Indice
Polypodiopsida
Felci | |
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Polypodium vulgare | |
Classificazione scientifica | |
Dominio | Eukaryota |
Regno | Plantae |
Sottoregno | Tracheophyta |
Divisione | Polypodiophyta |
Classe | Polypodiopsida Ritgen, 1828 |
Ordini | |
Le felci (Polypodiopsida Ritgen, 1828) sono una classe di piante vascolari.[1] Rappresentano l'unica classe della divisione Polypodiophyta che, assieme alla divisione Lycopodiophyta, formava l'ormai desueto raggruppamento Pteridophyta.[2]
Descrizione
[modifica | modifica wikitesto]Le felci vere sono piante cormofite: sono costituite da un fusto, vere radici e foglie, e posseggono un sistema vascolare. Sono difatti le prime piante terrestri che hanno cominciato a differenziare un sistema di trasporto dei fluidi, permettendo così un ulteriore accrescimento in altezza a differenza delle briofite (muschi) che non sono riuscite ad affrancarsi totalmente dalla vita acquatica.
Le felci vere sono organismi aplodiplonti con alternanza di generazioni antitetiche eteromorfiche con netto predominio dello sporofito sul gametofito. In generale, lo sporofito è perenne, sebbene la parte visibile possa scomparire completamente nella stagione sfavorevole. Il gametofito d'altra parte, in generale, è effimero e deve essere legato all'acqua per la sua sussistenza e perché la riproduzione abbia successo. La pressione selettiva agisce principalmente sullo sporofito, essendo il gametofito il più evolutivamente conservato.
Evolutivamente presentano alcune importanti differenze rispetto alle briofite: compare la lignina, presentano sporofiti ramificati con numerosi sporangi, le radici hanno funzione di assorbimento e il gametofito è ridotto rispetto allo sporofito.
A differenza di angiosperme e gimnosperme, le felci non sono dotate di semi ma si diffondono nell'ambiente mediante spore.
La generazione più evidente è quella dello sporofito (2n), avente fronde erette, direttamente collegate ad un rizoide sotterraneo o strisciante, con radici avventizie. Per quanto riguarda le fronde, queste presentano la tipica struttura che vede un rachide sorreggere le pinne, suddivise in pinnule. Proprio sulla membrana inferiore delle fronde vengono a trovarsi gli sporangi, raggruppati sotto forma di "sori", protetti da una membrana sottile, detta "indusio". In seguito alla rottura dello sporangio, le spore si liberano nell'ambiente, e dalla loro germinazione si origina il gametofito (n). Quest'ultimo, a differenza dello sporofito, ha vita effimera e presenta dimensioni ridotte, è formato da un singolo strato di cellule che macroscopicamente conferiscono una struttura laminare a forma di cuore.
Distribuzione e habitat
[modifica | modifica wikitesto]Tipiche di ambienti umidi, in particolare nelle regioni tropicali, sono molto presenti anche sul territorio italiano.
Tassonomia
[modifica | modifica wikitesto]La classe comprende i seguenti ordini e famiglie:[2]
- sottoclasse Equisetidae Warm.
- ordine Equisetales DC. ex Bercht. & J.Presl
- famiglia Equisetaceae Michx. ex DC
- sottoclasse Ophioglossidae Klinge
- ordine Psilotales Prant
- famiglia Psilotaceae J.W.Griff. & Henfr.
- ordine Ophioglossales Link
- famiglia Ophioglossaceae Martinov
- sottoclasse Marattiidae Klinge
- ordine Marattiales Link
- famiglia Marattiaceae Kaulf
- sottoclasse Polypodiidae Cronquist, Takht. & W.Zimm.
- ordine Osmundales Link
- famiglia Osmundaceae Martinov
- ordine Hymenophyllales A.B.Frank
- famiglia Hymenophyllaceae Mart
- ordine Gleicheniales Schimp
- famiglia Matoniaceae C.Pres
- famiglia Dipteridaceae Seward & E.Dale
- famiglia Gleicheniaceae C.Presl
- ordine Schizaeales Schimp.
- famiglia Lygodiaceae M.Roem
- famiglia Schizaeaceae Kaulf
- famiglia Anemiaceae Link
- ordine Salviniales Link
- famiglia Salviniaceae Martinov
- famiglia Marsileaceae Mirb.
- ordine Cyatheales A.B.Frank
- famiglia Thyrsopteridaceae C.Presl
- famiglia Loxsomataceae C.Presl
- famiglia Culcitaceae Pic.Serm
- famiglia Plagiogyriaceae Bowe
- famiglia Cibotiaceae Koral
- famiglia Metaxyaceae Pic.Serm.
- famiglia Dicksoniaceae M.R.Schomb.
- famiglia Cyatheaceae Kaulf.
- ordine Polypodiales Link
- sottordine Saccolomatineae Hovenkamp
- famiglia Saccolomataceae Doweld
- sottordine Lindsaeineae Lehtonen & Tuomist
- famiglia Cystodiaceae J.R.Croft
- famiglia Lonchitidaceae Doweld
- famiglia Lindsaeaceae C.Presl ex M.R.Schomb.
- sottordine Pteridineae J.Prado & Schuettp
- famiglia Pteridaceae E.D.M.Kirchn.
- sottordine Dennstaedtiineae Schwartsb. & Hovenkamp
- famiglia Dennstaedtiaceae Lotsy
- sottordine Aspleniineae H.Schneid. & C.J.Rothf
- famiglia Cystopteridaceae Shmakov
- famiglia Rhachidosoraceae X.C.Zhang
- famiglia Diplaziopsidaceae X.C.Zhang & Christenh.
- famiglia Desmophlebiaceae Mynssen
- famiglia Hemidictyaceae Christenh. & H.Schneid.
- famiglia Aspleniaceae Newman
- famiglia Woodsiaceae Herter
- famiglia Onocleaceae Pic.Serm.
- famiglia Blechnaceae Newman
- famiglia Athyriaceae Alston
- famiglia Thelypteridaceae Ching ex Pic.Serm.
- sottordine Polypodiineae Dumort.
- famiglia Didymochlaenaceae Ching ex Li Bing Zhang & Liang Zhang
- famiglia Hypodematiaceae Ching
- famiglia Dryopteridaceae Herter
- famiglia Nephrolepidaceae Pic.Serm.
- famiglia Lomariopsidaceae Alston
- famiglia Tectariaceae Panigrahi
- famiglia Oleandraceae Ching ex Pic.Serm.
- famiglia Davalliaceae M.R.Schomb.
- famiglia Polypodiaceae J.Presl & C.Presl
Usi
[modifica | modifica wikitesto]Di scarsa importanza economica, vengono coltivate principalmente come piante ornamentali.
Note
[modifica | modifica wikitesto]- ^ Smith A.R., Pryer K.M., Schuettpelz E., Korall P., Schneider H. & Wolf P.G, A classification for extant ferns (PDF), in Taxon 2006; 55(3): 705–731.
- ^ a b (EN) PPG I, A community‐derived classification for extant lycophytes and ferns, in Journal of Systematics and Evolution, vol. 54, n. 6, 2016-11, pp. 563–603, DOI:10.1111/jse.12229. URL consultato il 6 novembre 2024.
Altri progetti
[modifica | modifica wikitesto]- Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su Polypodiopsida
- Wikispecies contiene informazioni su Polypodiopsida
Collegamenti esterni
[modifica | modifica wikitesto]- (EN) Polypodiopsida, su Fossilworks.org.