Omicidio di Giulio Regeni omicidio | |
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Giulio Regeni | |
Tipo | tortura e omicidio |
Data | tra il 25 gennaio e il 3 febbraio 2016 |
Luogo | Il Cairo |
Stato | Egitto |
Coordinate | 30°02′39.84″N 31°14′08.88″E |
Obiettivo | Giulio Regeni |
Responsabili | agenti del servizio segreto interno egiziano |
Motivazione | repressione da parte del regime[1][2] |
Conseguenze | |
Morti | 1 |
Feriti | 0 |
L'omicidio di Giulio Regeni venne commesso in Egitto tra gennaio e febbraio 2016.[3]
Giulio Regeni era un dottorando italiano dell'Università di Cambridge rapito a Il Cairo il 25 gennaio 2016, giorno del quinto anniversario delle proteste di piazza Tahrir, e ritrovato senza vita il 3 febbraio successivo nelle vicinanze di una prigione dei servizi segreti egiziani[4]. Il corpo presentava evidenti segni di tortura, al punto che la madre lo riconobbe «dalla punta del naso»[5] e disse di aver visto nel volto martoriato del figlio «tutto il male del mondo».[6] In particolare, sulla pelle erano state incise, con oggetti affilati, alcune lettere dell'alfabeto, e tale pratica di tortura era stata ampiamente documentata come tratto distintivo della polizia egiziana[7]; queste evidenze hanno messo subito sotto accusa il regime di al-Sisi.[8][6]
L'uccisione di Giulio Regeni ha dato vita in tutto il mondo, e soprattutto in Italia, a un acceso dibattito politico sul coinvolgimento nella vicenda e nei depistaggi successivi, attraverso uno dei suoi servizi di sicurezza, dello stesso governo egiziano. Tali sospetti hanno costituito motivo di forti tensioni diplomatiche con l'Egitto[9][10]. Secondo il Parlamento europeo, l'omicidio di Giulio Regeni non è un evento isolato, ma si colloca in un contesto di torture, morti in carcere e sparizioni forzate avvenute in tutto l'Egitto negli ultimi anni[11].
Storia
[modifica | modifica wikitesto]Giulio Regeni
[modifica | modifica wikitesto]Nato a Trieste il 15 gennaio 1988, Regeni crebbe a Fiumicello (in provincia di Udine) e, ancora minorenne, si trasferì negli Stati Uniti per studiare allo Armand Hammer United World College of the American West; si spostò poi nel Regno Unito a Leeds e a Cambridge e, infine, a Vienna. Vinse due volte il premio "Europa e giovani" (2012 e 2013), al concorso internazionale organizzato dall'Istituto regionale studi europei, per le sue ricerche e gli approfondimenti sul Medio Oriente.
Dopo aver lavorato a Il Cairo per l'UNIDO e aver svolto per un anno ricerche per conto della società privata di analisi politiche Oxford Analytica[12], stava conseguendo un dottorato di ricerca presso il Girton College dell'Università di Cambridge e si trovava in Egitto per svolgere una ricerca sui sindacati indipendenti egiziani presso l'Università Americana del Cairo. In alcuni articoli, scritti anche con lo pseudonimo di Antonio Drius[13] e pubblicati dall'agenzia di stampa Nena[14][15] e, postumi, da il manifesto[16], ha descritto la difficile situazione sindacale dopo la rivoluzione egiziana del 2011.
L'omicidio
[modifica | modifica wikitesto]Il 25 gennaio 2016, il ricercatore italiano inviò alle 19:41 un SMS alla fidanzata in Ucraina, dicendo che stava uscendo[7][17]. Poco dopo, la studentessa Noura Wahby, amica di Regeni conosciuta nel 2014 a Cambridge, denunciò sul proprio profilo Facebook la scomparsa del ricercatore, il quale, qualche ora prima, doveva incontrare delle persone in piazza Tahrir per festeggiare il compleanno di un amico[18]. Durante i giorni della scomparsa, vennero lanciati su Twitter gli hashtag #whereisgiulio e #جوليو_ـفين (letteralmente: #doveègiulio).
Il corpo nudo e atrocemente ferito di Giulio Regeni fu trovato il 3 febbraio[19] in un fosso lungo la strada del deserto Cairo-Alessandria, alla periferia del Cairo. La ministra dello sviluppo economico Federica Guidi, che in quel momento si trovava in Egitto in missione diplomatica con un gruppo di imprenditori, interruppe immediatamente la visita e rientrò in Italia[20].
Il corpo recuperato mostrava segni evidentissimi di sottoposizione a tortura: contusioni e abrasioni in tutto il corpo, come quelle tipicamente causate da un grave pestaggio, lividi estesi compatibili con lesioni da calci, pugni e aggressione con un bastone. Si contarono più di due dozzine di fratture ossee, tra cui sette costole rotte, tutte le dita di mani e piedi, così come entrambe le gambe, le braccia e scapole, oltre a cinque denti rotti[21]; si riscontrarono coltellate multiple sul corpo, comprese le piante dei piedi, probabilmente inferte con un rompighiaccio o uno strumento simile a un punteruolo. Vi erano inoltre numerosi tagli, su tutto il corpo, causati da uno strumento tagliente simile a un rasoio.
Si sono riscontrate, altresì, estese bruciature di sigarette su tutto il corpo, nonché una bruciatura più grande tra le scapole e incisioni somiglianti a vere e proprie lettere. L'esame autoptico rivelò un'emorragia cerebrale e una vertebra cervicale fratturata a seguito di un violento colpo al collo, verosimile causa della morte[22].
Il funerale del giovane ricercatore italiano si svolse a Fiumicello il 12 febbraio[23].
Indagini
[modifica | modifica wikitesto]Subito dopo il ritrovamento del corpo, il generale Khaled Shalabi (direttore dell'amministrazione generale delle indagini di Giza) dichiarò che Regeni era stato vittima di un semplice incidente stradale[24], smentendo inoltre che vi fossero tracce di proiettili o accoltellamenti[25]. In seguito la polizia egiziana sostenne che l'omicidio poteva essere avvenuto per motivi personali[26] dovuti a una presunta relazione omosessuale (Regeni tuttavia aveva una fidanzata) oppure allo spaccio di stupefacenti (Regeni tuttavia non aveva mai utilizzato alcuna droga, come confermato dall'autopsia), ma non mancarono ipotesi, non suffragate da alcuna prova, secondo cui Regeni sarebbe stato ucciso da appartenenti a qualche baltagiya, assoldati dagli organismi del controspionaggio egiziano.
Le autorità egiziane garantirono inizialmente una "piena collaborazione", ma tale disponibilità fu presto smentita: gli investigatori italiani poterono interrogare pochi testimoni per alcuni minuti, dopo che gli stessi erano già stati interrogati per ore dalla polizia egiziana; le riprese video della stazione della metropolitana dove Regeni era stato visto per l'ultima volta furono cancellate; furono negati i tabulati telefonici del quartiere dove viveva Regeni e della zona in cui fu ritrovato il corpo[7].
Medici egiziani e italiani condussero autopsie separate sul corpo di Giulio Regeni.
La relazione ufficiale forense egiziana del 1º marzo 2016 (dossier di 91 pagine consegnato all'ambasciata italiana al Cairo il 2 marzo) attesta che il ricercatore italiano fu interrogato e torturato per un massimo di sette giorni a intervalli di 10-14 ore prima di essere infine ucciso[27], mentre i risultati dell'autopsia egiziana non sono ancora stati resi pubblici. L'uccisione sarebbe avvenuta circa 10 ore prima del ritrovamento del corpo. Il dossier delle autorità egiziane è stato giudicato carente e incompleto nell'informativa del 5 aprile del ministro degli esteri Paolo Gentiloni resa al Parlamento sul caso di Giulio Regeni, che inoltre accusa l'insufficiente collaborazione delle autorità egiziane[28][29].
Un rapporto di 300 pagine contenente i risultati dell'autopsia italiana è stato consegnato all'ufficio del pubblico ministero presso la Procura della Repubblica di Roma (competente per reati in danno di italiani all'estero) e smentisce precedenti indiscrezioni su segni di scosse elettriche somministrate ai genitali di Regeni[30].
Per favorire le indagini, gli amici e parenti di Giulio Regeni hanno consegnato i propri telefoni cellulari e computer portatili alla polizia italiana, mentre la famiglia Regeni ha consegnato il computer del figlio, ritrovato nell'appartamento del Cairo, da cui è risultato che nei giorni precedenti alla scomparsa era stato molto utilizzato, segno che il ragazzo era rimasto in casa.
Nel settembre 2016 il governo egiziano ha accettato di consegnare i tabulati di telefonia mobile, mentre i pubblici ministeri egiziani in visita a Roma hanno ammesso per la prima volta che Regeni era stato in effetti sottoposto a indagini e sorveglianza da parte della polizia egiziana prima della sua scomparsa, ma senza riscontrare problemi alla sicurezza nazionale[31].
Il ritrovamento dei documenti
[modifica | modifica wikitesto]Il 24 marzo 2016 la polizia egiziana ha ucciso in una sparatoria quattro uomini, inizialmente indicati come probabili responsabili del sequestro di persona a danno di Regeni[32]. Il Ministero dell'Interno egiziano, tramite un post sul proprio profilo ufficiale su Facebook[33], ha affermato che la banda criminale uccisa era specializzata nei rapimenti di cittadini stranieri al fine di estorcere loro denaro.[34]
Durante l'operazione in cui è stata sgominata la banda, la polizia egiziana ha ritrovato una borsa di colore rosso con il logo della Federazione Italiana Giuoco Calcio nella quale erano contenuti vari oggetti, di cui alcuni effettivamente appartenuti a Regeni: il passaporto, i tesserini di riconoscimento dell'Università di Cambridge e dell'Università Americana del Cairo, oltre alla carta di credito; nella foto postata[33] è presente anche un pezzo di hashish, che sembrava avvalorare la tesi egiziana dell'uccisione per motivi di droga; tuttavia, sia i familiari sia i periti dell'autopsia hanno escluso che il ricercatore facesse uso di stupefacenti.
In seguito, l'ufficio del procuratore di Nuovo Cairo ha negato che la banda criminale fosse coinvolta nell'omicidio[35]. Successivamente alla consegna dei tabulati telefonici, è stato appurato che il capo della banda criminale si trovasse distante oltre 100 km dal Cairo nei giorni della sparizione di Regeni. I familiari delle vittime hanno smentito la ricostruzione della sparatoria durante il blitz, in quanto i presunti malviventi furono uccisi dalla polizia a bruciapelo o a breve distanza.
Chiusura delle indagini preliminari e rinvio a giudizio
[modifica | modifica wikitesto]Il 10 dicembre 2020 la procura della Repubblica di Roma ha chiuso le indagini preliminari[36].
Il 25 maggio 2021 sono stati rinviati a giudizio[37] i seguenti quattro ufficiali[38] della National Security Agency, il servizio segreto interno egiziano: il generale Tariq Sabir, i colonnelli Athar Kamel e Usham Helmi e il maggiore Magdi Sharif.
I reati contestati comprendono il sequestro di persona pluriaggravato, il concorso in lesioni personali gravissime[38] e l'omicidio, ma non il reato di tortura perché quest'ultimo è stato introdotto nel codice penale italiano solo nel 2017.
I quattro ufficiali indagati risultano irreperibili perché la magistratura egiziana non ne ha fornito gli indirizzi di residenza, né ha concesso ai magistrati italiani di essere presenti agli interrogatori degli indagati stessi[39], nonostante questi quattro indiziati siano stati iscritti nel registro degli indagati nel dicembre 2018 e nonostante le richieste dalla procura di Roma inoltrate già con la rogatoria del 5 maggio 2019[36].
Il movente del violento interrogatorio e dell'omicidio, secondo la procura di Roma, fu il sospetto, del tutto infondato[40], da parte degli agenti egiziani che Giulio Regeni volesse finanziare una rivoluzione[41].
Controversie
[modifica | modifica wikitesto]Nel settembre 2017 il legale egiziano che seguiva il caso per conto della famiglia, Ibrahim Metwaly, è stato incarcerato in Egitto con l'accusa di voler sovvertire il governo di al-Sisi.[42][43]
Accuse al governo egiziano
[modifica | modifica wikitesto]I servizi di sicurezza del governo di al-Sisi, così come lo stesso governo egiziano, sono accusati di avere un ruolo chiave nell'omicidio del giovane ricercatore, potendo nutrire sospetti di un eventuale movente nell'attività di ricerca di Regeni[44]. La polizia del Cairo aveva già svolto indagini sul ragazzo nei giorni 7, 8 e 9 gennaio su esposto del Capo del sindacato dei venditori ambulanti[45].
I media e il governo dell'Egitto hanno respinto l'accusa di coinvolgimento nell'omicidio, sostenendo invece che gli agenti segreti sotto copertura appartenenti ai Fratelli Musulmani avrebbero effettuato il crimine al fine di mettere in imbarazzo il governo egiziano e destabilizzare i rapporti tra Italia ed Egitto[46][47].
Il generale Khaled Shalabi, uno dei principali investigatori egiziani, è una figura controversa, poiché già negli anni 2000 risultava condannato per rapimento e tortura, ottenendo però la sospensione condizionale della pena[7].
Nella notte tra il 24 e il 25 aprile 2016 le forze speciali della polizia egiziana hanno arrestato il consulente egiziano della famiglia Regeni, Ahmed Abdullah, presidente dell'organizzazione non governativa "Commissione egiziana per i diritti e le libertà"[48], con l'accusa di sovversione e terrorismo.
Nel dicembre 2016 è stato accertato che Mohamed Abdallah, leader del sindacato degli ambulanti oggetto della ricerca universitaria e incontrato per la prima volta da Giulio il 13 ottobre 2015[49], aveva denunciato Giulio Regeni alla polizia di Gyza il 6 gennaio e lo aveva seguito fino al 22 gennaio, ovvero tre giorni prima della scomparsa del ricercatore italiano, comunicando alla polizia tutti gli spostamenti[50].
Un testimone ha parlato a maggio 2019 e ha detto che era in un caffè a Nairobi, capitale del Kenya, nell'agosto 2017, dove ha sentito funzionari egiziani discutere del caso "ragazzo italiano" in arabo. Dopo aver spiato uno scambio di biglietti da visita, venne a sapere che l'agente che sosteneva di essere stato coinvolto personalmente nel rapimento e nella morte di Giulio Regeni era, in effetti, il maggiore Majdi Ibrahim Abdel-Al Sharif, 35 anni. Secondo il loro resoconto, credevano che Regeni fosse una spia britannica e che l'ufficiale affermasse che avrebbe dovuto colpire e schiaffeggiare Regeni dopo averlo caricato sul furgone della polizia, sebbene non avesse menzionato nulla sulla brutalizzazione e la morte dello studente. Gli investigatori italiani hanno ascoltato il testimone e hanno accreditato la sua ricostruzione degli eventi con una certa affidabilità.[51][52][53]
Disaccordi fra magistratura italiana ed egiziana
[modifica | modifica wikitesto]Il procuratore generale del Cairo Hamada al Sawi, subentrato a Nabeel Sadek per nomina diretta[54] del presidente al-Sisi nel settembre 2019, ha detto di essere in disaccordo con i colleghi della procura di Roma, e che le prove a carico degli agenti dei servizi segreti egiziani sono insufficienti[55].
I militari indagati sono stati ascoltati dalla magistratura egiziana ed hanno negato ogni fatto, compresi quelli che i magistrati italiani ritengono «oggettivamente provati»[39].
Reazioni della comunità internazionale
[modifica | modifica wikitesto]La sempre più evidente tortura e l'uccisione di Giulio Regeni hanno suscitato attenzione anche in altri paesi[56], con, fra l'altro, la protesta di oltre 4 600 accademici che hanno firmato una petizione per chiedere un'inchiesta sulla sua morte e sulle numerose sparizioni che si verificano in Egitto ogni mese[57].
Il 24 febbraio 2016 Amnesty International Italia ha lanciato la campagna Verità per Giulio Regeni (Truth about Giulio Regeni)[58] ed è stata lanciata anche una petizione online sul portale Change.org a cui hanno aderito più di 150 000 sostenitori.[59]
Il 10 marzo 2016 il Parlamento europeo a Strasburgo ha approvato una proposta di risoluzione che ha condannato la tortura e l'uccisione di Giulio Regeni e le continue violazioni dei diritti umani del governo di al-Sisi in Egitto[11]. La risoluzione è stata approvata con ampia maggioranza[60].
Il 14 aprile 2016 il New York Times, con un editoriale, ha attaccato duramente la Francia, definendone «vergognoso» il silenzio di fronte alle richieste dell'Italia di fare pressione sull'Egitto[61][62].
Il 20 settembre 2016 l'ambasciatrice del Regno Unito in Italia, Jill Morris, ha ribadito l'aiuto del governo britannico alle autorità italiane nel fare emergere la verità sull'uccisione del giovane[63].
Il 22 dicembre 2016 Paola Regeni, mamma di Giulio, viene eletta donna dell'anno 2016 dai lettori della rivista D - la Repubblica delle donne[64].
Il 25 gennaio 2019 in numerose piazze d'Italia si sono svolte fiaccolate[65] in memoria del ricercatore. A Fiumicello si è tenuta la commemorazione con i genitori e il presidente della Camera dei deputati Roberto Fico[66].
Il 7 dicembre 2020, al termine del bilaterale tra i due capi di Stato, il presidente francese Macron ha conferito la Legion d’Onore al presidente egiziano al-Sisi. L'entourage dell’Eliseo non ha voluto rendere pubblico il riconoscimento.
Il 16 dicembre 2020 il Parlamento europeo ha approvato a larga maggioranza una risoluzione in cui esorta le autorità egiziane a fornire gli indirizzi di residenza degli agenti dei servizi segreti accusati dell'omicidio, nei confronti dei quali le prove a disposizione dei magistrati italiani sarebbero «inequivocabili», affinché possa essere celebrato un giusto processo, e deplora il tentativo delle autorità egiziane di fuorviare e ostacolare le indagini, e più in generale denuncia la «repressione» del regime egiziano, le sparizioni forzate, le torture, le «confessioni forzate» e le detenzioni che rientrerebbero in una strategia di «intimidazione delle organizzazioni che difendono i diritti umani»[67].
Filmografia
[modifica | modifica wikitesto]- Carlo Bonini e Giuliano Foschini, Nove giorni al Cairo: tortura e omicidio di Giulio Regeni, La Repubblica, 2017. URL consultato il 13 aprile 2017.
Note
[modifica | modifica wikitesto]- ^ Resoconto seduta n.1 del 17 dicembre 2019, p. 20.
- ^ David Sassoli, Diritti umani in Egitto: PE chiede una forte reazione UE per Regeni e Zaki, su davidsassoli.com, 18 dicembre 2020. URL consultato il 2 gennaio 2021 (archiviato dall'url originale il 19 gennaio 2021).
- ^ Resoconto seduta n.1 del 17 dicembre 2019, p. 11.
- ^ Viviana Mazza, Il corpo di Giulio Regeni ritrovato vicino a una prigione dei servizi segreti egiziani, su corriere.it, Corriere della Sera, 9 febbraio 2016. URL consultato il 23 gennaio 2017 (archiviato dall'url originale il 20 gennaio 2020).
- ^ Ballerini, Regeni e Deffendi, p. 46.
- ^ a b Ballerini, Regeni e Deffendi, p. 148.
- ^ a b c d (EN) Alexander Stille, Who murdered Giulio Regeni?, in The Guardian, 4 ottobre 2016 (archiviato il 18 dicembre 2016).
- ^ Giovanni Bianconi, Giulio Regeni, le incisioni sul corpo - La madre: «L'hanno usato come se fosse una lavagna», su corriere.it, 7 settembre 2016. URL consultato il 25 dicembre 2020 (archiviato l'8 settembre 2016).
- ^ Ettore Greco e Natalino Ronzitti (a cura di), Rapporto sulla politica estera italiana: il governo Renzi - Edizione 2016, Edizioni Nuova Cultura, 30 settembre 2016, p. 104-105. URL consultato il 13 dicembre 2016 (archiviato il 20 dicembre 2016).
- ^ C’è una novità su Giulio Regeni, ma va capita, in Il Post, 16 agosto 2017. URL consultato il 16 agosto 2017 (archiviato il 28 marzo 2019).
- ^ a b Parlamento europeo, Risoluzione del Parlamento europeo del 10 marzo 2016 sull'Egitto, in particolare il caso di Giulio Regeni, su europarl.europa.eu, 10 marzo 2016. URL consultato il 21 gennaio 2020 (archiviato il 20 dicembre 2016).
- ^ la pagina dedicata a Giulio Regeni da Polis, la facoltà di Cambridge che aveva assegnato a Giulio la ricerca di dottorato, su polis.cam.ac.uk, 31 marzo 2016. URL consultato il 26 maggio 2017 (archiviato dall'url originale il 16 giugno 2016).
- ^ Andrea Pasqualetto, La madre di Regeni: Giulio voleva collaborare, il manifesto disse no, in Corriere della Sera, 5 febbraio 2016. URL consultato il 6 aprile 2016 (archiviato dall'url originale il 6 aprile 2016).
- ^ Antonio Drius, Il movimento operaio egiziano tra scioperi e divisioni, 15 gennaio 2016. URL consultato il 3 maggio 2019 (archiviato dall'url originale il 17 aprile 2016).
- ^ Antonio Druis, L'Egitto degli scioperi cerca l'unità sindacale, Near East News Agency, 14 gennaio 2016 (archiviato il 2 dicembre 2016).
- ^ Giulio Regeni, In Egitto, la seconda vita dei sindacati indipendenti, in Il manifesto, 5 febbraio 2016 (archiviato il 10 aprile 2016).
- ^ Chi ha ucciso Giulio Regeni?, in Il Post, 6 ottobre 2016 (archiviato il 22 dicembre 2016).
- ^ Katia Riccardi, Giulio Regeni, da Cambridge al Cairo: il ricercatore appassionato di Egitto, in Repubblica, 2 marzo 2016. URL consultato il 20 gennaio 2020 (archiviato il 9 giugno 2016).
- ^ https://www.treccani.it/magazine/atlante/geopolitica/Non_solo_Regeni_Buio_sul_Nilo.html
- ^ Cordoglio del Ministro Gentiloni per scomparsa del connazionale Giulio Regeni, su Ministero degli Esteri, 3 febbraio 2016 (archiviato il 20 dicembre 2016).
- ^ Giovanni Bianconi, Giulio Regeni, le incisioni sul corpo. La madre: «L'hanno usato come se fosse una lavagna», in Corriere della Sera, 8 settembre 2016 (archiviato dall'url originale l'8 settembre 2016).
- ^ Giulio Regeni, autopsia: "Morto per frattura di una vertebra cervicale. Sul cadavere segni di violento pestaggio", su ilfattoquotidiano.it, il Fatto Quotidiano, 7 febbraio 2016. URL consultato il 15 ottobre 2017 (archiviato il 28 gennaio 2017).
- ^ "Giulio mi ha insegnato molto", in Il Fatto Quotidiano, 12 febbraio 2016 (archiviato il 14 agosto 2016).
- ^ Giulio Regeni, giornalista del Manifesto: "Lavorava con noi, aveva paura". Renzi ad Al Sisi: "Restituiteci la salma", in Il Fatto Quotidiano, 4 febbraio 2016 (archiviato il 29 gennaio 2017).
- ^ Morto al Cairo, la polizia egiziana: «È stato un incidente stradale», in Il Gazzettino, 4 febbraio 2016. URL consultato il 20 gennaio 2020 (archiviato il 21 aprile 2016).
- ^ Schiaffo dell'Egitto a Giulio Regeni: ecco come hanno liquidato il caso, in Libero Quotidiano, 24 febbraio 2016. URL consultato il 20 gennaio 2020 (archiviato dall'url originale il 27 aprile 2016).
- ^ (EN) Italian killed in Egypt was interrogated for days - forensics expert, in Reuters, 1º marzo 2016. URL consultato l'11 marzo 2016 (archiviato il 21 aprile 2016).
- ^ Informativa urgente del Governo sugli sviluppi del caso Regeni, in Resoconto stenografico dell'Assemblea - Seduta n. 602 di martedì 5 aprile 2016, 5 aprile 2016, p. 42 ss. (archiviato il 7 dicembre 2018).
- ^ Martedì 5 Aprile 2016 - 603ª Seduta pubblica, su Senato della repubblica, 5 aprile 2016. URL consultato il 13 dicembre 2016 (archiviato il 20 dicembre 2016).
- ^ Nuove torture e vecchie bugie. In un dossier il martirio di Giulio, in La Stampa, 30 marzo 2016. URL consultato il 20 gennaio 2020 (archiviato il 4 dicembre 2019).
- ^ La polizia egiziana aveva indagato Giulio Regeni, in Il Post, 10 settembre 2016. URL consultato il 20 gennaio 2020 (archiviato il 23 dicembre 2016).
- ^ (EN) Ruth Michaelson e Stephanie Kirchgaessner, Egyptian police claim to shoot dead gang that killed Giulio Regeni, in The Guardian, 25 marzo 2016. URL consultato il 25 marzo 2016 (archiviato il 30 dicembre 2016).
- ^ a b (AR) Pagina ufficiale del Ministero degli Interni egiziano, Post del 25 marzo alle ore 9:24, su Facebook, 25 marzo 2016. URL consultato il 6 aprile 2016 (archiviato il 29 maggio 2017).
- ^ https://www.treccani.it/magazine/strumenti/accadde_oggi/archivio/24mar16.html
- ^ (EN) Egypt Prosecutor Says Killed ‘Gang Members’ and Giulio Regeni ‘Not Connected’, in Egyptian Streets, 24 marzo 2016. URL consultato il 25 marzo 2016 (archiviato il 3 luglio 2016).
- ^ a b Regeni: 5 anni di indagini, le tappe del caso, su ansa.it, 10 dicembre 2020. URL consultato il 23 dicembre 2020.
- ^ Caso Regeni, quattro agenti segreti egiziani rinviati a giudizio. La prima udienza del processo il 14 ottobre, su Tgcom24, 25 maggio 2021. URL consultato il 25 maggio 2021.
- ^ a b “Giulio Regeni fu seviziato per 9 giorni con lame e bastoni. Torturato fino alla morte”: i pm di Roma chiudono le indagini su 4 agenti, su ilfattoquotidiano.it, 10 dicembre 2020. URL consultato il 23 dicembre 2020.
- ^ a b Resoconto seduta n.1 del 17 dicembre 2019, p. 33.
- ^ Francesco Giovannettiti, Regeni, il movente dell'uccisione: "Giulio equivocato come un agente straniero", su video.repubblica.it, 10 dicembre 2020. URL consultato il 23 dicembre 2020.
- ^ Chiara Cruciati, Verità per Giulio Regeni: a processo il regime e i suoi aguzzini, su ilmanifesto.it, 11 dicembre 2020. URL consultato il 23 dicembre 2020.
- ^ Giuliano Foschini, Confermato l'arresto dell'avvocato della famiglia Regeni, in Repubblica.it, 12 settembre 2017. URL consultato il 13 settembre 2017 (archiviato il 2 dicembre 2017).
- ^ Regeni, arrestato il legale egiziano della famiglia. Gentiloni: "La verità su Giulio è dovere di Stato", in LaStampa.it, 19 giugno 2019. URL consultato il 13 settembre 2017 (archiviato il 10 dicembre 2019).
- ^ (EN) Suspicion falls on Egypt’s security forces after the violent death of a young Italian, in The Economist, 17 febbraio 2016. URL consultato il 18 febbraio 2016 (archiviato il 15 giugno 2016).
- ^ GIULIO REGENI / News, Ahmed Abdallah dopo la scarcerazione: dalle pressioni psicologiche ai veri motivi dell'arresto (Oggi, 12 settembre 2016), su il Sussidiario.net. URL consultato il 21 settembre 2016 (archiviato il 6 ottobre 2016).
- ^ (EN) Egypt: Italian's killers may have had criminal or revenge motive, in BBC News, 24 febbraio 2016. URL consultato il 25 febbraio 2016 (archiviato il 22 luglio 2016).
- ^ (EN) Egypt: Egypt president suggests his political enemies murdered Italian student, in The Guardian, 16 marzo 2016. URL consultato il 20 marzo 2016 (archiviato il 20 novembre 2016).
- ^ Regeni, arrestato in Egitto consulente della famiglia: "Liberatelo", in La Repubblica, 26 aprile 2016 (archiviato il 23 dicembre 2016).
- ^ Il presagio di Giulio Regeni sull'uomo che lo tradì: «È una miseria umana», in Giornalettismo, 12 settembre 2016. URL consultato il 21 gennaio 2020 (archiviato il 23 dicembre 2016).
- ^ Floriana Bulfon, Caso Regeni, identificati i poliziotti coinvolti, in L'Espresso, 7 dicembre 2016. URL consultato il 21 gennaio 2020 (archiviato il 23 dicembre 2016).
- ^ https://www.raialyoum.com/index.php/التايمز-ريجيني-تعرض-للخيانة-من-أصدقائ/
- ^ Regeni, il nuovo supertestimone: “Un ufficiale mi confessò il sequestro”, su la Repubblica, 4 maggio 2019. URL consultato l'8 dicembre 2021.
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- ^ Redazione ANSA, Four Egyptian spies risk trial over Regeni murder, su ansa.it, 10 dicembre 2020. URL consultato il 25 dicembre 2020.
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- ^ (EN) Stephanie Kirchgaessner e Ruth Michaelson, European parliament condemns killing of Giulio Regeni in Egypt, in The Guardian, 10 marzo 2016. URL consultato il 21 gennaio 2020 (archiviato il 29 marzo 2016).
- ^ (EN) Upping the Pressure on Egypt, in New York Times, 14 aprile 2016. URL consultato il 14 aprile 2016 (archiviato il 18 aprile 2016).
- ^ Annalisa Grandi, Regeni, Mattarella: «Non vogliamo e non possiamo dimenticare», in Corriere della Sera, 15 aprile 2016. URL consultato il 15 aprile 2016 (archiviato dall'url originale il 25 aprile 2016).
- ^ Regeni,Gb: nostro governo farà di tutto, su rainews.it. URL consultato il 21 settembre 2016 (archiviato il 20 dicembre 2016).
- ^ Mara Accettura, Paola Regeni è la donna dell'anno, in D - la Repubblica delle donne, 22 dicembre 2016 (archiviato il 25 dicembre 2016).
- ^ Giulio Regeni, tre anni dalla sparizione: in 100 piazze l'Italia che non dimentica torna a chiedere la verità sull'omicidio, su ilfattoquotidiano.it, il Fatto Quotidiano, 25 gennaio 2019. URL consultato il 25 gennaio 2019 (archiviato il 25 gennaio 2019).«fiaccolata organizzata da Amnesty International»
- ^ Regeni, tre anni fa il sequestro in Egitto: "Caro Giulio, noi non molliamo", su la Repubblica, 25 gennaio 2019. URL consultato il 14 dicembre 2020.
- ^ Parlamento europeo, Risoluzione del Parlamento europeo sul deterioramento della situazione dei diritti umani in Egitto (PDF), su europarl.europa.eu, 16 dicembre 2020. URL consultato il 30 dicembre 2020., punti 1, 5, 6, A, G, J, M.
Bibliografia
[modifica | modifica wikitesto]- Antonella Beccaria e Gigi Marcucci, Morire al Cairo. I misteri dell'uccisione di Giulio Regeni, Castelvecchi, 2016, ISBN 978-88-6944-652-8.
- Lorenzo Declich, Giulio Regeni, le verità ignorate. La dittatura di al-Sisi e i rapporti tra Italia ed Egitto, Edizioni Alegre, 2016, ISBN 978-88-98841-45-5.
- Alessandra Ballerini, Claudio Regeni e Paola Deffendi, Giulio fa cose, Feltrinelli Editore, 2020, ISBN 9788858838273.
- Commissione parlamentare di inchiesta sulla morte di Giulio Regeni, Resoconto stenografico Seduta n.1 di Martedì 17 dicembre 2019, su Camera dei Deputati, 17 dicembre 2019. URL consultato il 2 gennaio 2021.
Altri progetti
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- Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su omicidio di Giulio Regeni
Collegamenti esterni
[modifica | modifica wikitesto]- Verità per Giulio Regeni, su amnesty.it:80, Amnesty International, 19 febbraio 2016. URL consultato il 7 aprile 2016 (archiviato dall'url originale il 24 ottobre 2016).