Campo di addestramento SS Heidelager campo di concentramento
Museo dell'Heidelager
Nome originale	SS-Truppenübungsplatz Heidelager
Stato	Governatorato Generale
Stato attuale	Polonia
Coordinate	50°12′06.57″N 21°32′11.45″E50°12′06.57″N, 21°32′11.45″E
Costruzione	1940
Liquidazione	1944
Attività	1941-1944
Industrie coinvolte	AEG
Gestito da	Schutzstaffel
Comandanti	Werner von Schele Bernhardt Voss
Inceneritori	1
Tipo prigioniero	Ebrei Polacchi Russi
Vittime	7500 ebrei 5000 russi 2500 polacchi[1][2]
Liberato da	Armia Krajowa[3] Armata Rossa
Modifica dati su Wikidata · Manuale

Il campo di addestramento SS Heidelager (in tedesco SS-Truppenübungsplatz Heidelager) fu un complesso militare delle SS con annesso il campo di concentramento nazista di Pustków e Pustków Osiedle, nella Polonia occupata.^[1][4]

La struttura fu costruita per addestrare le unità militari collaborazioniste, tra cui la divisione 14.Waffen-Grenadier-Division der SS (galizische Nr.1),^[4] e le unità provenienti dall'Estonia.^[5] L'addestramento prevedeva anche le operazioni di uccisione all'interno dei campi di concentramento, in particolare nei vicini campi di Pustków e Szebnie, e dei ghetti ebraici nelle vicinanze.^[6][7] L'area militare era situata tra i fiumi Wisła e San, in un'area dominata da estese foreste. Il centro operativo di Heidelager era situato a Blizna, presso il sito segreto nazista di lancio dei missili V-2, costruito e gestito dai prigionieri del campo di concentramento di Pustków.

Nel corso dei suoi quattro anni di vita, il nome del centro di addestramento militare delle SS cambiò diverse volte:^[8]

• durante le fasi di progettazione, tra il 21 dicembre 1939 e il 26 giugno 1940, fu chiamato "Ostpolen";^[9]
• terminata la costruzione, fu aperto il 26 giugno 1940 con il nome SS "Dębica";^[9][8]
• dal 15 marzo 1943, il sito fu designato come SS "Heidelager".^[9][8]

I nazisti inizialmente pianificarono la costruzione di un grande campo di addestramento per le SS vicino a Pustków, con caserme, magazzini ed edifici per i servizi segreti. La struttura fu costruita per ordine del Reichsführer-SS Heinrich Himmler in base alla disposizione OKW n. 3032 del 21 dicembre 1939, che autorizzò la costruzione di un centro di addestramento militare SS nell'area a est di Dębica, nel Governatorato Generale.^[9] Il sito di addestramento doveva essere costruito come un campo di baracche con quattro strade ad anello (in tedesco Lager Flandern). Il completamento era previsto per il 1° ottobre 1940 per due reggimenti di fanteria pesante. Per realizzarlo furono evacuati e poi rasi al suolo una dozzina di villaggi vicino a Pustków .^[4][10]

Per fornire la manodopera sufficiente al completamento di questo progetto, inizialmente i nazisti istituirono un campo di lavoro. Fu aperto il 26 giugno 1940 con l'arrivo dei primi lavoratori forzati, per lo più ebrei^[2] e belgi. La maggior parte dei prigionieri ebrei fu trasferita dai ghetti di Cracovia, Rzeszow e Tarnow e portata al campo.^[11] Il campo ebraico^{[si tratta dell'area riservata agli ebrei oppure un nuovo appellativo del campo?]} comprendeva due baracche che, all'apice della capienza del campo, contavano circa 465 prigionieri.^[11] Le condizioni erano così terribili che la maggior parte dei prigionieri non sopravvisse ai primi mesi di prigionia.^[12]

Successivamente, il luogo divenne un campo per prigionieri di guerra per i soldati dell'Armata Rossa catturati nella zona sovietica della Polonia occupata dopo l'attuazione dell'Operazione Barbarossa: i primi arrivarono nell'ottobre 1941.^[2][13][14] Fin dall'autunno 1941, il campo fu sotto il comando dell'Oberführer-SS Werner von Schele.^[4][9][8] Inizialmente^{[quando esattamente?]}il campo non era altro che un'area chiusa. I prigionieri ricevevano razioni di cibo minime, riducendosi a dover mangiare erba e radici; non furono previste baracche per i prigionieri russi e quindi dovettero dormire all'aperto, questa mancanza di riparo fu la causa della morte per molti prigionieri durante il rigido inverno del 1941-1942.^[11] Molti prigionieri furono torturati e maltrattati, o giustiziati in massa ai piedi di quella che divenne nota come la Góra Śmierci ("Collina della morte"), il cui vero nome è Królowa Góra,^[15] e dove venivano poi cremati su pire funerarie appositamente costruite.^[11][15]

Un terzo campo per i lavoratori forzati polacchi fu istituito nel settembre 1942.^[2][11] Le condizioni non erano migliori di quelle dei primi due campi. I lavoratori furono impiegati nello sviluppo e nella produzione dei razzi V-1 e V-2 nel vicino sito di lancio missilistico di Blizna.^[2] Dal 1943, il campo fu sorvegliato dalle unità del 204º Battaglione Schutzmannschafts, composto dagli ucraini provenienti dalla zona di Leopoli. Oltre a lavorare allo sviluppo dei razzi V-1 e V-2, l'AEG utilizzò la manodopera degli ebrei del campo di Pustków per le installazioni elettriche nelle aree di addestramento delle Waffen-SS di Dębica a partire dal 1941.^[16]

Il numero totale delle vittime del campo di Pustków è sconosciuto. Nel 1944, con l'avanzata dell'esercito sovietico, il campo fu liquidato. Tutti i prigionieri sopravvissuti furono inviati nei campi vicini, come quello di Kraków-Płaszów.^[17][12] Si stima che siano morte o siano state uccise almeno 15.000 persone, tra cui circa 5.000 prigionieri di guerra russi, 7.500 ebrei e 2.500 polacchi.^[1][2][18] L'ultimo comandante della base di addestramento fu l'Oberführer-SS Bernhardt Voss, fino all'estate del 1944.^[4]

La struttura somigliava a una piccola città con una propria linea ferroviaria a scartamento ridotto, con circa 3.600 uomini di diverse nazionalità, cinema, sale da pranzo, decine di ville, un bollettino, un grande bordello da campo con personale femminile proveniente dal vicino campo di lavoro e regolari battute di caccia per gli alti ufficiali. È qui che nacque la 1ª Divisione Galiziana.

Il campo fu visitato da Himmler il 28 settembre 1943 e abbandonato nell'estate del 1944 in vista dell'imminente avanzata sovietica.^[4] Dopo l'abbandono del campo, l'area fu ancora difesa da un gruppo diWaffen-SS guidate da un soldato delle SS. Il campo fu in gran parte distrutto da un incendio durante l'evacuazione del centro di addestramento militare.

A causa dei crimini commessi nel campo di addestramento militare, alcuni esponenti polacchi presentarono delle accuse formali alla commissione per i crimini di guerra nazisti. A partire dal 1959 furono condotte indagini approfondite in Germania per scoprire i crimini.^[19]

Il sito ospita una ricostruzione delle baracche del campo. All'interno delle baracche è stato allestito un museo con reperti originali del sito, tra cui una ricostruzione dell'ufficio privato del comandante del campo, l'Oberführer-SS Bernhardt Voss. Nell'adiacente collina Góra Śmierci si trovano i memoriali e il forno crematorio originale.^[20]

• 
  Baracche ricostruite
• 
  Sito del campo
• 
  Torre di guardia del campo
• 
  Croce sulla Collina della morte
• 
  Mostre nell'area di addestramento militare delle SS Museo Heidelager
• 
  Ricostruzione dell'ufficio privato del comandante del campo Bernhardt Voss
• 
  Fotografie di prigionieri
• 
  Fotografie di prigionieri
• 
  Crematorio sulla Collina della morte, Pustków
• 
  Memoriale a Góra Śmierci
• 
  Memoriale nel campo Heidelager

• (PL) Stanisław Zabierowski, "Pustków hitlerowskie obozy wyniszczenia w służbie SS", Rzeszów, KAW, 1981.
• Władysław Góra (a cura di), Wojna i okupacja na ziemiach polskich 1939–1945, Warszawa, Wydawnictwo Książka i Wiedza, 1984, ISBN 83-05-11290-X.
• Moritz Pfeiffer, Mein Großvater im Krieg 1939–1945. Erinnerung und Fakten im Vergleich (= Schriftenreihe Geschichte & Frieden, Bremen, Donat, 2013, ISBN 978-3-943425-02-4.

• Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su Campo di addestramento delle SS di Heidelager

• (NL) Werkkamp Pustków, su oorlogsmusea.nl.
• Pustków (Death Hill, V-missile base and SS military training ground), su www.it.tarnow.pl. URL consultato l'8 agosto 2024 (archiviato dall'url originale il 13 novembre 2011).
• Pustkow, su www.jewishvirtuallibrary.org.
• (PL) Historia poligonu Heidelager, su heidelager.pl.

Portale Nazismo

Portale Seconda guerra mondiale