Sonata per pianoforte n. 10 (Beethoven)
Sonata per pianoforte n. 10 | |
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Incipit dell'Allegro iniziale | |
Compositore | Ludwig van Beethoven |
Tonalità | sol maggiore |
Tipo di composizione | sonata |
Numero d'opera | 14, n. 2 |
Epoca di composizione | 1798-99 |
Pubblicazione | Mollo, Vienna (1799) |
Dedica | Josefa von Braun |
Durata media | 15' |
Organico | pianoforte |
Movimenti | |
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La Sonata per pianoforte n. 10, Op. 14 n. 2 in sol maggiore venne composta da Ludwig van Beethoven nel 1799.
Analisi del primo movimento
[modifica | modifica wikitesto]Il primo movimento della decima sonata per pianoforte di Beethoven è un Allegro in tempo due quarti, nella tonalità di base di sol maggiore. La struttura è quella della forma-sonata[1]: esposizione (due temi) – sviluppo – ripresa e coda finale.
Esposizione
[modifica | modifica wikitesto]Primo tema
[modifica | modifica wikitesto]Il primo tema (esposto nella tonalità di base: sol maggiore) è diviso in due frasi molto diverse (bb. 1-5 e 5-9). La prima (domanda) è impostata sull'anacrusi formata da tre semicrome, che viene riproposta per cinque volte (compresa quella della seconda frase). Questo gioco ritmico ”inganna l'ascoltatore facendogli credere che la stanghetta di battuta si trovi al posto sbagliato”.[2] (bb. 1–5):
La seconda frase (risposta), pur essendo diversa, si presenta anch'essa con un andamento ritmico sfalsato dalle sincopi delle crome della mano destra [bb. 5-10]:
La codetta di questo tema, abbastanza breve (bb. 9-26) serve da transizione al secondo tema. Da segnalare in questa fase l'uso del basso albertino (raro in Beethoven[3]) con lo scopo, per merito della sua regolarità ritmica, di equilibrare l'andamento sincopato del periodo precedente (bb.9-17):
Secondo tema
[modifica | modifica wikitesto]Il secondo tema ha un carattere più regolare e melodico, potrebbe essere tratto da ”alcuni passaggi melodici strumentali delle sinfonie d'opera”.[3] Tonalmente è basato sulla dominante (re maggiore), preparata nella battuta precedente da quattro crome sulla nota la (dominanate di re) e si compone di due frasi simili (la seconda, in risposta alla prima, è impostata sulla dominante di re maggiore, ossia la; in realtà è un accordo di settima essendo presente anche il sol) [bb. 26-33]:
La codetta di questa seconda idea, come frequentemente accade, si riallaccia direttamente alla coda dell'esposizione (bb. 34-64). Una cadenza finale sul re maggiore prepara lo sviluppo sulla tonica.
Sviluppo
[modifica | modifica wikitesto]Lo sviluppo, ”eccezionalmente lungo ed elaborato”[2], ha un certo senso drammatico tipico del Beethoven di questo periodo[3]. Il tema principale qui trova la sua massima espressione, mentre la seconda idea appare brevemente e di sfuggita. Si possono notare due momenti di rilievo: quando il tema si presenta nella mano sinistra accompagnato da arpeggi di terzine di semicrome e quando riappare dopo un accordo coronato di si bemolle maggiore: ma si tratta di una “falsa partenza”, in quanto l'ambiente armonico è mi bemolle maggiore (ben lontano dalla tonica sol maggiore)[2]:
Ripresa
[modifica | modifica wikitesto]Alla battuta 117 un lungo pedale sulla dominante prepara adeguatamente la ripresa vera e propria del tema principale sulla tonica (bb. 120-127):
Il secondo tema (bb. 155-161), come d'uso nella forma-sonata, riappare alla tonica (sol maggiore), ma senza ulteriori elaborazioni come nello sviluppo, a indicare la poca importanza di questo elemento nel primo tempo. Nella coda finale avviene un'ultima elaborazione del tema: qui ”Beethoven decide di normalizzare il ritmo del tema principale e di trasformarlo da spiritoso in espressivo”[2]: un effetto, già usato da altri compositori (Mozart), di usare la coda per risolvere le eccentricità del materiale (bb. 131-135):
Un'ultima apparizione del tema (questa volta con la ritmica iniziale) chiude il primo movimento.
Analisi del secondo movimento
[modifica | modifica wikitesto]Il secondo movimento è un Andante in tempo quattro quarti, nella tonalità di base di do maggiore (sottodominante rispetto alla tonica del primo movimento). La struttura è quella del tema con tre variazioni.[4]
Tema
[modifica | modifica wikitesto]Il tema è un Lied, il cui canto semplice e grazioso si sviluppa nelle classiche otto battute, l'ultima delle quali presenta una cadenza alla dominante (sol maggiore). [bb. 1 -9]:
La seconda parte (quasi una risposta) presenta la ripetizione del Lied all'ottava superiore.[5]
Prima variazione
[modifica | modifica wikitesto]Le variazioni di questo tema sono molto semplici. La prima utilizza un procedimento sincopato (sfasamento in ritardo di una croma della mano destra rispetto alla mano sinistra) [bb. 22-24]:
Seconda variazione
[modifica | modifica wikitesto]La seconda variazione coinvolge anche la mano sinistra nel ritmo sincopato (bb. 44-48):
Terza variazione
[modifica | modifica wikitesto]Dopo le prime cinque battute di ritmo sincopato, un ritardando (si veda la revisione di Alfredo Casella) ed un diminuendo introducono un nuovo elemento costituito da quartine di semicrome della mano destra (anche queste sincopate). In questa variazione il disegno melodico del tema è affidato alla seconda semicroma (bb. 70-73):[5]
Nel finale, come di consueto, viene ripreso brevemente il tema nella sua forma originaria. L'ultima battuta riserva una sorpresa: delle sommesse note isolate in staccato concludono bruscamente con un accordo in fortissimo di otto note sulla tonica.[4]
Analisi del terzo movimento
[modifica | modifica wikitesto]Il terzo movimento è uno scherzo (Allegro assai) in tempo tre ottavi nella tonalità di base di sol maggiore. La struttura è quella di un rondò[6] con tre episodi intermedi, anche se nella prima parte potrebbe essere quasi una sonata. Più semplicemente può essere definito come un Rondò-Scherzo.[5]
Tema principale
[modifica | modifica wikitesto]Il tema principale è organizzato in quattro parti: (1) tema (bb. 1–5); (2) risposta con il tema presentato ad un'ottava più alta (bb 5–9); (3) codetta del tema (bb. 9–17); (4) ripresentazione del tema (bb. 17–23). [bb. 1-9]
Primo episodio intermedio
[modifica | modifica wikitesto]Una modulazione porta l'ambiente armonico sul si maggiore (mediante); ed è in questa tonalità che viene presentato il primo episodio intermedio (bb. 24-42), quasi una semplice transizione[5] che si chiude in mi maggiore (sopradominante). [bb. 24-27]
Secondo episodio intermedio
[modifica | modifica wikitesto]Alla battuta 43, dopo una battuta vuota, torna il tema principale senza nessuna modifica rispetto alla prima esposizione; è alla fine che Beethoven inserisce nove battute di sviluppo del tema, più che altro un ponte modulante per introdurre il secondo episodio intermedio nella tonalità di do maggiore (sottodominante), quasi una seconda idea[5] (bb.73-80):
Terzo episodio intermedio
[modifica | modifica wikitesto]Il tema ritorna alla battuta 125, ma risentendo dell'ambiente armonico del secondo episodio intermedio viene esposto in do maggiore (falsa partenza). Dopo alcune esitazioni finalmente il tema riparte nella sua tonalità di sol maggiore (b. 139). Anche questa terza presentazione del tema è seguita da alcune variazioni che, come nel caso precedente, hanno la funzione di preparare l'entrata del terzo episodio intermedio, che si presenta in sol maggiore e dà a tutto il movimento una particolare vivacità, soprattutto per merito delle terzine di semicrome[5] (bb.186-193):
Sulla spinta ritmica delle terzine si ripresenta alla tonica per l'ultima volta il tema fondamentale che chiude semplicemente quest'ultimo movimento.
Note
[modifica | modifica wikitesto]- ^ Nielsen 1961, pag. 250.
- ^ a b c d Rosen 2008, pag. 164.
- ^ a b c Scuderi 1985, pag. 90.
- ^ a b Rosen 2008, pag. 165.
- ^ a b c d e f Scuderi 1985, pag. 91.
- ^ Nielsen 1961, pag. 191.
Bibliografia
[modifica | modifica wikitesto]- Giovanni Guanti, Invito all'ascolto di Beethoven, Milano, Mursia, 1995, ISBN 88-425-1647-3.
- (EN, FR) Lista completa delle opere di Beethoven, su infopuq.uquebec.ca. URL consultato il 23 dicembre 2008 (archiviato dall'url originale il 31 dicembre 2008).
- Charles Rosen, Le sonate per pianoforte di Beethoven, Roma, Casa Editrice Astrolabio, 2008, p. 164-165, ISBN 978-88-340-1532-2.
- Gaspare Scuderi, Beethoven. Le sonate per pianoforte, Padova, Franco Muzzio & C., 1985, p. 87-92, ISBN 88-7021-278-5.
- Gerald Abraham, L'età di Beethoven, Milano, Feltrinelli, 1984, ISBN 88-07-21008-8.
- Charles Rosen, Lo stile classico Haydn Mozart Beethoven, Milano, Feltrinelli, 1982.
- Giancarlo Chiaramello, Elementi di composizione musicale, Padova, Franco Muzzio & C., 1985, ISBN 88-7021-286-6.
- Riccardo Nielsen, Le forme musicali, Bologna, Bongiovanni Editore, 1961, ISBN 88-7021-286-6.
- Nikolaj Andreevič Rimskij-Korsakov, Trattato pratico di armonia, Milano, Casa Musicale Sonzogno, 1977.
- Otto Karolyi, La grammatica della musica, Torino, Giulio Einaudi, 1969.
Voci correlate
[modifica | modifica wikitesto]Altri progetti
[modifica | modifica wikitesto]- Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su Sonata per pianoforte n. 10
Collegamenti esterni
[modifica | modifica wikitesto]- (EN) Spartiti o libretti di Sonata per pianoforte n. 10, su International Music Score Library Project, Project Petrucci LLC.
- (EN) Sonata per pianoforte n. 10, su AllMusic, All Media Network.
- (EN) Sonata per pianoforte n. 10, su MusicBrainz, MetaBrainz Foundation.
- (EN) Presentazione della sonata, su bbc.co.uk.
Audio
[modifica | modifica wikitesto]- (EN) Ascolta la sonata sul sito Pianosociety.com, su pianosociety.com.
- (EN) L'interpretazione di Paul Pitman, su musopen.com.
Spartiti
[modifica | modifica wikitesto]- (EN) Spartito della sonata su Musopen.com, su musopen.com.
- (EN) Indiana University School of Music, su dlib.indiana.edu.
Controllo di autorità | GND (DE) 30001662X · BNF (FR) cb148030642 (data) |
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