Indice
Frattesina
Frattesina | |
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Civiltà | Età del Bronzo |
Utilizzo | Villaggio |
Epoca | XII - IX secolo a.C. |
Localizzazione | |
Stato | Italia |
Comune | Fratta Polesine |
Dimensioni | |
Superficie | 200 000 m² |
Scavi | |
Data scoperta | 1967 |
Date scavi | 1974–1989; 2022 - 2023 |
Archeologo | Anna Maria Bietti Sestieri, Andrea Cardarelli, Paolo Bellintani |
Mappa di localizzazione | |
Storia delle ricerche
[modifica | modifica wikitesto]L'abitato di Frattesina, a sud-est dell'attuale centro di Fratta Polesine in provincia di Rovigo, fu scoperto nel 1967 dai soci del Centro Polesano di Studi Storici Archeologici ed Etnografici di Rovigo (C.P.S.S.A.E.)[1] che ne diedero le prime notizie sulla rivista Padusa[2]
Le principali ricerche sul sito sono state dirette da Anna Maria Bietti Sestieri che, tra il 1974 e il 1989, ha condotto 11 campagne di scavo, per conto dell'allora Soprintendenza per i beni archeologici del Veneto. Nel contempo, grazie all'attività dei funzionari della Soprintendenza competente, Maurizia De Min e Luciano Salzani, sono stati segnalati anche ulteriori rinvenimenti di superficie di grande importanza, in particolare i 4 ripostigli "da fonditore", e le due necropoli pertinenti all'abitato: Fondo Zanotto[3] Narde[4].
Dal 2013 ricerche di superficie e prospezioni sono riprese, nell'abitato, a cura della Soprintendenza archeologia belle arti e paesaggio delle province di Verona, Rovigo e Vicenza, del C.P.S.S.A.E. di Rovigo e, dal 2019, della cattedra di Preistoria e Protostoria di Sapienza - Università di Roma. Nel 2022 sono ripresi anche gli scavi, diretti da Andrea Cardarelli (Sapienza - UniRoma) e da Paolo Bellintani (CPSSAE- Rovigo).
I risultati delle indagini su Frattesina sono stati oggetto del convegno internazionale "Frattesina 50 anni dopo. Il Delta del Po tra Europa e Mediterraneo nei secoli attorno al 1000 a.C."[1], tenutosi nel 2018 presso il Museo dei grandi fiumi di Rovigo, e di un volume edito nel 2019 per conto dell'Accademia Nazionale dei Lincei, a cura di Anna Maria Bietti Sestieri, Paolo Bellintani e Claudio Giardino: Frattesina: un centro internazionale di produzione e di scambio nella tarda età del bronzo del Veneto.
I materiali frutto delle ricerche nell'abitato e nelle necropoli di Frattesina sono conservati ed esposti presso il Museo dei grandi Fiumi di Rovigo e il Museo Archeologico Nazionale di Fratta Polesine
Caratteristiche dell'insediamento e del territorio
[modifica | modifica wikitesto]Si tratta di un villaggio protostorico di considerevoli dimensioni (ca. 20 ettari) che si estendeva, in senso W-E per circa 1 km, lungo la riva destra del maggiore ramo padano dell'età del Bronzo: il Po di Adria, mentre la larghezza varia da 100 a 200 m (in senso N-S). Grazie ad indagini di superficie, aerofotointerpretazione e carotaggi risulta che l'abitato doveva occupare un basamento naturale di origine alluvionale, elevato di circa 1 m sull’antico piano di campagna. Sono state inoltre individuate le tracce di una rete di canali/fossati grossomodo ortogonali, orientati in senso W-E e N-S che dividevano l'abitato in isolati[5]. Pur non essendo ancora ben note le caratteristiche costruttive delle abitazioni (l'unica scavata presenta tracce del battuto pavimentale distribuite su un'area di ca 20 m²) sembra frequente l'associazione tra spazi abitativi e quelli destinati alle lavorazioni artigianali[6].
Cronologia e inquadramento culturale
[modifica | modifica wikitesto]Sulla base dei dati preliminari degli scavi condotti da Anna Maria Bietti Sestieri (1974 – 1989) e dell'analisi tipologica dei materiali ceramici provenienti dagli scavi stessi e dalle raccolte di superficie è stata proposta per l'abitato una suddivisione in 4 fasi di vita[6]. Sorto probabilmente in un momento avanzato dell'età del Bronzo recente (prima metà del XII secolo a.C. circa; Fase 1) ebbe la massima fioritura tra la fase iniziale e piena dell'età del Bronzo finale (seconda metà del XII e XI secolo a.C. circa; Fase 2). Dal punto di vista della cultura materiale, questa fase, attribuibile alla facies protovillanoviana, vede un considerevole sviluppo delle attività artigianali basate su materie prime locali o esotiche. Nel X e IX secolo a.C. (Fase 3), ossia nel corso dell'ultima fase del Bronzo finale e all'inizio dell'età del Ferro seguì un forte ridimensionamento delle attività produttive e non compaiono più materie prime e/o prodotti di origine egeo-levantina. Sporadiche sono infine le tracce di una quarta fase di vita dell'abitato, sempre nel corso della prima età del Ferro (Fase 4).
Economia e scambi
[modifica | modifica wikitesto]Alla prima, ma soprattutto alla seconda fase di vita di Frattesina risalgono la maggior parte delle testimonianze archeologiche riferibili alle abitazioni, alla vita quotidiana e ad attività artigianali anche ad alto grado di specializzazione. Delle capanne, in legno, frasche e paglia, rimangono frammenti dei battuti pavimentali e degli intonaci in argilla (cotta probabilmente in seguito ad incendi). L'argilla serviva anche per la produzione di ceramiche[7] di uso soprattutto domestico, ma anche per la fabbricazione di attrezzi o parti di essi come le fuseruole e i pesi da telaio, uniche testimonianze delle attività di filatura e tessitura. Un'altra importante materia prima di origine locale era il palco di cervo da cui si ricavava una vasta gamma di attrezzi (punteruoli, zappe, manici per strumenti in metallo ecc.) e oggetti d'ornamento (rotelle decorate), in parte destinati allo scambio[8].
L'economia di sussistenza, di carattere agricolo e basata sulla cerealicoltura[9] e sull'allevamento[10], non doveva discostarsi di molto da quanto noto per i villaggi palafitticoli e terramaricoli della pianura padana centro-orientale dell'età del Bronzo, salvo per il considerevole numero di maiali. Ma ciò che caratterizzò maggiormente Frattesina furono il forte aumento della produzione metallurgica[11] e la presenza non occasionale di materie prime provenienti dal nord Europa e dal Mediterraneo orientale. La lavorazione dei metalli, soprattutto il bronzo, lega di rame e stagno, ma anche ferro, piombo e oro, è documentata da centinaia di manufatti come armi e/o attrezzi (spade, punte di lancia e di freccia, asce, coltelli, scalpelli, seghe, punteruoli ecc.) e ornamenti (spilloni, fibule). Connessi alla lavorazione sono anche specifici strumenti come le matrici da fusione in pietra[12] – circa un centinaio – e i 4 “ripostigli da fonditore”[13], ossia insiemi di materiali metallici comprendenti porzioni di lingotti (panelle piano convesse e pani a piccone)[14] e oggetti usurati da riciclare, tra cui le "palette con immanicatura a cannone", oggetti di funzione non ancora precisamente determinata, ma largamente presenti nel sito[15]. Per quanto riguarda il metallo maggiormente utilizzato, il rame, ne è stata ipotizzata la provenienza dai giacimenti del versante meridionale delle Alpi centro-orientali grazie all'analisi degli isotopi del piombo[16]. Le fonti più prossime sono quelle del Trentino orientale (Valsugana) dove è ben documentata la lavorazione del minerale di rame tra XV e IX secolo a.C.[17]
A Frattesina, probabilmente attraverso la valle dell'Adige, giungeva ambra grezza dalle regioni baltiche per essere lavorata sul posto[18]. Cospicue tracce di officine di lavorazione dell'ambra sono state individuate nel 2009 a Campestrin di Grignano Polesine (RO), un abitato situato pochi km ad est di Frattesina, sempre sul Po di Adria. La preziosa resina fossile, veniva utilizzata a Frattesina per la produzione di ornamenti (perle da collana, pendenti e teste di spilloni) in fogge ben caratterizzate tipologicamente come i vaghi tipo Tirinto e tipo Allumiere, presenti nel cosiddetto “tesoretto”[19], un ripostiglio contenente ornamenti e oggetti da parure in ambra, vetro, bronzo, avorio e guscio di uovo di struzzo.
Materie prime e prodotti devono essere stati al centro di un sistema di scambi relativamente complesso[20] e per certi aspetti simile allo scambio di mercato, come farebbero pensare anche particolari oggetti in pietra molto simili per valori ponderali e forma a pesi da bilancia egei e vicino orientali. Testimonianze di contatti forse anche diretti con l'Oriente mediterraneo sono alcuni frammenti di vasi in ceramica di tipo egeo[21] e soprattutto pezzi di avorio di elefante[22] e frammenti di guscio di uovo di struzzo[23]. L'avorio era importato grezzo e lavorato a Frattesina come documentano scarti di lavorazione, semilavorati e prodotti finiti come i pettini con impugnatura arcuata decorata a cerchielli concentrici detti “tipo Frattesina”. La presenza di un pettine di questo tipo a Enkomi (Cipro) sembra indicare l'estensione e uno dei possibili terminali della rete di scambi cui era legato il sito polesano. È noto infatti che, a partire dal XIII secolo a.C., nei collegamenti tra mondo egeo-miceneo e Italia meridionale e insulare si inserì una componente cipriota e levantina che coinvolse da una lato la Sicilia e soprattutto la Sardegna e dall'altro il nord Adriatico[24]. È forse in seguito a questi contatti (o meglio: alla trasmissione di tecnologie, materie prime e semilavorati già nel corso del Bronzo recente) che si sviluppa a Frattesina un'intensa produzione di perle di vetro, attualmente, la più antica manifattura riconosciuta nel continente europeo, basata su materie prime sia locali (sabbie del Po e fondenti di origine vegetale) che importate (i coloranti: rame e cobalto)[25]. Questa attività artigianale, particolarmente complessa e per molti versi legata alla metallurgia, è documentata a Frattesina da migliaia di prodotti, da strumenti per la lavorazione (crogioli), da semilavorati (blocchetti di vetro da rifondere) e scarti di lavorazione di diverse colorazioni: blu scuro, blu chiaro, blu a superficie rossa, verde acqua, bianco. Perline anulari, grandi perle a botticella decorate con filo a spirale e perle “ad occhi”, ossia li più comuni prodotti delle manifatture di Frattesina si trovano in decine di siti coevi soprattutto lungo la cosiddetta “via dell'ambra”, un'articolata rete di contatti che collegava le coste meridionali del Baltico alla testa dell'Adriatico. È quindi molto probabile che le perle in vetro siano state uno dei principali prodotti scambiati con la resina fossile baltica[26].
Note
[modifica | modifica wikitesto]- ^ a b vedi "collegamenti esterni" in fondo alla pagina
- ^ Tutte le principali pubblicazioni su Frattesina dal 1968 al 1984, sono raccolte nel volume Preistoria e Protostoria nel Polesine (Padusa XX, 1984). Vedi "collegamenti esterni" in fondo alla pagina,
- ^ Bibliografia: De Min 1982
- ^ Bibliografia: Salzani 1990; Salzani 1992; Salzani, Colonna 2010
- ^ Bibliografia: Baldo, Balista, Bellintani 2018
- ^ a b Bibliografia: Bietti Sestieri, Bellintani, Saracino 2019
- ^ Bibliografia: Bellintani P. 1994
- ^ Bibliografia: Bellato, Bellintani GF 1984
- ^ Bibliografia: Dalle Donne, Costantini 2019
- ^ Bibliografia: De Grossi Mazzorin 2019
- ^ Da ultimi e per i riferimenti a precedenti studi si vedano in bibliografia: Bietti Sestieri, Giardino 2019 e Giardino 2019
- ^ Bibliografia: Le Fèvre-Lehöerff 1994
- ^ Da ultimo e per i precedenti studi si veda Bietti Sestieri, Giardino 2019
- ^ Bibliografia: Leonardi, Tasca, Vicenzutto 2015
- ^ Bibliografia: Bellintani, Stefan 2008
- ^ Bibliografia: Villa, Giardino 2019, Angelini, Artioli, Nimis, Villa 2015
- ^ Bibliografia: Cierny 2008; Bellintani, Silvestri 2018
- ^ Bibliografia: Angelini 2019b; Bellintani 1997; Negroni Catacchio 1984
- ^ Bibliografia: Bellintani, Peretto 1984; Negroni Catacchio 1984)
- ^ Bibliografia: Bietti Sestieri 2009; Bellintani P. 2015
- ^ Bibliografia: Jones, Levi, Bettelli, Vagnetti 2014.
- ^ Bibliografia: Bietti Sestieri, De Grossi Mazzorin 2005
- ^ Bibliografia: Angelini 2019c
- ^ Bibliografia: Bettelli, Cupitò, Jones, Leonardi 2015
- ^ Per la tipologia e l'analisi della distribuzione: Bellintani, Stefan 2009. Per le analisi archeometriche da ultimi: Angelini 2019a e Henderson 2019
- ^ Bibliografia: Bellintani 2015
Bibliografia
[modifica | modifica wikitesto]- Angelini I. 2019a, Il vetro di Frattesina: composizione e tecniche di colorazione come deducibili dai dati chimici, mineralogici e tessiturali, in Bietti Sestieri A.M., Bellintani P., Giardino C. (a cura di) 2019 pp. 287-315.
- Angelini I. 2019b, Analisi delle ambre di Frattesina, in Bietti Sestieri A.M., Bellintani P., Giardino C. (a cura di) 2019, pp. 327-334.
- Angelini I. 2019c, Materie dure animali esotiche: la collana in uovo di struzzo, in Bietti Sestieri A.M., Bellintani P., Giardino C. (a cura di) 2019, pp. 335-338.
- Angelini I., Artioli G., Nimis P., Villa I. 2015, La metallurgia preistorica del rame nell’Italia nord-orientale: quadro d’insieme e recenti sviluppi, in Leonardi G., Tiné V. (a cura di), Preistoria e Protostoria del Veneto, “Studi di Preistoria e Protostoria”, 2, Firenze, pp. 271-277.
- Baldo M, Balista C., Bellintani P. 2018, Frattesina di Fratta Polesine: estensione, infrastrutture, definizione di aree funzionali ed evoluzione paleo-idrografica del territorio. Metodologie “a basso impatto” e risultati delle indagini sul campo - anni 2014-2016, “Padusa”, LI-LIV, 2015-2018, pp. 7-70.
- Balista, C. 2018, The Po di Adria, Frattesina and the Po Delta between the Middle-Recent Bronze Age and the Early Iron Age, “IpoTESI di Preistoria”, 10 (1), pp. 143-198.
- Bellato F., Bellintani GF 1984, Dati per uno studio della tecnologia e tipologia dei manufatti in corno ed osso nell'abitato protostorico di Frattesina di Fratta Polesine, "Padusa", XI, 1975, ried. in "Padusa", XX, 1984, pp. 223-260.
- Bellintani G.F., Peretto R. 1984, Il ripostiglio di Frattesina ed altri manufatti enei raccolti in superficie. Notizie preliminari, “Padusa” VIII, 1972 pp. 32-49, ried. in “Padusa”, XX, 1984, pp. 55-72.
- Bellintani P. 1992, Frattesina di Fratta Polesine: il materiale ceramico conservato presso il museo Civico di Rovigo. Classificazione, suddivisione in fasi e alcune considerazioni sulla cronologia del Bronzo finale nella pianura padana orientale, «Padusa», XXVIII, pp. 245–297.
- Bellintani P. 1997, Frattesina: l’ambra e la produzione vitrea nel contesto delle relazioni transalpine, in Endrizzi L., Marzatico F. (a cura di) Ori Delle Alpi (Catalogo della Mostra, Trento, 1997), Quaderni della Sezione Archeologica del Castello del Buonconsiglio, Provincia autonoma di Trento - Servizio Beni Culturali.
- Bellintani P. 2015, Baltic amber, alpine copper and glass beads from the Po plain. Amber trade at the time of Campestrin and Frattesina, “Padusa”, L, 2014, pp. 111-139.
- Bellintani P., Silvestri E. 2018, Il rame del Trentino nella Protostoria: nota di aggiornamento, in Nicolis F., Oberosler R. AdA Archeologia delle Alpi. Studi in onore di Gianni Ciurletti, Trento, pp. 43-52.
- Bellintani P., Stefan L. 2008, Sulla tipologia delle palette con immanicatura a cannone dell’età del Bronzo finale, “Rivista di Scienze Preistoriche”, LVIII, pp. 301-320.
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- Bietti Sestieri A.M. 2009, L'età del Bronzo finale nella penisola italiana, in "Padusa" XLIV, 2008, pp. 7-54.
- Bietti Sestieri A.M, Bellintani P., Giardino C. (a cura di) 2019, Frattesina: un centro internazionale di produzione e di scambio nella tarda età del bronzo del Veneto, Accademia Nazionale dei Lincei, CDXV – 2018, Classe di Scienze Morali, Storiche e Filologiche, Memorie, Serie IX, volume XXXIX, Fascicolo 1, Roma, Bardi Edizioni, 2019, ISBN 978-88-218-1180-7.
- Bietti Sestieri A.M., Bellintani P., Saracino M., L'abitato di Frattesina: sequenza stratigrafica, strutture e materiali, in Bietti Sestieri AM, Bellintani P., Giardino C (a cura di) 2019, pp. 39-72.
- Bietti Sestieri A.M., De Grossi Mazzorin J. 2005, L’avorio dell’abitato protostorico di Frattesina (Rovigo), in Vagnetti L., Bettelli M., Damiani I. (a cura di), L’avorio in Italia nell’età del Bronzo, Roma, pp. 93-94.
- Bietti Sestieri A.M., Giardino C. 2019, Il ripostiglio n. 1 e i ripostigli “da fonditore” di Frattesina, in Bietti Sestieri A.M., Bellintani P., Giardino C. (a cura di) 2019, pp. 173-195.
- Cardarelli A., Pacciarelli M., Pallante F. 2001, Pesi e bilance dell'età del Bronzo italiana, in Corti C. e Giordani N. (a cura di) Pondera: pesi e misure nell'Antichità (Catalogo della Mostra - Campogalliano), Modena, pp. 33-58
- Cierny J. 2008, Prähistorische Kupferproduktion in den südlichen Alpen, Region Trentino Orientale, “Der Anschnitt", Beiheft, 163, Bochum.
- Dalle Donne M., Costantini L. 2019, I resti vegetali del sito di Frattesina, in Bietti Sestieri, Bellintani, Giardino (a cura di) 2019, pp. 79-122.
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- De Min M. 1982, La necropoli protovillanoviana di Frattesina di Fratta Polesine (Rovigo). Notizie preliminari, «Padusa», XVIII, pp. 3–28, ried. «Padusa», XX, pp. 475–500.
- Giardino C. 2019, Note di archeometallurgia sui reperti di Frattesina, in Bietti Sestieri A.M., Bellintani P., Giardino C. (a cura di) 2019, pp. 263-286.
- Henderson J. 2019, Provenance, mixing and primary production of mixed alkali and potassium glasses from Frattesina, Rovigo: an isotopic approach, in Bietti Sestieri A.M., Bellintani P., Giardino C. (a cura di) 2019, pp. 317-326.
- Jones R.E., Levi S.T., Bettelli M., Vagnetti L., Italo-Mycenaean pottery: the archaeological and archaeometric dimensions, “Incunabula Graeca”, 103, Roma,
- Le Fèvre-Lehöerff A. 1994, Les moules de l’Âge du bronze dans la plaine orientale du Pô: vestiges de mise en forme des alliages base cuivre, “Padusa”, 28, 1992, pp. 131-243.
- Leonardi G., Tasca G., Vicenzutto D. 2015, Pani a piccone, palette a cannone e asce tipo Ponte S. Giovanni: quale ruolo nelle direttrici della metallurgia del Bronzo finale?, in Leonardi G., Tiné V. (a cura di), Preistoria e Protostoria del Veneto, “Studi di Preistoria e Protostoria”, 2, Firenze, pp. 409-418
- Negroni Catacchio 1984, La problematica dell’ambra nella protostoria italiana: le ambre intagliate di Fratta Polesine e le rotte mercantili nell’Alto Adriatico, Padusa, VIII, 1972, pp. 3-20; ried. in “Padusa”, XX, 1984, pp. 55-72.
- Pearce M. 2019, Frattesina la prospettiva europea, in Bietti Sestieri A.M., Bellintani P., Giardino C. (a cura di) 2019, pp. 339-351.
- Preistoria e Protostoria nel Polesine 1984, Padusa XX.
- Salzani L. 1990, Necropoli dell'Età del Bronzo finale alle Narde di Fratta Polesine. Prima nota, "Padusa", XXV, 1989, pp. 5-42.
- Salzani L. 1992, Necropoli dell’Età del Bronzo finale alle Narde di Fratta Polesine. Seconda nota, “Padusa”, XXVI- XXVII, 1990-91, pp. 125-206.
- Salzani L., Colonna C. 2010, La fragilità dell’urna. I recenti scavi a Narde, necropoli di Frattesina (XII-IX sec.a.C.), Sommacampagna VR.
- Saracino M., Maritan L., Mazzoli C. 2018, Studio tecnologico della produzione ceramica dell’abitato del Bronzo finale di Frattesina di Fratta Polesine (Rovigo) tra ‘localismi e importazioni’, “Bollettino del Museo Civico di Storia Naturale di Verona, 42, Geologia Paleontologia Preistoria”, pp. 107-116.
- Villa I.M., Giardino C. 2019, Analisi isotopiche del piombo su reperti bronzei di Frattesina, in Bietti Sestieri A.M., Bellintani P., Giardino C. (a cura di) 2019, pp. 255-261.
Voci correlate
[modifica | modifica wikitesto]Collegamenti esterni
[modifica | modifica wikitesto]- C.P.S.S.A.E. - Centro Polesano di Studi Storici Archeologici ed Etnografici, su padusacpssae.it.
- Convegno "Frattesina 50 anni dopo. Il Delta del Po tra Europa e Mediterraneo nei secoli attorno al 1000 a.C"
- Museo Archeologico Nazionale di Fratta Polesine presso la Barchessa di Villa Badoer, su provincia.rovigo.it. URL consultato il 16 agosto 2010 (archiviato dall'url originale il 26 luglio 2011).
- Museo dei Grandi Fiumi di Rovigo, su museograndifiumi.it.
- Preistoria e Protostoria nel Polesine
Controllo di autorità | VIAF (EN) 6768156317468402350009 |
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