Giovanni Gualtieri, noto come Demio (Schio, 1500 circa – 1570 ?), è stato un pittore e mosaicista italiano. Demio risulta essere uno dei primi artisti dell'area lombardo-veneta a esprimersi attraverso il manierismo[1].
Biografia
[modifica | modifica wikitesto]La biografia di Giovanni Gualtieri[2] risulta essere piuttosto scarna a causa della scarsa documentazione pervenuta e dei vari soprannomi con il quale lo stesso veniva identificato: principalmente Demio, ma anche Indemio, De Mio, Del Mio, Fratino, Frattina. Apprezzato dai contemporanei (Andrea Palladio lo definì "huomo di bellissimo ingegno", Giovanni Grimani "eccellentissimo in tale arte" riferendosi a esso come mosaicista), il Demio lascia poche opere, alcune delle quali solo attribuite e sparse in molte località italiane. Giovanni Demio, figlio di Bartolomeo[3], aveva un fratello, apprezzato pittore anch'esso, con il quale sono documentate svariate collaborazioni artistiche[4]: Francesco Gualtieri[2][3].
Il Demio si impone quale valente artista sin dai primi anni di attività, tanto che nel poemetto Lode di Schio di Giovanni Battista Dragonzino da Fano del 1526, unico pittore ad esser citato, l'autore esprime grandi apprezzamenti sul suo operato[3][5].
Le prime notizie sul suo conto riguardano i lavori per una pala per la chiesa di San Francesco a Schio nel 1525[2] (opera non pervenuta della quale si hanno solo notizie d'archivio) e l'assunzione, come mosaicista, per lavori alla Basilica di San Marco a Venezia nel 1537, anche se le prime opere a lui attribuite giunte sino ai giorni nostri risultano essere le ante dell'organo per il duomo di Schio del 1535 e Il martirio di San Lorenzo per la parrocchiale di Torrebelvicino (1533)[2]. Negli anni seguenti risulta presente a Pisa (1538), successivamente a Milano (1539), poi nuovamente presso San Marco a Venezia come mosaicista (1540/41), e ancora a Milano, dove realizza tra il 1541 ed il 1545 gli affreschi per la cappella Sauli presso la chiesa di Santa Maria delle Grazie.
Dopo il 1545 il pittore, forse su invito del Vasari, si reca a Napoli, quindi a Mantova e, tra il 1553 ed il 1555 nel vicentino dove realizza gli affreschi per la palladiana villa Thiene di Quinto Vicentino. Nel 1556 è presente a Venezia, scelto con altri sei pittori personalmente dal Tiziano e dal Sansovino per realizzare tre tondi sul soffitto della libreria Marciana.
Successivamente Demio è presente a Padova, Orvieto, Venezia, nuovamente a Napoli e nel vicentino, dove realizza nel 1564 l'ultima sua opera di certa attribuzione.
Secondo le fonti muore nel 1570, forse a Vicenza.
Opere
[modifica | modifica wikitesto]- Il martirio di San Lorenzo (1533), Torrebelvicino, chiesa parrocchiale
- Martirio di San Pietro e Martirio di San Paolo (1535), Schio, duomo
- Noli me tangere, Cristo in Emmaus, Profeti, Evangelisti e Sibille e pala d'altare Crocefissione per la cappella Sauli (1541/45), Milano, chiesa di Santa Maria delle Grazie
- Natura tra Pallade e Giove, Virtù teologali davanti alla Divinità e La Natura e le Stagioni (1556), Venezia, libreria Marciana
- Adorazione dei Magi (1564), Vicenza, palazzo Chiericati
- Adorazione dei pastori (tra il 1540 e il 1570), Padova, chiesa di Santa Maria in Vanzo
- Madonna in adorazione di bambin Gesù e San Giovannino, Verona, Museo di Castelvecchio
- Compianto su Cristo morto, Merano, Castello Principesco
- Compianto su Cristo morto, Lavenone, chiesa di San Bartolomeo
- Madonna con il Bambino e San Girolamo, Napoli, basilica di San Giacomo degli Spagnoli
- Adorazione dei Magi (1564), Vicenza, Chiesa di San Lorenzo
Note
[modifica | modifica wikitesto]- ^ 13° quaderno di Schio - "I Mille - dizionario di personaggi scledensi" - fascicolo I, p.20 - Marchioro, Resentera, Bernardi - Edizioni Menin, 2002
- ^ a b c d Paolo Snichelotto, articolo su Schio Numero Unico ed. 2013, Menin edizioni
- ^ a b c Paolo Snichelotto e Paolo Pretto, articolo su Schio Numero Unico ed. 2004, Menin edizioni
- ^ Edoardo Ghiotto, I dodici illustri del Giardino Jacquard nr.5 della serie Quaderni di Schio n.s., pp.55-59, Edizioni Menin, 2011
- ^ Va ricordato che il Demio nel testo viene menzionato come "Giovanni Dioneo da Schio", ma la distorsione del nome è con ogni probabilità frutto di un errore tipografico delle copie prodotte del poemetto, essendo andata perduta l'edizione originale
Bibliografia
[modifica | modifica wikitesto]- Maria Elisa Avagnina e Giovanni Carlo Federico Villa (a cura di), Giovanni Demio “Houmo di bellissimo ingegno”, Un artista girovago nell’Italia del Cinquecento, Agorà Factory, 2006.
- Vittorio Sgarbi (a cura di), Giovanni Demio e la maniera moderna. Tra Tiziano e Tintoretto, Casa editrice Contemplazioni, 2018.
Voci correlate
[modifica | modifica wikitesto]Altri progetti
[modifica | modifica wikitesto]- Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su Giovanni Demio
Collegamenti esterni
[modifica | modifica wikitesto]- Marina Repetto Contaldo, DEMIO, Giovanni, in Dizionario biografico degli italiani, vol. 38, Roma, Istituto dell'Enciclopedia Italiana, 1990.
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