Tempo di ritorno
[modifica wikitesto]Non è rischioso inserire certi articoli, multidisciplinari, in una (sola) categoria di stub? Ben venga se i matematici hanno voglia di scrivere qualcosa sul tempo di ritorno, ma mi sembra più argomento da geologia (per il quale non esiste una categoria di stub, perchè gli articoli sono pochi IMHO) o scienze ambientali/naturali! Confesso la mia ignoranza comunque, il mio solo timore è che passi inosservato se posto in una categoria scorretta. ciao furins 15:09, Mag 4, 2005 (CEST)
P.S.: Ho notato che parecchi stub (geologici) di mia conoscenza sono stati categorizzati tra ieri e oggi ora come chimica, ora come fisica, ora come matematica... state facendo le pulizie di primavera? :D in tal caso non sarebbe opportuno creare anche uno stub scienze della terra?
- Per carità! Niente a spartire con i geofisici ;-D! a parte gli scherzi, piuttosto "geologia". La geofisica è troppo settoriale e non cura ad esempio la paleontologia o la geochimica. avevo proposto sc.della terra solo perchè era più preciso ma mi rendo conto che è pesantissimo da scrivere! Posso creare il template? davvero? ^__^ Furins 15:30, Mag 4, 2005 (CEST)
Cornuto/a
[modifica wikitesto]Sapevo di poter contare su di te! ;-)))
Grazie dell'informazione. Tra l'altro questo supporta la mia tesi che si possa parlare di cose volgari senza essere volgari. --Berto 11:46, Apr 26, 2005 (CEST)
- Non conoscevo l'articolo in questione (sai su che rivista è stato pubblicato?) ma nell'ultimo anno (forse due) c'è stato un certo proliferare di articoli iper-specialistici che cercano di risolvere il problema della definizione di "tempo". Pochi mesi fa ne avevo visto uno che cercava di spiegare il fatto che il tempo e lo spazio appaiano ben diversi (mentre le teorie relativistiche li mettono sullo stesso piano) tramite un meccanismo di rottura spontanea della simmetria. Purtroppo tutti questi articoli sono essenzialmente dei trattati di matematica avanzata (molto avanzata) ed io non sono in grado di seguire le prove e le dimostrazioni presentate. Quello che penso è che è un bene che ci sia un interesse per queste problematiche e che, sperabilmente, fra qualche tempo si avranno delle teorie predittive che possano essere messe a confronto con le prove sperimentali. --Berto 13:17, Apr 26, 2005 (CEST)
- L'articolo che dicevo io è: [1]. N.b. Non mi chiedere perché ma molti hanno problemi ad aprire le pagine dell'americal physical society. Se quiesto fosse il caso anche per te posso provare a cercare un'altra fonte.--Berto 15:21, Apr 26, 2005 (CEST)
- In teoria almeno gli abstract si dovrebbero vedere lo stesso. A proposito: lo sai che mi hanno pubblicato? [2] (mi dispiace ma non conosco bene arxiv e quindi non so se è possibile trovarlo anche lì ;-))--Berto 18:07, Apr 26, 2005 (CEST)
- Sorry. Di pnicogeni non so assolutamente nulla (anche perché credo abbiano un interesse prettamente chimico più che fisico). D'altra parte sono piuttosto ferrato sia sui fenomeni di duplicazione di frequenza (ed altri fenomini di ottica non lineare) che sui transistor ottici (specialmente sui cristalli fotonici). C'era qualcosa in particolare che ti interessava?--Berto 09:56, Apr 27, 2005 (CEST)
- L'attuale tecnologia di punta nella realizzazione di cristalli fotonici 3D si basa unicamente sull'uso di silice e silicio, che non rientrano nella categoria elementi più rari sulla faccia della terra ;-). Tra l'altro non vedo come i pnicogeni da soli possano portare alla realizzazione di un transistor ottico (quest'ultima affermazione è unicamente dovuta alla mia ignoranza riguardo agli pnicogeni)--Berto 10:14, Apr 27, 2005 (CEST)
- L'articolo che dicevo io è: [1]. N.b. Non mi chiedere perché ma molti hanno problemi ad aprire le pagine dell'americal physical society. Se quiesto fosse il caso anche per te posso provare a cercare un'altra fonte.--Berto 15:21, Apr 26, 2005 (CEST)
Un tal Florescu esiste e, dato che lavora con S. John (grosso nome nel campo), è anche probabile che lavori sui transistor ottici. Tuttavia non trovo traccia dell'articolo da te citato.--Berto 10:49, Apr 27, 2005 (CEST)
Ho letto l'articolo. Direi che ha l'enorme difetto di essere un articolo puramente teorico. Questo forse potrebbe non essere un gran difetto se non fosse che il signor S. John[3] ha pubblicato (insieme ad una gran mole di ottimo materiale) decine di articoli del genere dove vengono mostrati calcoli fatti su sistemi che nessuno è mai riuscito neanche solo a pensare a come realizzare nel mondo reale. In particolare questo articolo dà per scontata l'esistenze dei PBG (Photonic Band-Gap, ovveri i cristalli fotonici) in 3 dimensioni, cosa che, ad oggi, nessuno è mai riuscito a dimostrare (te lo assicuro, un paio di ragazzi al tavolo accanto al mio ci lavorano come pazzi da anni). Il giorno che qualcuno riuscirà a realizzare un sistema del genere allora tutte le speculazioni di questo articolo diventeranno molto interessanti. Tra l'altro non ho trovato accenni agli pnicogeni, mi sembra che parli in maniera molto generale di mezzi attivi ed ogni tanto accenni ai quantum-dot. Mi sbaglio? --Berto 14:49, Apr 27, 2005 (CEST)
In bocca al lupo! A proposito, se ti capitasse di scoprire che nei prossimi anni tutti i ricercatori nell'ambito della nanofotonica e dei processori ottici diventeranno miliardari avvisami, sarà una gradita sorpresa ;-). Comunque direi che prima di arrivare ad avere un vero e proprio processore ottico ci vorrà ancora un sacco di tempo ed una serie di coincidenze ragguardevoli (per i comp. quantistici poi non ne parliamo). Ma, dopotutto, chissà... --Berto 17:18, Apr 27, 2005 (CEST)
Chiedo scusa se forse ti è sembrata polemica la mi nota di inserimento, ma non era assolutamente intenzione. Anzi, rileggendo il testo com'era ho ben compreso la motivazione della rimozione e per questo ho desciso di sviluppare in modo chiaro il concetto. Ciao --Guam>@ 15:42, Lug 18, 2005 (CEST)
About general relativity
[modifica wikitesto]Cleon Teunissen wrote on: Guam's talk page
Just to be on the safe side I would like to confirm that I am convinced that the general theory of relativity as it is currently applied in physics and technology is valid. GPS-technology is pushing towards ever higher resolution, and more and more relativistic effects need to be taken into account. The equations of the general theory of relativity are holding up under this severe scrutiny, confirming that general relativity as a theory is rock-solid. I make sure that everything I write is in line with the logic of the general theory of relativity.
Cleon Teunissen
BW Insultami responded on Guam's talk page
What do you mean with Manifestation of inertia? if you had said momentum or angular momentum, I could have agreed. I try to explain:
- Imagine you are inside a rotating sphere. You experience the acceleration due to the rotation only, until you don't make any movement. This, for the general relativity, is equivalent to a gravitational field, which is undistiguishable from an acceleration.
- Now you start moving. You experience another effect, as you said, the Coriolis one. This is due to the acceleration needed to start moving, because you have to fight with the momentum of the sphere, which is also yours.
Relativistic speaking, this is undistinguishable from other accelerations, because the energy density varies when you start moving: you have to use energy to move, don't you? Just for the sake of discussion, the difference between Einstein's and Mach's theories is that according Mach, centrifugal and Coriolis force are "real", according Einstein all forces are due to local modifications of gνμ, the metric tensor. --BW Insultami 14:27, Lug 22, 2005 (CEST)
- Hi Blakwolf,
I just noticed this comment on Guam's talk page. I will respond to you as soon as I have the time for it. Cleon Teunissen
Onde su onde e particelle su particelle
[modifica wikitesto]Ciao Blakwolf, se te ne intendi davvero di fisica quantistica mi fai un favore, vai nella sezione "discussione" di fisica quantistica e spighi a Berto che la frase "La materia comunque all'atto dell'osservazione si mostra sempre o come particella o come un onda e non è mai possibile osservare contemporaneamente queste due proprietà." da me introdotta nell'articolo è esatta che non ne posso più di spiegare l'ovvio!!! Grazie!!! (Utente:Cignox1 in anonimo)
Relatività e Aristotele
[modifica wikitesto]Ciao. Ho "censurato" quanto attribuivi ad Aristotele (l'"erronea" convinzione che la forza fosse proporzionale alla velocità) perchè sebbene a quanto mi risulta egli avesse espresso qualcosa di simile, la forza, come l'intendeva lui, non ha nulla a che vedere con la forza come l'intende Newton. Voglio dire, quest'ultima è un'entità che ha delle caratteristiche ben precise (ad esempio ha carattere vettoriale) che sicuramente Aristotele non conosceva. Peraltro storicamente anche all'epoca di Newton c'e' stata ben poca chiarezza su cosa fosse la forza, tanto che si chiamava forza l'energia (vedi il teorema delle "forze vive") e persino la quantità di moto... la nomenclatura "definitiva" e la chiarezza concettuale sono molto recenti. Cio' che c'e' in comune tra la forza di Newton e quella di Aristotele è, a mio avviso, solo la parola, anzi, nemmeno quella, dal momento che Newton scriveva in latino e Aristotele in greco... Quindi credo sia ingiusto dire che Aristotele sbagliava dicendo che la forza era proporzionale alla velocità: chissà quale concetto aveva in mente... Progettualita 22:04, Lug 29, 2005 (CEST)
- In Aristotele la forza ha il chiaro senso di causa. Nella concezione, che poi è quella della fisica antica, ogni moto ha una causa: per ogni corpo mosso, c'è un primo motore. Se la causa è dovuta alla natura del corpo il moto è naturale; se è esterna la chiama forza a contatto. Riguardo la lingua, usano vim tutti e due, in qunato di aristotele in greco ci restano pochi frammenti. Passiamo avanti: Galilei nega la forza, perché non vuole sconfinare nella metafisica delle cause, cosa che l'avrebbe trascinato sul terreno di Artistotele, facendogli abbandonare l'evidenza sperimentale. E infatti Galilei giunge a parla di "fantasie" a proposito della ipotesi che ci siano delle forze. In Newton la forza è posta a fondamento della meccanica e più in generale di tutta la fisica. Il suo secondo principio stabilisce una relazione tra accelerazione, massa e forza. Bada però, che per lui il concetto di massa è mal definito (e la massa è stata definita in maniera semi-definitiva da Einstein, manca però la dimostrazine di unguaglianza tra massa ponderale e inerziale, che è presa come assioma) mentre la forza non è affatto definita, tanto che l'enunciato del secondo principio addirittura parla non di forza, ma di impulso o spinta che è uguagliato alla semplice variazione della quantità di moto, non alla sua derivata. Dunque corrisponde al significato di forza-spinta. È chiaro che Newton è tornato al concetto di aristotele, di forza come causa, cioè ha sconfinato nella metafisica, così come d'altronde fa manifestamente con i concetti di spazio assoluto e tempo assoluto.
Tanto che egli ritiene che di forza-causa in realtà ce ne sia una sola, quella dell'intervento di Dio nel mondo, la forza gravitazionale, dichiarata perciò forza universale. Ciò ostacolerà la nascita della chimica di circa un secolo poiché la forza elettromagnetica dà un legame tra atomi ed è più forte di quella gravitazionale.
Nel suo famoso scolio si difende dicendo "hypotheses non fingo", tuttavia la sua meccanica è legata ad una concezione metafisica. Le cose vengono più o meno messe a posto da D'alembert e Carnot, ma con la relatività ristretta il concetto di forza passa in secondo piano: non è un invariante e quindi non ha un ruolo fondazionale. Nella meccanica quantistica viene sostituito da quello di potenziale.
Riferimenti:
- D. Jammer, "Il concetto di forza" Feltrinelli, Milano, 1971
- M. Hesse, "Forze e Campi", Feltrinelli, Milano, 1974
--BW Insultami 07:46, Ago 1, 2005 (CEST)
- Ok, usano la stessa parola :-) Ma è lo stesso concetto? A me non è chiaro. Credo che andrebbe spiegato che l'evoluzione del concetto è stata molto sofferta... magari evitando affermazioni perentorie del tipo "X sbagliava sostenendo che...". Alla fine tutto questo discorso non è molto essenziale nell'economia della pagina, in ogni caso. Provo a pensarci un poco, poi magari scrivo qual cos'altro... Ciao e buon lavoro Progettualita 23:36, Ago 1, 2005 (CEST)
- Forse mi ripeto, ma la risposta è si :) Sia Aristotele che Newton intendevano la forza come causa del moto. La differenza è che nel frattempo Galileo aveva mostrato come, finita l'applicazione della forza, il moto continua finchè non se ne applichino altre ceh lo fermino , come nei famosi esperimenti dei piani inclinati. Se la tua biblioteca di facoltà li ha, dai uno sguardo a uno dei due libri. Se non nella pagina della relatività, starebbero bene in quella di forza. Salumi e vasi. --BW Insultami 07:44, Ago 2, 2005 (CEST)
Ok, allora siamo in disaccordo sulla questione. Volendo seguire Jammer possiamo supporre che Aristotele come Newton intendesse la forza come causa. Ma mi permetto di dire che sicuramente non la intendeva come:
- una quantità vettoriale (e anche in Newton mi pare che le cose non siano così chiare)
- una funzione (che si può integrare, derivare, e simili)
nè poteva pensarla come un concetto distinto da quello di quantità di moto, da quello di energia, eccetera. Questo mi sembra sufficiente per asserire che il concetto di forza secondo
Aristotele è diverso da quello secondo Newton e aggiungerei da quello contemporaneo.
Mettiamola così: se un camionista dicesse "più il motore è forte più il camion va veloce" nessuno oserebbe dirgli (specie se è grosso:-)) che sta sbagliando. Semplicemente si esprime con un linguaggio diverso da quello della fisica attuale. Non vedo perchè trattare il camionista diversamente da Aristotele :-).
Ciao
PS: il libro di Jammer in biblioteca da me c'è di sicuro, due anni fa volevo prenderlo, ma ho letto invece quello sul concetto di spazio. Interessantissimo, credo troppo per i fisici, infatti stava nella biblioteca di filosofia :-)!! Progettualita 22:44, Ago 2, 2005 (CEST)
- Non importa come la penso io o come la pensi tu, su un'endiclopedia. Possiamo pero riportare che, secondo Jammer, è così, se mi citi qualcun altro, come è sicuramente possibile, che la pensa come te, siamo a posto, li mettiamo entrambi. Ah, cercando argomenti a riguardo ho trovato un tizio dell'università di Napoli che ha copiato pari pari il libro sulla sua pagina web:
http://ulisse.sissa.it/SingleQuestionAnswerProfile.jsp?questionCod=62783559
- D'accordo... un autore, di cui purtroppo non ho il libro sotto mano, ma il cui pensiero ho parafrasato parlando del camionista, potrebbe essere Feyerabend che in "Contro il metodo" parla diffusamente del problema dell'incommensurabilità. A suo (e in questo caso a mio) avviso i confronti tra teorie non sono così semplici come potrebbero sembrare.
- Inoltre mi sembra che Jammer affermi che Newton è tornato al concetto di aristotele per quanto concerne il vedere la forza come causa, non tout court. Quindi (credo) non sottoscriverebbe la tesi dell'assoluta identità dei concetti.
- Che altro dire? Salumi e vasi ;-)
Progettualita 23:29, Ago 3, 2005 (CEST)
Bozza
[modifica wikitesto]In Aristotele la forza ha il chiaro senso di causa necessaria. Il concetto fondamentale della fisica antica è che ogni moto ha una causa: per ogni corpo mosso, c'è un primo motore. Se la causa è dovuta alla natura del corpo, allora il moto è naturale; se è esterna viene detta forza a contatto. Galilei nega invece la forza come causa necessaria, perché non vuole sconfinare nella metafisica delle cause, cosa che l'avrebbe trascinato sullo stesso terreno di Artistotele, facendogli abbandonare l'evidenza sperimentale. E infatti Galilei giunge a parlare di "fantasie" a proposito della ipotesi che ci siano delle forze. In Newton la forza è posta a fondamento della meccanica e più in generale di tutta la fisica. Il suo secondo principio stabilisce una relazione tra accelerazione, massa e forza. Tuttavia in Newton il concetto di massa è mal definito, come in effetti resta tutt'ora: Albert Einstein ha posto come assioma l'identità tra massa gravitazionale e massa inerziale, nessuno sa però dimostrare sperimentale l'origine della massa delle particelle, e manca si vorrebe che l'assioma di uguaglianza tar massa ponderale e inerziale venisse invece ricavato dai principi della fisica.Tornato a Newton, la forza, al contrario di quanto possa sembrare non è affatto definita, tanto che l'enunciato originale del secondo principio addirittura non parla di forza, ma di impulso o spinta, il quale si pone uguale alla semplice variazione della quantità di moto, e non alla sua derivata. L'impulso dunque corrisponde al significato di forza come spinta. È chiaro che Newton è tornato, in parte, al concetto di Aristotele di forza come causa "necessaria", sconfinando nella metafisica, così come d'altronde fa manifestamente con i concetti di spazio assoluto e tempo assoluto. In effetti Newton ritiene che di forza-causa in realtà ce ne sia una sola, quella dell'intervento di Dio nel mondo, ossia la forza gravitazionale, elevata da lui al rango di forza universale. La posizione dominante di Newton, come quella di Aristotele nel Medioevo per la fisica, ostacolerà la nascita della chimica di circa un secolo in quanto la forza elettromagnetica, che legame gli atomi tra loro, è più forte di quella gravitazionale, ma non veniva riconosciuta come universale.
Anche se Newton, nel famoso scolio dichiara lapidariamente "hypotheses non fingo", la sua meccanica è comunque legata ad una concezione metafisica sia della forza, che dello spazio e del tempo: tanto che Immanuel Kant metterà in luce queste debolezze nelle sue antinomie. Il concetto di forza viene sistemato e definito meglio da D'alembert e Carnot, ma è solo con la relatività ristretta che tale concetto esce dalla metafisica, passando però in secondo piano: non è infatti non è un invariante, e non può dunque avere un ruolo fondazionale nella fisica. Anche nella meccanica quantistica , al concetto di forza si sostituisce quello di potenziale, che per ironia della sorte, trova la sua prima espressione storica nella coppia atto-potenza di Aristotele, chiudendo così il cerchio.
Tuttavia Feyerabend, in "Contro il metodo", parla diffusamente del problema dell'incommensurabilità. A suo avviso i confronti tra teorie non sono così semplici come potrebbero sembrare. Anche se Jammer afferma che Newton è tornato al concetto di Aristotele per quanto concerne il vedere la forza come causa, non si può sostenere la tesi dell'assoluta identità dei concetti. Infatti l'implicazione della "causalità" è molto differente tra i due: Aristotele sosteneva che, essendo la causa del moto, cessata l'azione della forza, necessariamente cessava anche il moto. In Newton, passando al concetto di impulso, l'effetto "necessario" della forza è un'accelerazione, la quale causa il moto, ma non necessariamente: cessata la forza, cessa l'accelerazione e il moto diventa a velocità costante.
Riferimenti:
- D. Jammer, "Il concetto di forza" Feltrinelli, Milano, 1971
- M. Hesse, "Forze e Campi", Feltrinelli, Milano, 1974
- Feyerabend, "contro il metodo"
Primo pezzo compiti a casa
[modifica wikitesto]Aggiungerei questo cappello, così è chiaro fino da subito a chi facciamo riferimento:
Gli studiosi che si occupano dell'evoluzione storica delle idee fisiche, e d'ora in poi faremo particolarmente riferimento a Max Jammer, ritengono di poter rintracciare le origini del concetto di forza negli scritti di Aristotele.
- In Aristotele la forza ha il chiaro senso di causa necessaria. Il concetto fondamentale della fisica antica di tradizione aristotelica è che ogni moto ha una causa: per ogni corpo mosso, c'è un primo motore.
- In Aristotele la forza ha il chiaro senso di causa necessaria. Il concetto fondamentale della fisica antica di tradizione aristotelica è che ogni moto ha una causa: per ogni corpo mosso, c'è un primo motore.
Qui mi va bene (+modifichina) anche se non mi è chiaro cosa si intenda con "per ogni corpo mosso, c'è un primo motore": si vuol dire che risalendo la catena delle cause e degli effetti si deve raggiungere una causa prima, appunto l'aristotelico primo motore che fu poi identificato con Dio?
- Esatto, il motore è quello che muove. Il primo motore sta "prima" di ogni corpo, ossia la sua esistenza è antecedente ad ogni moto ed è la causa prima.
- Ok, allora scriverei
- In Aristotele la forza ha il chiaro senso di causa necessaria. Il concetto fondamentale della fisica antica di tradizione aristotelica è che ogni moto ha una causa: per ogni corpo mosso, c'è una causa esterna al corpo e, risalendo la catena delle cause, un primo motore.
- In Aristotele la forza ha il chiaro senso di causa necessaria. Il concetto fondamentale della fisica antica di tradizione aristotelica è che ogni moto ha una causa: per ogni corpo mosso, c'è una causa esterna al corpo e, risalendo la catena delle cause, un primo motore.
- Ok, allora scriverei
- Se la causa è dovuta alla natura del corpo, allora il moto è naturale; se è esterna viene detta forza a contatto.
- Se la causa è dovuta alla natura del corpo, allora il moto è naturale; se è esterna viene detta forza a contatto.
Domanda: questa nomenclatura è presente nei testi aristotelici? Io mi ricordo una distinzione tra moti naturali e moti violenti, il cui esempio classico è quello della pietra lanciata verso l'alto (moto violento) che ricade (moto naturale).
In particolare sull'Abbagnano Fornero, "Protagonisti e testi della filosofia, volume 1" ed. Paravia leggo: "Per spiegare il movimento di questi elementi, Aristotele stabilisce la teoria dei luoghi naturali. Ognuno di questi elementi ha un suo luogo naturale. Se una parte di essi viene allontanata dal suo luogo naturale (il che non può avvenire che con un moto violento, cioè contrario alla situazione naturale dell'elemento) essa tende a ritornarvi con un moto naturale." Gli elementi di cui sta parlando sono naturalmente Terra, Acqua, Aria e Fuoco.
- Si, la causa del moto violento, per aristotele, è la forza a contatto. Non credo abbia mai parlato di forze non a contatto.
- Ok, allora scriverei
- Se la causa è dovuta alla natura del corpo, allora il moto è naturale; se è esterna il moto è violento. La forza, in Aristotele, ha sempre le caratteristiche di una forza a contatto, come possiamo inferire della dottrina per cui il vuoto in natura non esiste e quindi i corpi sono sempre a contatto con altri corpi.
- Se la causa è dovuta alla natura del corpo, allora il moto è naturale; se è esterna il moto è violento. La forza, in Aristotele, ha sempre le caratteristiche di una forza a contatto, come possiamo inferire della dottrina per cui il vuoto in natura non esiste e quindi i corpi sono sempre a contatto con altri corpi.
- Ok, allora scriverei
- Ma non ci metterei la mano sul fuoco...
- Più o meno: il fatto che i sassi cadano è spiegato tramite il fatto che la "terra" di cui sono fatti tende a mettersi sotto l'"aria" perchè più pesante, e per l'horror vacui l'aria sotto si sposta sopra.
- Galilei nega invece la forza come causa necessaria, perché non vuole sconfinare nella metafisica delle cause, cosa che l'avrebbe trascinato sullo stesso terreno di Artistotele, facendogli abbandonare l'evidenza sperimentale. E infatti Galilei giunge a parlare di "fantasie" a proposito della ipotesi che ci siano delle forze.
- Galilei nega invece la forza come causa necessaria, perché non vuole sconfinare nella metafisica delle cause, cosa che l'avrebbe trascinato sullo stesso terreno di Artistotele, facendogli abbandonare l'evidenza sperimentale. E infatti Galilei giunge a parlare di "fantasie" a proposito della ipotesi che ci siano delle forze.
Ok. Forse il salto direttamente a Galilei suona brusco: ci sono di mezzo varie teorie dell'impetus di Buridano, Benedetti, Tartaglia. Sarebbe anche bello ripescare qualche testo di Galilei, che qui a casa non ho sotto mano.
- Di galileo trovi tutto su liber liber. Idem per gli altri.
- Grazie! E' meraviglioso. Ho scaricato il Sidereus Nuncius e il Dialogo sopra i due massimi sitemi del mondo. Leggerò.
- In Newton la forza è posta a fondamento della meccanica e più in generale di tutta la fisica. Il suo secondo principio stabilisce una relazione tra accelerazione, massa e forza. Tuttavia in Newton (si vedano in particolare i Principia) il concetto di massa è mal definito. Esso è destinato a rimanere mal definito a lungo, al punto che ancora oggi in molti corsi e testi di livello universitario si trovano affermazioni logicamente inconsistenti che ricalcano i ragionamenti newtoniani. Un tentativo di fare chiarezza sulle definizioni di massa e di forza, separando la prima dal concetto metafisico di "quantità di materia", è rappresentato dall'opera di Ernst Mach. Si veda in proposito "La meccanica nel suo sviluppo storico critico", in cui egli fornisce una definizione operativa del concetto di massa facendo uso solo di grandezze cinematiche (l'accelerazione).
Ecco, io questo pezzo lo modificherei così. Per quanto riguarda i fondamenti della meccanica è sicuramente importante anche la sua impostazione analitica (lagrangiana e hamiltoniana), sulla cui storia però non sono assolutamente ferrato. Ignoro anche quale sia stato il contributo di D'Alembert e di Carnot, di cui parli dopo ma che secondo me andrebbe citato qui, assieme a quello di Mach. Progettualita 00:17, Ago 8, 2005 (CEST)
- Lo dice la parola stessa, che langrangia si deve a lagrange, e hamiltoniana a hamilton (oddio, non proprio a lui, ma sono comunque posteriori).
- Già, ma più di questo non so... so che c'era un dibattito molto carino sul presunto finalismo del principio di minima azione.
- Si, tra l'altro anche Feynman ha scritto parecchio al riguardo: soprattutto sulla scrittura tramite integrale delle equazioni, che presume la conoscenza dell'intero percorso. Il tutto fa ancor più scalpore nella MQ, dove il tempo può essere letto nei due versi... --BW Insultami 08:46, Ago 29, 2005 (CEST)
- Già, ma più di questo non so... so che c'era un dibattito molto carino sul presunto finalismo del principio di minima azione.
- Newton usava il metodo delle flussioni: . Carnot e D'alembert definirono la forza in termini moderni, ossia in termini di integrali e differenziali, concettualmente differenti dalle flussioni (che usano invece gli infinitesimi).
- Se citiamo Mach, ci vuole anche Einstein,
- Non necessariamente, almeno non subito. Molte critiche machiane al concetto di massa sono abbastanza scorrelate da quello che succederà di lì a poco con la relatività.
- secondo cui tutte le forze meccaniche e gravitazionali sono virtuali e dovute alla geometria dello spaziotempo. Inoltre per la MQ, anche le forze non a contatto sono mediate da particelle, divenendo quindi di nuovo a contatto (l'energia si trasmette tramite i fotoni, i gluoni e i bosoni vettori).
Figo, eh :-)? Ma poi cosa significa forza a contatto, a questo punto? E prima?
- Se vogliamo andare oltre, potremmo parlare del concetto di potenziale in MQ, e delle "forze" dovute all'energia del vuoto (costante cosmologica, quintessenza ed effetto Casimir). Bau. --BW Insultami 08:59, Ago 8, 2005 (CEST)
Secondo pezzo!!
[modifica wikitesto]Scusa se vado così lento... ma sto preparando un paio di esami.
Cmq presto torno a darmi da fare.
Buon lavoro. Progettualita 00:56, Set 15, 2005 (CEST)
Eccomi qui!
Ho dato tutti gli esami che si potevano umanamente dare e sono di ritorno :-)
Ho preso l'ultimo paragrafo di quello che avevi scritto, l'ho integrato e gli ho dato una forma che mi risulta piacevole. Dimmi che ne pensi, lo metto qui di seguito.
Il presunto errore di Aristotele
[modifica wikitesto]L'epistemologo contemporaneo, conoscendo l'opera di Feyerabend che in "Contro il metodo" tratta diffusamente il problema dell'incommensurabilità tra teorie scientifiche, riconoscerà che in linea di principio i concetti che appartengono ad un determinato ambito teorico, ad esempio la Fisica di Aristotele, non possono essere acriticamente assimilati ad altri concetti, appartenenti a teorie successive.
E' quindi opportuno usare la massima cautela nel confrontare i concetti provenienti da autori e da epoche diverse, come la forza cui fa riferimento Aristotele e quella invece di cui si occupano le opere di Newton o ancora quella che fa parte della meccanica classica nella forma in cui è oggi disponibile, benchè esse abbiano dei tratti comuni, come peraltro riconosciuto
dagli studiosi. Ad esempio Max Jammer, citato in precedenza, afferma che Newton è tornato al concetto di Aristotele per quanto concerne il considerare la forza come causa; tuttavia la natura del rapporto causale è molto differente tra i due: Aristotele sosteneva che, essendo la forza la causa del moto, cessata la sua azione, necessariamente cessava anche il moto. In Newton, che introduce il concetto di impulso (peraltro preconizzato da Buridano), l'effetto "necessario" della forza è un'accelerazione, la quale causa il moto, ma non necessariamente: cessata la forza, cessa l'accelerazione e il moto diventa a velocità costante.
In quest'ottica dunque il presunto errore di Aristotele, che non avrebbe riconosciuto la proporzionalità tra forza ed accelerazione, è piuttosto da ascriversi alle differenze concettuali che necessariamente esistevano tra l'impianto teorico newtoniano e quello proprio della scienza antica.
Progettualita 17:00, 20 nov 2005 (CET)
Domandina sulla MQ
[modifica wikitesto]Ciao! Ma che è successo alla tua pagina di discussione, è sempre stata così??? :)
Volevo dirti che ho risposto alla domandina del nostro amico (copiaincollando il tuo intervento sopra) solo per cercare di calmare un po' la vis polemica, visto che io per lui ero una voce nuova e -almeno parzialmente/apparentemente- gli do ragione. Al di là del merito della questione, a me le frasi del tipo "questo non è MAI possibile e succede SEMPRE così" puzzano sempre di eccesso di fiducia... Buona estate! --Fede (msg) 12:55, Ago 1, 2005 (CEST)
Cambiata da poco. Anch'io sono abbastanza contrario ai SEMPRE e MAI, o ASSOLUTAMENTE. Tanto più in MQ, che certo non brilla per assolutismi... Buone ferie anche a te. --BW Insultami 12:59, Ago 1, 2005 (CEST)
- Mi accodo qui sotto.
- Intanto ottima l'idea dei casellari tematici (toglie dall'imbarazzo di dover accontentare tutti!), passiamo, poi, alle cose serie. Purtroppo al momento non posso utilizzare il collegamento universitario (mi prendo il riposo agostano, almeno per quest'anno...), quindi non posso leggere i vari articoli in pdf tratti dalle riviste, per cui non posso in effetti dire se le fonti contrarie al Cigno sono corrette o meno. Una cosa, però: mi pare che fraintendesse il discorso che facevo utilizzando il principio di indeterminazione, ovvero che nulla vieta, in linea di principio, l'osservazione contemporanea di entrambi gli aspetti delle particelle e quindi non si dovrebbe essere così assolutisti.
- Al momento non saprei cosa suggerire sul fare o non fare, anche perché mi pare che il nostro abbia salutato la compagnia, per questo Agosto. Penso, quindi, che il tutto verrà rimandato a Settembre. Se poi ci saranno altre novità, lascia un messaggio nella mia discussione. Se poi sono latitante, mandami pure una email, perché se non mi faccio vivo è molto probabile che non sono potuto passare.
- Cordami salumi, l'uomo di ula-ula (---) 20:31, Ago 5, 2005 (CEST)
conflittato Io continuo (cercando di stare il più calmo possibile). Tra l'altro mi trovo daccordo con l'interpretazione di Gianluigi (il quale, in quanto ad autorità acquisita su wikipedia, batte Cignox1 un miliardo a zero) e quindi propongo di introdurre quella. Saluti dal Centro E. Maiorana di Erice --J B 20:33, Ago 5, 2005 (CEST)
Raggio classico dell elettrone
[modifica wikitesto]Come sai l'altro giorno ho pacioccato un po' con i template fisici: imho la cosa più elegante dal punto di vista tecnico sarebbe quella di inserire nel foglio di stile CSS standard di Teknopedia una classe "template_fisica", così lo stile è lo stesso una volta per tutte e se si cambia(=migliora!) è molto più facile. P.es. bisognerebbe mettere un'istruzione per non farli stampare (a che serve il Template:Fisica stampato?). Non sai chi sono gli esperti in materia, a cui chiedere come (e se) si fa? Cmq, ti ho scritto perché guardando il template per le particelle, usato per ora credo solo per l'elettrone trovo che sia utilissima l'espressione teorica del raggio classico, ma sarebbe comodo anche avere la cifra, sennò devo ogni volta perdermi la calcolatrice... Io non saprei dove aggiungerlo, hai voglia di pensarci tu? (io vado a fare il contadino per qualche giorno).
Ciau! --Fede (msg) 23:37, Ago 5, 2005 (CEST)
Spostamento verso il rosso
[modifica wikitesto]Ciao, bell'articolo. Imho starebbe ancora meglio con una suddivisione in paragrafi, ad esempio un titolo prima della frase Lo spostamento verso il rosso può essere causato da tre fenomeni: e relativi sottoparagrafi utilizzando i titoli in grassetto (1. Movimento della sorgente ecc...). Se puoi/vuoi, grazie! Amon(☎telefono-casa...) 18:10, Set 12, 2005 (CEST)
Vorrei... Ci provo. --BW Insultami 07:25, Set 13, 2005 (CEST)
- ops, ho cannato... ho scritto da me ^___^ Amon(☎telefono-casa...) 09:54, Set 13, 2005 (CEST)
Spaziotempo
[modifica wikitesto]Ciao BW, ho messo un commento nella pagina del cappello di Spaziotempo. Grazie per il lavoro che hai fatto ;-) Buffalo (msg) 20:31, ott 9, 2005 (CEST)
Classificazione delle opere di fisica
[modifica wikitesto]Ciao BW, qualche tempo fa avevo lasciato un messaggio su una possibile classificazione delle opere. Non avendo avuto risposte, ho lasciato perdere. Volendo riprendere il lavoro, come mi devo regolare?
Saluti Ruthven 14:53, ott 27, 2005 (CEST)
Ciao BW,
sulal mia talk Red devil 666 mi ha fatto notare che il quarto problema viene elencato come aperto mentre sembra risolto. Ho dato un'occhiata su en, e la situazione sembra abbastanza sfumata...visto che non ho gigantesche esperienze in materia, potresti vedere se è il caso di adottare una classificazione come quella su en?
Ciao e grazie, Matteo (scrivimi) 10:20, nov 3, 2005 (CET)
Il problema è aperto, anche se alcuni dicono che sia troppo vago. Una buona introduzione, limitatamente al piano, è http://www.math.poly.edu/research/finsler/student/pdfs/Hilbert_fourth.pdf . Non sono a conoscenza di risultati nella classificazione completa delle superfici minimali, nè nelle estensioni a n-dimensioni. --BW Insultami BWB 10:37, nov 3, 2005 (CET)
Ti ringrazio per i complimenti sull'articolo. In effetti hai ragione, un richiamo nel testo ci vorrebbe... non mi è venuto "naturale" metterlo perché ho tentato di fare un discorso principalmente "qualitativo" altrimenti ci sarebbe voluto un trattato (e ancora ci sarebbero un paio di cosette che non mi convincono del tutto...) Sicuramente un riferimento alle eq. di Eulero potrebbe stare un po' ovunque, dato che tutte le interpretazioni derivano da lì; quanto alla CFD sicuramente dovrebbe essere inserito nel paragrafo sulla pressione: è "in quel modo" che viene calcolata la forza nei codici CFD, e l'immagine a corredo è ottenuta proprio con Fluent... Teniamo presente però che "storicamente" la CFD non è la metodologia "preferita" per il calcolo della portanza (forse sarebbe meglio il metodo a pannelli). Comunque per oggi non credo che avrò tempo per pensarci sù, se vuoi, "accomodati" pure. :-) Bye.--Retaggio (msg) 15:52, nov 3, 2005 (CET)
- Veramente la CFD la collegavo alle Eq. di Eulero, visto che sono resolubili in pochissimi casi molto semplici (se non ricordo male, le coniche e le quadriche). Che ne pensi di metterle all'inizio, qualcosa tipo:
- Il moto di un fluido è stato analizzato per la prima volta da Eulero, tramite una serie di equazioni differenziali note come equazioni di Eulero. A seconda delle condizioni iniziali, è possibile studiare vari casi particolari, elencati di seguito... --BW Insultami BWB 09:07, nov 4, 2005 (CET)
Uhm... la frase potrebbe anche andar bene, ma non è completa: è vero che dalle equazioni di Eulero "discendono" le diverse interpretazioni della portanza, ma queste da sole non possono spiegare la "nascita" della forza... (con l'ipotesi di flusso inviscido si avrebbe il paradosso di D'Alembert); c'è necessità di considerare la viscosità nelle immediate vicinanze del profilo alare con una soluzione di strato limite. Bye. --Retaggio (msg) 10:16, nov 4, 2005 (CET)
Chimica e Fisica nella letteratura e nel teatro
[modifica wikitesto]Salve, sono una chimica fisica di Padova appassionata di scienza e di letteratura, sto organizzando assieme ad alcuni gruppi di lettura padovani una serie di presentazioni e dibattiti al Pedrocchi (lo storico caffè) per il 26-28 maggio 2006. Tra queste mi piacerebbe inserire una chiacchierata a più voci sul soggetto Chimica e Fisica nella letteratura e nel teatro. Mi piacerebbe avere suggerimenti, e anche partecipazione. Quello che mi è venuto in mente finora è Primo Levi, naturalmente, poi Oliver Sacks (Zio Tungsteno), Jung e l'alchimia, Oxygen (Carl Djerassi e Roald Hoffmann), e per la Fisica la pièce Copenhagen (Michael Frayn). Potete aiutarmi?
Marina Brustolon
- Se potessi scriverti da qualche parte sarebbe meglio... Comunque: sei interessata solo al genere di filone che hai indicato, ossia al classico, oppure anche a SF? nel caso c'è l'opera di Greg Egan, lui stesso fisico, (vedi sito internet http://gregegan.customer.netspace.net.au/ ). Poi ci sono Queneau e Jarry, inoltre vedi anche questi siti:
- http://www.qedcorp.com/pcr/pcr/zold.htm
- http://web.hep.uiuc.edu/home/g-gollin/dance/dance_physics.html
Antigravità
[modifica wikitesto]Ho messo anche un commento nella pagina di discussione della voce ma comunque ho temporaneamente nascosto il testo da te inserito nell'attesa che la comunità scientifica confermi o smentisca queste teorie. - J B 16:43, 15 feb 2006 (CET)
Lo avevo scritto sia nella pagina di discussione che qui ma non devo essere stato chiarissimo (la fretta a volte gioca di questi scherzi). L'argomento è indubbiamente interessantissimo ma a me non risulta che qull'articolo sia ancora stato pubblicato su alcuna rivista scientifica (l'arxiv non fa testo dato ce ci si può mettere sopra qualunque cosa) e ancora non conosciamo la reazione dela comunità scientifica. Per quanto io o te ne sappiamo (ed al momento su wikipedia manca uno specialista in relatività generale teorica) l'articolo da cui hai tratto quelle informazioni potrebbe essere pieno di errori grossolani. Dato che wikipedia è una fonte secondaria di informazioni mi sembrava più corretto attendere che queste ricerche vengano sviluppate e consolidate un po' prima di metterle come fatti acquisiti. Non sei daccordo? - J B 10:27, 17 feb 2006 (CET)
Immagino di essere una persona dalla mentalità ristretta e bigotta ( :-P ) ma Physorg.com NON è un sito istituzionale affidabile ma solo un ottimo posto dove andare a leggere le notizie. Finché l'articolo non verrà pubblicato su una rivista seria (ed io ho sotto monitoraggio quotidiano Nature, Nature physics, Science e tutti i Physical Review) l'informazione è interessante ma non attendibile. Comunquenon comincerò una edit war con te sull'argomento. Se lo vuoi tenere tienilo ma io sono fortemente contrario e propongo di aspettare. - J B 11:15, 17 feb 2006 (CET)
Galileo
[modifica wikitesto]Ciao, qui trovi una versione controllata e corretta della voce su Galileo. Se ti va ed hai un po' di tempo mi faresti il grande favore di controllarla, soprattutto dal punto di vista scientifico? Se anche per te va bene, ho in mente di sostituirla all'attuale, togliere gli avvisi da controllare e proporla per la vetrina. Grazie in anticipo. :-) Luisa 15:41, 23 feb 2006 (CET)
- Grazie dell'aiuto. Ciao e a presto. - Luisa 11:07, 2 mar 2006 (CET)
Teoria delle stringhe
[modifica wikitesto]Stavo dando un'occhiata alle pagina da tradurre nella pagina del Progetto fisica e vedo che c'è una vechia segnalazione per la teoria delle stringhe da integrare con la voce inlgese. Che si fa? Si può eliminare la segnalazione? Dammi un tuo parere, perché la voce nostra non mi sembra male, forse andrebbe messa la storia in una pagina a sé. Lie ¿Scrivimi? 11:27, 24 ago 2006 (CEST)
- Fatto. Grazie del parere!! Lie ¿Scrivimi? 11:39, 24 ago 2006 (CEST)
Gentile utente, ritengo erroneo il reindirizzamento della voce Fisica atomica, che tu hai impostato.
La Fisica atomica, infatti, si occupa sostanzialmente dello studio dei livelli atomici e delle loro proprietà e applicazioni (in particolare in ambito optoelettronico), non di quelli nucleari o dello studio delle particelle subnucleari, campo di indagine della Fisica nucleare e subnucleare.
Si tratta di due discipline certo affini, ma cmq distinte e che occupano entrambe un ruolo di primo piano nell'ambito della Fisica, tanto che lo stesso template le contempla entrambe come "discipline fondamentali". --Montinar 18:44, 8 set 2006 (CEST)
rmn
[modifica wikitesto]guarda che già ci sono le due pagine risonanza magnetica nucleare e imaging a risonanza magnetica: rimetti pure il "nucleare", non c'è problema, ma stai più attento quando fai i tuoi rb. buon lavoro :n) --fabella 08:55, 27 ago 2007 (CEST)
- be', allora sei proprio recidivo: "ipocrisia linguistica"?? ma vedi d'annà...! così va bene? :n)
fabella 09:04, 29 ago 2007 (CEST)
Rovelli
[modifica wikitesto]Ho cancellato in base a questo edit che aveva già cancellato la stessa frase con una motivazione condivisibile. Comunque se riesci ad inserirvi la fonte di questa interpretazione soggettiva della ipotesi allora la frase non dovrebbe presentare problemi ad essere definitivamente inserita. Ciao --Bramfab Discorriamo 22:11, 14 ott 2007 (CEST)
aiuto su buco nero
[modifica wikitesto]Ciao. Scusa ma da ieri c'è un anonimo che continua ad inserire affermazioni, a mio parere, decisamente sbagliate su buco nero. Mi servirebbe qualcuno che abbia una buona competenza in termini di relatività generale per tappargli la bocca (o per dargli ragione se, casomai, l'avesse). Potresti buttarci un occhio? Grazie. --J B 12:02, 12 mar 2008 (CET)
E non hai trovato di meglio che cancellare il riferimento all'articolo di Einstein vero? Il tuo scopo e' tappare la bocca, parole tue. Io non ho esposto teorie, ho chiesto di ricordare i dubbi di Einstein ma a nulla serve.83.103.38.68 (msg) 12:00, 19 mar 2008 (CET)
Un dubbio sui buchi neri privi di singolarità
[modifica wikitesto]Ciao, ho visto che se tu che hai creato la voce buco nero privo di singolarità, quindi è a te che mi rivolgo per discutere della convenienza dell'articolo. Non parlo ovviamente del fatto che è stub, ma proprio dell'argomento. Tale idea (o ricerca) è ancora molto recente (primi anni 2000). Ora, purtroppo (o per fortuna) è pieno di teorie che si fanno ogni giorno in ogni angolo del mondo, il 99% delle quali si rivelano in seguito errate. Il mio dubbio era quindi sulle linee guida della sezione "fisica" di Wiki, credo che se ci mettessimo a inserire tutte le teorie che esistono non ne usciamo più. Non sarebbe forse meglio aspettare che una teoria sia più o meno assorbita e accettata universalmente (o almeno parzialmente) dalla comunità scientifica prima di metterla qui? Se no rischiamo che praticamente di una tesi di dottorato si faccia un articolo su Wiki. Questo in generale. In particolare faccio notare che i due link all'articolo sono di due paper su arXiv, che non garantisce una qualità altissima (hanno preso persino un articolo mio :) ) e che la bibliografia degli articoli è cortissima, segno che davvero questo tipo di ricerca è agli inizi. Se ti sembra che l'argomento sia da discutere, magari ci si puo' spostare in discussioni progetto fisica. Ciao!--Sal.vi (scrivi) 17:12, 18 mar 2008 (CET)
Io faccio notare che pur di supportare la certezza dell'esistenza dei buchi neri (ancora da dimostrare) qui hanno cancellato il riferimento all'articolo in cui Einstein criticava questa possibilita'. Non sto a dire che Einstei avesse ragione, dico che e' incredibile che si sia cancellato quel riferimento.83.103.38.68 (msg) 12:02, 19 mar 2008 (CET)
Superconduttore e Superconduttività
[modifica wikitesto]Secondo me invece il discorso è un po' diverso...il resistore, il condensatore, l'induttore e la conduttanza sono elementi base della teoria delle reti elettriche con alcune particolari caratteristiche oltre a essere componenti "fisici". Il superconduttore no, perché in genere è usato come induttore o elemento a resistenza nulla, quindi non ha caratteristiche particolari come componente. Come materiale sì, ma ciò è già presente nella voce superconduttività. Comunque se altra gente si dimostra contraria a tale unione, sono pronto a toglierla subito...Ho aperto una discussione al bar. --Dismalsheen (msg) 20:01, 23 ott 2008 (CEST)