Ducato di San Giulio | |||||
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Informazioni generali | |||||
Capoluogo | Isola di San Giulio | ||||
Dipendente da | Regno longobardo | ||||
Amministrazione | |||||
Forma amministrativa | Ducato longobardo | ||||
Evoluzione storica | |||||
Inizio | probabilmente 568 | ||||
Causa | fondazione del Regno longobardo | ||||
Fine | probabilmente 774 | ||||
Causa | invasione dei Franchi | ||||
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Il Ducato di San Giulio fu uno dei ducati istituiti dai Longobardi in Italia, con sede sull'Isola di San Giulio. Le informazioni che ci sono pervenute sulla sua fondazione e sulle sue vicende interne sono molto scarse e frammentarie.
Storia
[modifica | modifica wikitesto]Non è nota la data di fondazione del ducato, il cui territorio fu conquistato dai longobardi già al tempo di Alboino[1]; mentre il nome di un solo duca ci è stato tramandato: Mimulfo, che fu duca dell'Isola di San Giulio dal 575 circa. Il duca Mimulfo, ribellatosi poi al re Agilulfo, secondo quanto riportato nella Origo gentis Langobardorum[2], fu da questi fatto decapitare nel 591, accusato di tradimento a favore dei Franchi[3].
Nel 1688, durante gli scavi effettuati per gettare le fondamenta dell'edificio del seminario vescovile dell'isola di San Giulio, vennero alla luce i resti di una tomba, il cui sarcofago conteneva le ossa di un cadavere privo del cranio, e sulla cui lastra di chiusura era riportata la scritta, mutila: "MEYNUL[...]"[4][5]. La lastra recante il nome di Mimulfo andò perduta, mentre il piccolo sarcofago fu riutilizzato come cassetta per le elemosine all'interno della basilica di San Giulio, dove è tuttora visibile.
Un'altra testimonianza della presenza longobarda nell'area del Lago d'Orta è costituita dal recente ritrovamento, durante una campagna di scavi archeologici effettuati presso la chiesa di San Lorenzo a Gozzano, di numerose sepolture di personaggi di un certo rilievo, appartenenti al ceto dominante longobardo e risalenti al VII secolo[6], la cui presenza è probabilmente collegata alla vicinanza con la sede amministrativa del Ducato di San Giulio.
Localizzazione
[modifica | modifica wikitesto]Sui motivi della localizzazione della sede di ducato all'Isola di San Giulio, anziché a Novara - la città più vicina e sede dell'autorità ecclesiastica vescovile -, in analogia con quanto accadde per gli altri ducati dell'area piemontese (Torino e Asti), gli storici hanno a lungo discusso. Le motivazioni individuate sono due: il fatto che l'Isola di San Giulio fosse un importante centro fortificato, considerato a quei tempi quasi inespugnabile, al pari dell'Isola Comacina, sul Lago di Como (che rappresentò infatti un nodo di resistenza all'avanzata longobarda nella penisola[7]); l'anomala, e non ancora chiarita, marginalità della città di Novara rispetto agli ordinamenti circoscrizionali del territorio, che la portò anche nella successiva epoca carolingia a non ospitare la sede di comitato, ubicata invece nel forte castello di Pombia[8].
Note
[modifica | modifica wikitesto]- ^ Paolo Diacono, Liber II, 15.
- ^ G. Waitz (a cura di), Origo gentis Langobardorum, in Scriptores rerum Langobardicarum et italicarum (saec. VI-IX), collana Monumenta Germaniae Historica, Hannover, 1878, p. 6. URL consultato il 1º settembre 2023. Ospitato su dMGH.
- ^ Paolo Diacono, Liber IV, 3.
- ^ Cotta.
- ^ Fara, p. 102.
- ^ Pantò, Pejrani, p. 48, nota 96.
- ^ Paolo Diacono, Liber III, 27.
- ^ Sergi, pp. 357-366.
Bibliografia
[modifica | modifica wikitesto]- Lazzaro Agostino Cotta, Corografia o descrittione della Riviera di S. Giulio contado della sede vescovale di Novara. Tumultuario tratenimento di Lazaro Agostino Cotta d'Ameno. In quattro libri, Milano, Ghisolfi, 1688. (edizione anastatica a cura di C. Carena, Milano 1980)
- Angelo Fara, La Riviera di San Giulio, Orta e Gozzano. Trattenimento Storico, Novara, Merati, 1861. URL consultato il 17 ottobre 2024. Ospitato su Wikisource.
- Paolo Diacono, Historia Langobardorum (Storia dei Longobardi), Milano, Fondazione Lorenzo Valla - Mondadori, 1992. URL consultato il 17 ottobre 2024. Ospitato su Wikisource.
- Giuseppe Sergi, I confini del potere. Marche e signorie fra due regni medievali, Torino, Einaudi, 1995, ISBN 88-061-3058-7.
- Gabriella Pantò e Luisella Pejrani Baricco, Chiese nelle campagne del Piemonte in età tardolongobarda, a cura di Gian Pietro Brogiolo, Le chiese tra VII e VIII secolo in Italia settentrionale (8° Seminario sul Tardoantico e l'Altomedioevo in Italia centrosettentrionale, Garda 8-10 aprile 2000), Mantova, 2001, pp. 17-54, ISBN 88-871-1526-5.