Sant'Apollonia (Artemisia Gentileschi)
Sant'Apollonia | |
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L'opera | |
Autore | Artemisia Gentileschi |
Data | 1642-1644 |
Tecnica | olio su tela |
Dimensioni | 89×72 cm |
Ubicazione | Museo Soumaya, Città del Messico |
Sant'Apollonia è un dipinto attribuito ad Artemisia Gentileschi e datato tra il 1642 ed il 1644. Attualmente è conservato al Museo Soumaya di Città del Messico.
Storia
[modifica | modifica wikitesto]Il dipinto si ritiene sia stato realizzato durante il soggiorno napoletano dell'artista, dopo che Gentileschi fu tornata da Londra nel 1642. Sant'Apollonia è spesso accoppiata ad un'altra rappresentazione di santa Lucia.
Le vicende del dipinto sono ignote fino al 1980, anno nel quale l'opera viene venduta da Sotheby's a Londra.
Descrizione
[modifica | modifica wikitesto]L'opera raffigura Apollonia, martire che morì, secondo la tradizione, ad Alessandria d'Egitto, durante una rivolta contro i cristiani del 249. Il ritratto mostra la figura della santa dalla vita in su, immersa in uno sfondo scuro. Apollonia ha lo sguardo e la sua mano sinistra rivolti verso l'alto, come se tendessero al cielo; la mano destra, invece, impugna delle tenaglie con un dente, attributo iconografico che rende possibile l'identificazione della donna con Apollonia di Alessandria.[1]
La santa indossa un abito color malva con maniche azzurrine (tale scelta cromatica permette di apprezzare maggiormente il drappeggio del tessuto); queste ultime ed il collo, inoltre, sono adornati di perle. Un aspetto importante che emerge dalla tela è l'utilizzo del chiaroscuro, tecnica pittorica fortemente apprezzata dall'arte barocca - tipica dello stile del Caravaggio[2] - che conferisce all'immagine maggiore drammaticità.
Note
[modifica | modifica wikitesto]- ^ (EN) M. A. Katritzky, Women, Medicine and Theatre, 1500-1750: Literary Mountebanks and Performing Quacks, Ashgate Publishing, Ltd., 1º gennaio 2007, ISBN 9780754650843.
- ^ (EN) Gilles Lambert, Michelangelo Merisi da Caravaggio e Gilles Néret, Caravaggio, 1571-1610, Köln; London, Taschen, 1º gennaio 2000, ISBN 382286305X, OCLC 44016171.
Bibliografia
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