Cyclanthera pedata

Da Teknopedia, l'enciclopedia libera.
Vai alla navigazione Vai alla ricerca
Come leggere il tassoboxProgetto:Forme di vita/Come leggere il tassobox
Come leggere il tassobox
Kaywa
Classificazione APG IV
DominioEukaryota
RegnoPlantae
(clade)Angiosperme
(clade)Mesangiosperme
(clade)Eudicotiledoni
(clade)Eudicotiledoni centrali
(clade)Superrosidi
(clade)Rosidi
(clade)Eurosidi
(clade)Eurosidi I
OrdineCucurbitales
FamigliaCucurbitaceae
GenereCyclanthera
SpecieC. pedata
Classificazione Cronquist
DominioEukaryota
RegnoPlantae
DivisioneMagnoliophyta
ClasseMagnoliopsida
OrdineViolales
FamigliaCucurbitaceae
GenereCyclanthera
SpecieC. pedata
Nomenclatura binomiale
Cyclanthera pedata
(L.) Schrad.

Cyclanthera pedata (L.) Schrad., localmente conosciuto con il suo nome quechua kaywa[1][2] o achuqcha[1][3][4], è una pianta erbacea rampicante appartenente alla famiglia Cucurbitaceae[5] che viene coltivata per i suoi frutti commestibili. Di questa specie è nota solo la varietà coltivata, e la grande dimensione del suo frutto rispetto a specie selvatiche strettamente correlate suggerisce che è una coltura completamente addomesticata. Il suo uso risale a molti secoli or sono come testimoniano antiche ceramiche fitomorfe dal Perù raffiguranti i frutti. È noto anche come zucca pantofola, pistone della signora, zucca passero (in cinese: 小雀 瓜; pinyin: xiǎoquè GUA), pepino in Colombia, cetriolo ripieno (stuffing cucumber) in inglese.

Origine e distribuzione

[modifica | modifica wikitesto]

Addomesticato nelle Ande e tradizionalmente distribuito dalla Colombia alla Bolivia, il Kaywa è oggi coltivato in molte parti dell'America centrale. La cultura Moche ha avuto un fascino per l'agricoltura e se ne ha evidenza dalla loro arte, come spesso raffigurato nelle loro ceramiche.

In Italia è diffuso al nord specialmente nelle valli alpine dove ha trovato un ambiente favorevole alla sua crescita. Infatti nonostante sia una pianta tropicale soffre le estati troppo calde e secche, e il clima delle vallate gli è consono, consentendo la raccolta dei frutti nei mesi di settembre-ottobre. Il nome tradizionale "ciuenlai" sembra derivare da una storpiatura del nome del famoso politico cinese Ciù En-lai (Zhou Enlai), e viene inoltre chiamato anche milione, per la abbondanza dei suoi frutti.[6]

Usi alimentari

[modifica | modifica wikitesto]

I giovani frutti vengono consumati crudi, e quelli maturi solo cotti.[7] Periodi tra un raccolto e il successivo sono di 2-3 settimane.[8] Il frutto ha un sapore sottile simile al cetriolo, ed ha una grande cavità in cui i semi si sviluppano, e questo può essere riempito con altri alimenti per fare dei ripieni. Questo potrebbe aver ispirato il nome locale spagnolo pepino de rellenar ("cetriolo da ripieno"). I giovani germogli e le foglie possono anche essere consumati crudi.[6][7]

Sostanze fitochimiche

[modifica | modifica wikitesto]

Il frutto maturo contiene proteine, acido galatturonico, resine, lipoproteine e vari composti steroidei.[9]

Galleria d'immagini

[modifica | modifica wikitesto]
  1. ^ a b Diccionario Quechua - Español - Quechua, Academía Mayor de la Lengua Quechua, Gobierno Regional Cusco, Cusco 2005 (Quechua-Spanish dictionary) see: achoqcha
  2. ^ (pronunciato anche Kai-wa, o con ortografia spagnola caigua, caihua, caygua, cayua oppure ciuenlai)
  3. ^ Teofilo Laime Ajacopa, Diccionario Bilingüe Iskay simipi yuyayk'ancha, La Paz, 2007 (Quechua-Spanish dictionary)
  4. ^ scritto anche come achocha, achogcha, achojcha, achokcha, archucha
  5. ^ (EN) Cyclanthera pedata (L.) Schrad., su Plants of the World Online, Royal Botanic Gardens, Kew. URL consultato il 25 gennaio 2021.
  6. ^ a b tellincamuno, il ciuenlai; un ortaggio Camuno poco comune, su Tellincamuno, 1º novembre 2015. URL consultato il 14 settembre 2016 (archiviato dall'url originale il 14 ottobre 2016).
  7. ^ a b Cyclanthera pedata Achoccha, Cyclanthera PFAF Plant Database, su pfaf.org. URL consultato il 14 settembre 2016.
  8. ^ Jorge A, ALTERNATIVA ECOLÓGICA: CULTIVO DE CAIGUA, su ALTERNATIVA ECOLÓGICA. URL consultato il 14 settembre 2016.
  9. ^ Caigua, su caigua.it. URL consultato il 14 settembre 2016 (archiviato dall'url originale il 31 marzo 2016).

Altri progetti

[modifica | modifica wikitesto]