Società Speleologica Italiana

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Società Speleologica Italiana
AbbreviazioneSSI
Affiliazione internazionaleFederazione Speleologica Europea

Union Internationale de Spéléologie European Environmental Bureau

Fondazione25 giugno 1950
FondatoreLeonida Boldori
ScopoDelineazione dei confini geografici sotterranei
Sede centraleItalia (bandiera) Bologna
Area di azioneEuropa meridionale
PresidenteItalia (bandiera) Sergio Orsini
Lingua ufficialeitaliano
Sito web

La Società Speleologica Italiana (SSI) è l'associazione nazionale italiana di riferimento per l'esplorazione e la documentazione del mondo sotterraneo[1].

Fondata nel 1950, è associazione di protezione ambientale[1][2]. Disegna la geografia del mondo sotterraneo con le sue numerose pubblicazioni, le azioni tese a comunicare e salvaguardare, l'interesse per la sicurezza nella progressione[1][3].

La Società Speleologica Italiana costituisce un naturale punto di approdo per quanti frequentano, in modo consapevole e sostenibile, il vuoto delle montagne e le cavità create dall'ingegno umano[3][4] nel corso della sua storia.

È partner privilegiato di enti e istituzioni che cercano dati, informazioni e metodi per aggiungere conoscenza indispensabile alla razionale gestione delle risorse ambientali e paesaggistiche. La Società Speleologica Italiana è membro dell'Union Internationale de Spéléologie e della Federazione Speleologica Europea[2][1]. Dal 1981 pubblica l'International Journal of Speleology[3] (ora edito dall'Union Internationale de Spéléologie).

La società venne fondata il 25 giugno 1950 a Verona, nei pressi del Museo Civico di Storia Naturale[4][2][1], a coronamento di un'idea di quattro giovani studenti che, nel 1904, avevano già fondato una società speleologica a sé stante e con ambizioni nazionali[2][4][1].

L'entomologo Leonida Boldori fu il primo presidente; seguirono il geografo Giuseppe Nangeroni, don Pietro Scotti (con numerose esperienze nel campo politico - e, in particolare, della magistratura), Arrigo Cigna e Vittorio Castellani (scomparso dopo il termine della carica[2][4]). Successivamente, susseguirono Paolo Forti, Giovanni Badino, Mauro Chiesi, Giampietro Marchesi, Vincenzo Martimucci e (l'attuale presidente) Sergio Orsini.

Fin dai primi anni dopo la ricostituzione, la Società Speleologica Italiana ha legato le sue attività a quelle dell'Istituto Italiano di Speleologia (affiliandovisi): un ente di ricerca scientifica fondato nel 1927 dall'Azienda delle Reali Grotte Demaniali di Postumia[4][2] - e trasferitosi, dopo il secondo conflitto mondiale, presso l'Università di Bologna, sotto la direzione del geologo Michele Gortani.

La Società Speleologica Italiana è membro dell'Unione Internazionale di Speleologia - (Union Internationale de Spéléologie) - (UIS), della Federazione Speleologica Europea (FSE) e dell'European Environmental Bureau (EEB)[5]; è riconosciuta come un'associazione di protezione ambientale dal Ministero dell'Ambiente (articolo 13, legge numero 349; 1986) e, dal 2007, l'SSI ha personalità giuridica.

Dal 29 marzo 2011 la SSI è "invitato permanente alle riunioni del Gruppo Amici della Montagna" (IPGAM)[2][3][4] del Parlamento della Repubblica Italiana.

  1. ^ a b c d e f Benvenuto sul sito della SSI, su speleo.it, Società Speleologica Italiana. URL consultato il 24 aprile 2020.
  2. ^ a b c d e f g La storia, su speleo.it, Società Speleologica Italiana. URL consultato il 24 aprile 2020.
  3. ^ a b c d Informazioni sulla SSI, su speleo.it, Società Speleologica Italiana. URL consultato il 24 aprile 2020.
  4. ^ a b c d e f CIDS, su speleo.it, Società Speleologica Italiana. URL consultato il 24 aprile 2020.
  5. ^ European Environmental Bureau, su speleo.it. URL consultato il 6 gennaio 2021.

Collegamenti esterni

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