Elezioni parlamentari in Libia del 2014

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Elezioni parlamentari in Libia del 2014
StatoLibia (bandiera) Libia
Data25 giugno
AssembleaCamera dei rappresentanti
Primo ministro
Abdullah al-Thani
TBA

Le elezioni parlamentari in Libia del 2014 si tennero il 25 giugno per l'elezione della Camera dei rappresentanti,[1][2], che aveva sostituito il Congresso nazionale generale eletto nel 2012.

Lo stesso argomento in dettaglio: Seconda guerra civile in Libia.

Il Congresso nazionale generale (GNC) eletto nel 2012, con Nuri Busahmein presidente, si avvicinò a posizioni islamiste, votando nel dicembre 2013 per applicare una variante della Sharia[3]. Il generale Khalifa Haftar, ex Gheddafiano, richiese in febbraio 2014 lo scioglimento del GNC, minacciando in caso contrario un intervento militare[4]. In marzo, il GNC indisse nuove elezioni per il successivo 25 giugno[5], per la costituzione di un nuovo parlamento di 200 membri, la Camera dei rappresentanti, che avrebbe dovuto riunirsi a Bengasi, in Cirenaica, e non più a Tripoli; la nuova legge elettorale non consente più le liste elettorali, ma solo candidati indipendenti.

Nel maggio 2014, il generale Haftar avviò a Bengasi un'offensiva militare contro le milizie islamiste, l'Operazione Dignità, che il primo ministro Abdullah al-Thani denunciò essere un tentativo di colpo di Stato[6][7]; due giorni dopo le milizie di Zintan alleate con Haftar attaccarono la sede del GNC a Tripoli, forzandone lo scioglimento.[8] Le nuove elezioni si svolsero quindi in un clima teso e non libero.[9]

A causa delle violenze, lo scrutinio fu caratterizzato da una bassa partecipazione, pari a circa il 18 % del corpo elettorale (circa 630.000 persone); inoltre alcuni seggi rimasero chiusi, e soltanto 188 dei 200 seggi poterono essere assegnati.[10][11][12]

I risultati elettorali furono annunciati il 21 luglio:

Risultati delle legislative libiche del 2014[13]
Categoria Voti % Seggi
Indipendenti 630 000 100 188
Non assegnati - 12
Totale 630 000 100 200
Iscritti/Partecipazione 1 509 218 41,7
Elettori potenziali (stima) 3 400 000 -

I deputati islamisti, predominanti nel precedente parlamento, risultarono notevolmente ridotti.[14].

La sede designata della Camera dei rappresentanti era Bengasi, principale centro della Cirenaica; tuttavia a causa dei combattimenti in corso, questa fu spostata a Tobruch, un'altra città della Cirenaica sotto controllo del generale Haftar. La maggioranza dei deputati eletti, 153 su 188, si riunì il 4 agosto in tale città, ma una minoranza, di orientamento islamista, decise di boicottare la nuova Camera continuando a riunirsi a Tripoli, e considerando il CNG come non disciolto[15][16][17].

Essi si avvalsero dell'appoggio di milizie islamiste di Tripoli e Misurata, che con l'Operazione Alba Libica ripresero il controllo di Tripoli alle milizie di Zintan alleate di Haftar[18]. Il 25 agosto, a tali 30 deputati eletti si unirono i deputati islamisti del vecchio GNC non rieletti alle nuove elezioni, formando a Tripoli il cosiddetto Nuovo Congresso nazionale generale di 94 membri, presieduto ancora da Nuri Busahmein, e nominando un Governo di salvezza nazionale, islamista, con premier Omar al-Hasi.[19][20]

La Camera dei rappresentanti, invece, riconfermò il premier Abdullah al-Thani, che si trasferì dunque a Tobruch sotto il controllo del generale Haftar.[21][22]

Il 6 novembre 2014, la Corte suprema di Tripoli dichiarò illegittima la Camera dei rappresentanti, ordinandone lo scioglimento[23], ma la Camera dei rappresentanti, che aveva intanto ottenuto l'appoggio della comunità internazionale, rifiutò di riconoscere validità a tale sentenza [24].

  1. ^ « Élections législatives en Libye le 25 juin », Le Figaro, 20 maggio 2014.
  2. ^ « Les élections législatives en Libye auront lieu le 25 juin », Le Monde, 20 maggio 2014.
  3. ^ Feras Bosalum e Patrick Markey, Libyan assembly votes to follow Islamic law, su reuters.com, Reuters, 4 dicembre 2013. URL consultato il 26 agosto 2014 (archiviato dall'url originale il 26 agosto 2014).
  4. ^ Mohamed Madi, Profile: Libyan ex-General Khalifa Haftar, in News, BBC, 16 ottobre 2014.
  5. ^ "Congress votes to replace itself with new House of Representatives", Libya Herald, 30 marzo 2014
  6. ^ Libya clashes between rival militias in Benghazi, in BBC News, 16 maggio 2014.
  7. ^ Renegade Libyan forces attack Benghazi militants as Tripoli protests, in CNN, 16 maggio 2014.
  8. ^ Gunmen loyal to ex-general storm Libyan parliament, demand suspension, in Reuters, 18 maggio 2014. URL consultato il 1º maggio 2019 (archiviato dall'url originale il 24 maggio 2014).
  9. ^ Libya to hold elections amid chaos in Tripoli, in BBC News, 20 maggio 2014.
  10. ^ Election for Council of Representatives, in IFES.
  11. ^ Libyan elections: Low turnout marks bid to end political crisis, in BBC News, 26 giugno 2014.
  12. ^ Libyans mourn rights activist amid turmoil, su Al-Jazeera, 26 giugno 2014.
  13. ^ (AR) المفوضية الوطنية العليا للانتخابات المفوضية الوطنية العليا للانتخابات, su hnec.ly. URL consultato il 30 novembre 2018.
  14. ^ Libya’s Islamists Go for Broke, in Foreign Policy, 22 luglio 2014.
  15. ^ Amid fierce opposition, Libyan House of Representatives holds first meetings, in Middle East Eye, 2 agosto 2014.
  16. ^ Libya inaugurates newly elected parliament, in Al Arabiya, 4 agosto 2014.
  17. ^ Libya polarised amid ongoing clashes, in Al Jazeera, 11 agosto 2014.
  18. ^ Libya in shock after Tripoli airport attack, in BBC News, 15 luglio 2014.
  19. ^ Libya's outgoing parliament elects PM, in Al Jazeera, 25 agosto 2014.
  20. ^ Rival second Libyan assembly chooses own PM as chaos spreads, Reuters, 25 agosto 2014. URL consultato il 1º maggio 2019 (archiviato dall'url originale il 26 agosto 2014).
  21. ^ Libyan Militias Seize Control of Capital as Chaos Rises, in New York Times, 1º settembre 2014.
  22. ^ Libya's Prime Minister Presents Cabinet for Parliamentary Approval, in Wall Street Journal, 17 settembre 2014.
  23. ^ Libya supreme court 'invalidates' elected parliament, su bbc.com, BBC, 6 novembre 2014. URL consultato il 6 novembre 2014.
  24. ^ Libya parliament rejects court ruling, calls grow for international action, su Middle East Eye. URL consultato il 29 gennaio 2015.

Collegamenti esterni

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