Fatma Charfi (Sfax, 1955 – Vevey, 9 maggio 2018[1]) è stata un'artista tunisina e svizzera vissuta a Berna.
Biografia
[modifica | modifica wikitesto]Fatima Charfi nasce a Sfax in Tunisia nel 1955. Frequenta l'accademia d'arte di Tunisi e poi in Polonia nel 1977 un tirocinio per la produzione di cartoni animati. Consegue un dottorato di ricerca in Estetica e Scienze dell'arte a all'Università Parigi 1 Sorbona in Francia nel 1985 (1980-1985) con una tesi collegata alla sperimentazione e allo studio dell'acqua[2]. Nel 1986 si trasferisce a Berna in Svizzera e frequenta l'istituto di arti visive di Ginevra[3].
Nel 1999 riceve il premio della giuria della Biennale internazionale d'arte contemporanea d'Alessandria d'Egitto.
Partecipa alla Biennale di Dakar dall'edizione. Nell'edizione della biennale del 2000 è la prima artista donna a vincere il gran premio Léopold Sédar Sengor. Espone ancora a Dak'Art 2004; nel 2010 il suo lavoro è esposto all'interno della mostra Retrospettiva della biennale[4].
Attività
[modifica | modifica wikitesto]Il lavoro artistico di Fatma Charfi è strettamente connesso ad una riflessione sulla natura umana, l'identità, il proprio ruolo e la propria posizione nella società. Le recensioni e le interviste all'artista stessa fanno spesso riferimento ad informazioni biografiche; le sue opere si collegano quindi alle contingenze di essere un artista di origine tunisina residente all'estero; alla supposta neutralità della Svizzera, suo paese d'adozione e alle difficoltà di esprimersi e di essere ascoltata e accolta in quanto donna e quindi a temi connessi con la questione del genere, con la diaspora africana, con l'arte contemporanea africana [5].
Opere
[modifica | modifica wikitesto]Gli abérics di Fatma Charfi
[modifica | modifica wikitesto]Le opere di Fatma Charfi sono sculture, fotografie, installazioni, opere pittoriche, performance e video. Molte delle sue realizzazioni sono popolate dagli Abérics, delle piccole figure umane stilizzate e metamorfiche che fanno somigliare l'uomo a dei piccoli insetti. Nelle opere gli abérics sono collocati in vasi, contenitori e cartelline, quasi fossero archiviati e catalogati; altre volte sono incastrati sotto strati di plastica trasparente, quasi l'artista volesse bloccare la loro leggerezza, cristallizzarla mettendole una cornice; altre volte sembrano arrampicarsi faticosamente su pareti di tessuto; in altre opere ancora è l'artista stessa che li tiene nelle mani o li indossa. Queste piccole creature sono nere, bianche e rosse; qualche volta portano sul petto i colori e la croce della bandiera Svizzera; hanno una piccola testa e braccia e gambe filiformi. Si incastrano tra loro e si attaccano ai tessuti quasi a formare loro stessi una tela.
Selezione di opere
[modifica | modifica wikitesto]- Crying of Child, video
- Abrouk, video
- Réseaux Abérics, installazione, video. Una serie di pannelli plastificati e legati insieme, all'interno dei quali sono collocati gli Abérics[6]
- Laboratory of peace, fotografie, installazione, performance, video, 2004-2010.
- Fatma is not laughing, fotografie
- Fatma is laughing, fotografie
- Fatma's hand, fotografie
- Suiss-Abruck-Art, fotografie
- Serie Compartement, sculture
- Coleur, sculture
- Abrocopie, sculture
- Serie Movement, sculture
- Horizontal, sculture
- Serie Bande d'images, sculture
- Tubes et Aberies, sculture
- CD, sculture
- Labrotary of medals, sculture
Esposizioni
[modifica | modifica wikitesto]Esposizioni personali
[modifica | modifica wikitesto]- Frauenkunst-Forum à Berne (Rencontres d'autres cultures), 1998.
- Maison des Arts, Tunisia, 1999.
- REZ, Riponne Lausanne, 1999.
- Kunstkeller Galerie Berna, 2001.
- Stadtgalerie, Stadttheater Berne, 2002.
- Étape laboratoire de paix, con performance, CHUV, Losanna, 2006.
- Galerie El Marsa. Tunisie, 2006.
- Museo di Baltimora, 2007.
Selezione di esposizioni collettive
[modifica | modifica wikitesto]- 15eme Biennale d'art textile contemporain, Musée des Beaux arts, Lausanne, suisse, 1992.
- Botanique all'interno di Jardins 97, Losanna, 1997.
- Artistes Suisses, Artistes Tunisiens, Musée Neuhaus à Bienne, Svizzera, 1997.
- Virus Express, Gestaltungsmuseum, Zurigo, 1997.
- Dak'Art 1998: Biennale di Dakar.
- Kunsthalle di Berna, 1999.
- Dak'Art 2000: Biennale di Dakar. Grand prix Léopold Sédar Senghor, 2000.
- EVENT 5, Biennale internazionale d'arte contemporanea della Svezia, 2000.
- Esposizione Universale di Hannover 2000
- Un autre regard, Musée d'Art di Tunisi, 2000.
- OSORIO 2001: Nature, Utopie, Réalité, Isole delle Canarie, 2001.
- Dak'Art 2002: Biennale di Dakar.
- Triennale di scultura di Berna, 2002.
- Centro d'arte contemporanea Santander, Spagna, 2002.
- Biennale del Cairo, 2003.
- Shatat Disapora, femmes artistes arabes, Université du Colorado. Art Galerie. Boulder USA, 2003.
- Galerie de la municipalité Sfax, 2003.
- A fiction of Authenticity. Musée d'Art Contemporain Saint Louis, USA, 2003; Regina Gouger Miller Galerie, Purnell Center for Arts, Carnegie Mellon University, Pittsburgh, USA, 2004; Blaffer Gallery,the Art Museum of the University of Houston Texas, 2006.
- Dak'Art 2004: Biennale di Dakar.
- Scène Suisse: Hartware, Media Art, Dortmund, Allemagne, 2004.
- Ramification, Centre d'Art contemporain, Liegi, 2004.
- Musée Khereddine de Tunis. Svizzera-Tunisia. Chassé-croisé, 2004.
- Monosgalerie, Liège, Belgique, 2004.
- Voix des femmes, Bruxelles, 2005.
- Motives Festival de Jazz, Modern casino Genk, Belgio, 2005.
- Gulf Air Fair. Dubai, 2007.
- Kunsthalle Dominikanerkirche Osnabrück, 2007.
- Dak'Art 2010: Biennale di Dakar.
Note
[modifica | modifica wikitesto]- ^ (FR) Sayda Ben Zineb, Être avec..., ou l'hymne à l'amour, in Le Temps, 24 gennaio 2019, pp. 73-79. URL consultato il 27 gennaio 2019 (archiviato dall'url originale il 22 aprile 2019).
- ^ Fatma Charfi, L'Eau, élément de jeu pour l'enfant: propositions de jeux d'eau associée à la couleur et à l'argile, 1985.
- ^ Fatma Charfi su Artnet.
- ^ Biografia di Fatma Charfi sul sito della Biennale di Dakar del 2010.
- ^ https://africanpainters.blogspot.com/2006/07/fatma-charfi.html e Fatma Charfi su Artnet.
- ^ Fatma CHARFI - Installation Réseaux Abérics.
Bibliografia
[modifica | modifica wikitesto]- Nzalé, Félix. Fatma Charfi – L'art rapproche les peuples in “Sud Quotidien”, n. 2126, 06/05/2000, p. 7.
- Mbaye, Massamba. Fatma M'seddi Charfi Grand Prix Léopold Sédar Senghor in “Le Matin”, 06-07/05/2000, p. 9.
- Créations artistiques contemporaines en pays d'islam: des arts en tensions, (a cura di) Jocelyne Dakhlia, Kimé, Paris, 2006, p. 40.
- The veil: women writers on its history, lore, and politics, (a cura di) Jennifer Heath, University of California Press, 2008.
Voci correlate
[modifica | modifica wikitesto]Collegamenti esterni
[modifica | modifica wikitesto]- Sito ufficiale, su fatmacharfi.com.
- (IT, DE, EN, FR) Fatma Charfi, in SIKART Dizionario sull'arte in Svizzera.
Controllo di autorità | VIAF (EN) 310752797 · ISNI (EN) 0000 0004 5862 9274 · ULAN (EN) 500379264 · LCCN (EN) no2020055971 · GND (DE) 108921944X |
---|