Bonaventura da Pistoia
Beato Bonaventura (Bonaccorsi) da Pistoia | |
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Frate servita | |
Morte | 14 dicembre 1315 circa, Pistoia |
Venerato da | Chiesa cattolica |
Beatificazione | 23 aprile 1822 (conferma del culto) |
Ricorrenza | 14 dicembre |
Bonaventura da Pistoia, noto anche come Bonaventura Bonaccorsi (... – Pistoia, 14 dicembre 1315 circa), è stato un presbitero italiano. Sacerdote dell'ordine dei Servi di Maria, il suo culto come beato è stato confermato da papa Pio VII nel 1822.
Biografia
[modifica | modifica wikitesto]Secondo una tradizione tarda, in occasione di un capitolo generale dell'ordine celebrato a Pistoia nel 1276, Filippo Benizi si adoperò per ricomporre le lotte intestine nella città e, attratto dal suo esempio, un esponente del partito ghibellino (forse della famiglia Bonaccorsi) decise di abbracciare la vita religiosa tra i Servi di Maria prendendo il nome di Bonaventura.[1]
A parte che su tarde fonti letterarie e agiografiche, comunque, il nome di Bonaventura da Pistoia compare su numerosi documenti a lui contemporanei. Era sacerdote e accompagnò Filippo Benizi da papa Martino V quando l'ordine rischiava la dissoluzione a causa del XXIII canone del secondo concilio di Lione; fu priore del convento di Orvieto e nel 1285 procurò a Benizi il denaro per potersi recare da papa Onorio IV.[2]
Fu priore di numerosi conventi dell'ordine (Bologna, Pistoia, Montepulciano). A Montepulciano fu in contatto con Agnese: nel 1306, su delega del vescovo di Arezzo, posò la prima pietra della chiesa che la religiosa domenicana e le sue consorelle volevano erigere, ricevette la professione dei voti delle monache e confermò l'elezione di Agnese a badessa.[3]
Il culto
[modifica | modifica wikitesto]Il corpo del beato Bonaventura, già sepolto a Orvieto, fu traslato nella chiesa della Santissima Annunziata a Pistoia il 22 aprile 1915.[4]
Papa Pio VII, con decreto del 23 aprile 1822, ne confermò il culto con il titolo di beato.[5]
Il suo elogio si legge nel martirologio romano al 14 dicembre.[6]
Note
[modifica | modifica wikitesto]- ^ Aristide Maria Serra, BSS, vol. III (1963), col. 296.
- ^ Aristide Maria Serra, BSS, vol. III (1963), col. 297.
- ^ Aristide Maria Serra, BSS, vol. III (1963), coll. 298-299.
- ^ Aristide Maria Serra, BSS, vol. III (1963), col. 299.
- ^ Index ac status causarum (1999), p. 416.
- ^ Martirologio romano (2004), p. 948.
Bibliografia
[modifica | modifica wikitesto]- Il martirologio romano. Riformato a norma dei decreti del Concilio ecumenico Vaticano II e promulgato da papa Giovanni Paolo II, LEV, Città del Vaticano 2004.
- Congregatio de Causis Sanctorum, Index ac status causarum, Città del Vaticano 1999.
- Filippo Caraffa e Giuseppe Morelli (curr.), Bibliotheca Sanctorum (BSS), 12 voll., Istituto Giovanni XXIII nella Pontificia Università Lateranense, Roma 1961-1969.
Altri progetti
[modifica | modifica wikitesto]- Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su Bonaventura da Pistoia
Collegamenti esterni
[modifica | modifica wikitesto]- Aristide Maria Serra, BONAVENTURA da Pistoia, in Dizionario biografico degli italiani, vol. 11, Istituto dell'Enciclopedia Italiana, 1969.
- Antonio Borrelli, Beato Bonaventura (Bonaccorsi) da Pistoia. Sacerdote servita, su Santi, beati e testimoni, santiebeati.it, 27 luglio 2006.
- Gaetano Bensi, Vita del B. Bonaventura Bonaccorsi di Pistoja dell'Ordine dei Servi di M.a Vergine descritta da Fr. Gaetano Bensi di detto Ordine. Dedicata all'illustriss. e reverendiss. Mons. Vincenzo Mealli, Siena, Stamperia Bindi, 1823.
- Gianluca Giorgio, Il Beato Bonaventura da Pistoia, Servo di Maria alla scuola di San Filippo Benizi, su ACI Stampa, EWTN, 21 ottobre 2019. URL consultato il 14 dicembre 2022.
- Maria Valbonesi, Il Beato Bonaventura Bonaccorsi, su Diocesi di Pistoia. URL consultato il 14 dicembre 2022.
Controllo di autorità | VIAF (EN) 253143254 · ISNI (EN) 0000 0003 7657 7685 · BAV 495/61209 · LCCN (EN) no2012109459 |
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