Ducato di Brescia | |||||
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Informazioni generali | |||||
Capoluogo | Brescia | ||||
Dipendente da | Regno longobardo | ||||
Suddiviso in | Fare | ||||
Evoluzione storica | |||||
Inizio | Invasione longobarda dell'Italia Settentrionale | ||||
Causa | Venuta di re Alboino in Italia | ||||
Fine | 774 con Adelchi | ||||
Causa | Conquista del Regno longobardo da parte di Carlo Magno | ||||
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Il ducato di Brescia fu uno dei ducati istituiti dai Longobardi in Italia. L'occupazione di Brescia avvenne durante la prima fase dell'invasione longobarda dell'Italia settentrionale, tra il 568 e il 569; Brixia fu una delle città dove la presenza longobarda fu maggiore e che ricoprì un ruolo di primaria importanza nella storia del regno longobardo, esprimendo anche personalità come re Rotari e re Desiderio.
Storia
[modifica | modifica wikitesto]Il VI secolo
[modifica | modifica wikitesto]Il primo duca longobardo di Brescia fu Alachis I,[1] morto attorno al 583. Poche le notizie tramandate sulla sua figura: Giacomo Malvezzi[2] sostiene che aveva fatto restaurare le mura romane e che gli era stata attribuita la costruzione della curia Ducis su preesistenti edifici romani.[3] Fu un uomo saggio (vir prudens), col merito d'essersi impegnato per la pace e per il benessere della città; morì di "morte cristiana".[4]
Il VII secolo
[modifica | modifica wikitesto]Alla morte senza eredi del re Arioaldo nel 636, i duchi elessero il duca di Brescia Rotari. Nato nel 606, figlio di Nandinig della fara degli Arodingi, come diciassettesimo re dei Longobardi in Italia Rotari è descritto da Paolo Diacono come «uomo di grande forza e seguì il sentiero della giustizia, ma non tenne la retta via nella fede cristiana e si macchiò della perfidia dell'eresia ariana».[5] Sposò Gundeperga, la vedova del suo predecessore, e alla sua morte diventò duca di Brescia e re dei Longobardi il figlio Rodoaldo, che morì sei mesi dopo.
Nel 680 divenne duca Alachis II, il duca di Trento sostenuto da due nobili longobardi bresciani, Aldo e Grauso. Alachis, a capo della fronda ariana e tradizionalista dell'Austria (le regioni orientali della Langobardia Maior, tentò più volte di usurpare il trono di Pavia, prima di essere definitivamente sconfitto e ucciso nel 689 da Cuniperto nella battaglia di Coronate, combattuta nella piana tra Trezzo e Cornate d'Adda, lungo il fiume che segnava il confine tra Austria e Neustria.
L'VIII secolo
[modifica | modifica wikitesto]Anche l'ultimo re dei longobardi fu bresciano, anche se non di nascita. Si chiamava Desiderio: nobile della Tuscia, sposò Ansa, figlia di Verissimo, un nobile bresciano di origine latina. Ebbero almeno sei figli: Adelchi, associato al trono nel 759; Gerberga, moglie di Carlomanno (erede di Pipino il Breve e fratello di Carlo Magno); Desiderata, conosciuta come Ermengarda poiché Alessandro Manzoni, non conoscendone il nome, le appose nella sua tragedia Adelchi quello della figlia di Ludovico II; Anselperga, badessa di San Salvatore in Brescia; Adelperga, moglie del duca di Benevento Arechi II e allieva di Paolo Diacono (così come probabilmente anche i fratelli); e Liutperga, andata in sposa a Tassilone III di Baviera. Desiderio fondò nel bresciano numerosi importanti monasteri, quali quello di San Salvatore (ora Santa Giulia) a Brescia, la Badia leonense a Leno e un altro a Sirmione.
Con la calata dei Franchi, nel 774, il ducato cessa di esistere e diventa contea, denominata come "Brixiae comes", del Sacro Romano Impero di Carlo Magno.
Note
[modifica | modifica wikitesto]- ^ Paolo Diacono, Historia Langobardorum, II, 32.
- ^ Gabriele Archetti, MALVEZZI, Giacomo, in Dizionario biografico degli italiani, vol. 68, Roma, Istituto dell'Enciclopedia Italiana, 2007.
- ^ Malvezzi, coll. 824-825.
- ^ Panazza, p. 23.
- ^ Paolo Diacono, Historia Langobardorum, IV, 42.
Bibliografia
[modifica | modifica wikitesto]Fonti primarie
[modifica | modifica wikitesto]Fonti secondarie
[modifica | modifica wikitesto]- Jörg Jarnut, Storia dei Longobardi, traduzione di Paola Guglielmotti, Torino, Einaudi, 1995 [1982], ISBN 88-06-13658-5.
- Jacobus Malvecius, Chronicon Brixianum ab origine urbis ad annum usque MCCCXXXII, a cura di Ludovico Antonio Muratori, in Rerum Italicarum scriptores, vol. 14, Mediolani, ex typographia Societatis Palatinae, 1729, coll. 777-1004.
- Giacomo Malvezzi, Le cronache medievali, a cura di Gabriele Archetti, traduzione di Irma Bonini Valetti, Roma, Studium, 2016, ISBN 978-88-382-4439-1.
- Gaetano Panazza, Brescia e il suo territorio da Teodorico a Carlo Magno secondo gli studi fino al 1978 (PDF), in Gaetano Panazza e Gian Pietro Brogiolo, Ricerche su Brescia altomedioevale, Brescia, Ateneo di Brescia, 1988, pp. 7-35, ISBN non esistente.
- Claudio Azzara, L'insediamento dei Longobardi in Italia: aspetti e problemi, in Angelo Baronio (a cura di), San Benedetto 'ad Leones': un monastero benedettino in terra longobarda, Brixia Sacra, Brescia, Associazione per la storia della Chiesa bresciana, 2006, pp. 23-36, SBN USM1609772.
Voci correlate
[modifica | modifica wikitesto]Altri progetti
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