Epipactis pontica | |
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Epipactis pontica | |
Stato di conservazione | |
Vulnerabile[1] | |
Classificazione APG IV | |
Dominio | Eukaryota |
Regno | Plantae |
(clade) | Angiosperme |
(clade) | Mesangiosperme |
(clade) | Monocotiledoni |
Ordine | Asparagales |
Famiglia | Orchidaceae |
Sottofamiglia | Epidendroideae |
Tribù | Neottieae |
Genere | Epipactis |
Specie | E. pontica |
Classificazione Cronquist | |
Dominio | Eukaryota |
Regno | Plantae |
Superdivisione | Spermatophyta |
Divisione | Magnoliophyta |
Classe | Liliopsida |
Sottoclasse | Liliidae |
Ordine | Orchidales |
Famiglia | Orchidaceae |
Sottofamiglia | Epidendroideae |
Tribù | Neottieae |
Genere | Epipactis |
Specie | E. pontica |
Nomenclatura trinomiale | |
Epipactis pontica Taubenheim, 1975 | |
Sinonimi | |
Epipactis persica subsp. pontica |
Epipactis pontica (Taubenheim), 1975 è una piccola pianta erbacea appartenente alla famiglia delle Orchidacee.[2]
Etimologia
[modifica | modifica wikitesto]L'epiteto specifico (pontica) fa riferimento alla zona di origine di questa pianta: Pontica, una regione meridionale del Mar Nero.
Descrizione
[modifica | modifica wikitesto]È una pianta erbacea perenne alta normalmente da 10 a 35 cm. La forma biologica di questa orchidea è geofita rizomatosa (G rizh), ossia è una piante con un particolare fusto sotterraneo, detto rizoma, che ogni anno si rigenera con nuove radici e fusti avventizi. Queste piante, contrariamente ad altri generi delle orchidee, non sono “epifite”, ossia non vivono a spese di altri vegetali di maggiori proporzioni (hanno cioè un proprio rizoma).
Radici
[modifica | modifica wikitesto]Le radici sono secondarie da rizoma.
Fusto
[modifica | modifica wikitesto]- Parte ipogea: la parte sotterranea consiste in un breve rizoma.
- Parte epigea: la parte aerea è esile, eretta e semplice a sezione cilindrica. Il fusto è densamente pubescente, colorato di verde chiaro e generalmente singolo.
Foglie
[modifica | modifica wikitesto]Le foglie di questa pianta (da 3 a 6) sono a forma ovato-ellittica, apice acuto, portamento diritto e sono colorate di verde scuro. Lungo il fusto sono disposte in modo spiralato. Quelle superiori sono progressivamente più strette e più piccole. Tutte sono percorse longitudinalmente da diverse evidenti nervature (foglie di tipo parallelinervie). Sono inoltre sessili e amplessicauli.
Infiorescenza
[modifica | modifica wikitesto]L'infiorescenza è un racemo terminale, contratto e lasso con pochi fiori (5 - 20) campanuliformi a portamento pendulo; sono tutti pedicellati. Alla base del pedicello sono presenti delle brattee, verdi a forma lanceolata simili alle foglie superiori. Queste brattee, di tipo fogliaceo, sono più lunghe dei fiori, mentre quelle superiori sono progressivamente più piccole. I fiori sono resupinati, ruotati sottosopra tramite torsione del pedicello.
Fiore
[modifica | modifica wikitesto]I fiori sono ermafroditi ed irregolarmente zigomorfi, pentaciclici (perigonio a 2 verticilli di tepali, 2 verticilli di stami, 1 verticillo dello stilo). I fiori sono colorati di verde giallastro con sfumature rosate. All'antesi i fiori si presentano poco aperti.
- Formula fiorale: per queste piante viene indicata la seguente formula fiorale:
- X, P 3+3, [A 1, G (3)], infero, capsula[4]
- Perigonio: il perigonio è composto da 2 verticilli con 3 tepali ciascuno (3 interni e 3 esterni) di forma ovato-triangolare, con nervature centrali, liberi e patenti. Il primo verticillo (esterno) ha 3 tepali di tipo sepaloide (simili ai sepali di un calice) e con apice acuto. Nel secondo verticillo (interno) il tepalo centrale (chiamato “labello”) è notevolmente diverso rispetto agli altri due laterali che si presentano più o meno simili agli altri.
- Labello: il labello è diviso in due sezioni; la porzione posteriore del labello (basale, chiamata ipochilo) è concava, verde biancastra all'esterno e verde scuro all'interno; mentre quella anteriore (apicale, chiamata epichilo) è triangolare e si presenta con due protuberanze rosate (o biancastre) alla base, mentre l'apice è verde-chiaro e ripiegato all'ingiù e con i bordi appena ondulati. Nel mezzo tra l'ipochilo e l'epichilo è presente una strozzatura che comunque collega le due parti. Il labello non è speronato come in altri generi e l'ipochilo è nattarifero. Dimensioni dell'epichilo: larghezza 3 – 4,5 mm; lunghezza 2,5 – 3 mm.
- Ginostemio: lo stame con la rispettiva antera biloculare è concresciuto con lo stilo e forma una specie di organo colonnare chiamato ginostemio[5]. Il colore di questo organo è fondamentalmente giallo biancastro. Il polline è più o meno incoerente ed è conglutinato in due masse cerose polliniche bilobe (una per ogni loculo dell'antera); queste masse sono prive di “caudicole” (filamento di aggancio all'antera). Il rostello non è sviluppato completamente per cui il viscidio non è funzionante (al momento della fioritura le ghiandole del viscidio sono efficaci, poi si asciugano rapidamente). L'ovario (glabro) è infero, allungato ed è formato da tre carpelli fusi insieme, sorretto dal peduncolo fiorale.
- Fioritura: da luglio a settembre.
Frutti
[modifica | modifica wikitesto]Il frutto è una capsula obovoide (o esagonale) a più coste. Anche le capsule, come i fiori, sono orizzontali o pendule. Nell'interno sono contenuti numerosi minutissimi semi piatti. Questi semi sono privi di endosperma e gli embrioni contenuti in essi sono poco differenziati in quanto formati da poche cellule. Queste piante vivono in stretta simbiosi con micorrize endotrofiche, questo significa che i semi possono svilupparsi solamente dopo essere infettati dalle spore di funghi micorrizici (infestazione di ife fungine). Questo meccanismo è necessario in quanto i semi da soli hanno poche sostanze di riserva per una germinazione in proprio.[6]
Biologia
[modifica | modifica wikitesto]La riproduzione di questa pianta avviene in due modi:
- per via sessuata grazie all'impollinazione degli insetti pronubi; la germinazione dei semi è tuttavia condizionata dalla presenza di funghi specifici (i semi sono privi di albume – vedi sopra).
- in modo autogamo, quando il fiore è già aperto; ma si possono fecondare anche in modo cleistogamo (a fiori chiusi).
Distribuzione e habitat
[modifica | modifica wikitesto]La specie ha un areale steno-Mediterraneo che si estende dall'Italia e dall'Austria, attraverso i Balcani sino alla Grecia e alla Turchia.[2] In Italia ha una distribuzione estremamente discontinua, essendo stata segnalata in Veneto, Toscana e Calabria (essendo una specie di recente ritrovamento, l'areale è ancora non del tutto noto).
L'habitat tipico di questa orchidea sono i boschi di faggete in zone fresche a mezza ombra su substrato acido. Sui rilievi queste piante si possono trovare da 800 fino a 1500 m s.l.m..
Tassonomia
[modifica | modifica wikitesto]Il numero cromosomico di Epipactis pontica è: 2n = 40[7].
Specie simili
[modifica | modifica wikitesto]In genere tutte le Epipactis sono abbastanza simili nella forma del fiore. Qui ricordiamo alcune specie abbastanza somiglianti a E. pontica quali:
- Epipactis autumnalis Doro - Elleborina autunnale: tutto il perigonio è fondamentalmente verde.
- Epipactis greuteri H.Baumann & Künkele - Elleborina di Greuter: i tepali sono allungati e lanceolati.
- Epipactis leptochila (Godfery) Godfery - Elleborina a labello sottile: è una specie con labello poco sviluppato; la colorazione è di un verde più deciso.
- Epipactis microphylla (Ehrh.) Swartz. - Elleborina minore: è una specie con poche e piccole foglie.
Conservazione
[modifica | modifica wikitesto]La Lista rossa IUCN classifica Epipactis pontica come specie vulnerabile.[1]
Come tutte le orchidee è una specie protetta e quindi ne è vietata la raccolta e il commercio ai sensi della Convenzione sul commercio internazionale delle specie minacciate di estinzione (CITES).[8]
Note
[modifica | modifica wikitesto]- ^ a b (EN) Rankou, H. 2011, Epipactis pontica, su IUCN Red List of Threatened Species, Versione 2020.2, IUCN, 2020. URL consultato il 7 febbraio 2021.
- ^ a b (EN) Epipactis pontica, su Plants of the World Online, Royal Botanic Gardens, Kew. URL consultato il 6 febbraio 2021.
- ^ Judd et al., p. 287.
- ^ Tavole di botanica sistematica, su dipbot.unict.it. URL consultato il 7 marzo 2010 (archiviato dall'url originale il 28 dicembre 2010).
- ^ Musmarra, p. 628.
- ^ Strasburger, vol. 2, p. 808.
- ^ GIROS, p. 253.
- ^ CITES - Commercio internazionale di animali e piante in pericolo, su esteri.it, 7 febbraio 2019. URL consultato il 7 febbraio 2021 (archiviato dall'url originale il 27 gennaio 2021).
Bibliografia
[modifica | modifica wikitesto]- Gruppo italiano per la ricerca sulle orchidee spontanee (GIROS), Orchidee d'Italia. Guida alle orchidee spontanee, Cornaredo (MI), Il Castello, 2009, ISBN 978-88-8039-891-2.
- Judd, Campbell, Kellogg, Stevens e Donoghue, Botanica sistematica - Un approccio filogenetico, Padova, Piccin Nuova Libraria, 2007, ISBN 978-88-299-1824-9.
- Alfio Musmarra, Dizionario di botanica, Bologna, Edagricole, 1996.
- Giacomo Nicolini, Enciclopedia botanica Motta. Volume secondo, Milano, Federico Motta Editore, 1960.
- Sandro Pignatti, Flora d'Italia. Volume terzo, Bologna, Edagricole, 1982, ISBN 88-506-2449-2.
- Eduard Strasburger, Trattato di botanica. Volume secondo, Roma, Antonio Delfino Editore, 2007, ISBN 88-7287-344-4.
Voci correlate
[modifica | modifica wikitesto]Altri progetti
[modifica | modifica wikitesto]- Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su Epipactis pontica
- Wikispecies contiene informazioni su Epipactis pontica
Collegamenti esterni
[modifica | modifica wikitesto]- Epipactis persica pontica IPNI Database.
- Epipactis persica pontica Royal Botanic Gardens KEW - Database.
- Epipactis persica pontica Tropicos Database.