Claudio Trevi, all'anagrafe Claudio Otello Gaetano Trevisan[1] (Padova, 5 aprile 1928 – Bolzano, 12 novembre 1987), è stato uno scultore italiano.
Biografia
[modifica | modifica wikitesto]Nato a Padova, figlio di un ferroviere, Enrico Trevisan (detti Finco) [2] e Antonietta Niero, entrambi di Vetrego,una frazione di Mirano. Seguì da bambino i genitori nel trasferimento imposto dalle Ferrovie dello Stato in Alto Adige prima a Villabassa, poi - nel 1936 - a Bolzano. Si formò poi alla scuola d'arte di Ortisei. [3]
La sua vita trascorse tra Bolzano e Coredo nel Trentino - dove aveva la casa-studio, - a Milano - dove aveva un altro studio,a Cortina d'Ampezzo e a Verona.[1]
Opere
[modifica | modifica wikitesto]Nella sua lunga carriera di scultore eseguì molte opere, sia per committenti privati che pubblici, tra le quali alcune sono presenti nella città di Bolzano. Le tematiche preferite da Trevi nelle sue opere, perlopiù in legno e bronzo, sono i Voli, le Chimere, i Colombi , le Ascensionalità, gli Amplessi, le Maternità, il ciclo di Leda e il Cigno ed i Baci.[1] A solo titolo di esempio nel 1949, a soli 21 anni, gli fu assegnato l’esecuzione del monumento al Partigiano, posto in piazza Adriano. Nel 1960 produsse le porte e diverse statue per la chiesa di San Giuseppe, nel quartiere Piani. Nel 1963 eseguì una statua (il grande volo - vedere la foto) che è posta nella centralissima piazza della Vittoria di Bolzano.. Nel 1970 una Maternità presso la facoltà di ginecologia dell'Università degli Studi di Padova. Di particolare rilievo fu la realizzazione di un grande bassorilievo (7x5 metri!) per il palazzo delle Poste di Cortina d’Ampezzo realizzato dall'architetto Edoardo Gellner tra il 1953 e il 1955. L’opera gli fu commissionata dal Comune in occasione dei VII Giochi olimpici invernali del 1956.. Nel 1985 gli fu commissionato dalle istituzioni un monumento alle vittime dei lager nazisti vicino alla chiesa san Pio X di via Resia, nella zona dove operò il Campo di transito di Bolzano . In prossimità del Municipio della città (vicolo Gumer) c’è dal 1984 la statua la Libertà. La municipalità di Bolzano ha curato un percorso unisce tutti i suoi monumenti pubblici[4].
La provincia di Bolzano gli ha dedicato un Centro culturale.per la promozione delle attività della cultura della comunità italiana. [5]
Note
[modifica | modifica wikitesto]- ^ a b c Severino Perelda, Centro di gravità (PDF) [collegamento interrotto], in Scripta Manent 2007, 2007, pp. 58-59.
- ^ Giorgio Orfeo Vecchiato - C'era una volta Vetrego -Storia e cultura popolare - seconda edizione Roma 2016, pp 95
- ^ AAVV Claudio Trevi Scultore - Musomeci 1998 - pp 191-192
- ^ Scopri i monumenti e le opere di Trevi attraverso le vie della città, su provinz.bz.it. URL consultato il 9 dicembre 2010 (archiviato dall'url originale il 12 maggio 2003).
- ^ Centro Trevi, su provincia.bz.it. URL consultato il 9 dicembre 2010.
Bibliografia
[modifica | modifica wikitesto]- Luigi Lambertini (a cura di), Claudio Trevi Scultore, Quart, Musumeci, 1998, ISBN 88-7032-586-5.
- Claudio Trevi, Elverio Maurizi, Claudio Trevi. Litografie, Pollenza, La Nuova Foglio, 1971.
- Joseph Gasteiger (a cura di), Trevi. Scultura e grafica 1950-1986, Castel Mareccio, Bolzano, 3-23 settembre 1986, Milano, Mazzotta, 1986, ISBN 88-202-0667-6.
- Galleria d'Arte Medea (a cura di), Claudio Trevi. Rassegna riassuntiva, 20 aprile-10 maggio 1972, Milano, Galleria d'arte Medea, 1972.
- Licisco Magagnato (a cura di), Antologica di Claudio Trevi, Verona, Cortella, 1979.
Altri progetti
[modifica | modifica wikitesto]- Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su Claudio Trevi
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