Chiesa dei Santi Mauro, Grato e Giocondo | |
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Stato | Italia |
Regione | Trentino-Alto Adige |
Località | Madruzzo |
Coordinate | 46°02′50.1″N 10°58′36.7″E |
Religione | cattolica |
Titolare | Santi Mauro, Grato e Giocondo |
Arcidiocesi | Trento |
Consacrazione | 26 settembre 1620 |
Completamento | 1600 |
La chiesa dei Santi Mauro, Grato e Giocondo è una chiesa cattolica situata nel comune di Madruzzo, in provincia di Trento; è sussidiaria della parrocchiale di Santa Maria Assunta di Calavino e fa parte dell'arcidiocesi di Trento. È detta anche "chiesa dei Santi di Corgnon" (o "Cornion", o denominazioni simili), dal nome della località in cui sorge[1][2][3][4].
Storia
[modifica | modifica wikitesto]Edificata in origine nel 1399[2], svolse le funzioni della parrocchiale tra il 1528 e il 1540, mentre questa veniva ricostruita[3][4]. Venne a sua volta ampliata o riedificata tra il 1599 (data incisa sull'oculo) e il 1600, per volontà del principe vescovo di Trento Ludovico Madruzzo[1][2]; il 26 settembre 1620 venne riconsacrata, e nel 1657 il costruttore milanese Zovan Sola innalzò il campanile[2][3].
Nel 1814 l'intera costruzione venne spostata per allontanarla da una pozza d'acqua[2][3]; nel 1874 venne fusa una nuova campana, e la vecchia venne spostata nel campanile della parrocchiale[4]. Nel 1907, dopo una visita pastorale di Celestino Endrici, la facciata, i pilastri del pronao e gli interni vennero intonacati, e il tetto del pronao venne rifatto in zinco[4]; negli anni 1950 il pronao venne rimosso, e nel 1995 venne effettuato l'ultimo restauro[3].
Descrizione
[modifica | modifica wikitesto]La chiesa, orientata verso nord, è circondata da un piccolo sagrato delimitato da un muretto; sorge isolata tra i campi della località Corgnon o Cornion, a ridosso del colle Frassené, sulla strada che da Calavino conduce verso le Sarche[1][2][3]. È dedicata a tre santi protettori delle campagne: i vescovi Grato e Giocondo di Aosta, e un non meglio identificato san Mauro martire[3].
La facciata, coperta da un tetto a uno spiovente verso destra e con pietre angolari a vista, è aperta dal portale d'accesso architravato in marmo rosso di Calavino, affiancato da due finestrelle rettangolari con inferriate: al centro si trova un oculo, e in alto a destra, appena sotto al tetto, un'altra apertura rettangolare che dà accesso al sottotetto e al campanile (anche questi con inferriate); sulla sinistra essa ingloba il fusto del campanile, una torre a base quadrata con cella campanaria aperta da monofore e tettuccio a quattro falde[1][4]. Il tetto è due spioventi sul resto della navata, e a quattro sul presbiterio; altre due finestre rettangolari con inferriate sono presenti sul fianco destro, una in navata e l'altra, più piccola, nel presbiterio[4].
L'interno è composto da un'unica navata, suddivisa in due campate; un arco santo introduce al presbiterio rialzato da un gradino; tutti gli ambienti sono voltati a crociera[1][4]. L'unico altare, in legno, conserva una pala con la Madonna con Bambino e un anziano santo vescovo (uno dei titolari)[4].
Note
[modifica | modifica wikitesto]- ^ a b c d e Chiesa dei Santi Mauro, Grato e Giocondo <Calavino, Madruzzo>, su Le chiese delle diocesi italiane, Conferenza Episcopale Italiana. URL consultato il 13 maggio 2023.
- ^ a b c d e f Costa, p. 462.
- ^ a b c d e f g Chiesa dei Santi Mauro, Grato e Giocondo, su Itinerari - Archivio Ecomuseo della Valle dei Laghi. URL consultato il 13 maggio 2023.
- ^ a b c d e f g h Bosetti, p. 4.
Bibliografia
[modifica | modifica wikitesto]- Mariano Bosetti, La chiesa di "Corgnon" (Calavino), in Retrospettive - Periodico culturale della Valle di Cavedine, n. 5, 1991, p. 4.
- Armando Costa (a cura di), La Chiesa di Dio che vive in Trento, Edizioni diocesane, 1986.
Voci correlate
[modifica | modifica wikitesto]Altri progetti
[modifica | modifica wikitesto]- Wikimedia Commons contiene immagini o altri file sulla chiesa dei Santi Mauro, Grato e Giocondo
Collegamenti esterni
[modifica | modifica wikitesto]- Chiesa dei Santi Mauro, Grato e Giocondo, su BeWeB, Ufficio nazionale per i beni culturali ecclesiastici della Conferenza Episcopale Italiana.