Giovanni Carboncino, oppure Carboncini, Carbonzino, Carbonzini (Venezia o Treviso, metà del XVII secolo – Venezia, dopo il 1703), è stato un pittore italiano.
Biografia
[modifica | modifica wikitesto]Giovanni Carboncino fu allievo di Matteo Ponzone, pittore dalmata, il quale, trasmise all'allievo lo stile di Tiziano, Bassano e soprattutto del Veronese.[1] Carboncino è stato iscritto nei registri della Fraglia veneziana dal 1687 al 1692, anche se soggiornò a Venezia già dal 1680.[2]
Si trasferì per un breve periodo anche a Roma, ma non ci sono tracce artistiche della sua presenza.[2]
Lavorò molto, oltre che a Venezia, a Treviso e nel trevigiano, come ad esempio alla chiesa di San Nicolò di Treviso con l'opera Miracolo del beato Susone,[1] a Vas; fu attivo a Vicenza e a Padova (Visitazione, firmata e datata 1681 nella chiesa di Ognissanti).[2]
Notevole anche la sua attività di ritrattista, di cui si può menzionare il Ritratto equestre del doge di Venezia Francesco Morosini, Venezia (Museo Correr).[2]
Per quanto riguarda la sua formazione, risulta piuttosto complessa e poco conosciuta: inizialmente sembra che si formi nell'ambiente tardomanieristico, che perdurò a Venezia assai oltre l'inizio del XVII secolo; in seguito venne a contatto con il caravaggismo romano; infine il suo stile si avvicinò e si fece influenzare dal colorismo e dal luminismo di Francesco Ruschi,[1] dalla cui maniera sembra ispirarsi dopo il 1680, in questo suo ultimo periodo creativo sembra orientarsi verso forme di semplicità inconsueta ai contemporanei, con modi quasi da primitivo.[2]
Opere
[modifica | modifica wikitesto]- Martirio di sant'Angiolo, Venezia, Santa Maria del Carmine, 1672;
- Visitazione, Padova, chiesa di Ognissanti, 1681;
- Miracolo del beato Susone, Treviso, chiesa di San Nicolò di Treviso;
- Ritratto equestre del doge Francesco Morosini, Venezia, Museo Correr[3];
- San Luigi che dona la croce a Bartolomeo Breganze, Vicenza, duomo;
- Cristo che libera gli ossessi, Vicenza, chiesa di San Bartolomeo, 1684;
- Gesù fra i dottori, Venezia, chiesa dell'Ospedale della Pietà;
- Predica di sant' Antonio da Padova, Venezia, chiesa dell'Ospedale della Pietà;
- San Domenico trasportato in paradiso dagli angeli, Treviso, chiesa di san Nicolò;
Note
[modifica | modifica wikitesto]- ^ a b c Gabriele Borghini, Carboncino, Giovanni, in Dizionario biografico degli italiani, vol. 19, Roma, Istituto dell'Enciclopedia Italiana, 1976. URL consultato il 27 dicembre 2020.
- ^ a b c d e Carboncino, Giovanni, in le muse, III, Novara, De Agostini, 1965, p. 81.
- ^ https://www.archiviodellacomunicazione.it/sicap/OpereArte/3269/?WEB=MuseiVE
Bibliografia
[modifica | modifica wikitesto]- M. Boschini, Pietro Antonio Caracciolo, in Le ricche miniere..., Venezia, 1674, pp. 46-72.
- L. Cirico, Lettere sulle belle arti trevigiane, Treviso, 1833, p. 292.
- D. M. Federici, Memorie trevigiane, Venezia, 1803, p. 99.
- G. Fiocco, La pittura veneziana nel '600 e '700, Verona, 1929, p. 26.
- P. A. Orlandi, Abecedario pittorico..., Firenze, 1788, p. 566.
- S. Ticozzi, Dizionario dei pittori..., I, Milano, 1818, p. 280.
Voci correlate
[modifica | modifica wikitesto]Altri progetti
[modifica | modifica wikitesto]- Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su Giovanni Carboncino
Collegamenti esterni
[modifica | modifica wikitesto]- Gabriele Borghini, CARBONCINO, Giovanni, in Dizionario biografico degli italiani, vol. 19, Istituto dell'Enciclopedia Italiana, 1976.
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