Barrafranca comune | |
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Localizzazione | |
Stato | Italia |
Regione | Sicilia |
Libero consorzio comunale | Enna |
Amministrazione | |
Sindaco | Giuseppe Lo Monaco (lista civica) dal 30-5-2023 |
Territorio | |
Coordinate | 37°22′N 14°12′E |
Altitudine | 450 m s.l.m. |
Superficie | 53,71 km² |
Abitanti | 11 854[1] (30-9-2022) |
Densità | 220,7 ab./km² |
Comuni confinanti | Mazzarino (CL), Piazza Armerina, Pietraperzia, Riesi |
Altre informazioni | |
Cod. postale | 94012 |
Prefisso | 0934 |
Fuso orario | UTC+1 |
Codice ISTAT | 086004 |
Cod. catastale | A676 |
Targa | EN |
Cl. sismica | zona 3 (sismicità bassa)[2] |
Cl. climatica | zona C, 1 344 GG[3] |
Nome abitanti | barresi |
Patrono | sant'Alessandro |
Giorno festivo | 3 maggio |
Cartografia | |
Posizione del comune di Barrafranca nel libero consorzio comunale di Enna | |
Sito istituzionale | |
Barrafranca (IPA: ['barra'fraŋka]), è un comune italiano di 11 854 abitanti[1] del libero consorzio comunale di Enna in Sicilia.
Geografia fisica
[modifica | modifica wikitesto]È situata su un territorio collinare a sud-ovest del capoluogo, sul versante sud-ovest dei monti Erei, fra i fiumi Tardara e Braemi. Ha un'estensione di circa 53,64 km² e un'elevazione dal livello marino di 448 m.
Nella carta topografica edita dall'I.G.M. ricade tra le tavolette Barrafranca 268 III SE e Monte Navone 268 II SO.
Storia
[modifica | modifica wikitesto]Barrafranca risale probabilmente all'antica Hibla Heraia (o Galeota o Galatina), poi romanizzata con il nome di Callonania.[senza fonte] In epoca normanna l'abitato si chiamò Convicino e divenne feudo della famiglia Barresi, intorno al 1330. Duecento anni dopo, nel 1529, Convicino assunse l'attuale nome di Barrafranca. Il nome del comune, molto probabilmente, deriva in parte da quello del suo fondatore, il Marchese Matteo III Barresi,che propizio' la costruzione delle prime case del comune e in parte (franca) dal fatto che questa città fu dallo stesso Marchese Barresi, per i nuovi abitanti, qui arrivati, esonerata dal pagamento dei tributi fiscali. In seguito, grazie a un clima di pace e di libertà garantita ai cittadini, Barrafranca incominciò un periodo di costante aumento della popolazione residente, sia per l'ottima accessibilità del paese, sia per l'ampia possibilità di trovare un lavoro nelle miniere di sale. Il paese cominciò a espandersi attorno al castello dei Barresi, estendendosi prima a ovest verso il quartiere Sopra Canale poi verso le terre del monastero a est e successivamente a nord.
Simboli
[modifica | modifica wikitesto]Il primo stemma ufficiale di Barrafranca, anche se non approvato dal Governo, fu ideato dal signor Santo Scarpulla, mastro muratore, alla fine degli anni venti quando fu restaurata la facciata del Palazzo Municipale. Esso era costituito da: Scudo ovale, celeste, all'aquila al naturale, poggiata su una fascia di verde caricata dalla scritta in nero "Barrafranca", e una torre bianca, merlata alla guelfa, poggiata a sinistra sulla fascia sotto l'ala dell'aquila; corona marchionale e scritta in oro.
Il 10 febbraio 1953 il consiglio comunale adotta un nuovo stemma costituito da uno scudo inquartato[senza fonte], sormontato dalla corona argentea dei Comuni e circondato in basso da due fronde d'albero, una di ulivo e una di alloro, tenute insieme da un nastro tricolore. L'11 settembre 1996[4], il presidente della Repubblica firma il decreto di approvazione del nuovo stemma comunale che il 10 ottobre viene trascritto nel Registro Araldico dell'Archivio Centrale dello Stato e il 25 dello stesso mese nel Registro dell'Ufficio Araldico. Lo stemma è così rappresentato:
«partito: nel primo, di azzurro, all'aquila con il volo abbassato, d'oro, afferrante la lista svolazzante, dello stesso, caricata del motto, in lettere maiuscole, OLIM CONVICINUM, essa aquila sormontata dalla corona marchionale d'oro; nel secondo, d'oro, alla torre di rosso, mattonata di nero, chiusa dello stesso, finestrata di due in fascia, di nero, merlata alla guelfa di quattro, fondata sulla pianura di verde. Ornamenti esteriori da Comune.»
Il gonfalone è un drappo di rosso.
Onorificenze
[modifica | modifica wikitesto]— 17 aprile 2012.[5]
Monumenti e luoghi d'interesse
[modifica | modifica wikitesto]Architetture religiose
[modifica | modifica wikitesto]- Chiesa Madre del 1728. Edificata sulla preesistente chiesa di San Sebastiano, ha stucchi dei fratelli Signorelli. Importante la statuetta del Santissimo Crocefisso, una acquasantiera con lo stemma dei Barresi. Tele: la Madonna della Purificazione di Filippo Paladini, la Mercede e la Consolata.
- Chiesa di Santa Maria dell'Itria del XV secolo. All'interno è custodita l'Annunziata di Mattia Preti.
- Chiesa Sacro Cuore, in stile moderno.
- Chiesa San Giovanni
- Chiesa madre della Divina Grazia. Costruita intorno al 1650, vanta un portale in pietra intagliata e un quadro di vaste proporzioni raffigurante Maria Santissima delle Grazie.
- Monastero delle Benedettine e chiesa di San Benedetto del tardo barocco siciliano. Ha un altare ligneo scolpito, incorniciato da colonne a tortiglione.
- Chiesa di Maria SS. della Stella. Antecedente al 1598, è la chiesa più antica di Barrafranca. All'interno sono custoditi i quadri raffiguranti San Isidoro agricola di Pietro D'Asaro e Sant'Alessandro di Francesco Vaccaro. Bello anche il Cristo Deposto ovvero il "Signore dell'Urna", realizzato in cartapesta. La figura di Cristo è in scala naturale, con il collo e gli arti inferiori piegati, di lunghezza pari a 1,40 m. Il corpo è posto in posizione tale da essere facilmente adagiato all'interno dell'urna per un allestimento in Chiesa, e per essere trasportato in processione.
- Chiesa di San Francesco. Anteriore al 1694, all'interno ospita le statue dell'Immacolata e di San Pasquale Baylon. L'altare maggiore è realizzato in legno scolpito e intarsiato.
- Chiesa Santa Famiglia di Nazareth, in stile moderno, edificata nei primi anni ottanta e ristrutturata nel 2007.
Musei
[modifica | modifica wikitesto]- Museo Bellico;
- Museo della Passione.
Società
[modifica | modifica wikitesto]Evoluzione demografica
[modifica | modifica wikitesto]Abitanti censiti[6]
Geografia antropica
[modifica | modifica wikitesto]Quartieri
[modifica | modifica wikitesto]- Canale, Costa, Convento, Madunnuzza, Grazia, Itria, Madonna (Batìa), Sirbia, Pineta, Poggio, Punta Terra, Centrale, Serra, Villaggio UNNRA, Canalicchio, Canalicchio Vecchio, Gurretta, Portella d'Argento, Zotta, Sitica, Sotto-serra, Faraci, San Gisippuzzu,Timba.
Economia
[modifica | modifica wikitesto]L'economia è prevalentemente agricola (con produzione di ortaggi (particolarmente apprezzate le cipolle), frumento, mandorle, olio d'oliva, uva, agrumi) con allevamenti. Sono presenti cinque frantoi ed uno stabilimento di lavorazione della mandorle (quest'ultimo non più operativo). È sviluppato anche l'artigianato (lavorazione del marmo e consimili, ceramica, ferro e alluminio, legno, cornici in gesso, statue in cementizio ecc.), il comparto sartoriale e il commercio. Sono presenti miniere di zolfo (ormai in disuso) e farine fossili.
Amministrazione
[modifica | modifica wikitesto]Di seguito è presentata una tabella relativa alle amministrazioni che si sono succedute in questo comune.
Periodo | Primo cittadino | Partito | Carica | Note | |
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16 luglio 1988 | 15 luglio 1989 | Giuseppe Bonincontro | Democrazia Cristiana | Sindaco | [7] |
18 settembre 1989 | 19 gennaio 1990 | Gaetano Giunta | Partito Comunista Italiano | Sindaco | [7] |
26 gennaio 1990 | 16 novembre 1992 | Giovanni Nicolosi | Democrazia Cristiana | Sindaco | [7] |
18 gennaio 1991 | 18 aprile 1992 | Giuseppe Balsamo | Democrazia Cristiana | Sindaco | [7] |
19 febbraio 1993 | 22 giugno 1993 | Vincenzo Spagnuolo | Democrazia Cristiana | Sindaco | [7] |
22 giugno 1993 | 15 dicembre 1997 | Gaetano Giunta | Partito Democratico della Sinistra | Sindaco | [7] |
15 dicembre 1997 | 11 giugno 2002 | Salvatore Giuseppe Marchì | centro-destra | Sindaco | [7] |
11 giugno 2002 | 29 maggio 2007 | Giuseppe Marchì | centro-destra | Sindaco | [7] |
29 maggio 2007 | 14 maggio 2012 | Angelo Ferrigno | centro-destra | Sindaco | [7] |
8 maggio 2012 | 16 dicembre 2015 | Salvatore Lupo | lista civica | Sindaco | Mozione di sfiducia[7] |
16 dicembre 2015 | 7 giugno 2016 | Pio Guida | commissario straordinario | [7] | |
13 giugno 2016 | 16 aprile 2021 | Fabio Arnaldo Ettore Accardi | lista civica | Sindaco | [7] |
27 agosto 2020 | 16 aprile 2021 | Calogero Sirna | commissario straordinario | [7] | |
16 aprile 2021 | in carica | Carmelo La Paglia-Leonardo La Vigna-Maria Salerno | commissione straordinaria | [7] |
Sport
[modifica | modifica wikitesto]Ha sede nel Comune la società di calcio A.S.D. Barrese, che partecipa al campionato di prima categoria 2023-2024.
Note
[modifica | modifica wikitesto]- ^ a b Bilancio demografico mensile anno 2022 (dati provvisori), su demo.istat.it, ISTAT, 15 dicembre 2022. URL consultato il 28 dicembre 2022.
- ^ Classificazione sismica (XLS), su rischi.protezionecivile.gov.it.
- ^ Tabella dei gradi/giorno dei Comuni italiani raggruppati per Regione e Provincia (PDF), in Legge 26 agosto 1993, n. 412, allegato A, Agenzia nazionale per le nuove tecnologie, l'energia e lo sviluppo economico sostenibile, 1º marzo 2011, p. 151. URL consultato il 25 aprile 2012 (archiviato dall'url originale il 1º gennaio 2017).
- ^ Barrafranca, su Archivio Centrale dello Stato.
- ^ Comunicato, su quirinale.it, Quirinale.
- ^ Statistiche I.Stat ISTAT URL consultato in data 28 dicembre 2012.
- ^ a b c d e f g h i j k l m n http://amministratori.interno.it/
Bibliografia
[modifica | modifica wikitesto]- Salvatore Vaiana, Una storia siciliana fra Ottocento e Novecento. Lotte politiche e sociali, brigantaggio e mafia, clero e massoneria a Barrafranca e dintorni, Barrafranca, Bonfirraro Editore, 2000. URL consultato il 15 novembre 2013 (archiviato dall'url originale il 3 dicembre 2013).
- Salvatore Licata - Carmelo Orofino, Barrafranca. Storia, Tradizioni, Cultura popolare, Papiro Editrice, 1990. (Presentazione di Ignazio Nigrelli). ISBN 88-85214-03-7
- Salvatore Licata, Sindaci, Podestà e Commissari 1820-2000. (Patrocinio del Comune di Barrafranca).
- Salvatore Licata, Il brigante giustiziere. Saggio storico, Booksprint Edizioni, 2013. ISBN 978-88-6823-013-5
- Salvatore Licata - Carmelo Orofino, Barrafranca, la Storia, le Tradizioni, la Cultura popolare,nuova edizione 2010.
- Maurizio Di Fazio, La Barrese calcio: il calcio come favola...1947-2012, Barrafranca, Bonfirraro Editore, 2013, ISBN 978-88-6272-048-9. URL consultato il 15 novembre 2013 (archiviato dall'url originale il 1º dicembre 2013).
- Diego Aleo - Gaetano Vicari, La grande eredità. Viaggio attraverso le tradizioni della Settimana Santa nel cuore della Sicilia. Fede e folklore a Barrafranca, Ediprint, Palermo, 1986.
- Rita Bevilacqua, Settimana Santa a Barrafranca. Storia, tradizioni, immagini, Bonfirraro, Barrafranca, 2014.
Altri progetti
[modifica | modifica wikitesto]- Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su Barrafranca
- Wikivoyage contiene informazioni turistiche su Barrafranca
Collegamenti esterni
[modifica | modifica wikitesto]- Sito ufficiale, su comune.barrafranca.en.it.
- Barrafranca, su sapere.it, De Agostini.
Controllo di autorità | VIAF (EN) 125616243 · LCCN (EN) n90612061 · GND (DE) 4209579-7 · J9U (EN, HE) 987007565143105171 |
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