Indice
Fullini (famiglia)
Fullini | |
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Stato | Italia |
Titoli | |
Data di fondazione | 1673 |
Data di estinzione | 1881 |
Etnia | Italiana |
La famiglia Fullini (talvolta anche Fullin o Follin) è stata una famiglia nobile italiana di Polcenigo.
Storia
[modifica | modifica wikitesto]Originari di Tambre d'Alpago (dove ancora oggi sopravvive il cognome nella sola variante tronca Fullin), si spostarono nella pianura friulana nel XVI secolo[1][2].
Dapprima mercanti e artigiani, si arricchirono con il commercio della lana e del legno e con la lavorazione della seta. Nella metà del XVII secolo, grazie al notevole incremento del loro patrimonio e soprattutto all'acquisto di alcuni feudi nobiliari abbandonati nella località di Faedis, richiesero alla Repubblica di Venezia di essere elevati al rango aristocratico e, tramite l'esborso di un lauto compenso, ottennero il titolo comitale – allora vacante – di conti di Cuccagna, Partistagno e Zucco[3]. I primi a fregiarsi di tale titolo furono i tre fratelli Francesco, Giovanni Battista e Giovanni Giacomo, figli di Floriano Fullini[4][5].
Nel corso del Settecento e dell'Ottocento s'imparentarono, attraverso un'accorta politica matrimoniale, con importanti famiglie aristocratiche della zona (gli Antonini di Udine, i Diedo di Venezia, gli Edling di Gorizia, i Frangipane di Tarcento e Castelporpetto, i Pagani di Belluno, i Polcenigo dell'omonimo paese)[6], come testimoniano numerosi documenti conservati nell'Archivio Storico della Biblioteca Civica di Vittorio Veneto, e furono a vario titolo coinvolti nel panorama culturale e religioso dell'epoca.
Nella piazza principale di Polcenigo costruirono, come loro dimora, un imponente palazzo in stile settecentesco veneziano (ora Palazzo Fullini-Zaia)[7], decorato con affreschi e stucchi di notevole pregio[8], dove nel 1809 fu anche ospitato il principe Eugenio di Beauharnais. Un altro palazzo monumentale fu da loro edificato a Pieve d'Alpago (oggi noto come Villa Falin)[9], annoverato nel catalogo delle Ville Venete. I membri più illustri della casata furono sepolti nella Chiesa di San Giacomo a Polcenigo, nella quale la famiglia aveva fatto erigere l'altare di Sant'Anna, la cui pala, raffigurante la Natività della Vergine, fu realizzata dal pittore Egidio Dall'Oglio.
Si estinsero nel 1881 con la morte a Ceneda del conte mons. Alessandro Niccolò Giuseppe Antonio Fullini, canonico della cattedrale di Belluno, che per oltre un decennio fu arcidiacono della chiesa abbaziale di Agordo (di cui promosse il restauro) e che nel 1866, a seguito dell'annessione del Veneto al Regno d'Italia, fu insignito del titolo di cavaliere dell'Ordine dei Santi Maurizio e Lazzaro per il suo sostegno alla causa unitaria e alla dinastia sabauda[10].
Stemma
[modifica | modifica wikitesto]Lo stemma araldico della famiglia era partito di rosso e d'argento, con due leoni rampanti affrontati, rispettivamente smaltati d'oro e di rosso, di cui l'uno impugnante un ramo di palma verde e l'altro coronato d'oro: esso derivava dai blasoni delle precedenti famiglie detentrici dei feudi in seguito incamerati dai Fullini[11].
Etimologia
[modifica | modifica wikitesto]L'etimologia del nome (nelle varie forme che esso ha assunto, dovute alla pronuncia veneta) rimanda alla follatura della lana, attività tipica dell'Alpago e specifica originariamente della famiglia Fullini, ed esso è anche il toponimo di una frazione del paese d'origine della famiglia.[12]
Dimore
[modifica | modifica wikitesto]- Palazzo Fullini (ora Zaia)[13], a Polcenigo
- Villa Fullini (ora Falin-Boccanegra)[14], a Pieve d'Alpago
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Veduta di Polcenigo con la facciata posteriore di Palazzo Fullini-Zaia
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Villa Falin-Boccanegra (già Fullini) a Pieve d'Alpago
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Stemma della famiglia Fullini (particolare di Villa Falin-Boccanegra a Pieve d'Alpago)
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Altare di Sant'Anna nella Chiesa di San Giacomo a Polcenigo
Note
[modifica | modifica wikitesto]- ^ A. Collazuol e D. Davià, I nobili Fullini in Alpago: arrivo, nobiltà, estinzione, in Dolomiti, vol. 35, n. 2, 2012, pp. 58-64.
- ^ Agostino Amantia (a cura di), Tambre. Un comune della montagna bellunese tra Sette e Novecento, Belluno, 2006.
- ^ Francesco Schröder, Repertorio genealogico delle famiglie confermate nobili e dei titolati nobili esistenti nelle provincie venete, vol. 1, Venezia, 1830, sub voce "Fullini".
- ^ Alessandro Fadelli, Per una storia dei Fullini a Polcenigo (XVI-XIX sec.), in I Fullini: dall'Alpago al feudo di Polcenigo, da mercanti a conti, pp. 29-70. URL consultato il 3 settembre 2021. Ospitato su Academia.
- ^ Maurizio Grattoni D'Arcano, L'incanto di un feudo all'incanto: i Fullini consignori di Cucagna, in Polcenigo. Studi e documenti in memoria di Luigi Bazzi, pp. 101-112.
- ^ Per le felicissime nozze del nobile sig.r conte Gio. Battista Fullini colla nobile sig.ra contessa Elisabetta Antonini, Venezia, Antonio Zatta Editore, 1769.
- ^ Ugo Perut, Breve relazione storico-architettonica sul Palazzo Fullini, in I Fullini: dall'Alpago al feudo di Polcenigo, da mercanti a conti, pp. 115-120.
- ^ Giancarlo Magri, Affreschi a Palazzo Fullini: una prima nota, in I Fullini: dall'Alpago al feudo di Polcenigo, da mercanti a conti, pp. 121-125.
- ^ Gianclaudio Da Re, I Fullini nella Pieve dell'Alpago, in I Fullini: dall'Alpago al feudo di Polcenigo, da mercanti a conti, pp. 93-96.
- ^ Stefania Miotto, L'ultimo dei Fullini. Profilo biografico del canonico patriota Alessandro (1815-1881), in I Fullini: dall'Alpago al feudo di Polcenigo, da mercanti a conti, pp. 101-110.
- ^ Rivista del Collegio Araldico, vol. 28, 1930, p. 432.
- ^ Licinio Lea, Note sul comune di Tambre in età moderna, in Agostino Amantia (a cura di), Tambre. Un comune della montagna bellunese tra Sette e Novecento, Belluno, 2006, p. 23.
- ^ FAI: Palazzo Fullini-Zaia, su fondoambiente.it.
- ^ Infodolomiti: Villa Falin, su infodolomiti.it. URL consultato il 13 settembre 2021 (archiviato dall'url originale il 13 settembre 2021).
Bibliografia
[modifica | modifica wikitesto]- Alessandro Fadelli (a cura di), I Fullini: dall'Alpago al feudo di Polcenigo, da mercanti a conti, Polcenigo, 2016.
- Alessandro Fadelli (a cura di), Polcenigo. Studi e documenti in memoria di Luigi Bazzi, Polcenigo, 2002.
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