Hemeroplanes diffusa Rothschild & Jordan, 1903[1] è un lepidottero appartenente alla famiglia Sphingidae, diffuso in America Meridionale.
Descrizione
[modifica | modifica wikitesto]Adulto
[modifica | modifica wikitesto]La colorazione di fondo della pagina superiore delle ali, sia anteriori sia posteriori, varia dal rosso-brunastro al grigio scuro, con iridescenze tra il bluastro ed il violetto nelle aree basale e postmediale dell'ala anteriore, e nelle aree basale e terminale di quella posteriore; tale ombreggiatura è peculiare della specie, non essendo riscontrabile nelle altre Hemeroplanes.[2][3]
Nell'ala anteriore è ben visibile la macchia bianco-argentata a forma di "L", lunga 3 mm e non biforcata, in quanto il ramo posteriore è vestigiale; essa è posta in corrispondenza della parte anteriore della cellula discale. Si nota inoltre una fascia scura diagonale che corre dall'apice fino al terzo prossimale del margine posteriore. Il termen è dentellato, più chiaro nella metà anteriore. La pagina inferiore è quasi completamente campita di un color nocciola pallido, che si stempera nel rosso a livello postmarginale.[1][2][3]
La pagina superiore dell'ala posteriore, più arrotondata, è biancastra basalmente, marrone molto scuro nella fascia submarginale e postdiscoidale, mentre tende al bluastro lungo il termen, che è pure dentellato e con angolo anale ben definito. Ventralmente assume colorazioni affini all'ala anteriore.[1][2][3]
Il capo è provvisto di cresta mediana ed occhi sviluppati e seminascosti.[2]
Le antenne sono lunghe, sottili, non clavate e leggermente uncinate alle estremità, con una lunghezza pari a circa la metà della costa.[2]
Il torace è marrone, più scuro sui fianchi, ma più pallido ventralmente.[2][3]
L'addome è brunastro, ma i segmenti mostrano dorsalmente anelli gialli, che però non arrivano fino alla superficie ventrale, tanto che quest'ultima risulta omogeneamente marroncina.[2][3]
Nel genitale maschile, l'arpa si mostra ricurva all'apice, con entrambi i lobi ottusi, il superiore dei quali è più sviluppato.[1][3]
L'apertura alare è di circa 92 mm nei maschi e circa 95 mm nelle femmine.[1][2][4][5]
Larva
[modifica | modifica wikitesto]Il bruco è verdastro, con il capo piccolo e schiacciato, ed i segmenti toracici allargati; l'addome appare invece più stretto e dorsalmente piatto; non è presente il cornetto caudale sull'ottavo urotergite. La forma della larva, unitamente alla colorazione aposematica, ricorda molto quella di alcuni ofidi viperidi appartenenti al genere Bothrops Wagler, 1824, presenti su areali sovrapponibili con quello di questo taxon; infatti se il bruco viene disturbato, incassa il capo nei primi segmenti toracici, che si rigonfiano, e si solleva sulle ultime pseudozampe, così da sembrare una vipera in procinto di attaccare; in tal modo riesce spesso ad allontanare l'eventuale aggressore.[2][6]
Pupa
[modifica | modifica wikitesto]Le crisalidi appaiono nerastre, lucide e con un cremaster poco sviluppato; si rinvengono entro bozzoli sericei posti negli strati superficiali della lettiera del sottobosco. La fase pupale dura circa tre settimane.[4]
Distribuzione e habitat
[modifica | modifica wikitesto]L'areale di questa specie è esclusivamente neotropicale, comprendendo la Colombia (locus typicus: Rio Dagua), l'Ecuador, il Perù e la Bolivia.[1][2][3][4][7]
L'habitat è rappresentato da foreste tropicali e sub-tropicali, dal livello del mare fino a modeste altitudini.[4]
Biologia
[modifica | modifica wikitesto]Questo lepidottero mostra abitudini principalmente notturne. Durante l'accoppiamento, le femmine richiamano i maschi grazie ad un feromone rilasciato da una ghiandola, posta all'estremità addominale.[4]
Periodo di volo
[modifica | modifica wikitesto]La specie è bivoltina, con una generazione tra gennaio e febbraio, ed un'altra tra giugno e luglio.[4]
Alimentazione
[modifica | modifica wikitesto]I bruchi si accrescono sulle foglie di membri delle Apocynaceae Juss., tra cui Zschokkea aculeata Ducke.[2]
Tassonomia
[modifica | modifica wikitesto]Sottospecie
[modifica | modifica wikitesto]Non sono state descritte sottospecie.[2][3][4][7]
Sinonimi
[modifica | modifica wikitesto]È stato riportato un solo sinonimo:[2][3][4][7]
- Leucorhampha diffusa Rothschild & Jordan, 1903 - Novit. zool. 9 (suppl.): 381 - locus typicus: Colombia, Rio Dagua (sinonimo omotipico, basionimo)[1]
Note
[modifica | modifica wikitesto]- ^ a b c d e f g h Rothschild & Jordan, A revision of the Lepidopterous family Sphingidae. Novitates Zoologicae 9 (Suppl.): 381, Pl. VI f. 10, 1903.
- ^ a b c d e f g h i j k l m Bernard D'Abrera, Sphingidae Mundi. Hawk Moths of the World. Based on a Checklist by Alan Hayes and the collection he curated in the British Museum (Natural History), 1ª ed., Faringdon, Oxon., SN7 7DR United Kingdom, E.W. Classey Ltd., 1986, pp. 100-101, ISBN 0860960226.
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- ^ a b c d e f g h Silkmoths, su silkmoths.bizland.com. URL consultato il 20 gennaio 2012.
- ^ Lepidoptera Barcode of Life, su lepbarcoding.org. URL consultato il 20 gennaio 2012 (archiviato dall'url originale il 4 marzo 2016).
- ^ (EN) Scoble, M. J., The Lepidoptera: Form, Function and Diversity, seconda edizione, London, Oxford University Press & Natural History Museum, 2011 [1992], pp. tav. 2, fig. 9, ISBN 978-0-19-854952-9, LCCN 92004297, OCLC 25282932.
- ^ a b c Funet, su ftp.funet.fi. URL consultato il 20 gennaio 2012.
Bibliografia
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Voci correlate
[modifica | modifica wikitesto]Altri progetti
[modifica | modifica wikitesto]- Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su Hemeroplanes diffusa
- Wikispecies contiene informazioni su Hemeroplanes diffusa
Collegamenti esterni
[modifica | modifica wikitesto]- (EN) CATE Creating a Taxonomic eScience, su cate-sphingidae.org. URL consultato il 20 gennaio 2012 (archiviato dall'url originale il 10 novembre 2012).
- (EN) Funet.fi, su ftp.funet.fi. URL consultato il 20 gennaio 2012.
- (EN) ITIS Catalogue of Life 2012 [collegamento interrotto], su catalogueoflife.org. URL consultato il 20 gennaio 2012.
- (EN) Lepidoptera Barcode of Life, su lepbarcoding.org. URL consultato il 20 gennaio 2012 (archiviato dall'url originale il 4 marzo 2016).
- (EN) NCBI, su ncbi.nlm.nih.gov. URL consultato il 20 gennaio 2012.
- (EN) NHM Natural History Museum [collegamento interrotto], su nhm.ac.uk. URL consultato il 20 gennaio 2012.
- (EN) Silkmoths, su silkmoths.bizland.com. URL consultato il 20 gennaio 2012.
- (EN) Tree of Life Web Project, su tolweb.org. URL consultato il 20 gennaio 2012.