Celestino Schiaparelli (Savigliano, 14 maggio 1841 – Roma, 26 ottobre 1919) è stato un arabista e linguista italiano, fratello del celebre astronomo Giovanni Virginio.
Biografia
[modifica | modifica wikitesto]Nato nel 1841 a Savigliano, in provincia di Cuneo, da Antonio e Caterina, entrambi Schiaparelli di cognome poiché lontani parenti, per necessità economiche entrò a lavorare nelle Regie Poste, senza smettere però di studiare a Torino la lingua araba, con Luigi Calligaris. Fu poi a Firenze, ove divenne discepolo del grande orientalista Michele Amari. Successivamente, insegnò l'arabo, succedendo all'Amari stesso,[1] nell'Istituto di Studi Superiori di Firenze e, dal 1875 e per oltre quarant'anni, Lingua e letteratura araba presso l'Università di Roma, in quella che sarà nel 1907 chiamata "Scuola Orientale" di Lettere, dove fu collega e amico di Ignazio Guidi, Angelo De Gubernatis e Carlo Alfonso Nallino.[1] Fu, inoltre, il primo bibliotecario dell'Accademia Nazionale dei Lincei [2].
Tra le sue opere il Vocabulista in arabico, pubblicato nel 1871, dedicato alla lessicografia (ma anche, indirettamente, alla storia araba) di al-Andalus, e il non meno valido Il canzoniere di Ibn Ḥamdîs (Roma, Tipografia della Casa editrice italiana, 1897).[3] Si ricorda anche "L'Italia descritta nel "Libro del re Ruggero" compilato da Edrisi", in Memorie dell'Accademia dei Lincei, Roma, 1883.
Dal 1908 fu socio corrispondente dell'Accademia delle scienze di Torino [4]. L'Università di Roma La Sapienza conserva nel suo Dipartimento Italiano di Studi Orientali la Raccolta Schiaparelli, che contiene i suoi lavori dati alle stampe.
Di carattere assai riservato e modesto, poco incline alla pubblicazione dei suoi scritti, Schiaparelli lasciò molti lavori inediti, la maggior parte dei quali riferentesi ai rapporti tra Arabi e Stati medievali italiani[5].
Morì a Roma, a settantotto anni, nel 1919. Il fratello maggiore, l'astronomo Giovanni, è ricordato per la scoperta e l'osservazione dei cosiddetti canali di Marte; la figlia, Elsa, fu una nota stilista di moda.
Opere
[modifica | modifica wikitesto]- Vocabulista in arabico / pubblicato per la prima volta sopra un codice della Biblioteca Riccardiana di Firenze da C. Schiaparelli, Firenze, Tip. dei succ.ri Le Monnier, 1871.
- L'Italia descritta nel Libro del re Ruggero compilato da Edrisi / testo arabo pubblicato con versione e note da M. Amari e C. Schiaparelli, Roma, Coi tipi del Salviucci, 1883.
- L'arte poetica di 'Abû-ʿAbbâs 'Ahmad b. Yahyâ Ṯaʿlab secondo la tradizione di ʿUbaid 'Allâh Muhammad b. Imrân b. Mûsâ 'al-Marzubânî / pubblicata da C. Schiaparelli, Leide, E. J. Brill, 1890.
- Dichiarazione di alcuni capitoli della cronaca di Giovanni Villani, relativi alla storia dei Banî Ḥafṣ (Hafsiti) in Tunisi, nota di Celestino Schiaparelli, Tip. della R. Accademia dei Lincei, 1892.
- "Due documenti arabo-bonapartiani", Estr. da: Oriente, vol. 2., n. 1 e 2, 1895, Roma, Tipografia della R. Accademia dei Lincei, 1895.
- Il Canzoniere di ʿAbd al-Ǧabbâr ibn Abî Bakr ibn Muhammad ibn Hamdîs, poeta arabo di Siracusa (1056-1133): testo arabo pubblicato nella sua integrità quale risulta dai codici di Roma e di Pietroburgo, coll'aggiunta di poesie dello stesso autore ricavate da altri scrittori / da Celestino Schiaparelli, Roma, Tip. della Casa editrice italiana, 1897.
Nuovamente edito, con il titolo Il canzoniere / Ibn Hamdîs ; nella traduzione di Celestino Schiaparelli, a cura di Stefania Elena Carnemolla, Palermo, Sellerio, 1998. ISBN 88-389-1418-4 - Viaggio in Ispagna, Sicilia, Siria e Palestina, Mesopotamia, Arabia, Egitto compiuto nel secolo 12. / Ibn Ǧubayr (Ibn Giobeir); prima traduzione fatta sull'originale arabo da Celestino Schiaparelli, Roma, Casa editrice italiana, 1906.
Note
[modifica | modifica wikitesto]- ^ a b Francesco Gabrieli, Testimonianze arabe ed europee, Cap. II "Gli studi arabi all'Università di Roma", pp. 21 e segg., Bari, Dedalo Libri, 1976. Parzialmente consultabile su Google libri.
- ^ Vedi La Biblioteca dell'Accademia Nazionale dei lincei e Corsiniana Archiviato l'8 aprile 2013 in Internet Archive. sito lincei.it.
- ^ Il libro porta sul retro (che per gli Arabi è però il recto) il titolo in lingua araba Dīwān al-fāḍil al-adīb al-kāmil al-arīb al-shaykh ʿAbd al-Jabbār ibn Muḥammad ibn Ḥamdīs al-Ṣiqillī al-Saraqūsī.
- ^ Celestino Schiaparelli scheda nel sito della Accademia delle scienze di Torino.
- ^ Enciclopedia Italiana, riferimenti e link in Bibliografia.
Bibliografia
[modifica | modifica wikitesto]- Giorgio Levi Della Vida, SCHIAPARELLI, Celestino, in Enciclopedia Italiana, vol. 31, Roma, Istituto dell'Enciclopedia Italiana, 1936. URL consultato il 25 giugno 2017.
- Andrea Borruso (a cura di), Carteggio Amari-Schiaparelli, Palermo, Accademia nazionale di scienze lettere e arti, 2002.
- Celestino Schiaparelli (1841-1919): His Legacy and the Oriental School of Sapienza, edited by Arianna D'Ottone Rambach, Pisa - Roma, 2021 (monographic number of the " Rivista degli Studi Orientali" n.s. XCIV, 1 (2021).
Voci correlate
[modifica | modifica wikitesto]Altri progetti
[modifica | modifica wikitesto]- Wikisource contiene una pagina dedicata a Celestino Schiaparelli
Collegamenti esterni
[modifica | modifica wikitesto]- Schiaparèlli, Celestino, su Treccani.it – Enciclopedie on line, Istituto dell'Enciclopedia Italiana.
- Schiaparèlli, Celestino, su sapere.it, De Agostini.
- Bruna Soravia, SCHIAPARELLI, Celestino, in Dizionario biografico degli italiani, vol. 91, Istituto dell'Enciclopedia Italiana, 2018.
- Celestino Schiaparelli, su accademiadellescienze.it, Accademia delle Scienze di Torino.
Controllo di autorità | VIAF (EN) 30318445 · ISNI (EN) 0000 0000 8110 0556 · SBN PALV018564 · BAV 495/167189 · LCCN (EN) nr90021364 · GND (DE) 117621722 · BNF (FR) cb10593383z (data) · J9U (EN, HE) 987007294153705171 |
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