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Sindrome da secondo impatto
Sindrome da secondo impatto | |
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Specialità | neurologia |
Classificazione e risorse esterne (EN) | |
La sindrome da secondo impatto (SSI)[1] è una manifestazione patologica legata alla comparsa di una seconda commozione cerebrale in un periodo di ore o giorni successivo ad un primo episodio.[2] Il quadro clinico è di solito grave e caratterizzato da un rapido aumento della pressione intracranica, che può anche portare al coma e alla morte.[2]
Si tratta di una manifestazione che generalmente avviene negli sport di contatto (boxe,[3] calcio, rugby, sci, ecc.).[4]
Eziologia
[modifica | modifica wikitesto]Il fattore scatenante è una commozione cerebrale dovuta ad un trauma cranico iniziale, che non deve necessariamente di forte intensità.[5] Allo stesso modo, per innescare successivamente la seconda basta un trauma lieve, o addirittura un repentino e forte movimento di contraccolpo del capo (determinato ad esempio da una trattenuta).[6]
Per questi motivi, in caso di commozione cerebrale è generalmente consigliabile la sospensione dell'attività per una settimana dall'insorgenza della sintomatologia.[4]
Patogenesi
[modifica | modifica wikitesto]I meccanismi con cui si instaura la SSI non sono ancora del tutto noti.[7] Si ritiene che una concussione possa determinare anomalie metaboliche e nel flusso ionico, nonché nella regolazione del flusso sanguigno cerebrale, che possono persistere fino a dieci giorni dopo il trauma:[8] tali alterazioni vengono generalmente stabilizzate dai meccanismi di autoregolazione a livello cerebrale.[8] Un secondo colpo causerebbe tuttavia uno scompenso tale da destabilizzare ulteriormente la situazione, causando un rapido aumento del flusso ematico[9] e comparsa di edema,[8][9] con un conseguentemente aumento della pressione intracranica, che nei casi più gravi può evolvere in una erniazione cerebrale.[8][10]
Fattori di rischio
[modifica | modifica wikitesto]Il fattore di rischio principale è la partecipazione a sport di contatto.[2][4]
Bambini e adolescenti sembrano maggiormente suscettibili all'insorgenza di tale patologia rispetto agli adulti.[3][11]
Clinica
[modifica | modifica wikitesto]La sintomatologia della sindrome da secondo impatto ricalca inizialmente quella tipica della concussione, con cefalea, vertigini, astenia, amnesia e deficit dell'attenzione.[8] Nonostante la seconda concussione il soggetto può essere in grado di riprendere immediatamente l'attività, ma il quadro neurologico tende ad aggravarsi rapidamente con dilatazione delle pupille, assenza di movimenti oculari, perdita di conoscenza ed arresto respiratorio.[12]
Diagnosi
[modifica | modifica wikitesto]Il gold standard per la diagnosi della SSI è rappresentato dalla tomografia computerizzata.[8] Anche la risonanza magnetica può essere impiegata per la diagnosi,[13] tuttavia richiede tempi maggiormente lunghi e viene da alcuni ritenuta meno sensibile rispetto alla TC nel diagnosticare la sindrome.[8]
Trattamento
[modifica | modifica wikitesto]Il trattamento medico deve essere immediato e si basa sull'intubazione e la somministrazione di farmaci che regolano l'osmosi, come il mannitolo.[13] Il trattamento chirurgico può rivelarsi necessario,[8] ma non sempre risolutivo.[13]
Prognosi
[modifica | modifica wikitesto]La mortalità della SSI è pari a circa il 50%.[14] Quasi tutti i sopravvissuti a SSI riportano danni neurologici permanenti.[15]
Note
[modifica | modifica wikitesto]- ^ Roberto Vagnozzi, Stefano Signoretti e Barbara Tavazzi, La concussione cerebrale, in Medicina dello sport, vol. 63, n. 3, settembre 2010. URL consultato il 14 settembre 2021 (archiviato dall'url originale il 14 settembre 2021).
- ^ a b c CDC - Newsroom Sports-associated Recurrent Brain Injuries -- United States, su cdc.gov. URL consultato il 14 settembre 2021.
- ^ a b (EN) Paul R. McCrory e Samuel F. Berkovic, Second impact syndrome, in Neurology, vol. 50, n. 3, 1º marzo 1998, pp. 677–683, DOI:10.1212/WNL.50.3.677. URL consultato il 14 settembre 2021.
- ^ a b c Luca Stefanini, Patologie neurologiche e attività fisica, 3a ed, SEEd, 2011, ISBN 978-88-97419-03-7, OCLC 802059175. URL consultato il 14 settembre 2021.
- ^ Mark R. Schulz, Stephen W. Marshall e Frederick O. Mueller, Incidence and risk factors for concussion in high school athletes, North Carolina, 1996-1999, in American Journal of Epidemiology, vol. 160, n. 10, 15 novembre 2004, pp. 937–944, DOI:10.1093/aje/kwh304. URL consultato il 14 settembre 2021.
- ^ Anne Phelan Bowen, Second impact syndrome: a rare, catastrophic, preventable complication of concussion in young athletes, in Journal of Emergency Nursing, vol. 29, n. 3, 2003-06, pp. 287–289, DOI:10.1067/men.2003.90. URL consultato il 14 settembre 2021.
- ^ Christopher Randolph, Implementation of Neuropsychological Testing Models for the High School, Collegiate, and Professional Sport Settings, in Journal of Athletic Training, vol. 36, n. 3, 2001-09, pp. 288–296. URL consultato il 14 settembre 2021.
- ^ a b c d e f g h Tareg Bey e Brian Ostick, Second Impact Syndrome, in Western Journal of Emergency Medicine, vol. 10, n. 1, 2009-2, pp. 6–10. URL consultato il 14 settembre 2021.
- ^ a b D. Kushner, Mild traumatic brain injury: toward understanding manifestations and treatment, in Archives of Internal Medicine, vol. 158, n. 15, 1998 Aug 10-24, pp. 1617–1624, DOI:10.1001/archinte.158.15.1617. URL consultato il 14 settembre 2021.
- ^ (EN) Claire M. A. LeBlanc, The Management of Minor Closed Head Injury in Children, in Pediatrics, vol. 106, n. 6, 1º dicembre 2000, pp. 1524–1525, DOI:10.1542/peds.106.6.1524. URL consultato il 14 settembre 2021.
- ^ Sergio R. Russo Buzzini e Kevin M. Guskiewicz, Sport-related concussion in the young athlete, in Current Opinion in Pediatrics, vol. 18, n. 4, 2006-08, pp. 376–382, DOI:10.1097/01.mop.0000236385.26284.ec. URL consultato il 14 settembre 2021.
- ^ (EN) The neuropathology of traumatic brain injury, in Handbook of Clinical Neurology, vol. 127, 1º gennaio 2015, pp. 45–66, DOI:10.1016/B978-0-444-52892-6.00004-0. URL consultato il 14 settembre 2021.
- ^ a b c R. C. Cantu, Second-impact syndrome, in Clinics in Sports Medicine, vol. 17, n. 1, 1998-01, pp. 37–44, DOI:10.1016/s0278-5919(05)70059-4. URL consultato il 14 settembre 2021.
- ^ (EN) Concussion Testing and Management, W.B. Saunders, 1º gennaio 2008, DOI:10.1016/b978-141603197-0.10043-6, ISBN 978-1-4160-3197-0. URL consultato il 14 settembre 2021.
- ^ Chad Martineau, Jackie J. Kingma e Laura Bank, Guidelines for treatment of sport-related concussions (PDF), in Journal of American Academy of Physician Assistants, vol. 20, n. 5, maggio 2007 (archiviato dall'url originale il 9 novembre 2007).