I basilischi | |
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Lina Wertmüller durante le riprese | |
Lingua originale | italiano |
Paese di produzione | Italia |
Anno | 1963 |
Durata | 84 min |
Dati tecnici | B/N |
Genere | drammatico |
Regia | Lina Wertmüller |
Soggetto | Lina Wertmüller |
Sceneggiatura | Lina Wertmüller |
Produttore | Lionello Santi |
Casa di produzione | Galatea Film, Società Editoriale Cinematografica Italiana 22 Dicembre |
Distribuzione in italiano | Cineriz |
Fotografia | Gianni Di Venanzo |
Montaggio | Ruggero Mastroianni |
Musiche | Ennio Morricone |
Scenografia | Antonio Visone |
Interpreti e personaggi | |
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I basilischi è un film del 1963 diretto da Lina Wertmüller.
Trama
[modifica | modifica wikitesto]Francesco, Sergio e Antonio sono tre giovani privilegiati che vivono in un tipico paesino di provincia, Minervino Murge (allora BA, oggi BT), situato tra la Puglia e la Basilicata: il film è il ritratto della loro vita, ormai troppo intrisa di apatia e provincialismo[1] per poter far loro desiderare davvero di spiccare il volo verso mete più stimolanti.
Infatti, quando un giorno la zia di Antonio, svogliato studente universitario, gli offrirà di andare ad abitare da lei a Roma, trasferendo l'iscrizione dall'Università di Bari a quella della capitale, dopo poco tempo egli rinuncerà e farà ritorno al paese, incapace di abbandonare pregiudizi, luoghi comuni e rituali della provincia natia, ormai irreversibilmente radicati nel suo essere.
Il finale include una citazione del meridionalista Giustino Fortunato: «Siamo quelli che la razza, il clima, il luogo, la storia, hanno voluto che fossimo».[2]
Produzione
[modifica | modifica wikitesto]Cast
[modifica | modifica wikitesto]Del cast fa parte un giovane e allora sconosciuto Stefano Satta Flores, qua in una delle sue primissime prove cinematografiche, nel ruolo di Francesco. Inoltre Lina Wertmüller presta la voce a numerosi personaggi di contorno.
Debutto come regista
[modifica | modifica wikitesto]Lina Wertmüller, dopo l'esperienza come aiuto regista di Federico Fellini per il film 8½, debutta come regista con il film I basilischi, di cui cura anche il soggetto e la sceneggiatura, e gira il film in un paese situato sulla Murgia Pugliese, al confine con la Basilicata, Minervino Murge.
La Wertmüller ebbe l'ispirazione di girare il film dopo aver visitato il paese d'origine del padre, Palazzo San Gervasio, che descrisse come «la scoperta di un mondo, di quella parte d’Italia tagliata fuori dalle rotte delle tante guerre e dalla Storia».[3]
Produzione
[modifica | modifica wikitesto]Le scene del film sono state girate quasi interamente nei comuni pugliesi di Minervino Murge e Spinazzola e in Basilicata nel comune di Palazzo San Gervasio.
Premi e riconoscimenti
[modifica | modifica wikitesto]La regista per questo film si aggiudica la "Vela d'argento" al Festival di Locarno del 1963 e ottiene premi - in seguito - anche a Londra e a Taormina.
Note
[modifica | modifica wikitesto]- ^ La parola "basilisco", che deriva dal greco, significa reuccio, ma sta a designare anche un genere di rettili dell’America tropicale. Nel Medioevo si dava il nome basilisco ad un immaginario animale, dal corpo di serpente con la testa ornata di tre piccole sporgenze acuminate. Secondo la credenza dell’epoca, il basilisco dava la morte con lo sguardo e moriva al solo vedersi in uno specchio: sembra sia questa la versione zoologica della vicenda mitologica di Narciso. Credo che nel titolo del film permanga una certa ambiguità o, se si preferisce, ambivalenza e tuttavia, essendosi la regista ispirata a I vitelloni di Federico Fellini, film del 1953, si potrebbe dedurre che I basilischi, piuttosto che evocare realtà e regalità bizantine, proprio come il capolavoro felliniano, facciano allusione e riferimento ad una sorta di idealtypus – absit iniuria verbis – zoo-antropologico, che Fellini prima e Wertmüller poi si divertono a mettere alla berlina. I contesti geografici, economici e sociali sono diversi, ma i protagonisti, mutatis mutandis, sembrano proprio gli stessi: i basilischi sono, infatti, i vitelloni nostrani, della Basilicata": Viscardi Giuseppe Maria, La Basilicata tra il Cristo di Levi e il familismo amorale di Banfield, Ricerche di storia sociale e religiosa: 80, 2, 2011, p. 300 (Roma: Storia e letteratura, 2011).
- ^ Pietro Borraro, La questione meridionale da Giustino Fortunato ad oggi, Congedo, 1977, p. 139
- ^ I basilischi, quel film nato da una visita casuale alla terra di suo padre, su storieoggi.it, 27 novembre 2019. URL consultato il 9 dicembre 2021.
Bibliografia
[modifica | modifica wikitesto]- Fernaldo Di Giammatteo, Dizionario del cinema italiano. Dall'inizio del secolo a oggi i film che hanno segnato la storia del nostro cinema, Roma, Editori Riuniti, 1995, ISBN 88-359-4008-7.
Collegamenti esterni
[modifica | modifica wikitesto]- I basilischi, su MYmovies.it, Mo-Net Srl.
- (EN) I basilischi, su IMDb, IMDb.com.
- (EN) I basilischi, su AllMovie, All Media Network.
- (EN) I basilischi, su Rotten Tomatoes, Fandango Media, LLC.
- (EN, ES) I basilischi, su FilmAffinity.
- (EN) I basilischi, su Box Office Mojo, IMDb.com.