Colombina gialla | |
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Pseudofumaria lutea | |
Stato di conservazione | |
Classificazione APG IV | |
Dominio | Eukaryota |
Regno | Plantae |
(clade) | Angiosperme |
(clade) | Mesangiosperme |
(clade) | Eudicotiledoni |
Ordine | Ranunculales |
Famiglia | Papaveraceae |
Sottofamiglia | Fumarioideae |
Tribù | Fumarieae |
Sottotribù | Fumariinae |
Genere | Pseudofumaria |
Specie | P. lutea |
Classificazione Cronquist | |
Dominio | Eukaryota |
Regno | Plantae |
Sottoregno | Trachobionta |
Superdivisione | Spermatophyta |
Divisione | Magnoliophyta |
Classe | Magnoliopsida |
Sottoclasse | Magnoliidae |
Ordine | Papaverales |
Famiglia | Fumariaceae |
Genere | Corydalis |
Specie | C. lutea |
Nomenclatura binomiale | |
Pseudofumaria lutea (L.) Borkh., 1797 | |
Sinonimi | |
Borckhausenia lutea |
La Colombina gialla (nome scientifico Pseudofumaria lutea ((L.) Borkh., 1797)) è una piccola pianta erbacea, dai delicati fiori gialli, appartenente alla famiglia delle Papaveraceae, endemica delle Alpi centrali[1].
Tassonomia
[modifica | modifica wikitesto]Il genere della “Colombina lutea” è abbastanza numeroso con circa 300 specie, di queste meno di una decina sono spontanee della nostra flora. La posizione tassonomica rispetto alla famiglia è stata modificata diverse volte: secondo la classificazione del Sistema Cronquist (degli anni '80 ed ormai superata) la specie di questa scheda appartiene alla famiglia delle Fumariaceae e relativo ordine delle Papaverales; mentre nella moderna classificazione APG IV è stata spostata alla famiglia delle Papaveraceae e all'ordine delle Ranunculales (vedi tabella a destra).
La presente specie appartiene alla sezione Capnoides[2] caratterizzata dall'avere radici non tuberose, dei fusti ramosi con molte foglie e diversi racemi terminale in posizione ascellare delle foglie e fiori di colore giallo o bianco.
Sinonimi
[modifica | modifica wikitesto]La specie di questa scheda, in altri testi, può essere chiamata con nomi diversi. L'elenco che segue indica alcuni tra i sinonimi più frequenti:
- Capnoides luteum (L.) Gaertn.
- Fumaria lutea L. (1771) (basionimo)
- Corydalis lutea (L.) DC.
Specie simili
[modifica | modifica wikitesto]- Corydalis acaulis (Wulfen) Pers. - Colombina acaule : si distingue per le foglie con lobi più stretti, la corolla è bianco-giallastra e lo sperone più dritto. Inoltre è una pianta a ciclo biologico annuo (forma biologica = terofita scaposa - T scap). È originaria del monti Illirici.
Etimologia
[modifica | modifica wikitesto]L'etimologia del nome generico (corydalis) deriva da un vocabolo greco (korydalis) che significa “allodola” e fa riferimento allo sperone terminale del fiore che ricorda il dito posteriore delle allodole. Altre etimologie fanno riferimento alla somiglianza del fiore con la cresta dell'allodola. I primi ad usare tale termine per queste piante sono stati il medico greco antico ellenista Galeno (Pergamo, 129 – 216) e il naturalista belga Rembert Dodoens, vissuto fra il 1517 e il 1585. Nome ripreso dal botanico e micologo svizzero Augustin Pyrame de Candolle (Ginevra, 4 febbraio 1778 – 9 settembre 1841), ma introdotto definitivamente nella botanica sistematica dal botanico francese Étienne Pierre Ventenat (1757-1808)[2].
L'epiteto specifico (lutea = gialla) deriva dalla colorazione della corolla di questa pianta.
A studiare e quindi classificare questa specie è stato il botanico e micologo svizzero Augustin Pyrame de Candolle (Ginevra, 4 febbraio 1778 – 9 settembre 1841) in una pubblicazione del 1805. Ma prima ancora questa pianta era stata catalogata dal biologo e scrittore svedese, considerato il padre della moderna classificazione scientifica degli organismi viventi, Carl von Linné (Rashult, 23 maggio 1707 –Uppsala, 10 gennaio 1778).
I tedeschi chiamano questa pianta: Gelber Lerchensporn; i francesi la chiamano Corydale jaune; mentre gli inglesi la chiamano Yellow Corydalis.
Descrizione
[modifica | modifica wikitesto]È una pianta alta da 10 a 30 cm a portamento prostrato. La forma biologica è emicriptofita scaposa (H scap), ossia sono piante erbacee, perenni, con gemme svernanti al livello del suolo e protette dalla lettiera o dalla neve, dotate di un asse fiorale eretto più o meno foglioso.
Radici
[modifica | modifica wikitesto]Le radici sono gracili e secondarie da rizoma.
Fusto
[modifica | modifica wikitesto]- Parte ipogea: la parte sotterranea consiste in un robusto rizoma ad andamento orizzontale avvolto da squame bruno-scure.
- Parte epigea: la parte aerea è composta da fusti ramosi e ascendenti, ma non molto grandi (generalmente sono più piccoli delle foglie). Sono glabri e con superficie striata.
Foglie
[modifica | modifica wikitesto]Le foglie sono glauche, fragili e succose. La forma è due volte pennatosetta. I segmenti del secondo livello possono essere a sua volta divisi (anche completamente), o lobati. Sono inoltre oblanceolati; all'apice sono ottusi o mucronati. I piccioli delle foglie sono carnosi ma deboli e cavi. Nei climi miti le foglie rimangono sempreverdi. Dimensione dei lobi di secondo ordine : larghezza 5 – 9 mm, lunghezza 10 – 15 mm.
Infiorescenza
[modifica | modifica wikitesto]L'infiorescenza è composta da diversi racemi terminali formati all'ascella delle foglie superiori. I racemi sono multifiori (5 – 15 fiori) con delle brattee (o squame) lesiniformi. Dimensione delle brattee: larghezza 0,5 mm, lunghezza 4 mm.
Fiori
[modifica | modifica wikitesto]I fiori sono ermafroditi, zigomorfi, ciclici e eteroclamidati. Possiedono uno sperone che è più corto della corolla che normalmente è gialla ma spesso può essere un giallo pallido o quasi bianco. Dimensione totale del fiore : 10 – 20 mm.
- * K 2, C 2+2, A (6), G (2) (supero)[3]
- Calice: il calice è formato da due piccoli sepali caduchi di tipo petaloide.
- Corolla: la corolla (bilabiata = due petali + due petali) è composta in totale da quattro petali saldati alla base; quello superiore, il più grande, si prolunga all'indietro con una forma che ricorda uno sperone (all'apice è incurvato in modo lieve). Lo sperone contiene del nettare. Dimensioni : la corolla è lunga 17 mm; lo sperone è lungo 3 – 4 mm.
- Androceo: gli stami sono sei e di tipo diadelfo; il polline presenta una particolarità : è auto-sterile (è inibita l'autoimpollinazione).
- Gineceo: lo stilo è unico di tipo filiforme e termina con un doppio stigma; mentre l'ovario (uniloculare) è supero (o libero) formato da 2 carpelli uniti.
- Fioritura : tra aprile e settembre.
- Impollinazione: tramite api.
Frutti
[modifica | modifica wikitesto]Il frutto è una capsula a forma lineare-fusiforme pendente, contenente diversi semi (frutto polispermo). Dimensione della capsula: 1 cm.
Distribuzione e habitat
[modifica | modifica wikitesto]- Geoelemento: il tipo corologico (area di origine) è Endemico (nativo nell'Europa Occidentale).
- Diffusione : in Italia si trova solo sulle Alpi Centrali ed è considerata una pianta rara. In Europa è presente nelle zone centrali e occidentali.
- Habitat: cresce in luoghi sassosi, sulle rupi calcaree e lungo i muri; ma anche nei ripari sotto roccia. Il substrato preferito è sia calcareo che siliceo, il pH è neutro-basico, mentre il terreno ha bisogno di medi valori nutrizionali e deve essere secco.
- Diffusione altitudinale : vegeta dai 500 ai 1700 m s.l.m.; frequenta quindi il piano collinare e quello montano.
Fitosociologia
[modifica | modifica wikitesto]Dal punto di vista fitosociologico la specie di questa scheda appartiene alla seguente comunità vegetale :
- Formazione : comunità delle fessure e delle rupi e dei ghiaioni
- Classe : Asplenietea trichomanis
- Ordine : Potentilletalia caulescentis
- Alleanza : Potentillion caulescentis
- Ordine : Potentilletalia caulescentis
- Classe : Asplenietea trichomanis
- Formazione : comunità delle fessure e delle rupi e dei ghiaioni
Usi
[modifica | modifica wikitesto]In questa pianta possono essere presenti degli alcaloidi tossici (contenuti nella parte ipogea del fusto) per cui è considerata una pianta potenzialmente velenosa.
Giardinaggio
[modifica | modifica wikitesto]È una pianta che facilmente viene usata nei giardini rocciosi o come bordura o come pianta di riempimento in quanto il fogliame copioso ed elegante rimane verde per buona parte della stagione. I fiori inoltre sono molto abbondanti e si spargono delicatamente tra le foglie. Se non sono molto seguite queste piante prolificano facilmente in tutte le direzioni. Le posizioni migliori sono quelle a mezza luce, ma cresce bene anche al sole o all'ombra. Il terreno deve essere ben drenato.
Pascolo
[modifica | modifica wikitesto]Questa pianta è tossica per il cavallo (produce piaghe alla bocca, coliche e perfino la morte).[4]
Galleria d'immagini
[modifica | modifica wikitesto]Note
[modifica | modifica wikitesto]- ^ (EN) Pseudofumaria lutea (L.) Borkh. | Plants of the World Online | Kew Science, su Plants of the World Online. URL consultato il 17 febbraio 2021.
- ^ a b Giacomo Nicolini, Enciclopedia Botanica Motta, Milano, Federico Motta Editore, 1960.
- ^ Tavole di Botanica sistematica, su dipbot.unict.it. URL consultato il 10 gennaio 2009 (archiviato dall'url originale il 14 maggio 2011).
- ^ Missouri Botanic Garden's [collegamento interrotto], su hort.wisc.edu. URL consultato il 12 gennaio 2009.
Bibliografia
[modifica | modifica wikitesto]- Giacomo Nicolini, Enciclopedia Botanica Motta. Volume primo, Milano, Federico Motta Editore, 1960, p. 742.
- Sandro Pignatti, Flora d'Italia. Volume primo, Bologna, Edagricole, 1982, p. 360, ISBN 88-506-2449-2.
- AA.VV., Flora Alpina. Volume primo, Bologna, Zanichelli, 2004, p. 208.
- 1996 Alfio Musmarra, Dizionario di botanica, Bologna, Edagricole.
Altri progetti
[modifica | modifica wikitesto]- Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su Pseudofumaria lutea
- Wikispecies contiene informazioni su Pseudofumaria lutea
Collegamenti esterni
[modifica | modifica wikitesto]- Flora Europaea - Royal Botanic Garden Edinburgh, su 193.62.154.38. URL consultato il 12-01-2009.
- Flora Italiana, su luirig.altervista.org. URL consultato il 12-01-2009.
- Giardinaggio.eu, su it.gardening.eu. URL consultato il 12-01-2009 (archiviato dall'url originale il 2 febbraio 2009).
- Index synonymique de la flore de France, su www2.dijon.inra.fr. URL consultato il 12-01-2009.
- GRIN Taxonomy for Plants, su ars-grin.gov. URL consultato il 12-01-2009 (archiviato dall'url originale il 14 aprile 2009).