |
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