Coelonia fulvinotata | |
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Femmina di Coelonia fulvinotata fulvinotata (recto) | |
Stato di conservazione | |
Specie non valutata[1] | |
Classificazione scientifica | |
Dominio | Eukaryota |
Regno | Animalia |
Sottoregno | Eumetazoa |
Superphylum | Protostomia |
Phylum | Arthropoda |
Subphylum | Tracheata |
Superclasse | Hexapoda |
Classe | Insecta |
Sottoclasse | Pterygota |
Coorte | Endopterygota |
Superordine | Oligoneoptera |
Sezione | Panorpoidea |
Ordine | Lepidoptera |
Sottordine | Glossata |
Infraordine | Heteroneura |
Divisione | Ditrysia |
Superfamiglia | Bombycoidea |
Famiglia | Sphingidae |
Sottofamiglia | Sphinginae |
Tribù | Acherontiini |
Genere | Coelonia |
Specie | C. fulvinotata |
Nomenclatura binomiale | |
Coelonia fulvinotata (Butler, 1875) | |
Sinonimi | |
Coelonia fulvinotata nigricans | |
Sottospecie | |
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Coelonia fulvinotata (Butler, 1875)[2] è un lepidottero appartenente alla famiglia Sphingidae, diffuso in Africa.[3][4]
Etimologia
[modifica | modifica wikitesto]L'epiteto specifico fulvinotata è composto dai termini latini "fulvus", (= fulvo, color giallo-rossiccio), e "notatus", participio passato del verbo "noto" (= segnare, contrassegnare), probabilmente in riferimento alle macchie giallo ocra presenti ai lati dell'addome.[2][5]
Descrizione
[modifica | modifica wikitesto]Adulto
[modifica | modifica wikitesto]L'aspetto generale è molto simile a quello di Coelonia solani, sia per colorazione, sia considerando le geometrie alari, ma qui le tonalità tendono ad essere più scure.[3][4] Il colore di fondo della pagina superiore dell'ala anteriore è un marroncino più o meno scuro, con una macchia apicale di forma trapezoidale, che si staglia rispetto ad una zona biancastra subapicale, più grande e di forma irregolare, lievemente più chiara nella femmina. Non si osserva una vera e propria macchia discale, sebbene sia presente una piccolissima macchia triangolare traslucida, sita grosso modo posteriormente alla metà di Sc. A differenza di quanto osservabile in C. solani, qui si nota la presenza di un'area più chiara posta a metà della zona basale, più facilmente individuabile nella femmina. L'apice è lievemente falcato, mentre il termen risulta alternativamente bianco e brunastro, ma quasi per nulla dentellato; il tornus è netto e pressoché ad angolo retto.[2][4][6]
La pagina inferiore dell'ala anteriore è tinta di un giallo ocra, che però lascia chiaramente trapelare, più chiare, le nervature costituenti la cellula discale.[2][4]
Il recto dell'ala posteriore è tinto di un giallo vivo nel terzo basale, in cui sono ben visibili due brevi bande marroni oblique, posizionate grosso modo parallelamente al margine interno. I due terzi distali, invece, riportano una colorazione rosso-brunastra, in cui sono distinguibili almeno due linee in chiaroscuro, parallele al termen. Il bordo marrone è più largo anteriormente, e dall'estremità distale di C arriva al margine posteriore, ben oltre l'angolo anale; quest'ultimo appare peraltro un po' più scuro. L'apice è tondeggiante, mentre il termen risulta alternativamente bianco e marrone, e lievemente dentellato.[4]
Il verso dell'ala posteriore è colorato, per i due terzi basali, di un giallo tenue (carattere distintivo rispetto a C. solani) interrotto da due sottili linee marroni parallele al termen. Il terzo distale assume invece una tonalità più scura, assimilabile a quella della pagina inferiore dell'ala anteriore.[4]
Le antenne sono moniliformi e grigiastre, ma si mostrano biancastre e lievemente uncinate all'estremità distale; la loro lunghezza è pari a circa la metà della costa dell'ala anteriore. Gli occhi sono grandi e la spirotromba è rosso-brunastra.[4][6]
Il torace è dorsalmente marrone scuro, ma ad una indagine più attenta rivela piccoli ciuffi di scaglie piliformi rosa sul metanoto; la superficie ventrale è invece molto chiara, quasi biancastra, come in C. solani.[4][6]
Nelle zampe anteriori, il tarso è più corto che in C. solani, ma provvisto di setae più lunghe, come pure la tibia; nelle coxae maschili, gli androconia sono più sviluppati che nella specie congenere. La formula tibiale è 0-2-4. Il pulvillus è presente, come pure il paronychium, che è bilobato da ambo i lati.[3][4][6]
L'addome riprende le tonalità del torace sia dorsalmente, sia ventralmente, ma sui fianchi si possono notare due macchie gialle per lato (anziché bianche, come in C. solani).[2][4][6]
Nel genitale maschile, l'uncus risulta simile a quello di Agrius convolvuli, ma meno sollevato nella zona preapicale, e leggermente più ampio. Lo gnathos rivela invece la presenza di in lobo mediano, affine a quello di Megacorma obliqua, ma di forma diversa. Anche l'harpe appare simile a quello di Agrius convolvuli, con due processi laterali, ma tra i due è quello ventrale il più lungo.[4][6]
Nel genitale femminile, l'ostium bursae è ricoperto da una plica membranosa e bilobata, molto più ampia di quella di Agrius convolvuli.[4][6]
L'apertura alare può raggiungere i 120 mm.[7]
Larva
[modifica | modifica wikitesto]Il bruco, che ricorda quello di Agrius convolvuli, è inizialmente marroncino, ma via via che matura assume una tonalità verde sempre più accesa, con una banda dorsale marroncina e strisce diagonali nerastre, bordate di bianco, lungo i fianchi; il torace mostra un paio di rigonfiamenti dorsali appaiati sul secondo e terzo somite. Il capo è verde, lievemente più chiaro del resto del corpo, con due bande nere laterali. Le zampe sono nere mentre le pseudozampe sono verdastre per tutta la lunghezza, e nere solo all'estremità distale. Il cornetto caudale, di un marroncino non troppo scuro, è filiforme, ricurvo come in Acherontia atropos e tubercolato anziché liscio come in Coelonia solani. Le aperture spiracolari sono nere e allungate, bordate di bianco.[3][6][7]
Pupa
[modifica | modifica wikitesto]Nella crisalide, arancione e anch'essa simile a quella di Agrius convolvuli, la spirotromba è ricurva e libera. La pupa viene rinvenuta all'interno di un piccolo bozzolo, posto tra gli strati superficiali del terreno.[3][6][7]
Biologia
[modifica | modifica wikitesto]Larva
[modifica | modifica wikitesto]Le larve di questo lepidottero sono spiccatamente polifaghe, pertanto si accrescono sulle foglie di svariate specie di piante nutrici, tra cui:[7][8]
- Acanthus L., 1753 (Acanthaceae)
- Acanthus pubescens (Oliv.) Engl., 1892
- Aeschynanthus Jack, 1823 (Gesneriaceae)
- Aeschynanthus longicaulis Wall. ex R.Br., 1848
- Bignonia L., 1753 (Bignoniaceae)
- Buddleja L., 1753 (Buddlejaceae)
- Buddleja davidii Franch., 1887
- Cissus L., 1753 (Vitaceae)
- Clerodendrum L., 1753 (Lamiaceae)
- Clerodendrum heterophyllum (Poir.) R.Br., 1812
- Clerodendrum paniculatum L., 1767
- Clerodendrum splendens G.Don, 1824
- Clerodendrum thomsoniae Balf.f., 1862
- Convolvulus L., 1753 (Convolvulaceae)
- Cordia L., 1753 (Boraginaceae)
- Cordia caffra Sond., 1850
- Dahlia Cav., 1791 (Asteraceae)
- Dahlia pinnata Cav., 1791
- Duranta L., 1753 (Verbenaceae)
- Duranta erecta L., 1753
- Fernandoa Welw. ex Seem., 1870 Bignoniaceae
- Fernandoa magnifica Seem., 1870
- Fraxinus L., 1753 (Oleaceae)
- Fraxinus floribunda Wall., 1820
- Ipomoea L., 1753 (Convolvulaceae)
- Jasminum L., 1753 (Oleaceae)
- Lantana L., 1753 (Verbenaceae)
- Lantana camara L., 1753
- Markhamia Seem. ex Baill., 1888 (Bignoniaceae)
- Markhamia lutea (Benth.) K.Schum., 1895
- Millingtonia L.f., 1782 (Bignoniaceae)
- Millingtonia hortensis L.f., 1782
- Newbouldia Seem. ex Bureau, 1863 (Bignoniaceae)
- Newbouldia laevis (P.Beauv.) Seem. ex Bureau, 1863
- Nicotiana L., 1753 (Solanaceae)
- Nicotiana alata Link & Otto, 1830
- Nuxia Comm. ex Lam., 1791 (Stilbaceae)
- Plectranthus L'Her., 1788 [nom. cons.] (Lamiaceae)
- Pycnostachys Hook., 1826 (Lamiaceae)
- Pycnostachys urticifolia Hook., 1863
- Salvia L., 1753 (Lamiaceae)
- Salvia splendens Sellow ex Schult., 1822
- Solanum L., 1753 (Solanaceae)
- Solanum lycopersicum L., 1753 (pomodoro)
- Solanum torvum Sw., 1788 (fico del diavolo)
- Solenostemon Thonn., 1827 (Lamiaceae)
- Spathodea P.Beauv., 1805 (Bignoniaceae)
- Spathodea campanulata P.Beauv., 1805
- Stachytarpheta Vahl, 1804 (Verbenaceae)
- Stachytarpheta indica (L.) Vahl, 1804
- Stachytarpheta jamaicensis (L.) Vahl, 1804
- Tecoma Juss., 1789 (Bignoniaceae)
- Tecoma capensis (Thunb.) Lindl., 1828
- Veronica L., 1753 (Scrophulariaceae)
- Veronica speciosa R.Cunn. ex A.Cunn., 1836
Adulto
[modifica | modifica wikitesto]Come avviene di regola negli Sphingidae, gli adulti sono forti volatori e visitano i fiori alla ricerca di nettare, svolgendo il compito di insetti pronubi per diverse piante (fenomeno definito impollinazione entomofila). Nel caso specifico dell'adulto di C. fulvinotata, studi condotti in Kenya e Madagascar, hanno permesso di stabilire che questo svolge la funzione di insetto pronubo per le seguenti Orchidaceae, appartenenti alla sottotribù Angraecinae:[9]
- Aerangis brachycarpa (A.Rich.) T.Durand & Schinz, 1894
- Aerangis kotschyana (Rchb.f.) Schltr., 1918
- Aerangis thomsonii (Rolfe) Schltr., 1918
- Ypsilopus amaniensis (Kraenzl.) D'haijère & Stévart (dato da confermare)
Quanto descritto sopra avviene perché il fiore stellato di queste specie possiede uno sperone di conformazione e lunghezza adatte ad essere "visitato" con profitto solo dalla spirotromba di questo lepidottero.[9]
Distribuzione e habitat
[modifica | modifica wikitesto]L'areale della specie si estende all'interno dell'ecozona afrotropicale, e comprende: il Gambia, la Guinea, la Sierra Leone, la Costa d'Avorio, il Burkina Faso, il Ghana, la Nigeria, São Tomé e Príncipe (l'isola di São Tomé è il locus typicus della sottospecie C. f. nigrescens), il Camerun, la Repubblica Centrafricana, l'Etiopia, la Guinea Equatoriale (Isola di Bioko), il Gabon, la Repubblica del Congo, la Repubblica Democratica del Congo (Provincia Orientale, Provincia del Kivu Nord), l'Uganda, il Kenya, la Tanzania (sia continentale, sia l'Isola di Pemba), l'Angola, lo Zambia, il Malawi, lo Zimbabwe, il Mozambico, le Comore (Grande Comore), il Madagascar, le Mauritius, Riunione e il Sudafrica (locus typicus della sottospecie nominale).[2][3][4][6][7][10][11][12]
L'habitat è rappresentato dalla foresta primaria, dal livello del mare fino a modeste altitudini.[2][3][6]
Tassonomia
[modifica | modifica wikitesto]Sinonimi
[modifica | modifica wikitesto]Sono stati riportati nove sinonimi:[4][6][11]
- Coelonia fulvinotata nigricans (Closs, 1911) - Int. ent. Z. 5: 275 - Lucus typicus: Camerun[13] (sinonimo eterotipico)
- Coelonia mauritii (Butler, 1876) - Trans. Zool. Soc. Lond. 9 (19): 606 - Locus typicus: Mauritius; Natal[14] (sinonimo eterotipico)
- Macrosila solani Walker, 1856 (partim) - List Specimens lepid. Insects Colln Br. Mus. 8: 206 - Loci typici: Port-Natal (Durban, Sudafrica); Regione di Ashanti (Ghana); Mauritius; Madagascar[15] (sinonimo eterotipico)
- Phlegethontius fulvinotata Kirby, 1892 - Cat. Lep. Het. 1, 687 n° 3 - Locus typicus: Sudafrica[16] (sinonimo eterotipico)
- Phlegethontius mauritii Kirby, 1892 (citat. incorr.) - Cat. Lep. Het. 1, 687 n° 4 - Locus typicus: Natal; Mauritius[16] (sinonimo eterotipico)
- Phlegethontius solani Kirby, 1892 (partim) - Cat. Lep. Het. 1, 687 n° 5 - Locus typicus: Madagascar[16] (sinonimo eterotipico)
- Protoparce fulvinotata Butler, 1875 - Proc. zool. Soc. Lond. 1875: 11 - Locus typicus: Sudafrica[2] (sinonimo omotipico e basionimo)
- Protoparce mauritii Butler, 1876 - Trans. zool. Soc. Lond. 9 (19): 606 - Locus typicus: Port-Natal (Durban, Sudafrica); Regione di Ashanti (Ghana)[14] (sinonimo eterotipico)
- Sphinx solani Herrich-Schäffer, 1854 - Samml. neuer oder wenig bekannter aussereur. Schmett. 1 (1): 79, tav. 45, fig. 101 - Locus typicus: non indicato[17]
Sottospecie
[modifica | modifica wikitesto]Sono state distinte due sottospecie:[3][4][10][12]
- Coelonia fulvinotata fulvinotata Butler, 1875 - Proc. zool. Soc. Lond. 1875: 11 - Locus typicus: Sudafrica[2]
- Coelonia fulvinotata nigrescens Basquin, 1992 - Bull. Soc. Sci. Nat. 75-76: 47 - Locus typicus: São Tomé: Bombaïm, circa 20 km a sud-est della città di São Tomé, 600 m s.l.m.[18]
Galleria d'immagini
[modifica | modifica wikitesto]-
C. f. fulvinotata (maschio, recto)
-
C. f. fulvinotata (maschio, verso)
-
C. f. fulvinotata (femmina, recto)
-
C. f. fulvinotata (femmina, verso)
-
C. f. nigrescens (maschio, recto)
-
C. f. nigrescens (maschio, verso)
-
C. f. nigrescens (femmina, recto)
-
C. f. nigrescens (femmina, verso)
-
C. f. fulvinotata
-
C. f. fulvinotata
-
C. f. fulvinotata
(valva) -
C. f. fulvinotata
(genitale maschile) -
C. f. fulvinotata
(edeago) -
C. f. fulvinotata
(genitale femminile)
Conservazione
[modifica | modifica wikitesto]Lo stato di conservazione della specie non è stato ancora valutato dalla Lista rossa IUCN.[1]
Note
[modifica | modifica wikitesto]- ^ a b (EN) The IUCN Red List of Threatened Species, su iucnredlist.org. URL consultato il 30 aprile 2014.
- ^ a b c d e f g h i j k (EN) Butler, A. G., Descriptions of thirty-three new or littleknown species of Sphingidae in the collection of the British Museum, in Proceedings of the Zoological Society of London, vol. 1875, Londra, 1875, pp. 3-16 (11), pl. 1-2. URL consultato il 30 aprile 2014.
- ^ a b c d e f g h (EN) Bernard D'Abrera, Sphingidae Mundi. Hawk Moths of the World. Based on a Checklist by Alan Hayes and the collection he curated in the British Museum (Natural History), 1ª ed., Faringdon, Oxon., SN7 7DR United Kingdom, E.W. Classey Ltd., 1986, pp. 14-15, ISBN 0-86096-022-6.
- ^ a b c d e f g h i j k l m n o (EN) Coelonia fulvinotata, in CATE Creating a Taxonomic eScience. URL consultato il 30 aprile 2014 (archiviato dall'url originale il 2 maggio 2014).
- ^ Castiglioni, L. & Mariotti, S., IL - Vocabolario della lingua latina, Brambilla, A. & Campagna, G., 30ª ristampa, Torino, Loescher, 1983 [1966], p. 2493, ISBN 978-88-201-6657-1, LCCN 76485030, OCLC 848632390.
- ^ a b c d e f g h i j k l (EN) Rothschild, L. W. & Jordan, H. E. K., A Revision of the Lepidopterous Family Sphingidae, in Novitates Zoologicae, 9 (supplemento), Tring, aprile 1903, pp. 6 (chiave), 25, 26. URL consultato il 30 aprile 2014.
- ^ a b c d e (EN) Coelonia fulvinotata, in African Moths. URL consultato il 30 aprile 2014.
- ^ (EN) Coelonia fulvinotata, in HOSTS - a Database of the World's Lepidopteran Hostplants. URL consultato il 30 aprile 2014.
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- ^ a b (EN) Coelonia fulvinotata, in AfroMoths. URL consultato il 30 aprile 2014 (archiviato dall'url originale il 2 maggio 2014).
- ^ a b c (EN) Coelonia fulvinotata nigrescens, in CATE Creating a Taxonomic eScience. URL consultato il 30 aprile 2014.
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- ^ a b (EN) Butler, A. G., Revision of the Heterocerous Lepidoptera of the family Sphingidae, in Transactions of the Zoological Society of London, vol. 9, n. 19, Londra, Zoological Society of London, 1876, pp. 511-644 (606). URL consultato il 30 aprile 2014.
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- ^ (DE) Herrich-Schäffer, G. A. W., Sammlung neuer oder wenig bekannter aussereuropäischer Schmetterlinge, 1 (1), Ratisbona, G.J. Manz, 1850-58, pp. 79, tav. 45, fig. 101, ISBN non esistente. URL consultato il 30 aprile 2014.
- ^ (FR) Basquin, P., Contribution à la connaissance des Sphinx de l'île de São Tomé (Lepidoptera, Sphingidae). Description d'une nouvelle espèce, in Bulletin de la Société de Sciences Naturelles, vol. 75-76, 1992, pp. 46-49 (47).
Bibliografia
[modifica | modifica wikitesto]Pubblicazioni
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- (FR) Basquin, P., Contribution à la connaissance des Sphinx de l'île de São Tomé (Lepidoptera, Sphingidae). Description d'une nouvelle espèce, in Bulletin de la Société de Sciences Naturelles, vol. 75-76, 1992, pp. 46-49.
- (FR) Basquin, P. & Pierre, J., Contribution à la connaissance des Sphinx de la République Centrafricaine avec descriptions de nouvelles espèce et sous-espèce et d'une femelle inédite (Lepidoptera, Sphingidae) (abstract), in Bulletin de la Société entomologique de France, vol. 110, 4–5, Parigi, 2005, pp. 495-508, ISSN 0037-928X . URL consultato il 1º maggio 2014 (archiviato dall'url originale il 2 maggio 2014).
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Voci correlate
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Collegamenti esterni
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