Raffaele Perrottelli

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Raffaele Perrottelli
NascitaSan Michele di Serino, 28 gennaio 1889
MortePolazzo, 21 luglio 1915
Cause della morteFerite riportate in combattimento
Luogo di sepolturaCimitero monumentale di Bonaria
Dati militari
Paese servitoItalia (bandiera) Regno d'Italia
Forza armataRegio Esercito
ArmaFanteria
Anni di servizio1915-1917
GradoSoldato
GuerrePrima guerra mondiale
CampagneFronte italiano (1915-1918)
BattaglieSeconda battaglia dell'Isonzo
Decorazionivedi qui
dati tratti da Combattenti Liberazione[1]
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Raffaele Perrottelli (San Michele di Serino, 28 gennaio 1889Polazzo, 21 luglio 1915) è stato un militare italiano, decorato di medaglia d'oro al valor militare alla memoria nel corso della prima guerra mondiale.

Nacque a San Michele di Serino, provincia di Avellino, il 28 gennaio 1889, figlio di Carlo e Lucia Renzulli.[1] Cresciuto all'interno di una famiglia di forti sentimenti risorgimentali, ultimo di sei fratelli, rimase orfano di padre giovanissimo. Frequentò gli studi medi in un Liceo Ginnasio di Avellino, e poi si iscrisse alla facoltà di giurisprudenza dell'Università di Napoli.[1] Chiamato a prestare servizio militare nel Regio Esercito, fu assegnato a un plotone allievi ufficiali di complemento presso l'81º Reggimento fanteria "Torino", ma poco tempo dopo a causa di una malattia fu posto in congedo.[1] All'atto dell'entrata in guerra del Regno d'Italia, il 24 maggio 1915, fu richiamato alle armi[N 1] ed assegnato al 64º Reggimento fanteria della Brigata Cagliari.[2] Il 3 giugno, in forza alla 3ª Compagnia, allora al comando del capitano Giovanni Randaccio,[3] partì per raggiungere la zona di operazioni.[1] Il suo reparto raggiunse le rudimentali trincee di Polazzo, sul basso Isonzo, dove si offrì volontario per la missioni più pericolose.[1] Durante la seconda battaglia dell'Isonzo partecipò agli attacchi per occupare quota 118 di Monte Sei Busi.[3] Il 21 luglio si offrì volontario per tentare di aprire un varco nei reticolati nemici, e postosi alla testa di un drappello di soldati andò all'attacco lanciando bombe a mano e fuoco di fucileria.[3] Rimase ferito due volte, una la piede e una alla testa, e poi cadde colpito a morte da una pallottola all'addome.[3] Il suo sacrificio consentì ai fanti della 3ª Compagnia di occupare la trincea nemica, respingendo i successivi contrattacchi nemici.[1] Per onorarne il coraggio fu decretata la concessione della medaglia d'oro al valor militare alla memoria.[3]

Per onorarne il coraggio fu decretata la concessione della medaglia d'oro al valor militare alla memoria.[4] Una via di Avellino e la piazza di San Michele di Serino portano il suo nome.

Medaglia d'oro al valor militare - nastrino per uniforme ordinaria
«In servizio di pattuglia presso i reticolati nemici, disturbava con fuoco efficace l’avversario, intento al lavoro di rafforzamento dei reticolati. Ferito per ben te volte successive rimaneva fermo al posto assegnatogli continuando, con eroica tenacia a molestare il nemico, finché, ferito una terza volta, all’addome, mortalmente, lasciava la vita sul posto che aveva tenuto con tanto onore. Polazzo, 21 luglio 1915. .[5]»
— Decreto Luogotenenziale 1 giugno 1916.
  1. ^ Pur di partire subito per il fronte non volle godere del beneficio di essere nominato ufficiale come gli concedeva il titolo accademico e si accontentò di partire come semplice soldato di fanteria.
  • Massimo Coltrinari e Giancarlo Ramaccia, 1915. L'anno della passione: Dalla neutralità all'intervento, Roma, Edizioni Nuova Cultura, 2018.
  • Gruppo Medaglie d'Oro al Valor Militare, Le Medaglie d'oro al Valor Militare 1917, Roma, Tipografia regionale, 1968, p. 56.

Voci correlate

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Collegamenti esterni

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