Atena Varvakeion | |
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Autore | sconosciuto |
Data | sconosciuta |
Materiale | sconosciuto |
Altezza | 1,05 (riproduzione) cm |
Ubicazione | Museo archeologico di Atene, Atene |
L'Atena Varvakeion è una statua di epoca romana di Atena Parthenos, ora parte del Museo archeologico di Atene. Generalmente è considerata la riproduzione (data al 200-250 d.C.[1]) più fedele della statua crisoelefantina scolpita da Fidia e dai suoi assistenti che un tempo si ergeva nel Partenone.[2]
La statua è 1,05 m, circa un dodicesimo dell'altezza stimata dell'originale.[1] È scolpita in marmo pentelico e presenta tracce di pittura rossa e gialla. Atena è vestita con un peplo cinto da una zone avente la forma di due serpenti; sopra questo indossa l'egida, decorata con serpenti e con il gorgoneion al centro.[1] Indossa un elmo attico con i copriguance sollevati; ha tre creste, quella centrale sfoggia una sfinge e quelle laterali un pegaso.[1][2] La sua mano sinistra poggia sull'orlo di uno scudo che porta anche il gorgoneion; lo scudo si appoggia all’oikouros ophis ("serpente sacro") identificato con Erittonio, il leggendario fondatore della città.[2] La mano destra distesa è sostenuta da una colonna e tiene la figura alata di Nike, la cui testa è mancante;[3] questa immagine più piccola è ugualmente vestita con un peplo ed è girata verso la figura principale.[3] L'intero complesso poggia su una base rettangolare.[1]
Si possono notare certe differenze fra l'originale come descritto da Pausania il Periegeta e Plinio il Vecchio. La base originale era decorata con un fregio che mostrava la nascita di Pandora, mentre la copia non ha decorazione; Pausania descrive anche una lancia che manca alla copia. Sul fronte dello scudo manca l'amazzonomachia che Plinio descrive.[1] La presenza della colonna è citata da molti nella discussione sul fatto che l'originale richiedesse un supporto simile, sebbene molte ricostruzioni lo omettano (e.g. nel Partenone di Nashville).[3]
La statua prende il nome dal luogo in cui è stata scoperta nel 1880,[3] vicino al sito originale del Varvakeio.[2]
Note
[modifica | modifica wikitesto]- ^ a b c d e f Nikolaos Kaltsas, Sculpture in the National Archaeological Museum, Athens, Athens, Kapon Editions, 2002, p. 104, ISBN 978-0-89236-686-6. URL consultato il 7 giugno 2016.
- ^ a b c d The Varvakeion Athena (129), su nam.culture.gr, National Archaeological Museum. URL consultato il 7 giugno 2016 (archiviato dall'url originale il 16 settembre 2016).
- ^ a b c d Evelyn B. Harrison, Pheidias, in Olga Palagia e J. J. Pollitt (a cura di), Personal Styles in Greek Sculpture, Yale Classical Studies, XXX, Cambridge University Press, 1996, pp. 42–51, ISBN 978-0-521-65738-9. URL consultato il 29 giugno 2016.
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