Un faccendiere è un soggetto che compie affari, traffici, condotte o manovre — all'occorrenza nascoste e, spesso, illegali[1].
Originariamente il termine indicava un mercante, un generico affarista o amministratore, ma ha poi assunto anche una connotazione negativa, seppure non esclusiva.[1] In particolare il moderno linguaggio giornalistico utilizza questo termine per indicare una persona che compie affari ad alto livello, per lo più illeciti, con la pubblica amministrazione o sui mercati finanziari, per conto di uno o più imprenditori o a vantaggio di un gruppo di pressione. Fra le attività di un faccendiere possono rientrare la corruzione, l'insider trading, l'aggiotaggio.
Nell'uso tradizionale della lingua italiana l'uso del termine faccendiere e quello di lobbista si sovrapponevano e venivano considerati sinonimi[2][3]. Ciò è però improprio poiché, a differenza del faccendiere, il lobbista rappresenta in modo esplicito un gruppo di interessi leciti (come, ad esempio, quelli di un settore produttivo), si muove nell'ambito della legalità e la sua attività è spesso regolamentata in modo ufficiale. Presso il parlamento europeo, ad esempio, la figura del lobbista è ufficialmente riconosciuta, ed esiste presso la Commissione Europea il Registro per la trasparenza, pubblicamente consultabile su Internet, in cui figurano tutti i lobbisti ufficialmente accreditati.[4]
Note
[modifica | modifica wikitesto]- ^ a b Treccani.
- ^ P.L. Petrillo, Le lobbies della democrazia e la democrazia delle lobbies (PDF) [collegamento interrotto], su ildirittoamministrativo.it, 2011.
- ^ Lobbying e comunicazione nel mercato energetico nazionale, su tesionline.it.
- ^ Commissione Europea, Registro per la trasparenza, su ec.europa.eu.
Bibliografia
[modifica | modifica wikitesto]- Faccendiere, in Treccani.it – Vocabolario Treccani on line, Roma, Istituto dell'Enciclopedia Italiana.
- Federico Serra, Massimo Cherubini, Siamo due lobbisti. Lobbies & Government Affairs all'epoca dei faccendieri
- Fabio Bistoncini Vent'anni da sporco lobbista