Echinophora spinosa
Finocchio litorale spinoso | |
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Echinophora spinosa fotografata a La Manga del Mar Menor, Spagna. | |
Stato di conservazione | |
Classificazione APG IV | |
Dominio | Eukaryota |
Regno | Plantae |
(clade) | Angiosperme |
(clade) | Mesangiosperme |
(clade) | Eudicotiledoni |
(clade) | Eudicotiledoni centrali |
(clade) | Superasteridi |
(clade) | Asteridi |
(clade) | Euasteridi |
(clade) | Campanulidi |
Ordine | Apiales |
Famiglia | Apiaceae |
Sottofamiglia | Apioideae |
Tribù | Echinophoreae |
Genere | Echinophora |
Specie | E. spinosa |
Classificazione Cronquist | |
Dominio | Eukaryota |
Regno | Plantae |
Divisione | Magnoliophyta |
Classe | Magnoliopsida |
Ordine | Apiales |
Famiglia | Apiaceae |
Genere | Echinophora |
Specie | E. spinosa |
Nomenclatura binomiale | |
Echinophora spinosa L., 1753 | |
Sinonimi | |
Selinum spinosum | |
Nomi comuni | |
Carota di mare |
Il finocchio litorale spinoso (Echinophora spinosa L., 1753) è una pianta della famiglia delle Apiacee.[1] Presente ovunque nelle zone litoranee del bacino del Mediterraneo, è conosciuta localmente con una serie di innumerevoli nomi comuni.
Etimologia
[modifica | modifica wikitesto]Il nome scientifico della specie è stato definito da Linneo nella pubblicazione Species Plantarum del 1753.[2][3]
Descrizione
[modifica | modifica wikitesto]È una pianta erbacea perenne che cresce su suolo sabbioso, tipicamente sulle dune costiere (vegetazione psammofila) che grazie al suo rizoma, necessario per la ricerca di tracce di umidità, rimane saldamente aggrappata al terreno nel quale è immerso; serpeggiante e lungo fino a un metro, questo presenta annulature trasversali con squame grigiastre terminali.
La specie, semisucculenta, presenta peculiarità comuni ad altre piante che proliferano nell'ambiente marino, in grado di sopportare la salsedine e i venti salmastri, e capace di trarre nutrimento dai composti organici depositati sulle spiagge dalle maree. Caratterizzata dalla parte aerea che muore nel periodo invernale, è costituita da fusti robusti, scanalati, molto ramificati, pubescenti, di color verde grigiastro, che si innalzano fino a 60–70 cm. Le foglie, evolutesi per meglio resistere all'ambiente ostile, terminano all'apice con una spina rigida e si presentano rade e rigide, profondamente divise, a lobi trigoni, carenati sotto, solcati sopra.[4][5]
L'antesi copre un periodo che va da giugno a settembre, con le infiorescenze poste alla sommità del fusto riunite a ombrello, a 6-10 raggi, costituito da un fiore centrale, ermafrodito, circondato da fiori maschili, tutti di dimensioni minime, bianchi o screziati di rosso, avvolte da un involucro di brattee rigide lanceolato-spinose. Ogni apparato riproduttivo consta in un ovario infero formato da cinque petali liberi, che una volta fecondato si trasforma in un frutto secco, diachenio e ovoide, con stili eretti persistenti.[4][5]
L'Echinophora spinosa, come altre che costituiscono l'associazione vegetativa detta Ammofileto, risulta inoltre fondamentale per il consolidamento del substrato della prima vera fascia dunale fissa.[4]
Biologia
[modifica | modifica wikitesto]La forma biologica della pianta è camefita scaposa (Ch scap), cioè è una pianta perennante legnosa alla base, con gemme svernanti poste ad un'altezza dal suolo tra i 2 ed i 30 cm (camefita), e asse fiorale allungato spesso privo di foglie (scaposa).
Distribuzione e habitat
[modifica | modifica wikitesto]La specie è endemica del bacino del Mediterraneo, presente nelle zone costiere tra il livello del mare (litorali sabbiosi, fascia delle prime dune) e i 50 m di altitudine, in Europa, nella fascia che va dalla costa orientale della Spagna passando per la Francia meridionale, tutta la penisola italiana, fino all'alto Mare Adriatico, isole maggiori comprese (Corsica, Sardegna e Sicilia) oltre al Nordafrica (Algeria).
Note
[modifica | modifica wikitesto]- ^ (EN) Echinophora spinosa, su Plants of the World Online, Royal Botanic Gardens, Kew. URL consultato il 29/7/2024.
- ^ Linneo 1753, p. 399.
- ^ Tropicos, Echinophora spinosa L.
- ^ a b c Acta Plantarum 2008, Echinophora spinosa L.
- ^ a b Pignatti 1982, p. 179.
Bibliografia
[modifica | modifica wikitesto]- (LA) Linneo, Species Plantarum. Exhibentes plantas rite cognitas, ad genera relatas, cum differentiis specificis, nominibus trivialibus, synonymis selectis, locis natalibus, secundum systema sexuale digestas, vol. 1, prima edizione, Stoccolma, Imprensis Laurentius Salvius, 1753, ISBN non esistente.
- Sandro Pignatti, Flora d'Italia, Volume 2, Bologna, Edagricole, 1982, ISBN 88-506-2449-2.
Altri progetti
[modifica | modifica wikitesto]- Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su Echinophora spinosa
- Wikispecies contiene informazioni su Echinophora spinosa
Collegamenti esterni
[modifica | modifica wikitesto]- (EN) Taxon profile: Echinophora spinosa L., su BioLib.cz, Biological Library. URL consultato il 1º gennaio 2017.
- Echinophora spinosa L., su Acta Plantarum. URL consultato il 1º gennaio 2017 (archiviato dall'url originale il 2 gennaio 2017).
- (EN) Echinophora spinosa L., su The Plant List. URL consultato il 1º gennaio 2017.
- (EN) Echinophora spinosa L., su Tropicos. URL consultato il 1º gennaio 2017.