Istituto archeologico germanico | |
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Deutsches Archäologisches Institut | |
Abbreviazione | DAI |
Tipo | centro tedesco ricerca scientifica tedesco |
Fondazione | 21 aprile 1829 |
Scopo | Ricerca archeologia |
Sede centrale | Berlino |
Area di azione | Archeologia |
Presidente | Friederike Fless |
Sito web | |
L'Istituto archeologico germanico (in tedesco Deutsches Archäologisches Institut, abbreviato in DAI) è un istituto di ricerca archeologica della Germania situato a Roma, gestito dal Ministero degli affari esteri tedesco.
Storia
[modifica | modifica wikitesto]Venne fondato il 21 aprile[2] del 1829 a Roma come "Istituto di corrispondenza archeologica" da Otto Magnus von Stackelberg, Theodor Panofka e August Kestner, con il patrocinio dell'allora principe ereditario di Prussia, poi re Federico Guglielmo IV.
Sin dal 1832 la sede centrale si spostò a Berlino e dal 1859 l'Istituto fu finanziato dallo stato prussiano.
La sede romana fu posta inizialmente, nel 1823, al sommo del Campidoglio, a Villa Caffarelli, dove si era sistemata (non senza mormorii degli intellettuali e archeologi italiani dell'epoca) l'ambasciata di Prussia[3].
A partire dal 1874 vennero fondate le sezioni distaccate (Abteilungen) in altre capitali straniere, con lo scopo di facilitare le ricerche degli archeologi tedeschi e di condurre campagne di scavo. La prima sezione dopo quella di Roma fu fondata ad Atene, seguita quindi dal Cairo (1907), da Istanbul (1929), da Madrid (1943), da Baghdad (1955) e da Teheran (1961), alle quali si aggiunsero in seguito, negli anni ottanta sedi anche Damasco e Sanaa. Altre sedi distaccate dell'Istituto sono inoltre presenti a Lisbona, ad Ankara e a Ingolstadt.
L'Istituto comprende inoltre delle "commissioni" (Kommissionen):
- dal 1902 una "Commissione romano-germanica" (in tedesco Römisch-Germanische Kommission), con sede a Francoforte sul Meno, con la maggiore biblioteca mondiale sull'archeologia preistorica;
- dal 1967 una "Commissione per la storia antica e l'epigrafia" (in tedesco Kommission für Alte Geschichte und Epigraphik), con sede a Monaco di Baviera;
- dal 1979 una "Commissione per l'archeologia delle culture non europee" (in tedesco Kommission für Archäologie Außereuropäischer Kulturen, abbreviata in KAAK, inizialmente come Kommission für Allgemeine und Vergleichende Archäologie), con sede a Bonn.
Nel 1995 fu fondata la "Sezione eurasiatica" (in tedesco Eurasien-Abteilung), nella quale confluì la sezione di Teheran. Nel 1996 la sezione di Bagdad e le sedi distaccate di Damasco e di Sanaa vennero riunite nella "Sezione orientale" (in tedesco Orient-Abteilung).
Presidenti
[modifica | modifica wikitesto]- Gerhart Rodenwaldt (1926–1932)
- Theodor Wiegand (1932–1936)
- Martin Schede (1938–1945)
- Carl Weickert (1947–1954)
- Erich Boehringer (1954–1960)
- Kurt Bittel (1960–1972)
- Werner Krämer (1972–1980)
- Edmund Buchner (1980–1988)
- Helmut Kyrieleis (1988–2003)
- Hermann Parzinger (2003–2008)
- Hans-Joachim Gehrke (2008–2011)
- Friederike Fless (dal 2011)
Membri
[modifica | modifica wikitesto]Scavi e ricerche
[modifica | modifica wikitesto]Nel corso della sua storia l'Istituto ha seguito numerosi lavori di ricerca e progetti di scavo. Tra questi i più noti e storicamente importanti sono stati gli scavi nei siti di Olimpia, di Ḫattuša e di Pergamo.
Riviste archeologiche pubblicate
[modifica | modifica wikitesto]- Riviste generali dell'istituto
- Jahrbuch des Deutschen Archäologischen Instituts (JdI)
- Archäologischer Anzeiger (AA)
- Archäologische Bibliographie
- Riviste delle sezioni distaccate
- Mitteilungen des Deutschen Archäologischen Instituts. Abteilung Rom, ovvero Römische Mitteilungen (RM)
- Mitteilungen des Deutschen Archäologischen Instituts. Abteilung Athen, ovvero Athener Mitteilungen (AM)
- Mitteilungen des Deutschen Archäologischen Instituts. Abteilung Istanbul, ovvero Istanbuler Mitteilungen (IstMitt)
- Mitteilungen des Deutschen Archäologischen Instituts. Abteilung Madrid, ovvero Madrider Mitteilungen (MM)
- Mitteilungen des Deutschen Archäologischen Instituts. Abteilung Kairo (MDAIK)
- Archäologische Mitteilungen aus Iran und Turan (AMIT)
- Baghdader Mitteilungen (BaM)
- Damaszener Mitteilungen (DaM)
- Riviste delle commissioni
- Beiträge zur Allgemeinen und Vergleichenden Archäologie (BAVA)
- Bericht der Römisch-Germanischen Kommission (BerRGK)
- Germania (sottotitolo Anzeiger der Römisch-Germanischen Kommission des Deutschen Archäologischen Instituts) (Germania)
- Chiron (sottotitolo Mitteilungen der Kommission für Alte Geschichte und Epigraphik des Deutschen Archäologischen Instituts (Chiron)
- Altre riviste
- Spuren der Jahrtausende
- Eurasia Antiqua (sottotitolo Zeitschrift für Archäologie Eurasiens (EurAnt)
Onorificenze
[modifica | modifica wikitesto]Note
[modifica | modifica wikitesto]- ^ http://www.adnkronos.com/r/Pub/AdnKronos/Assets/PDF/Openday_germania.pdf
- ^ La data del 21 aprile venne scelta in quanto corrisponde al natale di Roma, la data tradizionale della fondazione di Roma.
- ^
In effetti in cinquant'anni i tedeschi occuparono tutta la sommità del Campidoglio verso il Tevere: sistemata l'ambasciata prussiana a palazzo Caffarelli, pochi anni dopo, nel 1835, costruirono un ospedale germanico sulla rupe Tarpea, e poco più in là la Casa Tarpea, voluta da Bunsen, nella sua qualità di potente ambasciatore prussiano presso la Santa Sede, come sede della biblioteca di quello che era ancora "Istituto di corrispondenza archeologica". L'ultima operazione fu la trasformazione del cosiddetto "Granarone" (l'edificio ancor oggi visibile su via del Teatro di Marcello), nel 1873, in sede nuova e più ampia dell'Istituto.
L'immobile e gli annessi che i prussiani avevano costruito furono recuperati dal Comune di Roma soltanto nel 1918, alla fine dell'impero prussiano. Sulla biblioteca si aprì in quell'occasione un contenzioso che fu poi risolto amichevolmente nel 1920.
Per la vicenda dell'alienazione ai prussiani del palazzo Caffarelli al Campidoglio si veda Roberto Vergara Caffarelli, Il duca Baldassarre Caffarelli e il suo Palazzo al Campidoglio Archiviato il 23 febbraio 2015 in Internet Archive..
Per il recupero da parte dello Stato italiano si veda L'Istituto archeologico germanico a Palazzo Caffarelli Archiviato il 3 dicembre 2013 in Internet Archive., in Prassi italiana di diritto internazionale 1615/3.
Per la questione del "riscatto" del Campidoglio si veda in Domenico Palombi, Rodolfo Lanciani: l'archeologia a Roma tra Ottocento e Novecento, Roma, L'Erma di Bretschneider, 2006, pag 200 e sgg..
Bibliografia
[modifica | modifica wikitesto]- Adolf Theodor Friedrich Michaelis, Storia dell'Instituto archeologico germanico, 1829-1879, Roma 1879.
- Amedeo Benedetti, Le grandi biblioteche tedesche in Italia, "Bollettino AIB", vol. 49, n. 4, dicembre 2009, pp. 545–562.
Voci correlate
[modifica | modifica wikitesto]Altri progetti
[modifica | modifica wikitesto]- Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su Istituto archeologico germanico
Collegamenti esterni
[modifica | modifica wikitesto]- (DE) Sito ufficiale, su dainst.org.
- Deutsches Archäologisches Institut (canale), su YouTube.
- Opere di Istituto archeologico germanico, su MLOL, Horizons Unlimited.
Controllo di autorità | VIAF (EN) 142498749 · ISNI (EN) 0000 0001 2172 716X · LCCN (EN) n81056605 · GND (DE) 18740-9 · BNE (ES) XX253939 (data) · BNF (FR) cb11866310h (data) · J9U (EN, HE) 987007260490105171 |
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