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Bartolomeo (apostolo)
Bartolomeo (in greco antico: Βαρθολομαῖος?, Bartholomaĩos in ebraico ברתולומאוס הקדוש?; Cana, I secolo d.C. – Armenia o Vaspuracan, 68 circa) è stato uno dei dodici apostoli che seguirono Gesù.
L'apostolo viene chiamato con questo nome nei sinottici, mentre nel Vangelo secondo Giovanni[1] è indicato con il nome di Natanaele (lett. "dono di Dio") sempre che si accetti l'identificazione tra queste due personalità, cosa di cui alcuni studiosi moderni dubitano.[2]
Era originario di Cana in Galilea. Non ci sono indicazioni sulla data di nascita. È incerto anche il luogo di morte (Aghbac, Armenia o Siria) e la data (verso il 68 d.C.). Il nome Bartolomeo (in ebraico antico בר-תולמי, trasl. bar-Tolmay; in greco Βαρθολομαῖος, trasl. Bartholomaios) è un patronimico che significa "figlio di Talmai";[3][4] l'unico utilizzo nella Bibbia avviene in riferimento all'apostolo. Viene festeggiato il 24 agosto.
Nei Vangeli
[modifica | modifica wikitesto]Tutto quello che si conosce di questo Apostolo proviene dai vangeli. Secondo il Vangelo di Giovanni egli era amico di Filippo,[5] fu, infatti, questi a parlargli entusiasticamente del Messia quando gli disse: «Abbiamo trovato colui del quale hanno scritto Mosè nella Legge e i Profeti, Gesù, figlio di Giuseppe di Nazareth».
La risposta di Bartolomeo fu molto scettica: «Da Nazaret può mai venire qualcosa di buono?» Ma Filippo insistette: «Vieni e vedrai». Bartolomeo incontrò Cristo, e quanto il Nazareno gli disse fu sufficiente a fargli cambiare idea. Gesù: «Ecco davvero un Israelita in cui non c'è falsità». Bartolomeo turbato gli chiese come facesse a conoscerlo e Gesù di rimando: «Prima che Filippo ti chiamasse, io ti ho visto quando eri sotto il fico». L'essere raggiunto da Cristo nei suoi pensieri più intimi, suscitò in lui un'immediata dichiarazione di fede: «Rabbi, tu sei il Figlio di Dio, tu sei il re d'Israele!» Gesù, allora, gli rispose «Perché ti ho detto che ti ho visto sotto il fico credi? Vedrai cose maggiori di questa». Nel Vangelo arabo dell'infanzia, è riportato che una donna per intercessione di Maria sdraiò il suo bambino gravemente malato nel letto di Gesù, e quel bambino, Natanaele Bartolmai, un giorno sarà San Bartolomeo.
Il suo nome compare poi nell'elenco dei dodici inviati da Cristo a predicare e, ancora, negli Atti degli Apostoli, dove viene elencato insieme con gli altri apostoli dopo la resurrezione di Cristo.
Da questo momento più nulla, solo la tradizione che racconta della sua vita missionaria in varie regioni del Medio Oriente tra cui la Mesopotamia.[6] Secondo alcuni, forse si spinse fino all'Atropatene e all'India.[7] Anche la morte è affidata alla tradizione che lo vuole ucciso, scuoiato della pelle, secondo alcune fonti da parte del re dei Medi nella regione della Siria, mentre altre fonti parlano dell'Atropatene.
Il culto
[modifica | modifica wikitesto]Le reliquie
[modifica | modifica wikitesto]Nel 264 le reliquie del santo giunsero a Lipari, quando era vescovo sant'Agatone, fino a quando vennero parzialmente disperse dagli arabi nel IX secolo; nel 410 le spoglie vennero portate a Maypherkat che, a causa del gran numero di reliquie che il vescovo Maruta vi radunò, venne chiamata Martiropoli.
Nel 507 l'Imperatore Anastasio I le portò a Dara, in Mesopotamia. Nel 546 ricomparvero a Lipari e nell'838 a Benevento, dove il deposito delle presunte reliquie del santo fu sempre conservato con gelosa vigilanza anche in situazioni di pericolo, come quando l'imperatore Ottone II di Sassonia, nel 983, pretese la consegna delle sacre reliquie. In quell'occasione, secondo le fonti, gli fu consegnato con l'inganno il corpo di san Paolino, vescovo di Nola. L'imperatore cinse la città d'assedio riuscendo infine ad espugnarla e prendere le reliquie del santo (almeno una parte) e fece ritorno a Roma, dove fece edificare una basilica dedicata a San Bartolomeo sull'Isola Tiberina per deporvi i resti.[8] La comunità scientifica, tuttavia, è sempre divisa su quali reliquie dell'apostolo siano effettivamente giunte a Roma e se sia stato l'imperatore Ottone II a ottenerle o, meglio, il successore Ottone III di Sassonia. Se è pur vero che a Roma, infatti, si venerava anche il corpo di San Paolino portatovi dall'imperatore (poi restituito a Nola), è pure da notare che tra X e XI secolo il culto dell'apostolo ha in Roma una forte ascesa (segno di un reale arrivo di almeno una porzione delle reliquie) come documentato da numerosi cronisti dell'epoca. Le ricognizioni romane furono eseguite nel 1157 e poi due volte nel XVI secolo, dopo le inondazioni del Tevere.[9]
Le quattro ricognizioni a Benevento
[modifica | modifica wikitesto]La prima ricognizione delle reliquie conservate a Benevento, fu fatta nel 1338 dall'arcivescovo Arnaldo da Brusacco durante un concilio provinciale. Le ossa, dopo essere state mostrate singolarmente ai vescovi ed al popolo accorso, furono riposte in una pregiata cassa di bronzo dorato che, seppur rovinata dai bombardamenti del II conflitto mondiale, ancora si conserva nel museo diocesano.
La seconda ricognizione fu fatta dall'Arcivescovo di Benevento, Pietro Francesco Vincenzo Maria Orsini (futuro Papa Benedetto XIII), il 13 maggio 1698. Dopo il controllo innanzi a 23 vescovi, magistrati e al popolo ammesso, le reliquie furono riposte in nove ampolle, otto delle quali furono racchiuse nell'urna di porfido, e una, contenente l'intero osso del metacarpo, fu destinata alla venerazione pubblica.
La terza ricognizione fu fatta il 24 agosto 1990 dall'Arcivescovo metropolita Carlo Minchiatti con la seguente bolla arcivescovile:
«Attestiamo con la massima garanzia a tutti coloro che esamineranno il presente documento, che noi, per la maggior gloria di Dio onnipotente e la venerazione dei suoi santi, abbiamo proceduto ad una ricognizione di sacri frammenti delle ossa di San Bartolomeo apostolo. Li abbiamo prelevati dal luogo autentico che li custodiva nella basilica dedicata allo stesso santo in Benevento il 24 agosto 1990 e con devozione li abbiamo collocati in una teca di ottone argentato, protetta da un contenitore di cristallo di forma ovale, perfettamente chiusa e legata con un cordoncino di colore rosso e sigillata con il nostro sigillo impresso in cera spagnola e li abbiamo consegnati con facoltà di esporli alla venerazione dei fedeli.
Informiamo che per nessuna ragione è consentito di vendere le reliquie o di barattarle con altre merci. A garanzia di ciò abbiamo sottoscritto di nostro pugno questo documento testimoniale e lo abbiamo confermato col nostro sigillo.
Benevento, dalla sede arcivescovile il 24 agosto 1990. Il Segretario (Sac. Antonio Raviele) ( + Carlo Minchiatti Arcivescovo metropolita)»
Nel 2001, prima dell'inizio dei restauri della Basilica, l'Arcivescovo di Benevento Serafino Sprovieri indisse la quarta ricognizione canonica delle reliquie. Dall'ampolla vitrea n. 4 furono prelevati alcuni frammenti ossei destinati alla Cattedrale di Lipari e alle sei parrocchie dell'Arcidiocesi di Benevento intitolate all'apostolo.[10]
Reliquie conservate a Patti
Una reliquia del Santo é conservata presso la Cattedrale di Patti, a lui intitolata, posta in un urna d'argento insieme alle reliquie di Santa Febronia. La Diocesi di Patti infatti anticamente fu legata a quella di Lipari fino alla divisione avvenuta nel 1399.[11]
Iconografia
[modifica | modifica wikitesto]A causa del supplizio a cui sarebbe stato condannato, lo si vede spesso raffigurato mentre viene scuoiato o con un coltello in mano.
La più nota scultura di san Bartolomeo è un'opera di Marco d'Agrate, un allievo di Leonardo, esposta all'interno del Duomo di Milano, in cui è appunto rappresentato scorticato con la Bibbia in mano; l'opera è caratterizzata dalla minuta precisione anatomica con cui viene reso il corpo umano privo della pelle, che è scolpita drappeggiata attorno al corpo, con la pelle della testa penzolante sulla schiena del martire.
Michelangelo, nel Giudizio Universale della Cappella Sistina, lo rappresenta con la propria pelle in mano; si dice che l'artista abbia voluto porre il proprio autoritratto sulla maschera di volto che appare su questa pelle. La teoria è stata formulata dal medico calabrese Francesco La Cava nel 1925.[12]
Inoltre San Bartolomeo difende gli umani dalle tentazioni da parte del demone Astaroth.
Galleria d'immagini
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Vetrata della chiesa di San Sebastiano a Limburgo sulla Lahn.
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Matteo di Giovanni, San Bartolomeo scuoiato, Museo delle Belle Arti, a Budapest (1480).
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Bernat Jiménez, San Bartolomeo (1483-1487), Museo di Saragozza.
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Mendig, Parrocchia di Santa Genoveffa.
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Marco d'Agrate, Statua di san Bartolomeo, Duomo di Milano.
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Michelangelo Buonarroti, San Bartolomeo scuoiato, nel Giudizio Universale della Cappella Sistina.
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Statua nella chiesa del cimitero di Annaberg-Lungötz (Salisburgo).
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Jusepe de Ribera, Scorticamento di san Bartolomeo, 1634.
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Vetrata della Cattedrale di Sant'Aidano a Enniscorthy (XIX secolo).
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Statua di San Bartolomeo, chiesa di San Bartolomeo in Cantalupo (MI).
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Statua argentea di San Bartolomeo, basilica concattedrale di San Bartolomeo di Lipari
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Statua lignea di San Bartolomeo nell'omonima chiesa parrocchiale di Casoni di Fontanigorda (GE).
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Polittico ligneo di San Bartolomeo, Museo Diocesano di Genova.
Patronati
[modifica | modifica wikitesto]Bartolomeo apostolo è invocato dai fedeli per proteggersi da diverse malattie cutanee: Herpes labiale e erisipela, pellagra ecc.
Bartolomeo apostolo è protettore di diverse attività artigiani che operano con coltelli e arnesi da taglio:
- Macellai
- Cuoiai
- Calzolai
- Fabbricanti di guanti
- Legatori di libri
- Pellicciai
- Sarti
- Conciatori
Inoltre è patrono dell'Arcidiocesi di Benevento, dell'Arcidiocesi di Campobasso-Boiano, della Diocesi di Patti e di diverse località tra le quali Francoforte sul Meno, Maastricht, e i seguenti comuni italiani:
- Anghiari (AR)
- Airasca (TO)
- Andrate (CO)
- Arsoli (RM)
- Avezzano (AQ)
- Bannio Anzino (VB)
- Barzago (LC)
- Benevento
- Bojano (CB)
- Borghetto Lodigiano (LO)
- Borgo Tossignano (BO)
- Borgomanero (NO)
- Borzonasca (GE)
- Boves (CN)
- Branzi (BG)
- Brione (TN)
- Brugherio (MB)
- Bruno (AT)
- Busseto (PR)
- Campofilone (FM)
- Canal San Bovo (TN)
- Canale Monterano (RM)
- Cantalupo (Cerro Maggiore) (MI)
- Capannoli (PI)
- Capezzano (SA)
- Caprezzo (VB)
- Carpenedolo (BS)
- Carugo (CO)
- Casalgrande (RE)
- Casalpusterlengo (LO)
- Casina (RE)
- Cassano Irpino (AV)
- Castenedolo (BS)
- Cavacurta (LO)
- Chiarano (TV)
- Chiusaforte (UD)
- Colere (BG)
- Corbara (SA)
- Cunico (AT)
- Cutigliano (PT)
- Erto e Casso (PN)
- Fara Vicentino (VI)
- Fiumalbo (MO)
- Fontechiari (FR)
- Formigine (MO)
- Fossò (VE)
- Gaggio (Marcon) (Città metropolitana di Venezia)
- Gambatesa (CB)
- Geraci Siculo (PA)
- Germagno (VB)
- Giarratana (RG)
- Giffone (RC)
- Greci (AV)
- Lipari (ME)
- Illasi (VR)
- Lallio (BG)
- Loria (TV)
- Lorenzana (PI)
- Marciaso (Fosdinovo, MS)
- Meana Sardo (NU)
- Melazzo (AL)
- Merlengo(TV)
- Meugliano (TO)
- Morrovalle (MC)
- Morsasco (AL)
- Nomaglio (TO)
- Orzinuovi (BS)
- Ossi (SS)
- Papozze (RO)
- Pavullo nel Frignano (MO)
- Pellare (Moio della Civitella, SA)
- Petruro Irpino (AV)
- Portacomaro (AT)
- Posterla (Fosdinovo, MS)
- Resana (TV)
- Ronciglione (VT)
- Ronconi (Sant'Anna d'Alfaedo, VR)
- Roveredo in Piano (PN)
- Salzano (VE)
- San Bartolomeo al Mare (IM)
- San Bartolomeo in Galdo (BN)
- San Giuliano Terme (PI)
- Sant'Eufemia a Maiella (PE)
- Songavazzo (BG)
- Sillano (LU)
- Sora (FR)
- Torgiano (PG)
- Tresanti (Comune di Montespertoli (Fi))
- Trino (VC)
- Ustica (PA)
- Vairano Patenora (CE)
- Valfenera (AT)
- Vallata (AV)
- Vellezzo Bellini (PV)
- Vernasso - Barnas (UD)
- Vignale Monferrato (AL)
- Villa Bartolomea (VR)
- Villadossola (VB)
- Villette (VB)
- Vinovo (TO)
- Vistrorio (TO)
- Zerbolò (PV)
- San Zenone Po (PV)
- Zuccarello (SV)
Il Cammino di San Bartolomeo
[modifica | modifica wikitesto]Il Cammino di San Bartolomeo è un itinerario di pellegrinaggio che unisce una serie di luoghi dedicati al culto di San Bartolomeo a cavallo fra Emilia e Toscana.[13] Lungo circa 100 chilometri e suddiviso in 5 tappe, a cui si aggiungono alcune varianti, comincia a Fiumalbo (MO) e termina a Pistoia, alla Chiesa di San Bartolomeo in Pantano. Il percorso si snoda tra i boschi dell'Appennino tosco-emiliano e tocca i principali paesi della Montagna Pistoiese.[13]
Note
[modifica | modifica wikitesto]- ^ Gv 1,45, su laparola.net. Gv 21,2, su laparola.net.
- ^ (EN) John P. Meier, A Marginal Jew, vol. 3, Doubleday, 2001, pagg. 199-200, ISBN 0-385-46993-4.
- ^ Bartolomeo, santo-apostolo, in Enciclopedia UTET, collana La Biblioteca di Repubblica, vol. 2, UTET-DeAgostini, Marzo 2003, ISSN 1128-4455 .
- ^ (EN) Alban Butler e Paul Burns, St. Bartholomew, in Butler's Lives of the Saints: August, A&C Black, 1998, ISBN 978-0-86012-257-9. Ospitato su Google Books. Che accenna anche al possibile significato di "son of furrow".
- ^ Vangelo secondo Giovanni Gv 1,45.46.47.48.49.50, su laparola.net.
- ^ San Bartolomeo, in Santi, beati e testimoni - Enciclopedia dei santi, santiebeati.it. URL consultato il 5 settembre 2024.
- ^ Rufino, storico latino vissuto nel IV secolo, assegna a Bartolomeo l'India Citerior, quella più vicina all'Occidente, zona in cui si recò anche san Panteno.
- ^ Margherita Guarducci, Scritti scelti sulla religione greca e romana e sul Cristianesimo, Brill Archive, 1983, ISBN 978-90-04-06913-8. URL consultato l'8 maggio 2022. Ospitato su Google Books.
- ^ Ilaria Bonaccorsi, Il culto di S. Bartolomeo a Roma nei secoli X-XI in L'acqua. Memorie, III 1999, pagg. 47-50.
- ^ Reliquie San Bartolomeo apostolo, su basilicasanbartolomeo.com. URL consultato il 25 luglio 2010 (archiviato dall'url originale il 25 gennaio 2010).
- ^ Facebook, su www.facebook.com. URL consultato il 23 settembre 2024.
- ^ Francesco La Cava, Il volto di Michelangelo scoperto nel Giudizio Finale, Zanichelli, 1925, SBN IT\ICCU\NAP\0134263.
- ^ a b Sito ufficiale del Cammino di San Bartolomeo, su camminodisanbartolomeo.com. URL consultato il 5 settembre 2024.
Altri progetti
[modifica | modifica wikitesto]- Wikiquote contiene citazioni di o su Bartolomeo
- Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su Bartolomeo
Collegamenti esterni
[modifica | modifica wikitesto]- Bartolomèo, su Treccani.it – Enciclopedie on line, Istituto dell'Enciclopedia Italiana.
- Bartolomèo, su sapere.it, De Agostini.
- (EN) Saint Bartholomew, su Enciclopedia Britannica, Encyclopædia Britannica, Inc.
- (FR) Bibliografia su Bartolomeo, su Les Archives de littérature du Moyen Âge.
- (EN) Bartolomeo, in Catholic Encyclopedia, Robert Appleton Company.
- Bartolomeo, su Santi, beati e testimoni, santiebeati.it.
- Basilica di San Bartolomeo All'Isola, Roma, su sanbartolomeo.org.
- Catechesi di papa Benedetto XVI sull'apostolo Bartolomeo, su vatican.va.
- Sito dedicato all'apostolo dalla comunità di Giarratana (RG), su sanbartolomeoapostolo.org. URL consultato il 2 luglio 2019 (archiviato dall'url originale il 15 settembre 2017).
- Il martirio di San Bartolomeo e il suo culto a Giffone di Francesco Albanese, su albanesefrancesco.it.
- Canti per la festa di San Bartolomeo (PDF), su digilander.libero.it.
Controllo di autorità | VIAF (EN) 40174994 · CERL cnp00539443 · LCCN (EN) n86142547 · GND (DE) 118822195 · J9U (EN, HE) 987007463007305171 |
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