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Canti del boschetto
Canti del boschetto | |
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Altro titolo | La canzone del sicomoro, Il canto del boschetto |
Papiro recante alcune liriche d’amore note come Canti del boschetto sul recto e alcuni testi amministrativi sul verso, cat. 1966, Museo Egizio di Torino. | |
Autore | ignoto |
Periodo | 1190–1077 a.C., XX dinastia, Nuovo Regno |
Genere | poesia |
Sottogenere | lirica erotica |
Lingua originale | egiziano antico |
La canzone del sicomoro, anche nota come Il canto del boschetto[1] o Canti del boschetto,[2] è una lirica d'amore del 1190–1077 a.C. circa risalente alla XX dinastia del Nuovo Regno dell'Egitto, presente sulla parte posteriore del Papiro 1966 conservato presso il Museo Egizio di Torino.
Descrizione
[modifica | modifica wikitesto]Il testo narra di una conversazione che si tiene fra tre alberi di un giardino ricco di vegetazione, un melograno, un fico e un sicomoro.[2] Essi parlano della vita amorosa della loro padrona, una giovane fanciulla che intrattiene incontri amorosi col suo amato all'ombra dei loro rami. I primi due si lamentano perché ritengono di non essere trattati bene mentre il sicomoro è di altro parere.
Testo
[modifica | modifica wikitesto]I tre alberi discutono fra loro, dice il melograno: «..........I miei chicchi sono come i suoi denti, / i miei frutti sono come i suoi seni, / sono l'albero più bello del giardino, / perché rimango in ogni stagione. / Ciò che fanno, l'amata con il suo amato, / è nascosto dai miei rami, / quando sono ebbri di vino e mosto, / profumati d'olio e d'essenze profumate...Sono il primo albero del giardino, / ma sono trattato come secondo...se di nuovo si agirà così, non tacerò più per essi. / Cesserò di nasconderli, e si vedrà l'inganno. / Allora l'amata sarà punita, / non offrirà più al suo amato il bastone adorno di loti bianchi e blu, / di fiori e di boccioli, e unguento e profumi costosi d'ogni tipo, dicendo: / “Ti fa passare un giorno felice, / una capanna di rami è un luogo ben custodito.”........“Ecco, il melograno ha ragione, vieni, trattiamolo gentilmente, / che lasci passare tutto il giorno sotto l'albero che ci nasconde.”...»[1].
Anche Il fico si lamenta e dice: «...Sono contento di compiere il comando della mia signora. / C'è donna simile a lei? / Se non ci fossero serve, sarei io suo schiavo. / Fui portato all'amata dalla Siria, come prigioniero di guerra. / M'ha fatto piantare nel suo giardino; / ma non mi versa acqua, / al momento di bere, non riempie il mio corpo con l'acqua dell'otre / Si è scoperto forse che mi fa piacere non bere? / Com'è vero che vivo, o amata, mi sia portata acqua!...»[1].
Ma il giovane sicomoro, sempre grato alla sua signora per averlo piantato con le sue stesse mani, dice invece: «.... Vieni a passare un momento coi giovani, / la campagna festeggia il suo giorno; / sono a tua disposizione il chiosco del giardino e il padiglione; / ....Vieni, passa questa giornata felicemente, / e domani, e dopodomani, tre giorni, seduta alla mia ombra /....Il suo amico si troverà alla sua destra, / la farà bere, come lui dice, / mentre il simposio si turba in ebbrezza, / ed essa resterà in disparte con il suo amato. / Passeggerà sotto di me, l'amata, nel suo errare. / Io sono discreto, / non dirò ciò che vedo e non ne parlerò! ...»[1].
Simbologia
[modifica | modifica wikitesto]Ogni pianta della canzone ha una valenza spirituale ben precisa:
- il melograno era sacro ad Osiride, dio degli inferi e della fertilità[3], veniva utilizzato nelle cerimonie funerarie. Pianta spesso dipinta nelle tombe dal Nuovo Regno in poi.
- Il fico era l'albero sacro ad Iside, dea della fertilità, dell'agricoltura e dell'occulto[4].
- Il sicomoro era l'albero sacro alla dea Hathor detta la "Signora del sicomoro”; chiamato "l'albero dell'eternità" o anche “l'albero dei faraoni”[5] perché col suo legno venivano fabbricati i sarcofagi.
Note
[modifica | modifica wikitesto]- ^ a b c d Paolo Bondielli, 2019, “Il museo egizio di Torino e gli innamorati”, “Mediterraneo Antico”. Museo Egizio di Torino.
- ^ a b Collezione online - Papiro recante alcune liriche d'amore note come “Canti del boschetto” sul recto e alcuni testi amministrativi sul verso, su collezioni.museoegizio.it. URL consultato il 9 febbraio 2024.
- ^ Il simbolo del melograno, su tuscanypeople.com. URL consultato il 26 aprile 2021.
- ^ Boris de Rachewiltz, I miti egizi, Edizioni Tea, 2005.
- ^ Joseph Kaster, La saggezza dell'antico Egitto. Miti e credenze, profezie e incantesimi, magia e saggezza, sogno e realtà del tempo dei faraoni, Roma, 1998.
Bibliografia
[modifica | modifica wikitesto]- Paola Buzi, 2020, “La letteratura egiziana antica”, edizioni Carocci.
- Stanford Mc Strauss, 'La vita nell Antico Egitto (lavoro completo)".
- Edda Bresciani, 2007, “Letteratura e poesia dell'antico Egitto”, Torino.
- Edda Bresciani, 2001, “Testi religiosi dell'antico Egitto”, Milano.
Voci correlate
[modifica | modifica wikitesto]Collegamenti esterni
[modifica | modifica wikitesto]- Collezione online - Papiro recante alcune liriche d'amore note come “Canti del boschetto” sul recto e alcuni testi amministrativi sul verso, su collezioni.museoegizio.it. URL consultato il 9 febbraio 2024.
- Dal papiro di Torino, n. 1966; I canti del boschetto di Piero Cargnino, su m.facebook.com. URL consultato il 26 aprile 2021.