Ofelia (astronomia)
Ofelia (Urano VII) | |
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Ofelia ripresa dal Voyager 2 | |
Satellite di | Urano |
Scoperta | 20 gennaio 1986 |
Scopritore | Richard J. Terrile / Voyager 2 |
Parametri orbitali | |
Semiasse maggiore | 53 764 km |
Periodo orbitale | 0,3764 giorni |
Inclinazione rispetto all'equat. di Urano | 0,1° |
Eccentricità | 0,0099 |
Dati fisici | |
Diametro medio | 15 km |
Superficie | ~5.760 km2 |
Volume | ~41.100 km3 |
Massa | 8 × 1017 kg
|
Densità media | ~1,3 g/cm³ |
Acceleraz. di gravità in superficie | ~0,0070 m/s2 |
Velocità di fuga | ~0,018 km/s |
Periodo di rotazione | Rotazione sincrona |
Inclinazione assiale | nulla |
Temperatura superficiale |
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Pressione atm. | nulla |
Albedo | 0,07 (presunto) |
Ofelia è un satellite di Urano. Prende il suo nome dalla figlia di Polonio nell'Amleto di William Shakespeare.[1]
Viene anche stato designato come Urano VII.[1]
Scoperta
[modifica | modifica wikitesto]È stato scoperto dalle immagini riprese dalla sonda spaziale Voyager 2 il 20 gennaio 1986 ricevendo la designazione temporanea S/1986 U 8.[2] Non fu più osservato fino al 2003 quando il telescopio spaziale Hubble lo ritrovò.[3][4]
Caratteristiche
[modifica | modifica wikitesto]Di Ofelia si conoscono solamente il raggio (21 km)[5] l'orbita[6] e l'albedo (0,08).[3]
Nelle immagini riprese dalla sonda Voyager 2, Ofelia appare come un oggetto allungato, con l'asse maggiore che punta verso Urano. Ha la forma di uno sferoide oblato con un rapporto tra gli assi di 0,7 ± 0,3.[5]
Caratteristiche orbitali
[modifica | modifica wikitesto]Ofelia è un satellite pastore dell'anello Epsilon di Urano.[7] L'orbita di Ofelia è all'interno del raggio orbitale sincrono di Urano; il satellite è quindi destinato a schiantarsi contro il pianeta, perché la sua orbita sta lentamente decadendo.[5]
Note
[modifica | modifica wikitesto]- ^ a b Planet and Satellite Names and Discoverers, in Gazetteer of Planetary Nomenclature, USGS Astrogeology, 21 luglio 2006. URL consultato il 6 agosto 2006 (archiviato dall'url originale il 5 marzo 2016).
- ^ B. A. Smith, Satellites and Rings of Uranus, in IAU Circular, vol. 4168, 27 gennaio 1986. URL consultato il 31 ottobre 2011.
- ^ a b Erich Karkoschka, Comprehensive Photometry of the Rings and 16 Satellites of Uranus with the Hubble Space Telescope, in Icarus, vol. 151, n. 1, 2001, pp. 51–68, Bibcode:2001Icar..151...51K, DOI:10.1006/icar.2001.6596.
- ^ M. R. Showalter e J. J. Lissauer, Satellites of Uranus, in IAU Circular, vol. 8194, 3 settembre 2003. URL consultato il 31 ottobre 2011.
- ^ a b c Erich Karkoschka, Voyager's Eleventh Discovery of a Satellite of Uranus and Photometry and the First Size Measurements of Nine Satellites, in Icarus, vol. 151, n. 1, 2001, pp. 69–77, Bibcode:2001Icar..151...69K, DOI:10.1006/icar.2001.6597.
- ^ R. A. Jacobson, The Orbits of the Inner Uranian Satellites From Hubble Space Telescope and Voyager 2 Observations, in The Astronomical Journal, vol. 115, n. 3, 1998, pp. 1195–1199, Bibcode:1998AJ....115.1195J, DOI:10.1086/300263.
- ^ L. W. Esposito, Planetary rings, in Reports on Progress in Physics, vol. 65, n. 12, 2002, pp. 1741–1783, Bibcode:2002RPPh...65.1741E, DOI:10.1088/0034-4885/65/12/201.
Bibliografia
[modifica | modifica wikitesto]- NASA: dati statistici su Ofelia, su solarsystem.nasa.gov. URL consultato il 5 gennaio 2006 (archiviato dall'url originale il 16 giugno 2006).
Altri progetti
[modifica | modifica wikitesto]- Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su Ofelia