Irina Aleksandrovna Antonova (in russo Ирина Александровна Антонова?; Mosca, 20 marzo 1922 – Mosca, 30 novembre 2020) è stata una museologa e storica dell'arte russa che è stata direttrice del Museo Puškin di Mosca per 52 anni,[1] dal 1961 al 2013, rendendola la più anziana e il direttore più longevo di un importante museo d'arte del mondo. Tra i suoi numerosi premi e decorazioni ci sono il Premio di Stato della Federazione Russa e l'Ordre des Arts et des Lettres.
Biografia
[modifica | modifica wikitesto]Irina Antonova nacque a Mosca da Aleksandr Aleksandrovič Antonov, elettricista navale e poi direttore dell'Istituto di vetro sperimentale, e da Ida Michailovna Heifitz (che morì a 100 anni e 5 mesi).[2]
Dal 1929 al 1933 visse con i suoi genitori in Germania. Dal 1940 fu studentessa presso il dipartimento di storia dell'arte dell'Istituto di filosofia, letteratura e storia. Nel 1941, dopo che l'IFLI fu fusa con l'Università Statale di Mosca, divenne una studentessa della Facoltà di Filologia dell'Università Statale Lomonosov di Mosca.[3]
Studiò con Boris Vipper all'Università di Mosca, laureandosi in storia dell'arte nel 1945.[4] Nello stesso anno entrò a far parte dello staff del Museo Puškin. Nel febbraio 1961 Nikita Chruščëv la mise a capo del museo.[5] Ricoprì questo ruolo per 52 anni. In questa veste, Irina Antonova avviò e organizzò importanti mostre internazionali, tra cui Mosca-Parigi, Mosca-Berlino, Russia-Italia, Modigliani, Turner, Picasso.[6][7] Fu autrice di oltre 100 pubblicazioni (cataloghi, articoli, album, trasmissioni televisive, sceneggiature di film di divulgazione scientifica), dedicando il suo interesse in particolare alla pittura italiana e a quella francese. Per diversi anni insegnò al Dipartimento di Storia dell'Arte dell'Università Statale di Mosca, all'Istituto di Cinematografia, all'Auditorium GMII e all'Istituto di Lingue Orientali di Parigi.[8]
Supervisionò le collezioni d'arte prese dopo la seconda guerra mondiale dall'Unione Sovietica dalla Germania. In primo luogo negò l'esistenza di tali raccolte e, quando fu evidente che esistevano, dichiarò pubblicamente che le raccolte erano state portate legalmente in Unione Sovietica e dovevano essere esentate dalla restituzione.[9] Fu testimone dell'arrivo al museo dalla Germania dell'intera collezione della Galleria di Dresda nel 1945 e della sua rimozione dieci anni dopo. Si oppose alla restituzione della collezione alla Germania, sostenendo che si trattava di un giusto risarcimento per i danni inflitti al patrimonio culturale russo dagli invasori tedeschi. Il museo custodisce ancora il Tesoro di Priamo, preso come trofeo dall'Armata Rossa dopo la Battaglia di Berlino.[10]
Gli interessi di Irina Antonova ruotarono attorno all'arte impressionista e moderna. Nel 1948, il Museo Puškin acquisì considerevoli partecipazioni di queste opere dalle collezioni nazionalizzate di Sergej Ščukin e Ivan Morozov.[11] Antonova sostenne a lungo la ricostruzione del Museo Statale della Nuova Arte Occidentale, un museo creato dalle collezioni di Shchukin e Morozov, soppresso da Stalin nel 1948.[12] Le collezioni del museo furono smistate tra il Puškin e l'Ermitage, quest'ultimo riluttante a lasciare la collezione, e tra la Antonova e il direttore dell'Ermitage, Michail Piotrovskij, il disaccordo venne reso pubblico.[12]
Fu determinante nella creazione di Dekabr'skich večerov di Svjatoslav Richter, un festival musicale internazionale che si tiene nel museo dal 1981.[13][14]
Il governo russo propose un "museo virtuale" online, che lei rifiutò.[12] Un portavoce del presidente russo Vladimir Putin affermò: "le possibilità di creare un simile museo diminuiscono notevolmente" dopo la disapprovazione di Piotrovsky. Irina Antonova in seguito disse che le persone contrarie alla rifondazione del museo stavano "aderendo a un decreto di Stalin".[12] Poco dopo la polemica, il 10 luglio 2013, venne licenziata e sostituita da Marina Lošak.[15] La Antonova spiegò di aver scelto lei stessa un successore proponendo i nomi di scienziati culturali ma tutte le sue candidature erano state respinte dal ministro.[16] Dei candidati proposti dal Ministero, la Lošak le sembrava comunque la più accettabile.[17]
Irina Antonova è morta a 98 anni il 30 novembre 2020, per complicazioni da COVID-19 che avevano aggravato i suoi preesistenti problemi cardiaci.[3][18][19][20]
Vita privata
[modifica | modifica wikitesto]Fu sposata con lo storico dell'arte russo Evsej Rotenberg, che la lasciò vedova nel 2011.[21] La coppia ebbe un figlio, Boris Rotenberg (nato nel 1954).[22]
Parlava correntemente tedesco, francese e italiano.[23]
Premi e riconoscimenti
[modifica | modifica wikitesto]- Ordine al merito per la Patria:[24][25][26][27]
- 1ª classe (6 dicembre 2007), per l'eccezionale contributo allo sviluppo dei musei, alla conservazione e alla promozione del patrimonio nazionale e mondiale
- 2ª classe (20 marzo 2002), per l'eccezionale contributo allo sviluppo della cultura nazionale
- 3ª classe (17 marzo 1997), per i servizi allo Stato e il grande contributo personale alla conservazione del patrimonio culturale nazionale della Russia
- 4ª classe (28 febbraio 2012)
- Ordine della Rivoluzione d'Ottobre[28]
- Ordine della Bandiera Rossa del Lavoro[28]
- Artista onorato della Federazione Russa[28]
- Premio di Stato della Federazione Russa (1995)
- Legione d'Onore (Francia)[28]
- Commendatore dell'Ordine al Merito della Repubblica Italiana (7 dicembre 2000)[28]
- Premio del pubblico "Tesoro della patria""[29]
Note
[modifica | modifica wikitesto]- ^ (EN) Irina Antonova, Head of Pushkin Museum for 52 Years, Dead at age 98, in The Moscow Times, 1º dicembre 2020. URL consultato il 1° dicembre 2020.
- ^ (RU) Ирина Антонова: Сегодня моя семья – сын, su sobesednik.ru. URL consultato il 1° dicembre 2020 (archiviato dall'url originale il 2 dicembre 2020).
- ^ a b (RU) Причиной смерти Ирины Антоновой стал коронавирус, in Kommersant, 1º dicembre 2020. URL consultato il 1° dicembre 2020.
- ^ (RU) Irina Antonova, Head of the Pushkin Fine Arts Museum, Turns 90, su russkiymir.ru. URL consultato il 1° dicembre 2020.
- ^ (EN) Miriam Elder, Doyenne of Russia's art world ousted from Pushkin Museum at 91, in The Guardian, 1º luglio 2013. URL consultato il 1° dicembre 2020.
- ^ (EN) Exhibitions, in Pushkin Museum. URL consultato il 1º dicembre 2020.
- ^ (RU) От Джоконды до Пикассо: 5 знаменитых выставок Ирины Антоновой, in РИА Новости, 20 marzo 2012. URL consultato il 1° dicembre 2020.
- ^ (RU) Умерла президент Пушкинского музея Ирина Антонова, in РБК. URL consultato il 1º dicembre 2020.
- ^ (RU) Директор ГМИИ им. Пушкина Ирина Антонова: "Реституция невозможна, и я объясню вам почему", in news.ru, 15 novembre 2005. URL consultato il 19 marzo 2016.
- ^ (EN) Irina Antonova: Looted art is 'the price paid for remembering', in Deutsche Welle, 8 marzo 2016. URL consultato il 1° dicembre 2020.
- ^ (RU) Эрмитаж и ГМИИ им. Пушкина обменяются выставками, su smotrim.ru. URL consultato il 1° dicembre 2020.
- ^ a b c d (EN) Miriam Elder, Doyenne of Russia's art world ousted from Pushkin Museum at 91, in The Guardian, Londra, 2 luglio 2013.
- ^ (RU) ГМИИ им. Пушкина представил программу "Декабрьских вечеров Святослава Рихтера", su smotrim.ru. URL consultato il 1° dicembre 2020.
- ^ (EN) December Nights of Sviatoslav Richter. Images and Reflections, in Pushkin Museum. URL consultato il 1º dicembre 2020.
- ^ (EN) Miriam Elder, Doyenne of Russia's art world ousted from Pushkin Museum at 91, in The Guardian, 1º luglio 2013. URL consultato il 9 luglio 2013.
- ^ (RU) Кандидатуру преемницы Ирина Антонова выбирала лично, su vesti.ru. URL consultato il 1° dicembre 2020.
- ^ (RU) Ярослав Тимофеев, Ирина Антонова: "Я мечтала выбрать в преемники кого-то из ученых", su Известия, 5 luglio 2013. URL consultato il 1° dicembre 2020.
- ^ (RU) Умерла президент Пушкинского музея Ирина Антонова, in Kommersant, 1º dicembre 2020. URL consultato il 1° dicembre 2020.
- ^ È morta Irina Antonova, la dama di ferro dell'arte russa, in la Repubblica, 1º dicembre 2020.
- ^ (RU) Умерла бывший директор Пушкинского музея Ирина Антонова, in BBC, 1º dicembre 2020.
- ^ (RU) Прекрасный директор: Ирина Антонова о жизни в искусстве, su VOGUE Россия. URL consultato il 1° dicembre 2020.
- ^ (RU) Ирина Антонова: Зависть - очень мощная антисила, но любовь сильней, su Российская газета. URL consultato il 1° dicembre 2020.
- ^ (RU) Ушла из жизни легендарный директор Пушкинского музея Ирина Антонова. Новости. Первый канал, su 1tv.ru. URL consultato il 1° dicembre 2020.
- ^ (RU) УКАЗ Президента РФ от 06.12.2007 N 1639 "О НАГРАЖДЕНИИ ОРДЕНОМ "ЗА ЗАСЛУГИ ПЕРЕД ОТЕЧЕСТВОМ" I СТЕПЕНИ АНТОНОВОЙ И.А.", su web.archive.org, 3 aprile 2015. URL consultato il 1° dicembre 2020 (archiviato dall'url originale il 3 aprile 2015).
- ^ (EN) УКАЗ Президента РФ от 20.03.2002 N 292 "О НАГРАЖДЕНИИ ОРДЕНОМ "ЗА ЗАСЛУГИ ПЕРЕД ОТЕЧЕСТВОМ" II СТЕПЕНИ АНТОНОВОЙ И.А.", su web.archive.org, 3 aprile 2015. URL consultato il 1° dicembre 2020 (archiviato dall'url originale il 3 aprile 2015).
- ^ (RU) УКАЗ Президента РФ от 17.03.1997 N 245 "О НАГРАЖДЕНИИ ГОСУДАРСТВЕННЫМИ НАГРАДАМИ РОССИЙСКОЙ ФЕДЕРАЦИИ", su web.archive.org, 3 aprile 2015. URL consultato il 1° dicembre 2020 (archiviato dall'url originale il 3 aprile 2015).
- ^ (RU) Официальное опубликование правовых актов в электронном виде, su web.archive.org, 2 aprile 2015. URL consultato il 1° dicembre 2020 (archiviato dall'url originale il 2 aprile 2015).
- ^ a b c d e (RU) Умерла легенда Пушкинского музея Ирина Антонова, su РИА Новости, 1º dicembre 2020. URL consultato il 1° dicembre 2020.
- ^ (RU) Премия «Сокровищница Родины» — вручена | Тургеневское лето, su turgenevskoe-leto.ru. URL consultato il 1° dicembre 2020.
Altri progetti
[modifica | modifica wikitesto]- Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su Irina Antonova
Collegamenti esterni
[modifica | modifica wikitesto]Controllo di autorità | VIAF (EN) 33187365 · ISNI (EN) 0000 0001 1757 1975 · SBN BVEV011258 · BAV 495/283017 · Europeana agent/base/12154 · LCCN (EN) n82117520 · GND (DE) 133416992 · BNE (ES) XX1162597 (data) · BNF (FR) cb12217078m (data) · J9U (EN, HE) 987007271826505171 |
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