Andrea Bruno (Torino, 11 gennaio 1931) è un architetto italiano attivo specialmente nel settore del restauro architettonico di edifici storici e di musei.
Biografia
[modifica | modifica wikitesto]Laureato il 31 luglio 1956 presso la Facoltà di Architettura del Politecnico di Torino con votazione di 90/110[1] discutendo una tesi sul recupero e la ricostruzione del centro storico di Savona, iniziò la sua attività professionale nella Soprintendenza per i Beni Ambientali e Architettonici del Piemonte[2], per poi dedicarsi all'attività progettuale e di didattica universitaria.
Presso il Politecnico di Torino è stato assistente volontario dal 1959 al 1971 (prima di Elementi di architettura e rilievo dei monumenti II, poi di Restauro dei monumenti), assistente incaricato tra il 1971 e il '72 e assistente ordinario a partire dal 1972 (di Restauro dei monumenti)[3]; ottenuta la libera docenza in Restauro dei monumenti nel 1971 (confermata nel 1977)[4] è stato professore incaricato di Disegno e rilievo dal 1973-74[5] al 1975-76[6], professore incaricato dal 1976-77[7] e associato dal 1980 al 1990[8] di Restauro dei monumenti. Nel 1991 si è trasferito al Politecnico di Milano dove ha insegnato Restauro architettonico, come professore associato fino al 2001 (anno del pensionamento) e poi come professore a contratto fino al 2010[8].
Nel 1974 ha progettato l'Ambasciata d'Italia in Afghanistan.
Dal 1974 è Consulente UNESCO per il restauro e la conservazione del patrimonio artistico e culturale, incarico che lo ha portato a partecipare a numerose missioni ufficiali, specialmente in Medio Oriente e nel Nord-Africa.[9]
Tra i suoi progetti più noti figurano il Centre d'art contemporain du Mouvement et de la Voix, Les Brigittines, a Bruxelles, il Musée de l'eau a Pont-en-Royans in Francia, il Castello di Lichtenberg in Alsazia, il Musée d'art et d'histoire Romain Rolland a Clamecy, il Conservatoire national des arts et métiers a Parigi, la cittadella universitaria di Fort Vauban a Nîmes, il Musée de la Corse a Corte, la sistemazione della zona archeologica di Tarragona.[9]
In Italia si è occupato del restauro e dell'allestimento di importanti istituzioni culturali piemontesi, quali il Museo del Risorgimento di Torino a Palazzo Carignano, il Museo d'Arte Contemporanea del castello di Rivoli e - l'intervento più recente - il MAO - Museo d'Arte Orientale di Torino, a Palazzo Mazzonis.[10]
Ha inoltre esplicato attività didattica: è stato infatti Presidente del Centre d'Etudes pour la Conservation du Patrimoine Architectural et Urbain della Katholieke Universiteit di Lovanio, nonché docente di Restauro architettonico presso il Politecnico di Torino e il Politecnico di Milano, ed ha infine insegnato all'ICCROM (International Centre for the Study of the Preservation and Restoration of the Cultural Property) di Roma.[9]
Dal 2002 è Consigliere per la Divisione culturale dell'UNESCO per l'Afghanistan.[9]
Relatore in convegni e conferenze, partecipa inoltre come esperto in giurie di concorsi nazionali e internazionali.[9]
Pubblicazioni
[modifica | modifica wikitesto]- The citadel and the minarets of Herat, Afghanistan, Torino, Sirea, 1976.
- Il castello di Rivoli. 1734-1984, storia di un recupero, Torino, U. Allemandi, 1984.
- Architetture tra conservazione e riuso. Progetti e realizzazioni di Andrea Bruno a Torino, Milano, Lybra immagine, 1996.
- Il Castello di Grinzane Cavour. Un'architettura fortificata tra le vigne di Langa, (con Luigi Cabutto e Giulio Parusso), Alba, Ordine dei cavalieri del tartufo e dei vini di Alba, 2000.
- Museo della Lambretta. Storia e memoria, territorio e paesaggio, Soveria Mannelli, Calabria Letteraria, 2007.
Onorificenze
[modifica | modifica wikitesto]- Cavaliere dell'Ordre National du Mérite della Repubblica di Francia;
- membro associato dell'Académie Royale de sciences, des lettres et des beaux-arts de Belgique;
- Médaille de la Restauration dell'Académie d'Architecture di Parigi.
Note
[modifica | modifica wikitesto]- ^ Annuario del Politecnico di Torino per l'Anno Accademico 1956-1957, Vincenzo Bona, Torino, 1957, p. 267.
- ^ Derek Linstrum, An interview with Andrea Bruno, in Monumentum, vol. 27, n. 3/1984, pp. 163-180.
- ^ Politecnico di Torino, Annuario. Anni accademici dal 1971-71 al 1977-78, ed. Levrotto e Bella, Torino, p. 937.
- ^ Politecnico di Torino, Annuario. Anni Accademici 1978-79, 1979-80, 1980-81, Editrice CELID, Torino, p. 245.
- ^ Politecnico di Torino, Annuario. Anni accademici dal 1971-71 al 1977-78, ed. Levrotto e Bella, Torino, p. 287.
- ^ Politecnico di Torino, Annuario. Anni accademici dal 1971-71 al 1977-78, ed. Levrotto e Bella, Torino, p. 573.
- ^ Politecnico di Torino, Annuario. Anni accademici dal 1971-71 al 1977-78, ed. Levrotto e Bella, Torino, p. 708.
- ^ a b Scheda biografica di Andrea Bruno nel sito NovarArchitettura 2.0.13. Archiviato il 26 ottobre 2014 in Internet Archive.
- ^ a b c d e Idem.
- ^ idem.
Voci correlate
[modifica | modifica wikitesto]- Ambasciata d'Italia in Afghanistan
- Museo d'arte contemporanea del castello di Rivoli
- Regio Istituto di Riposo per la Vecchiaia
Altri progetti
[modifica | modifica wikitesto]- Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su Andrea Bruno
Collegamenti esterni
[modifica | modifica wikitesto]Archivio Andrea Bruno è fondo conservato presso l'Archivio Progetti dell'Università Iuav di Venezia.
Controllo di autorità | VIAF (EN) 63801773 · ISNI (EN) 0000 0001 0802 1816 · SBN CFIV264464 · ULAN (EN) 500003579 · LCCN (EN) n90720811 · GND (DE) 119474786 · BNE (ES) XX1499035 (data) · BNF (FR) cb162187441 (data) · J9U (EN, HE) 987007451410005171 · CONOR.SI (SL) 178702179 |
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