Giovanni Belli | |
---|---|
Deputato del Regno di Sardegna | |
Durata mandato | dicembre 1852 – 17 dicembre 1860 |
Legislatura | IV, VI, VII |
Gruppo parlamentare | Liberale |
Collegio | Domodossola |
Sito istituzionale | |
Deputato del Regno d'Italia | |
Durata mandato | 18 febbraio 1861 – 7 settembre 1865 |
Legislatura | VIII |
Sito istituzionale | |
Dati generali | |
Titolo di studio | Laurea in ingegneria |
Università | Milano |
Professione | Ingegnere |
Giovanni Belli (Stradella, 12 ottobre 1812 – Calasca, 26 gennaio 1904) è stato un ingegnere e politico italiano.
Biografia
[modifica | modifica wikitesto]Nipote del fisico Giuseppe Belli,[1] nacque in provincia di Pavia in una famiglia benestante originaria di Calasca.
Studiò al collegio Longoni di Milano[2] e, dopo la laurea in ingegneria conseguita all'università di Milano, progettò insieme all'ingegnere Gian Domenico Protasi di Piedimulera la strada carrozzabile della Valle Anzasca, iniziata nel 1846.[3]
Nel 1841 fu maggiore della Milizia Tradizionale di Calasca.[3]
Mazziniano negli anni dell'adolescenza aderisce al liberalismo dopo i moti del 1848, cui prende parte con una spedizione da Pavia a Milano in occasione delle cinque giornate.[2]
Alle elezioni del gennaio 1849 si candidò nel collegio di Domodossola I, ma fu sconfitto da Giovanni Bianchetti. Riuscì invece ad entrare nel Parlamento subalpino nelle elezioni suppletive del dicembre 1852. Al parlamento fu all'opposizione di Cavour, fino a quando decise di appoggiare la guerra di Crimea.[2] Di nuovo sconfitto da Bianchetti nelle elezioni per la V legislatura (dicembre 1853), ritornò sui banchi della Camera dei Deputati con le elezioni suppletive dell'aprile 1858, venendo riconfermato anche nel marzo 1860. Alle prime elezioni del Regno d'Italia del 1861 fu sconfitto dall'avvocato Pietro Boschi, il quale però optò per il collegio di Mortara; cosicché, nelle successive elezioni suppletive (aprile 1861), Giovanni Belli riuscì ed essere eletto per la quarta legislatura.[4]
Nel 1859 eliminò l'imposta di pedaggio al ponte della Masone a Vogogna.[3]
Grande promotore dell'unità d'Italia, fu tra i finanziatori delle spedizioni di Giuseppe Garibaldi. Dopo la breccia di Porta Pia, finanziò la costruzione a Torino del monumento celebrativo di Roma capitale, su cui è inciso anche il nome della città di Calasca.[3]
Fu più volte eletto sindaco del Comune di Calasca, a cui lasciò in eredità il proprio palazzo con il parco, l'Alpe Pedriola, il palazzo di Antrona Schieranco, numerosi altri beni e 100.000 lire in contanti per l'istituzione di un'opera pia di beneficenza per lo sviluppo di viabilità, istruzione ed igiene.[3]
Morì all'età di 91 anni a Calasca, dove fu tumulato nel cimitero cittadino, nel cui ingresso (davanti all'ossario) è posta una lapide in ricordo della sua munificenza.[3]
Onorificenze e premi
[modifica | modifica wikitesto]- Croce in oro e smalto di Cav. Uff. Mauriziano
- Medaglia di deputato alla 4 legislatura Parlamento Subalpino
- Medaglia della 6 legislatura
- Medaglia della 7 legislatura
- Medaglia della 8 legislatura
- Medaglia in metallo bianco della Società Operaia di Stradella
- Medaglia d'oro della Società Operaia du Stradella
- Medaglia in metallo bianco dell'Esposizione Industriale Internazionale di Londra, 1851
- Medaglia in metallo bianco, quale Rappresentante Nazionale, con ritratto di Carlo Alberto, 1852
- Medaglia in bronzo del Club Alpino Italiano
- Medaglia in metallo bianco del Club Alpino Italiano
- Medaglia in metallo bianco, Caduti Montebello, 1859
- Medaglia in metallo bianco dell'Esposizione Italiana di Firenze, 1861
- Medaglia in metallo bianco dell'Esposizione Universale di Parigi, 1867
- Medaglia in bronzo con Vittorio Emanuele Il fra due Geni, 1871
- Medaglia in metallo bianco dell'Esposizione Nazionale Svizzera di Zurich, 1883
- Medaglia in metallo bianco dell'Esposizione di Torino, 1884
- Medaglia in bronzo del Club Alpino Italiano, Torino, 1885
- Medaglia in metallo bianco dell'Esposizione Emiliana, Bologna, 1888
- Medaglia in metallo bianco della Società Reduci delle Patrie Battaglie
- Medaglia in bronzo con Vittorio Emanuele Il per Arti e Industrie Italiane
- Medaglia in bronzo, Antonio De Kramer
- Medaglia in bronzo, Giov. Pietro Frank e figlio Giuseppe
- Medaglia in bronzo, Galileo Galilei
Note
[modifica | modifica wikitesto]- ^ Lapide di Giuseppe Belli, su pellegrinidelsapere.unipv.eu.
- ^ a b c Arrighi, p. 207.
- ^ a b c d e f Primatesta.
- ^ Collegio di Domodossola I, in Le elezioni politiche al parlamento subalpino e al parlamento italiano. Storia dei collegi elettorali 1848-1897, II, 1898, pp. 249-251.
Bibliografia
[modifica | modifica wikitesto]- Cletto Arrighi, Giovanni Belli, in I 450 deputati del presente e i deputati dell'avvenire, III, 1865, pp. 206-208.
- Andrea Primatesta, Calasca e spigolature di valle, Torino, AGAT, 2005, SBN TO01713684.
Altri progetti
[modifica | modifica wikitesto]- Wikisource contiene una pagina dedicata a Giovanni Belli
- Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su Giovanni Belli
Collegamenti esterni
[modifica | modifica wikitesto]- Giovanni Belli, su storia.camera.it, Camera dei deputati.