Giorgio Arcoleo | |
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Deputato del Regno d'Italia | |
Legislatura | XV, XVI, XVII, XVIII, XIX, XX |
Sito istituzionale | |
Senatore del Regno d'Italia | |
Durata mandato | 25 novembre 1902 – 7 luglio 1914 |
Legislatura | dalla XXI |
Sito istituzionale | |
Dati generali | |
Titolo di studio | Laurea in giurisprudenza |
Università | Università di Napoli |
Professione | giurista |
Giorgio Arcoleo (Caltagirone, 15 agosto 1848 – Napoli, 7 luglio 1914) è stato un giurista e politico italiano.
Biografia
[modifica | modifica wikitesto]Formatosi a Napoli in Giurisprudenza, si distinse inizialmente come letterato tra gli allievi di Francesco De Sanctis. A partire dal 1877 pubblicò una serie di monografie di diritto pubblico e costituzionale che gli consentirono di ottenere la cattedra di Diritto Costituzionale presso l'Università di Napoli (nella cui storica sede gli è stata dedicata un'aula).
Eletto deputato per la prima volta nel 1885 nel collegio di Caltagirone, assunse anche incarichi di governo, prima come sottosegretario all'Agricoltura e commercio nel 1891, alle Finanze nel 1896 e poi agli Interni nel 1898.
Non si ricandidò alla Camera dei deputati alle elezioni del 1900, per protesta contro il decreto Pelloux che reprimeva la libertà di stampa[1].
Nel 1902 fu nominato senatore del regno in virtù dei precedenti mandati da deputato. Fu relatore, tra l'altro, di un progetto di riforma del Senato, ricordato con il suo nome. Negli ultimi anni, benché "privato della vista, colla vivida fiamma della sua intelligenza, continuò a parlare dalla cattedra, ad arringare nei tribunali, ed a pronunziare splendidi discorsi anche in quest'Aula", come fu ricordato in sede di commemorazione funebre del Senato del Regno[2].
Riconoscimenti
[modifica | modifica wikitesto]A Giorgio Arcoleo sono intitolate:
- un istituto comprensivo e due vie a Caltagirone;
- una strada a Palermo e una a Napoli;
- una strada a Seiano, frazione di Vico Equense, dove soggiornò;
- una piazza a Giarre.
Onorificenze
[modifica | modifica wikitesto]Note
[modifica | modifica wikitesto]- ^ Cfr. Luca Tedesco, “Contro i teologi del despotismo”. Giorgio Arcoleo e la reazione fin de siècle, in Id., Giorgio Arcoleo e i teologi del dispotismo, Torino, IBL Libri, 2017. Vi si legge, tra l'altro, che negli Atti parlamentari non vi è traccia delle dimissioni di Arcoleo. Anche una verifica negli Incarti di Segreteria della Camera Regia, nel Manuale Parlamentare, nell’edizione cumulativa delle prime XXIX legislature del Regno (Roma 1934), e nell'Indice dell’attività parlamentare, ha dato lo stesso esito.
- ^ Senato del Regno, Atti parlamentari. Discussioni, 7 luglio 1914, intervento del senatore SCILLAMÀ.
Bibliografia
[modifica | modifica wikitesto]- Discorsi parlamentari di Giorgio Arcoleo, collana dell'Archivio storico del Senato della Repubblica, Bologna, Il Mulino, 2005, ISBN 88-15-10830-0.
Altri progetti
[modifica | modifica wikitesto]- Wikisource contiene una pagina dedicata a Giorgio Arcoleo
Collegamenti esterni
[modifica | modifica wikitesto]- Arcolèo, Giorgio, su Treccani.it – Enciclopedie on line, Istituto dell'Enciclopedia Italiana.
- Ugo Forti, ARCOLEO, Giorgio, in Enciclopedia Italiana, Istituto dell'Enciclopedia Italiana, 1929.
- Arcolèo, Giórgio, su sapere.it, De Agostini.
- ARCOLEO, Giorgio, in Dizionario biografico degli italiani, vol. 3, Istituto dell'Enciclopedia Italiana, 1961.
- Opere di Giorgio Arcoleo, su MLOL, Horizons Unlimited.
- Giorgio Arcoleo, su storia.camera.it, Camera dei deputati.
- ARCOLEO Giorgio, su Senatori d'Italia, Senato della Repubblica.
- [1], saggio bibliografico di T.E. Frosini.
- [2]
Controllo di autorità | VIAF (EN) 23964189 · ISNI (EN) 0000 0001 1751 0312 · SBN RAVV083360 · BAV 495/79670 · LCCN (EN) n2002102127 · GND (DE) 116319771 · BNE (ES) XX1754940 (data) · BNF (FR) cb155942154 (data) · J9U (EN, HE) 987007294237805171 |
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