Dionigi Tettamanzi cardinale di Santa Romana Chiesa | |
---|---|
Il cardinale Tettamanzi, il 3 giugno 2008. | |
Gaudium et pax | |
Incarichi ricoperti |
|
Nato | 14 marzo 1934 a Renate |
Ordinato presbitero | 28 giugno 1957 dall'arcivescovo Giovanni Battista Montini (poi cardinale e papa Paolo VI) |
Nominato arcivescovo | 1º luglio 1989 da papa Giovanni Paolo II |
Consacrato arcivescovo | 23 settembre 1989 dal cardinale Carlo Maria Martini, S.I. |
Creato cardinale | 21 febbraio 1998 da papa Giovanni Paolo II |
Deceduto | 5 agosto 2017 (83 anni) a Triuggio |
Firma | |
Dionigi Tettamanzi (Renate, 14 marzo 1934 – Triuggio, 5 agosto 2017[1]) è stato un cardinale e arcivescovo cattolico italiano.
Biografia
[modifica | modifica wikitesto]Dionigi Tettamanzi nacque a Renate,[1] in provincia di Monza e della Brianza, nell'arcidiocesi di Milano, il 14 marzo 1934. Era il primo dei tre figli di Egidio e Giuditta Ciceri (1911-2012).[2] Aveva un fratello, Antonio, e una sorella, Gianna.
Formazione e ministero sacerdotale
[modifica | modifica wikitesto]Nel 1945, all'età di undici anni, entrò nel seminario diocesano "San Pietro" di Seveso dove iniziò gli studi, completati poi nel seminario di Venegono Inferiore. Qui frequentò anche i corsi di teologia, fino al conseguimento della licenza, nel 1957.
Il 28 giugno 1957 fu ordinato presbitero, nella cattedrale di Milano, dall'arcivescovo Giovanni Battista Montini per l'arcidiocesi ambrosiana.[2]
Pochi mesi dopo venne inviato per ulteriori studi a Roma, dove prese residenza al Pontificio seminario lombardo e per due anni frequentò la Pontificia Università Gregoriana. Conseguito il dottorato in sacra teologia con una tesi su "Il dovere dell'apostolato dei laici", rientrò in diocesi come professore di discipline teologiche ai chierici prefetti nei seminari minori di Masnago e di Seveso, dove risiedette fino all'autunno del 1966. Trasferito al seminario maggiore di Venegono Inferiore, per oltre venti anni vi insegnò morale fondamentale e tenne i corsi sui sacramenti del matrimonio e della penitenza. Nello stesso periodo insegnò teologia pastorale a Milano, sia presso l'Istituto sacerdotale Maria Immacolata sia presso l'Istituto regionale lombardo di pastorale. Tenne corsi di morale anche presso il seminario teologico dei comboniani a Venegono Superiore, l'Istituto teologico fiorentino e il Pontificio istituto missioni estere di Milano.
Nel suo insegnamento vasta fu la gamma dei temi trattati, tra i quali risaltano le questioni di morale fondamentale accanto a quelle di morale speciale, con una preferenza per l'ambito del matrimonio, della famiglia, della sessualità e della bioetica. All'intensa attività accademica aveva unito la partecipazione a incontri, convegni, corsi di aggiornamento teologico-pastorale per sacerdoti e laici in Italia e all'estero. Tutto ciò non lo aveva distolto dall'attività pastorale diretta, da lui sempre amata ed esercitata sia svolgendo il servizio domenicale nelle parrocchie di Masnago, San Pietro Martire in Cinisello Balsamo, Santo Stefano Arno e Turate, sia dedicandosi alla predicazione, alla conduzione di ritiri e di esercizi spirituali, alla direzione spirituale, soprattutto per le famiglie e le persone consacrate. Fu attivo anche nella Confederazione italiana dei consultori familiari di ispirazione cristiana, di cui fu consulente ecclesiastico dal 1979 al 1989; nell'Opera per l'assistenza religiosa agli infermi, come responsabile dell'attività culturale prima e come presidente poi; nell'Associazione dei medici cattolici italiani, sezione di Milano, quale assistente ecclesiastico per circa vent'anni. Venne chiamato da papa Giovanni Paolo II a collaborare alla stesura di alcune sue encicliche.[3]
L'11 settembre 1987 la Congregazione per l'educazione cattolica, su designazione dell'episcopato lombardo, lo chiamò a reggere il Pontificio seminario lombardo.[2][3] Nello stesso periodo divenne docente di teologia morale presso la Pontificia Università Gregoriana. Quindi, il 28 aprile 1989, la Conferenza Episcopale Italiana lo designò presidente del consiglio di amministrazione del quotidiano Avvenire, in occasione del nuovo assetto societario del giornale, la cui proprietà passò dalla Santa Sede alla stessa Conferenza Episcopale Italiana.
Fu esperto di nomina pontificia alla V assemblea generale ordinaria del Sinodo dei vescovi che ebbe luogo nella Città del Vaticano dal 26 settembre al 25 ottobre 1980 sul tema "La famiglia cristiana" e assistente del segretario speciale alla VII assemblea generale ordinaria del Sinodo dei vescovi che ebbe luogo nella Città del Vaticano dal 1° al 30 ottobre 1987 sul tema "La vocazione e la missione dei laici nella Chiesa e nel mondo".
Ministero episcopale e cardinalato
[modifica | modifica wikitesto]Il 1º luglio 1989 da papa Giovanni Paolo II lo nominò arcivescovo metropolita di Ancona-Osimo.[2][4] Ricevette l'ordinazione episcopale il 23 settembre successivo nel duomo di Milano dal cardinale Carlo Maria Martini, arcivescovo metropolita di Milano, co-consacranti l'arcivescovo emerito di Ancona-Osimo Carlo Maccari e il vescovo ausiliare di Milano Bernardo Citterio.[2] Prese possesso dell'arcidiocesi il 1º ottobre successivo. In quel periodo, oltre a rivestire l'incarico di presidente della Conferenza episcopale della regione Marche, nel giugno 1990 fu eletto presidente della commissione della CEI per la famiglia.
Il 14 marzo 1991 divenne segretario generale della Conferenza episcopale italiana e il 6 aprile dello stesso anno rinunciò al governo pastorale dell'arcidiocesi di Ancona-Osimo per mettersi al servizio della Chiesa italiana a tempo pieno.[2]
Dopo quattro anni di intenso lavoro, il 20 aprile 1995 papa Giovanni Paolo II lo nominò arcivescovo metropolita di Genova. Prese possesso dell'arcidiocesi il 18 giugno successivo. Divenne presidente della Conferenza episcopale regionale ligure. Il 25 maggio 1995 giunse la nomina a vicepresidente per l'Italia Settentrionale della Conferenza episcopale italiana. Nel gennaio del 1998 il consiglio permanente lo designò assistente ecclesiastico nazionale dell'AMCI.
Il 21 febbraio 1998 papa Giovanni Paolo II lo creò cardinale e gli assegnò il titolo dei Santi Ambrogio e Carlo del quale prese possesso il 4 novembre successivo. Fino alla creazione del cardinale Crescenzio Sepe è stato il porporato italiano più giovane. Partecipò al conclave del 2005 che elesse papa Benedetto XVI e a quello del 2013 che elesse papa Francesco.
L'11 luglio 2002 papa Giovanni Paolo II lo nominò arcivescovo metropolita di Milano.[1][2] Nel primo discorso alla città, pronunciato l'8 settembre, parlò della necessità di coltivare "una coscienza capace di obbedire alla Verità". Il 14 settembre successivo per mezzo del procuratore Giovanni Giudici, vescovo ausiliare e vicario generale, prese possesso canonico dell'arcidiocesi.[5] Il 24 settembre ricevette il pallio dal papa nella cappella privata del Palazzo Pontificio di Castel Gandolfo.[6] Pochi giorni dopo, il 29 settembre 2002, fece ingresso in diocesi. Sulla scia di sant'Ambrogio amava ripetere: "Occorre cercare sempre le cose nuove e custodire quelle a noi trasmesse dal passato".
Durante gli ultimi anni del pontificato di papa Giovanni Paolo II fu a lungo indicato come uno dei possibili "papabili".[3][7]
Il 20 marzo 2008 promulgò il nuovo lezionario di rito ambrosiano, portando così a compimento per tale rito la riforma liturgica successiva al Concilio Vaticano II.[8] La decisione di portare a compimento la riforma liturgica era già stata maturata dal precedente arcivescovo, Carlo Maria Martini, per quanto riguardava "in particolare il Lezionario, ancora ad experimentum".[9]
Nel dicembre dello stesso anno costituì il "Fondo famiglia-lavoro" per dare un aiuto a chi, di fronte alla crisi economica incominciata in quell'anno, stava perdendo il lavoro. Il fondo venne avviato con un milione di euro messi a disposizione dal cardinale, come annunciato nell'omelia della messa di Natale di mezzanotte[10][11]:
«Come avvio di questo fondo, attingendo dall'otto per mille destinato per opere di carità, dalle offerte pervenute in questi giorni "per la carità dell'Arcivescovo", da scelte di sobrietà della diocesi e mie personali metto a disposizione la cifra iniziale di un milione di euro.»
Il 15 marzo 2009, al superamento del settantacinquesimo anno di età, presentò a papa Benedetto XVI, in base alle norme del diritto canonico, la rinuncia alla guida dell'arcidiocesi milanese[12] ma il 9 aprile venne confermato donec aliter provideatur dalla Santa Sede per altri due anni alla guida dell'arcidiocesi.[13] In dicembre, subì gli attacchi della Lega Nord (da parte del giornale La Padania, di Umberto Bossi, Roberto Calderoli e Matteo Salvini), dopo aver criticato il sindaco Letizia Moratti per la campagna di sgombero contro i rom e aver chiesto ai politici cittadini di riscoprire il «solidarismo ambrosiano».[14][15][16][17][18] Secondo lo storico Alberto Melloni, tali attacchi si situarono in una strategia della Lega Nord per condizionarne la successione.[19]
Il 14 giugno 2010 nel duomo di Milano celebrò i funerali del vescovo Luigi Padovese, vicario apostolico dell'Anatolia, ucciso il 3 giugno precedente in Turchia.[20]
L'11 giugno 2011 promulgò il Nuovo Evangeliario Ambrosiano, decimo dei nove volumi del Lezionario Ambrosiano, il cui originale donerà al duomo di Milano.
Il 28 giugno 2011 papa Benedetto XVI accettò la sua rinuncia al governo pastorale dell'arcidiocesi per raggiunti limiti di età; gli succedette il cardinale Angelo Scola, fino ad allora patriarca di Venezia.[21] Si ritirò, a partire dal 15 settembre, nella Villa Sacro Cuore di Tregasio di Triuggio.[22] Continuò a essere presente nella vita dell'arcidiocesi e a offrire il proprio contributo al servizio della Chiesa.
Il 24 luglio 2012 venne nominato amministratore apostolico di Vigevano dopo le dimissioni dell'arcivescovo-vescovo Vincenzo Di Mauro.[23] Terminò il suo incarico il 5 ottobre 2013, dopo la presa di possesso del nuovo vescovo Maurizio Gervasoni.[24]
Il 14 marzo 2014 compì 80 anni e in base a quanto disposto dal motu proprio Ingravescentem Aetatem di papa Paolo VI del 1970, decadde da tutti gli incarichi ricoperti nella Curia romana e con essi dal diritto di voto in conclave. Nel settembre del 2015 partecipò a una sessione di lavoro del Consiglio dei cardinali - istituito nel 2013 per assistere il papa nel governo della Chiesa e nella riforma della Curia romana - presentando, su incarico del pontefice, un approfondimento sulla fattibilità del nuovo Dicastero per i laici, la famiglia e la vita.
Partecipò alla I assemblea speciale del Sinodo dei vescovi per l'Europa che ebbe luogo nella Città del Vaticano dal 28 novembre al 14 dicembre 1991 sul tema "Siamo testimoni di Cristo che ci ha liberato", alla IX assemblea generale ordinaria del Sinodo dei vescovi dal 2 al 29 ottobre 1994 sul tema "La vita consacrata e la sua missione nella Chiesa e nel mondo" e alla XIV assemblea generale ordinaria del Sinodo dei vescovi dal 4 al 25 ottobre 2015 sul tema "La vocazione e la missione della famiglia nella Chiesa e nel mondo contemporaneo".
In seno alla Curia romana fu:[25] consultore del Pontificio consiglio per la famiglia dal 1982, consultore della Pontificio consiglio della pastorale per gli operatori sanitari dal 1985, consultore della Congregazione per la dottrina della fede dal 25 febbraio 1989, membro del Pontificio consiglio della pastorale per gli operatori sanitari dal 1991, membro del Pontificio consiglio delle comunicazioni sociali dal 1994, membro della Congregazione per le Chiese Orientali, membro della Congregazione per il Clero, membro della Congregazione per l'educazione cattolica, membro della Prefettura degli affari economici della Santa Sede dal 1º aprile 2000, membro del Pontificio consiglio della cultura dal 24 gennaio 2004, membro del comitato di presidenza del Pontificio consiglio per la famiglia dal 30 settembre 2009, membro del Consiglio dei Cardinali per lo studio dei problemi organizzativi ed economici della Santa Sede dal 6 marzo 2000 al 28 giugno 2011 e accademico onorario della Pontificia accademia di San Tommaso d'Aquino. Presiedette per diversi anni l'Istituto Toniolo, l'istituto che gestisce l'Università Cattolica del Sacro Cuore.
Malato e in sedia a rotelle, il 25 marzo 2017 fece la sua ultima apparizione pubblica nel duomo di Milano, in occasione della visita apostolica di papa Francesco. Il 4 agosto 2017 la curia arcivescovile milanese rese noto, attraverso un comunicato ufficiale, l'aggravarsi delle sue condizioni di salute. Morì nella Villa Sacro Cuore di Tregasio di Triuggio la mattina del 5 agosto, dopo tre giorni di agonia.[1] La camera ardente restò aperta nella villa dal pomeriggio del 5 fino alla mattina del 7 agosto.[26] Le esequie si tennero l'8 agosto alle ore 11 nel duomo di Milano e furono presiedute dal cardinale Angelo Scola e dall'arcivescovo eletto Mario Delpini. Al termine del rito fu sepolto sul lato destro del duomo, ai piedi dell'altare della Virgo Potens.
Opinioni
[modifica | modifica wikitesto]Relazioni sociali
[modifica | modifica wikitesto]Nel suo discorso per la festività di Sant'Ambrogio del 2008, affermò che i musulmani avevano diritto di costruire le loro moschee nelle città di paesi a maggioranza cattolica.[27] Nel suo discorso per la stessa occasione del 2010 difese gli immigrati contro i tentativi di classificarli come criminali.[28][29]
Cattolici divorziati e risposati
[modifica | modifica wikitesto]Nel 2008, in una lettera indirizzata ai cattolici divorziati e risposati, scrisse:
«Il fatto che queste relazioni siano spesso vissute con senso di responsabilità e con amore tra la coppia e per i bambini è una realtà che la Chiesa e i suoi pastori tengono in considerazione. È un errore pensare che la norma che regola l'accesso alla Comunione eucaristica significa che le coppie divorziate e risposate sono escluse da una vita di fede e carità, vissuta all'interno della comunità ecclesiale. [...] Voglio stabilire un dialogo per provare a conoscere la tua vita quotidiana, per lasciarmi mettere in discussione da alcune delle tue domande. La Chiesa non ti ha dimenticato né respinto, né ti considera indegno per la Chiesa e per me, come vescovo, siete i miei amati fratelli e sorelle.[30]»
Nel 2014 pubblicò "Il Vangelo della Misericordia per le Famiglie Ferite" dove parlò della possibilità per i cattolici divorziati e risposati di ricevere la comunione fintanto che non vi fosse alcuna confusione circa l'insistenza della Chiesa sulla indissolubilità del matrimonio e se vi fosse: "un rinnovato impegno per la vita cristiana attraverso percorsi fedeli che sono veri e seri".[31]
Genealogia episcopale e successione apostolica
[modifica | modifica wikitesto]La genealogia episcopale è:
- Cardinale Scipione Rebiba
- Cardinale Giulio Antonio Santori
- Cardinale Girolamo Bernerio, O.P.
- Arcivescovo Galeazzo Sanvitale
- Cardinale Ludovico Ludovisi
- Cardinale Luigi Caetani
- Cardinale Ulderico Carpegna
- Cardinale Paluzzo Paluzzi Altieri degli Albertoni
- Papa Benedetto XIII
- Papa Benedetto XIV
- Papa Clemente XIII
- Cardinale Enrico Benedetto Stuart
- Papa Leone XII
- Cardinale Chiarissimo Falconieri Mellini
- Cardinale Camillo Di Pietro
- Cardinale Mieczysław Halka Ledóchowski
- Cardinale Jan Maurycy Paweł Puzyna de Kosielsko
- Arcivescovo Józef Bilczewski
- Arcivescovo Bolesław Twardowski
- Arcivescovo Eugeniusz Baziak
- Papa Giovanni Paolo II
- Cardinale Carlo Maria Martini, S.I.
- Cardinale Dionigi Tettamanzi
La successione apostolica è:
- Vescovo Alberto Maria Careggio (1995)
- Vescovo Alberto Tanasini (1996)
- Cardinale Angelo Bagnasco (1998)
- Cardinale Domenico Calcagno (2002)
- Arcivescovo Carlo Roberto Maria Redaelli (2004)
- Vescovo Luigi Stucchi (2004)
- Arcivescovo Luigi Negri (2005)
- Vescovo Roberto Busti (2007)
- Vescovo Franco Giulio Brambilla (2007)
- Arcivescovo Mario Delpini (2007)
- Vescovo Maurizio Gervasoni (2013)
Araldica
[modifica | modifica wikitesto]Stemma | Blasonatura |
---|---|
Di rosso alla croce patente biforcata d'oro, accostata a destra da un tralcio di vite e a sinistra da un ramo di ulivo moventi dalla punta, il tutto d'argento. Lo scudo, accollato a una croce astile patriarcale d'oro, posta in palo, è timbrato da un cappello con cordoni e nappe di verde. Le nappe, in numero di venti, sono disposte dieci per parte, in quattro ordini di 1, 2, 3, 4. Sotto lo scudo, nella lista svolazzante d'argento, il motto in lettere maiuscole di nero: GAUDIUM ET PAX. | |
Di rosso alla croce patente biforcata d'oro, accostata a destra da un tralcio di vite e a sinistra da un ramo di ulivo moventi dalla punta, il tutto d'argento. Lo scudo, accollato a una croce astile patriarcale d'oro, posta in palo, è timbrato da un cappello con cordoni e nappe di rosso. Le nappe, in numero di trenta, sono disposte quindici per parte, in cinque ordini di 1, 2, 3, 4, 5. Sotto lo scudo, nella lista svolazzante d'oro, il motto in lettere maiuscole di nero: GAUDIUM ET PAX. |
Onorificenze
[modifica | modifica wikitesto]- Nel 2017 il comune di Milano decise l'iscrizione del suo nome nel Famedio all'interno del cimitero monumentale di Milano.[33]
Note
[modifica | modifica wikitesto]- ^ a b c d Zita Dazzi, È morto Dionigi Tettamanzi, l'arcivescovo di Milano dalla parte degli "ultimi": i funerali martedì in Duomo, in la Repubblica, 5 agosto 2017. URL consultato il 17 aprile 2020.
- ^ a b c d e f g Milano, è morto l'arcivescovo emerito Dionigi Tettamanzi, in Corriere della Sera. URL consultato il 17 aprile 2020.
- ^ a b c Sandro Magister, Il miracolo Tettamanzi. Habemus papabilem, in L'Espresso, 13 aprile 2000.
- ^ Francesco Antonio Grana, Dionigi Tettamanzi, morto a Milano il cardinale che il clero voleva Papa e la Lega considerava imam. Aveva 83 anni, in il Fatto Quotidiano, 5 agosto 2017. URL consultato il 17 aprile 2020.
- ^ Qualora la presa di possesso canonico avvenga mediante procuratore, in conformità al can. 382 § 3 del Codice di Diritto Canonico, è il procuratore stesso che esibisce la lettera apostolica di nomina al collegio dei consultori, "alla presenza del cancelliere della curia, che mette agli atti il fatto".
- ^ Qualora un metropolita venga trasferito ad un'altra sede metropolitana, necessita di un nuovo pallio, in conformità al can. 437 § 3 del Codice di Diritto Canonico.
- ^ Dopo il primo scontro, l'ipotesi di un italiano, in Corriere della Sera, 18 aprile 2005. URL consultato il 17 aprile 2020 (archiviato dall'url originale il 18 marzo 2014).
- ^ Il compimento della riforma liturgica ambrosiana: valore e potenzialità di un rito proprio per celebrare il mistero di Cristo (DOC), su to.chiesadimilano.it, 20 dicembre 2006. URL consultato il 17 aprile 2020 (archiviato dall'url originale il 17 marzo 2014).
- ^ L'iter del nuovo Lezionario. Le tappe fondamentali che hanno portato all'approvazione, su to.chiesadimilano.it, 20 marzo 2008. URL consultato il 17 aprile 2020 (archiviato dall'url originale il 18 marzo 2014).
- ^ E Tettamanzi vara un fondo anti-crisi, in Corriere della Sera, 25 dicembre 2008. URL consultato il 17 aprile 2020.
- ^ Omelia del cardinale Tettamanzi per la Messa di Natale (DOC), su to.chiesadimilano.it, 25 dicembre 2008. URL consultato il 17 aprile 2020 (archiviato dall'url originale il 18 marzo 2014).
- ^ Milano: cardinale Tettamanzi compie 75 anni e presenta dimissioni, in Corriere della Sera, 15 marzo 2009. URL consultato il 17 aprile 2020 (archiviato dall'url originale l'8 settembre 2012).
- ^ DIOCESI: IL CARD. TETTAMANZI CONFERMATO PER ALTRI 2 ANNI ARCIVESCOVO DI MILANO, in Agenzia SIR, 9 aprile 2009. URL consultato il 17 aprile 2020.
- ^ 'La Padania' e la Lega Nord attaccano Tettamanzi, in La Voce d'Italia, 7 dicembre 2009. URL consultato il 17 aprile 2020 (archiviato dall'url originale il 30 maggio 2011).
- ^ La Lega contro Tettamanzi: "Vescovo o imam?" Il cardinale: "Sono sereno, riscopro la libertà", in il Giornale, 7 dicembre 2009. URL consultato il 17 aprile 2020.
- ^ Lega contro Tettamanzi, Pdl frena, in La Stampa, 8 dicembre 2009. URL consultato il 17 aprile 2020 (archiviato il 24 gennaio 2010).
- ^ Bertone: "Contro Tettamanzi parole gravi e vuote", in Rai News 24, 8 dicembre 2009. URL consultato il 1º settembre 2010 (archiviato dall'url originale il 15 agosto 2011).
- ^ La Lega attacca Tettamanzi. Il cardinale: «Sono sereno», in Il Sole 24 Ore, 7 dicembre 2009. URL consultato il 17 aprile 2020.
- ^ Alberto Melloni, Campagna Leghista per condizionare il dopo-Tettamanzi, in Corriere della Sera, 9 dicembre 2009. URL consultato il 17 aprile 2020.
- ^ Il cardinale Tettamanzi per il vescovo cappuccino Luigi Padovese, su ilcattolico.it. URL consultato il 17 aprile 2020.
- ^ Angelo Scola è arcivescovo di Milano, in Corriere della Sera, 28 giugno 2011. URL consultato il 17 aprile 2020.
- ^ Ora Tettamanzi abita a Triuggio, su chiesadimilano.it. URL consultato il 17 aprile 2020 (archiviato dall'url originale il 1º marzo 2017).
- ^ Comunicato stampa: nuovo amministratore apostolico, su diocesivigevano.it. URL consultato il 17 aprile 2020 (archiviato dall'url originale il 10 gennaio 2013).
- ^ Annuncio della nomina del nuovo vescovo di Vigevano, su diocesivigevano.it. URL consultato il 17 aprile 2020 (archiviato dall'url originale il 5 giugno 2015).
- ^ Informazioni biografiche su Dionigi Tettamanzi, su to.chiesadimilano.it. URL consultato il 17 aprile 2020 (archiviato dall'url originale il 17 marzo 2014).
- ^ Triuggio, per Tettamanzi camera ardente fino a lunedì. Funerali martedì in Duomo, in Il Cittadino, 5 agosto 2017. URL consultato il 17 aprile 2020.
- ^ Tettamanzi: "Moschee nei quartieri", in Tgcom.mediaset.it, 6 dicembre 2008. URL consultato il 17 aprile 2020 (archiviato dall'url originale il 17 luglio 2011).
- ^ Il richiamo del cardinale Tettamanzi: non tutti gli immigrati sono delinquenti. Scarcerato Fikri, in Il Sole 24 ORE, 6 dicembre 2010. URL consultato il 17 aprile 2020.
- ^ (EN) John L. Allen Jr., Tough immigration law in Italy spawns Catholic backlash, insider drama, in National Catholic Reporter, 5 luglio 2009. URL consultato il 17 aprile 2020.
- ^ (EN) Cardinal: Church Does Not Reject the Divorced, in Agenzia Zenit, 24 gennaio 2008. URL consultato il 17 aprile 2020 (archiviato dall'url originale il 5 agosto 2017).
- ^ Sandro Magister, Dal conclave al sinodo. È sempre discordia tra i cardinali ambrosiani, in L'Espresso, 7 ottobre 2014. URL consultato il 17 aprile 2020.
- ^ L'Ordine Costantiniano ed il Collegio Cardinalizio, su constantinianorder.net. URL consultato il 17 aprile 2020.
- ^ Decise all'unanimità le 15 personalità illustri da iscrivere nel Pantheon di Milano, su comune.milano.it, 26 settembre 2017. URL consultato il 26 settembre 2017 (archiviato dall'url originale il 28 settembre 2017).
Altri progetti
[modifica | modifica wikitesto]- Wikiquote contiene citazioni di o su Dionigi Tettamanzi
- Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su Dionigi Tettamanzi
Collegamenti esterni
[modifica | modifica wikitesto]- Tettamanzi, Dionigi, su Treccani.it – Enciclopedie on line, Istituto dell'Enciclopedia Italiana.
- Tettamanzi, Dionigi, su sapere.it, De Agostini.
- Dionigi Tettamanzi, su BeWeb, Conferenza Episcopale Italiana.
- (EN) David M. Cheney, Dionigi Tettamanzi, in Catholic Hierarchy.
- Dionigi Tettamanzi, su Santi, beati e testimoni, santiebeati.it.
- (EN) Salvador Miranda, TETTAMANZI, Dionigi, su fiu.edu – The Cardinals of the Holy Roman Church, Florida International University. URL consultato il 5 novembre 2021.
- Dionigi Tettamanzi, il cammino di un vescovo, su chiesadimilano.it. URL consultato il 5 novembre 2021.
Controllo di autorità | VIAF (EN) 79075941 · ISNI (EN) 0000 0001 2141 0090 · SBN CFIV048835 · BAV 495/289615 · LCCN (EN) n79021851 · GND (DE) 119206188 · BNE (ES) XX1135526 (data) · BNF (FR) cb12196434b (data) · CONOR.SI (SL) 32395363 |
---|