Casa di Niccolò Paganini | |
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Localizzazione | |
Stato | Italia |
Località | Genova |
Indirizzo | Passo di Gattamora, 38 (oggi Giardini Baltimora) |
Coordinate | 44°24′13.82″N 8°55′59.55″E |
Informazioni generali | |
Condizioni | Demolito |
Costruzione | XVI secolo |
Demolizione | 1971 |
Stile | rinascimentale |
Uso | abitazione privata |
Piani | 4 |
La casa di Niccolò Paganini a Genova era l'edificio nel quale visse in gioventù Niccolò Paganini.
Descrizione
[modifica | modifica wikitesto]La casa in stile rinascimentale si trovava in Passo di Gattamora, 38 nel quartiere del Colle vicino a via Madre di Dio. Niccolò Paganini visse in questa casa dalla nascita, il 27 ottobre 1782, fino all'età di 14 anni quando si trasferì a Parma.
Sulla facciata della casa era presente un'edicola del 1610-1620. In occasione del centenario della nascita il comune di Genova fece collocare una targa dettata dall'onorevole Anton Giulio Barrili[1]:
«Alta ventura sortita in questo umile luogo
in questa casa
il giorno XXVII di ottobre dell'anno MDCCLXXXII
nacque
a decoro di Genova a delizia del mondo
Nicolò Paganini
nella divina arte dei suoni insuperato maestro»
Durante la seconda guerra mondiale risultava già in cattive condizioni a causa dei crolli causati dai bombardamenti[2].
Il "Piano particolareggiato" del 1966 prevedeva un grande edificio progettato da Marco Dasso, denominato "Centro dei Liguri", allungato verso il mare lungo la valletta del Rivo Torbido, contrapposto al quale è sorto un altro palazzo di uffici, caratterizzato dal rivestimento in pietra artificiale rosa, disegnato da Franco Albini e Franca Helg. L'architetto Dasso, al centro di un'aspra polemica tra "restauratori" e "innovatori", rifiutò le operazioni di restauro, scegliendo la via della totale demolizione delle strutture edilizie.
Venne acquistata dalla curia genovese tramite la Società immobiliare San Gallo s.p.a., presieduta da Alberto Pongigllone, che aveva sede in Liechtenstein al di sotto del suo valore per la costruzione del Centro direzionale dei Liguri che costò 60 miliardi di lire prestati dalla Carige[3], mentre la società Cemar si occupò, il 3 luglio 1969, della demolizione lasciando solo la facciata fino al primo piano con l'edicola seicentesca[4]. Il resto della facciata venne demolito, la sera del 13 settembre 1971, con mazze e picconi nonostante, nel nuovo piano regolatore, fosse stato promesso di non sacrificare la casa che sarebbe stata risparmiata e inserita in un giardino. Poteva essere salvata con la Legge 1089 del 1939 sulla Tutela delle cose d'interesse Artistico o Storico[5]. L'architetto del comune, Oddi, che si occupava delle Belle Arti disse che la casa era in fase di "disintonacatura" e che doveva rimanere qualche traccia, mentre la dottoressa Terminiello della Sovrintendenza ai Beni Culturali aveva promesso di far svolgere un sopralluogo[6]. La demolizione della casa provocò l'ira degli abitanti del Colle che cercarono di fermare la demolizione.
La società San Gallo s.p.a. fallì e in seguito lasciò uno strascico giudiziario, la targa venne ritrovata in un magazzino comunale e nel 1982 l'amministrazione comunale insieme alla Carige propose la ricostruzione della facciata, ma poi quest'idea venne abbandonata[7].
Nel 1981 nella vicina piazza Sarzano l'US Vecchia Genova fece erigere una targa come "colonna infame":
«A vergogna dei viventi e a monito
dei venturi come usava ai tempi
della gloriosa Repubblica di Genova
dedichiamo questa
“colonna infame”
all'avidità degli speculatori
e alle colpevoli
debolezze
dei reggitori della nostra città»
La statua della Madonna Immacolata che si trovava nell'edicola votiva venne trasferita nel Museo di Sant'Agostino[8].
La targa che si trovava sulla casa è stata trasferita nei Giardini Baltimora, a cui è stata aggiunta una targa nel 1992 dal comune di Genova[9]:
«Nel ricordo della demolizione dell'antico quartiere di
via Madre di Dio
in cui nacque Nicolò Paganini
la cittadinanza qui ricolloca la lapide recuperata
dalla demolizione della casa del celebre musicista
23 ottobre 1992»
Nel 2005 venne aperta dall'antico complesso conventuale di Santa Maria delle Grazie la Casa Paganini/InfoMus Lab[10].
Galleria d'immagini
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Immagine colorizzata della casa di Paganini
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Fotografia di inizio '900 della casa di Paganini
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Cartolina di inizio '900 della casa di Paganini
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Il nipote di Paganini, Attilio davanti alla casa natale di suo zio.
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L'edicola sulla casa di Paganini.
Note
[modifica | modifica wikitesto]- ^ Inserzioni della Gazzetta Ufficiale del Regno d'Italia, pag. 4729, 28 febbraio 1883
- ^ Casa Paganini durante la Seconda Guerra Mondiale
- ^ Don Gallo, Io non mi arrendo, Milano, Baldini e Castoldi, 2013. ISBN 978-88-6852-032-8
- ^ Il Secolo XIX 1886-1986, pag. 522
- ^ Legge 1 giugno 1939 n.1089 (PDF), su librari.beniculturali.it. URL consultato il 17 novembre 2020 (archiviato dall'url originale il 18 settembre 2020).
- ^ Il Secolo XIX 1886-1986, pag. 533
- ^ La Stampa, 29 marzo 1982 pag. 7
- ^ La casa di Paganini e l’edicola della Madonna Immacolata
- ^ Sui passi di Niccolò Paganini
- ^ Sito monumentale Casa Paganini / InfoMus Lab
Voci correlate
[modifica | modifica wikitesto]Altri progetti
[modifica | modifica wikitesto]- Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su Casa di Niccolò Paganini