Laio | |
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Tragedia perduta | |
La morte di Laio in un dipinto di Joseph Blanc (1867) | |
Autore | Eschilo |
Lingua originale | |
Genere | Tragedia |
Ambientazione | Tebe? |
Prima assoluta | 467 a.C. Teatro di Dioniso, Atene |
Premi | Vittoria alle Grandi Dionisie del 467 a.C. |
Personaggi | |
Laio Giocasta? Coro | |
Laio è una tragedia, oggi perduta, composta da Eschilo nel V secolo a.C. Essa era la prima parte di una trilogia di opere, cui seguivano l'Edipo e i Sette contro Tebe (unica opera che ci è rimasta).
Trama
[modifica | modifica wikitesto]L'opera era incentrata sulla figura di Laio, sposo di Giocasta e padre di Edipo.
Della tragedia, comunque, è rimasto un solo frammento, in cui viene descritto l'assassinio di Laio da parte di uno sconosciuto (che in seguito si scoprirà essere il figlio Edipo)[1]. Probabilmente, secondo la concezione eschilea della trilogia, nel Laio il sovrano era punito per una sua hybris, forse l'essersi unito a Giocasta nonostante l'oracolo di Apollo gli avesse predetto che il figlio che sarebbe nato lo avrebbe ucciso: in questo modo, si avviava la catena della maledizione dei Labdacidi che terminava nei Sette contro Tebe.
A giudicare dalle informazioni su Edipo contenute in quest'ultima tragedia, si potrebbe pensare che Laio, morendo, lanciasse una maledizione proprio sul suo assassino, ossia suo figlio, così come Edipo maledice i propri figli[2].
Note
[modifica | modifica wikitesto]- ^ I. Ramelli, Eschilo. Tutti i frammenti, Milano 2009, pp. 275-277.
- ^ Aeschylus Greek dramatist, in Encyclopedia Britannica. URL consultato il 1º febbraio 2015.
Bibliografia
[modifica | modifica wikitesto]- Ilaria Ramelli (a cura di), Eschilo - Tutti i frammenti con la prima traduzione degli scolii antichi, Milano, Bompiani, 2009, ISBN 978-88-452-6289-0.
Voci correlate
[modifica | modifica wikitesto]Controllo di autorità | VIAF (EN) 184047627 · LCCN (EN) n2007043519 |
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