Boris Evgen'evič Paton | |
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Paton nel 2010 | |
Deputato del Soviet dell'Unione del Soviet Supremo dell'URSS | |
Legislatura | VI, VII, VIII, IX, X, XI |
Circoscrizione | Oblast' di Kiev (VI, VII, VIII, IX), Kiev (X, XI) |
Dati generali | |
Partito politico | Partito Comunista dell'Unione Sovietica |
Titolo di studio | doktor nauk in ingegneria |
Università | Istituto Politecnico di Kiev e National Aviation University |
Firma |
Borys Jevhenovyč Paton (in ucraino Борис Євгенович Патон?, in russo Борис Евгеньевич Патон?, Boris Evgen'evič Paton; Kiev, 27 novembre 1918 – Kiev, 19 agosto 2020) è stato un ingegnere e fisico sovietico (dal 1992 ucraino), studioso nel campo della fisica dei materiali, in particolare nella metallurgia.[1] Fu per lungo tempo il presidente dell'Accademia Nazionale delle Scienze dell'Ucraina[2] e dell'Accademia Russa delle Scienze.
Fu anche deputato del Soviet Supremo dell'URSS (1962-1989), membro del Presidium del Soviet Supremo della RSS Ucraina (1963-1980), membro del Comitato Centrale del PCUS (1966-1991), membro del Partito Comunista dell'Unione Sovietica dal 1952.
Biografia
[modifica | modifica wikitesto]Paton nacque il 27 novembre 1918 a Kiev nella famiglia dello scienziato e fondatore del Paton Institute of Electric Welding di Kiev, il professor Evgeny Paton.[3] Evgeny Paton era (come suo figlio) famoso per i lavori sulla saldatura elettrica.[1] Il primo ponte saldato a Kiev, il ponte Paton, fu costruito sotto la supervisione di Evgeny Paton e prese il suo nome.[3] La madre di Paton junior era una casalinga. Paton junior nacque nell'edificio della residenza dei professori del Kyiv Polytechnic Institute, dove suo padre insegnava.[1] Nel 1941, Borys Paton completò il Kyiv Polytechnic Institute e divenne ingegnere.[4]
Durante la seconda guerra mondiale, nel 1941 e nel 1942, Paton lavorò e progettò circuiti elettrici presso la fabbrica Krasnoye Sormovo n. 112 a Gorky.[1][5] I suoi progetti contribuirono ad aumentare la produzione di carri armati sovietici.[1] Nel 1941, Borys Paton si laureò in ingegneria all'Istituto politecnico di Kiev.
Nel 1952 conseguì il dottorato in scienze tecniche e divenne noto per il suo impegno nel campo della saldatura elettrica.[3] Nello stesso anno Paton si unì al Partito Comunista dell'Unione Sovietica.[3] Nel 1953 divenne capo del Paton Institute of Electric Welding.[4][3] (L'istituto era stato fondato e precedentemente guidato da suo padre).[1]
Paton entrò a far parte dell'Accademia nazionale delle scienze dell'Ucraina il 18 novembre 1958. Dal 1963 al 1991 fu membro dell'Accademia delle scienze dell'Unione Sovietica.[4] Paton fu nominato presidente dell'Accademia nazionale delle scienze dell'Ucraina nel 1962 e mantenne questa carica fino alla sua morte.[2] A Paton fu anche offerto di dirigere l'Accademia delle scienze dell'Unione Sovietica a Mosca, ma rifiutò.[6] Era convinto che avrebbe dovuto lavorare a Kiev, presso l'Istituto di saldatura elettrica dei suoi genitori e l'Accademia ucraina delle scienze.[6]
Paton fu deputato del Soviet Supremo dell'Unione Sovietica dal 1962 al 1989.[6]
Ottenne la presidenza dell'Accademia Nazionale delle Scienze il 18 novembre 1958 e fu la prima persona a venire insignita del titolo di Eroe dell'Ucraina.[1][4]
Nei primi anni '70 e '80 Paton aveva consigliato alle autorità sovietiche di non costruire la centrale nucleare di Chernobyl.[7][8]
Nel gennaio 2008 Paton fu nominato membro del Consiglio di Sicurezza e Difesa Nazionale dell'Ucraina con un decreto del presidente Viktor Yushchenko.[5] Alle elezioni presidenziali ucraine del 2010 fu un rappresentante della candidata Yulia Tymoshenko[5] e nell'agosto 2011 fu uno dei dieci firmatari della cosiddetta "Lettera dei Dieci", una lettera di esponenti dell'intellighenzia ucraina a sostegno della politica del presidente Viktor Yanukovich.[5]
Paton venne riconfermato per un altro mandato come presidente dell'Accademia Nazionale delle Scienze dell'Ucraina nel 2015[2] e non presentò la sua candidatura per l'incarico nel marzo 2020.[2] Paton non ha mai denunciato completamente il passato dell'Ucraina come parte dell'Unione Sovietica.[9] Nel 2019 dichiarò di essere contrario alle politiche di decomunizzazione.[6]
Paton morì il 19 agosto 2020 all'età di 101 anni.[4][1] Fu sepolto nel cimitero di Baikove tre giorni dopo.[10]
Borys Paton è stato autore di oltre 1.000 pubblicazioni,[11] tra cui 20 monografie, e responsabile di più di 400 invenzioni.
Vita privata
[modifica | modifica wikitesto]Paton era sposato con Olha Paton ed ebbe una figlia, Yevheniya, anch'essa scienziata.[6][5] Yevheniya è morta nel 2009 e quattro anni dopo è morta anche la moglie di Paton.[6] Da allora Paton è stato accudito dalla nipote, Olha.[6]
La ricerca
[modifica | modifica wikitesto]Paton dedicò la sua ricerca scientifica a:[12]
- saldatura ad arco sommerso automatica e semiautomatica
- sviluppo di basi teoriche per la realizzazione di macchine automatiche e semiautomatiche per saldatura ad arco elettrico e alimentatori per saldatura
- ricerca delle condizioni di combustione ad arco lungo e della sua regolazione
- risolvere i problemi di gestione dei processi di saldatura
- creazione di nuovi materiali funzionali
Sotto la sua guida è stata creata la saldatura elettroscoria, che è diventata un metodo di saldatura fondamentalmente nuovo. Paton ha condotto la ricerca sull'applicazione di fonti di calore per saldatura per il miglioramento della qualità del metallo fuso. Su questa base è stata fondata una nuova branca della metallurgia chiamata elettrometallurgia speciale (elettroscoria, saldatura ad arco al plasma e rifusione a fascio di elettroni). È stato il primo ricercatore ad avviare un'intensa attività di ricerca nel campo dell'uso della saldatura e delle tecnologie correlate nello spazio.[13]
Onorificenze
[modifica | modifica wikitesto]Onorificenze sovietiche
[modifica | modifica wikitesto]Onorificenze ucraine
[modifica | modifica wikitesto]— 13 maggio 1997
— 26 novembre 1998
— 26 novembre 2003
— 27 novembre 2008
— 21 gennaio 2012
Onorificenze straniere
[modifica | modifica wikitesto]— 27 novembre 1998
— 19 gennaio 2004
— 26 novembre 2008
Note
[modifica | modifica wikitesto]- ^ a b c d e f g h (EN) Interview with Boris Paton, in Times Higher Education, 22 novembre 2018.
- ^ a b c d (UK) Патон залишає посаду президента НАН України – джерело, in Ukrayinska Pravda "Life". URL consultato il 25 maggio 2020.
- ^ a b c d e (EN) Borys Paton, patriarch of Ukrainian science, dies at 101, in Kyiv Post, 19 agosto 2020.
- ^ a b c d e (EN) Prominent Ukrainian academician Paton dies at 101, in UNIAN, 19 agosto 2020.
- ^ a b c d e (RU) Патон Борис, su Liga.net. URL consultato il 19 agosto 2020.
- ^ a b c d e f g (UK) The life of Boris Paton in 13 facts, in Radio Free Europe. URL consultato il 20 agosto 2020.
- ^ (EN) Stephen H. Unger, Controlling Technology: Ethics and the Responsible Engineer, John Wiley & Sons, 1994, p. 90, ISBN 978-0-471-59181-8.
- ^ (EN) Bohdan Nahaylo, The Ukrainian Resurgence, C. Hurst & Co. Publishers, 1999, p. 48, ISBN 978-1-85065-168-0.
- ^ (EN) Paul R. Magocsi, A History of Ukraine: The Land and Its Peoples, University of Toronto Press, 2010, pp. 563–564, 722–723, ISBN 978-1-4426-4085-6.
- ^ (UK) Україна попрощається з Патоном у суботу, in Ukrayinska Pravda. URL consultato il 20 agosto 2020.
- ^ (EN) Boris Y. Paton – Google Scholar Citations, su scholar.google.com. URL consultato il 25 maggio 2020.
- ^ (RU) Патон Борис Евгеньевич, su paton.kiev.ua (archiviato dall'url originale il 20 giugno 2010).
- ^ (UK) Народився Борис Патон, фахівець зі зварювання світового рівня, винахідник (спецелектрометалургія, космічне зварювання, хірургічне зварювання живих тканин), академік НАН України (1958), РАН (1962, 1992), Президент НАН України (1962), Герой України | Національна бібліотека України імені В. І. Вернадського, su nbuv.gov.ua. URL consultato il 25 maggio 2020.
Altri progetti
[modifica | modifica wikitesto]- Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su Borys Jevhenovyč Paton
Collegamenti esterni
[modifica | modifica wikitesto]- Accademia Nazionale delle Scienze dell'Ucraina, su nas.gov.ua. URL consultato il 19 novembre 2005 (archiviato dall'url originale il 16 dicembre 2005).
Controllo di autorità | VIAF (EN) 79194642 · ISNI (EN) 0000 0001 0991 9767 · LCCN (EN) n80108993 · GND (DE) 124484077 · BNF (FR) cb146112807 (data) · J9U (EN, HE) 987007455699305171 · NDL (EN, JA) 00452264 |
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