Giambattista Abati, conosciuto anche come Abbadino (Mantova, fine del XV secolo – Mantova, dopo il 1556), è stato un diplomatico italiano di Casa Gonzaga.[1]
Biografia
[modifica | modifica wikitesto]Nacque verso la fine del XV secolo da Matteo o Maffeo Abati, appartenente a un ramo decaduto della casa mantovana degli Abati, di antica nobiltà: per distinguerla dal ramo ancora in auge, la sua famiglia veniva chiamata degli Abadini o Abbaddini, così che Giambattista venne anche soprannominato Abbadino.[1]
Giambattista Abati riuscì tuttavia emergere grazie alle proprie qualità, fino a ottenere, nel 1520, la carica di cancelliere del marchese Ferdinando II Gonzaga, per il quale svolse incarichi diplomatici alla corte di papa Adriano VI nel 1523 e alla corte imperiale di Praga nel 1531.[1] Per i suoi servizi nel 1529 gli vennero donati vari possedimenti terrieri.[1]
Nel 1537 incontrò Carlo V e papa Paolo III, il quale sembrava allora intenzionato a tenere a Mantova il concilio – poi svoltosi a Trento - che avrebbe dovuto affrontare i problemi posti dalla Riforma protestante.[1] È menzionato con il ruolo di segretario nel libro degli stipendiati di corte del 1554, e nel 1556 Abati fu nominato consigliere del duca Guglielmo Gonzaga.[1]
Note
[modifica | modifica wikitesto]Bibliografia
[modifica | modifica wikitesto]- Giuliano Capilupi, ABATI, Giambattista, detto Abbadino, in Dizionario biografico degli italiani, vol. 1, Roma, Istituto dell'Enciclopedia Italiana, 1960.
- Giovan Battista di Crollalanza, Dizionario storico blasonico delle famiglie nobili o notabili italiane estinte e fiorenti, vol.1, A.Forni, 1886, SBN RAV0179678.